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AN C ONTRAST O C ONTRAST O N. 38 (11.2005) www.contrasto.de 0,00 deutsch-italienische Zeitung giornale italotedesco ª 2 ª 2 " Christine Gräbe Italiano di Elena Orazi (Übersetzung auf Seite 16) ........................................................................... Camilleri Andrea Evviva l'Ilatia! des gleichnamigen deutsch-italienischen Kulturvereins Andrea Camilleri ANFANG DER 90ER JAHRE WAR ANDREA CAMILLERI fast siebzig, seit mindestens fünf Jahrzehnten Kettenrau- cher und draußen tobten noch immer die Mafiakriege. Camilleri, der eine Karriere als Theaterregisseur bereits hinter sich hatte, beschloss etwas zu unternehmen. Und obwohl er als Schrift- steller weit we- niger erfolgreich war, setzte er sich an seine Schreibmaschi- ne und dachte sich Commis- sario Montalba- no aus. Er statte- te ihn mit Pflicht- gefühl, Verant- wortung gegen- über dem Staat und großer Auf- richtigkeit aus, gab ihm die ru- hige Bodenstän- digkeit und den jähen Zorn sei- nes Vaters dazu – und obendrein die Fähigkeit zu verstehen: »Der Kommissar da- gegen war aus P anico in Germania: nono- stante lo sbarramento del 5 per cento ben cinque par- titi sono entrati in Parlamento! Mai successo. Colloqui preliminari di qua e di là, sondate tutte le combi- nazioni di colore possibili, per fini- re dove? Alla peggiore delle op- zioni: la “grande coalizione” fra i due partiti che hanno perso in mi- sura maggiore, quelli che si sono sparati addosso fino al giorno pri- ma delle elezioni. «Ci avete dato meno voti? Magnifico, allora sare- mo proprio noi a servirvi un bel governo». Decretando la fine della politica. Previsione per le prossi- me elezioni anticipate, dato che una non soluzione del genere non durerà a lungo: i due maggiori par- titi perderanno altri voti e sempre meno gente si recherà alle urne. Un paio di note che non si leg- gono da molte parti, procurano “fastidio”: in Germania vi è una chiara maggioranza di sinistra composta da tre partiti con 40 (!) seggi in più in Parlamento. Baste- rebbe che la SPD avesse coraggio politico, disponibilità a compro- messi non autolesionisti come la grande coalizione e accettasse il verdetto degli elettori. E che la si- nistra, da parte sua, non rinuncias- se a voler realizzare i propri con- tenuti. O l’opposizione ad libitum è forse una prospettiva interessan- te di per sé? NEI PRIMI ANNI NOVAN- TA ANDREA CAMILLERI, fumatore accanito da alme- no cinque decenni, aveva quasi settant’anni e per le strade continuavano a scop- piare guerre di mafia. L’au- tore siciliano, avendo alle spalle una fortunata carrie- ra di regista teatrale, decise di intervenire. E pur non avendo mai riscosso partico- lare successo come scrittore, si mise alla macchina da scri- vere e creò il commissario Montalbano. Lo volle ligio al dovere, dotato d’integrità morale e di senso di respon- sabilità nei confronti dello stato. Oltre a trasmettergli la ponderata concretezza e l’irascibilità paterne, lo rese in grado di capire le cose: «Il com- missario invece era di Catania, di nome faceva Salvo Montalbano, e quando voleva ca- pire una cosa, la ca- piva». L’autore e il suo eroe non si limitano però solamente a capire. Attenti os- servatori della real- tà che li circonda, scrutano il Paese dove vivono, non perdono d’occhio la Sicilia, loro terra d’origine, con le sue peculiarità, e nem- meno lo stato e le vi- cende ad esso con- nesse. Non perché lo vogliano, ma (c) Archiv Verlag Klaus Wagenbach ª 14

des gleichnamigen deutsch-italienischen Kulturvereins Andrea … · vere e creò il commissario Montalbano. Lo volle ligio al dovere, dotato d’integrità morale e di senso di respon-sabilità

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A N

CONTRASTOCONTRASTO N. 38 (11.2005) www.contrasto.de 0,00

deutsch-italienische Zeitung

giornale italotedesco

22

Christine Gräbe

Italiano di Elena Orazi

(Übersetzung auf Seite 16)

...........................................................................

CamilleriAndrea

Evviva l'Ilatia!

des gleichnamigen deutsch-italienischen Kulturvereins

Andrea Camilleri

ANFANG DER 90ER JAHREWAR ANDREA CAMILLERIfast siebzig, seit mindestensfünf Jahrzehnten Kettenrau-cher und draußen tobtennoch immer die Mafiakriege.Camilleri, der eine Karriereals Theaterregisseur bereitshinter sich hatte, beschlossetwas zu unternehmen.Und obwohl er als Schrift-steller weit we-niger erfolgreichwar, setzte ersich an seineSchreibmaschi-ne und dachtesich Commis-sario Montalba-no aus. Er statte-te ihn mit Pflicht-gefühl, Verant-wortung gegen-über dem Staatund großer Auf-richtigkeit aus,gab ihm die ru-hige Bodenstän-digkeit und denjähen Zorn sei-nes Vaters dazu– und obendreindie Fähigkeit zuverstehen: »DerKommissar da-gegen war aus

Panico in Germania: nono-stante lo sbarramento del5 per cento ben cinque par-

titi sono entrati in Parlamento! Maisuccesso. Colloqui preliminari diqua e di là, sondate tutte le combi-nazioni di colore possibili, per fini-re dove? Alla peggiore delle op-zioni: la “grande coalizione” fra idue partiti che hanno perso in mi-sura maggiore, quelli che si sonosparati addosso fino al giorno pri-ma delle elezioni. «Ci avete datomeno voti? Magnifico, allora sare-mo proprio noi a servirvi un belgoverno». Decretando la fine dellapolitica. Previsione per le prossi-me elezioni anticipate, dato cheuna non soluzione del genere nondurerà a lungo: i due maggiori par-titi perderanno altri voti e sempremeno gente si recherà alle urne.

Un paio di note che non si leg-gono da molte parti, procurano“fastidio”: in Germania vi è unachiara maggioranza di sinistracomposta da tre partiti con 40 (!)seggi in più in Parlamento. Baste-rebbe che la SPD avesse coraggiopolitico, disponibilità a compro-messi non autolesionisti come lagrande coalizione e accettasse ilverdetto degli elettori. E che la si-nistra, da parte sua, non rinuncias-se a voler realizzare i propri con-tenuti. O l’opposizione ad libitumè forse una prospettiva interessan-te di per sé?

NEI PRIMI ANNI NOVAN-TA ANDREA CAMILLERI,fumatore accanito da alme-no cinque decenni, avevaquasi settant’anni e per lestrade continuavano a scop-piare guerre di mafia. L’au-tore siciliano, avendo allespalle una fortunata carrie-ra di regista teatrale, decisedi intervenire. E pur non

avendo mai riscosso partico-lare successo come scrittore,si mise alla macchina da scri-vere e creò il commissarioMontalbano. Lo volle ligio aldovere, dotato d’integritàmorale e di senso di respon-sabilità nei confronti dellostato. Oltre a trasmettergli laponderata concretezza el’irascibilità paterne, lo rese

in grado di capirele cose: «Il com-missario inveceera di Catania, dinome faceva SalvoMontalbano, equando voleva ca-pire una cosa, la ca-piva».

L’autore e il suoeroe non si limitanoperò solamente acapire. Attenti os-servatori della real-tà che li circonda,scrutano il Paesedove vivono, nonperdono d’occhio laSicilia, loro terrad’origine, con le suepeculiarità, e nem-meno lo stato e le vi-cende ad esso con-nesse. Non perchélo vogliano, ma

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2 CONTRASTO

...................................................................................Andrea Camilleri - continuazione -

Liebe CONTRASTO-Leser,

Editorial

Wir wünschen viel Spaß beim Lesen!Die Redaktion

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L'affondo - continuazione -.........................................................

Claudio Paroli

L'affondoAndrea CamilleriLa prima volta... in GermaniaHannah ArendtCinema! Italia! 2005I pagliacci pazzi...Scuola Italiana

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INDICE / INHALT

Gli elettori hanno espresso unchiaro NO a Merkel cancelliere e alneo-liberismo senza freni di CDU/CSU e Liberali, hanno detto SÌ allacorrezione “sociale” lanciata dallaSPD in campagna elettorale, han-no dato al neonato Partito di sini-stra più voti che ai Verdi. L’ingres-so nel Bundestag di questo nuovopartito ha di fatto impedito unamaggioranza di governo dellacoalizione di destra, ciononostanteviene demonizzato da ogni partee non viene nemmeno ipotizzatal’idea di consultarlo!

Tanti auguri a questa SPD cheora spera, vuole guadagnare tem-po, s’illude che il Partito di sinistrasi sciolga come neve al sole: chececità politica! Questo partito è lasemplice e ovvia risposta alla poli-tica neo-liberista degli ultimi anni,rappresenta un malcontento checon un governo di grande coali-zione non può che aumentare. Chel’economia tedesca vada improv-visamente a gonfie vele – la Ger-mania è il secondo paese espor-tatore del mondo – non è certomerito dei sette anni di Schröder eFischer! Tuttavia i tedeschi nonhanno abbastanza soldi da spen-dere e temono un ulteriore abbat-timento dello stato sociale. Servi-rebbe una svolta, una strada nuo-va: gli elettori l’hanno indicata chia-ramente, ma i politici non la vo-gliono intendere. La SPD farebbebene a imitare i compromessi dei”compagni” italiani DS per le pros-sime elezioni di primavera: in Ita-lia, senza Rifondazione Comuni-sta, non si mette in piedi un gover-no per una politica progressista, siregala il Paese alle destre comenelle precedenti politiche. Tra unpaio d’anni forse la SPD lo capirà,quando sarà chiaro che una gran-de coalizione si dà solo la zappa suipiedi. Auguriamoci che non siatroppo tardi, il prossimo candida-to cancelliere CDU/CSU potrebbeessere un po’ più carismatico.

perché è più forte di loro.Montalbano è addirittura succube del

proprio istinto, capace di scatenare in luireazioni psicosomatiche contando su unafisica complicità. Ecco allora che quando ilcommissario è sul punto di desistere e staquasi per lasciare il campo, i muscoli gli siirrigidiscono e riesce a muoversi solo a fa-tica. Le mani gli si indeboliscono e i piedigli paiono diventati di ricotta. In altre si-tuazioni si trasforma in un cane da cacciaincurante degli ostacoli e del dolore, ma ilpovero commissario sopravvaluta decisa-mente le proprie forze.

Più o meno la stessa cosa sembra succe-dere allo scrittore Andrea Camilleri: scri-vere un semplice giallo è contro la sua na-tura. Puntualmente affiorano fra le righeun pensiero politico o un’osservazione cri-tica e ogni occasione è buona per lanciarefrecciate al governo o dare una strigliata alsistema burocratico. A meno che in gioconon ci sia il cibo o l’amore. Sì, perché da-vanti a un piatto di pasta o nei rapporti trauomo e donna in Camilleri non c’è postoné per lo stato né per la mafia.

Da acuto osservatore della quotidianità,Camilleri fa sentire la propria voce ancheal di fuori della produzione prettamenteletteraria. Insieme a illustri colleghi comeDario Fo e Antonio Tabucchi, scrive non dirado su MicroMega, rivista di indirizzo fi-losofico e psicologico diventata negli ulti-mi anni portavoce degli intellettuali all’op-posizione, (vedi CONTRASTO n. 37) e col-labora al quotidiano La Stampa. Il Ca-milleri impegnato politicamente è tuttaviapressoché sconosciuto in Germania. Il mo-tivo è semplice: gli scritti satirici e le favole

politiche, le lettere dal futuro o le inter-viste impossibili erano finora disponibi-li solo in lingua originale, nonostante ilpiù grande giallista italiano del momen-to ne desiderasse da tempo la traduzio-ne tedesca.

In occasione degli ottant’anni dell’au-tore siciliano, Klaus Wagenbach ha esau-dito parzialmente questo desiderio. Nel-la raccolta Italienische Verhältnisse Ca-milleri si presenta come un osservatoredella situazione e dei costumi italiani cheprende apertamente posizione: a volte inmaniera satirica, a volte polemica, ma maia sproposito.

Lo scrittore racconta sotto forma di fa-vole, politicamente non del tutto corrette,di una certa “Ilatia”, i cui cittadini sull’or-lo della rovina proclamano la rivoluzionecontro la burocrazia. E vengono asse-condati! A ogni cittadino verrà restituitoun anno di tutto il tempo perso davantiagli sportelli e negli uffici pubblici. A unpatto però: durante l’anno di vita supple-mentare va letto il libro Alla ricerca deltempo perduto di Marcel Proust. Una mos-sa astuta, in seguito alla quale la maggiorparte degli ilatiani rinuncerà al risarci-mento del tempo.

Camilleri fa inoltre un’analisi obiettivadella Sicilia o delle vicende interne del-l’Italia, si sofferma sui travestimenti dellasinistra, parla delle proprie delusioni poli-

Trazione ibrida - Hybridantrieb

in dieser 38. Ausgabe unserer Zeitung geht es wieder umverschiedene Themen aus Politik und Kultur. Wir beginnenmit der Vorstellung des italienischen Schriftstellers AndreaCamilleri, der auch in Deutschland sehr bekannt ist. Dazuein von ihm erfundenes „wahres“ Märchen!

Im Affondo analysieren wir die politische Lage nachden Bundestagswahlen im September und verweisendabei auch auf unsere Erfahrungen in Italien.

Weiterhin ein Artikel über „Das erste Mal... inDeutschland“: Dabei geht es aber nicht um Sex! Einanderer Artikel über die politische Philosophie vonHannah Arendt verknüpft sich mit dem Portrait vonPaolo Flores d’Arcais in der letzten Ausgabe. Wirberichten außerdem über die achte Filmtournée Cinema!Italia! und rezensieren einige interessante Werke desitalienischen neo-neorealismo, die in ganz Deutschlandzu sehen sein werden. Nur in Hamburg probiert dagegenseit einiger Zeit eine deutsch-italienische satirischeTheatergruppe: Wir stellen sie kurz vor. Wer möchte hiermitmachen?

Schließlich haben wir den 1. Vorsitzenden eines neuenVereins interviewt, der ab Januar 2006 viele italienischeKurse in Norddeutschland organisieren wird.

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CONTRASTO 3

Andrea Camilleri - continuazione -........................................................................................................................................................................................................................................

tiche e si domanda se nelle ore di reli-gione non venga propagata ex cathe-dra un’ideologia razzista. Non c’è diche meravigliarsi se alla fine risultasoprattutto evidente un fatto: il cuoredi Camilleri batte a sinistra. Per dirlacon le parole di un critico: «La sua le-altà nei confronti della sinistra è infe-riore solo alla sua avversione per il

governo Berlusconi».Ovviamente “Ilatia” è un posto del

tutto fittizio. Come Vigàta, la cittadi-na in cui il commissario Montalbanoagisce in nome della giustizia. Lungidal voler essere una copia di PortoEmpedocle, luogo di nascita di Ca-milleri, Vigàta rappresenta piuttosto«la città più immaginaria nella Sici-

lia più tipica». Eppure, da due annia questa parte, i cartelli comunali ri-portano un’aggiunta: “Porto Em-pedocle” si legge sopra, e sotto“Vigàta”.

Evviva l’Ilatia!

Vigàta si può visitare al sito del fan clubdi Andrea Camilleri: www.vigata.org.

Favola veradi Andrea Camilleri

Eletto a furor di popolo Presidente di tutto(della Repubblica, del Senato, della Camera, delConsiglio) il Cavaliere riunì i suoi ministri edisse: «Da tempo avevo preparato la riformadella Costituzione. Prendete appunti. Il testol’ho già inviato alla Gazzetta Ufficiale».Diligentemente, i ministri si munirono di cartae penna.«Articolo 1», dettò il Presidente, «Iliata è unaRepubblica fondata suilavori del Cavaliere».I ministri annuirono.«Articolo 2», proseguì ilPresidente. «Il colorerosso, simbolodell’odiato comunismo,è dichiaratoanticostituzionale epertanto viene abolito».«Come la mettiamo conle Ferrari?», domandò ilministro dell’Industria.«Non c’è problema.Diventano azzurre»,ribatté il Cavaliere.«E con il Tricolore?»,domandò a sua volta ilministro della Difesa.«Rimane tricolore, ma al rosso si sostituiscel’azzurro», fece seccamente il Cavaliere.E via di questo passo. Furono stabilite multesalatissime per chi, coinvolto in un qualsiasi

incidente, mostrava pubblicamente il rosso delsuo sangue, con i diserbanti si fecero sparirerose e fiori rossi, la carne rossa non venne piùmessa in vendita mentre il pesce azzurro fuportato alle stelle, l’unico vino in commerciorimase quello bianco.Sommersi da tutto quell’azzurro, gli Iliatanicominciarono ben presto a soffrire di nostalgiadel rosso, una nostalgia che diventava di giorno

in giorno sempre piùacuta. Si ebbero i primiattentati rivendicati daiGrar (Gruppirivoluzionari adoratorirosso). I contrabbandierifacevano affari d’oro noncon le sigarette o iclandestini, ma con lescatole di sugo dipomodoro,assolutamente proibite inIliata.Finché un mattino, dopoun violentissimoacquazzone, apparve incielo un gigantescoarcobaleno che coprìl’intero paese. Il rosso di

quell’arcobaleno non era solamente un colore,ma un altissimo grido di rivolta, deciso e terso.Quell’arcobaleno segnò, sempre a furor dipopolo, la fine del Cavaliere.

(Übersetzung auf Seite 15)

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4 CONTRASTO

E

Eindrücke einer Italienerin mit deutscher Staatsangehörigkeit bei der Bundestagswahl

La prima volta...

Un'italiana neo-cittadina tedesca si reca perla prima volta a votare per il Bundestag

E Antonella Romeo

Deutsch von Dirk Boks & Christine Gräbe......................................................................................

5 5

in Germania

«ENDLICH KOMMT LEBEN IN DIE BU-DE!» («FINALMENTE UN PO’ DI VITAIN ’STA CASA») DIE BUDE È UNA CASAdi riposo per anziani in cui una volta ogniquattro anni un intenso viavai non fa certorimpiangere ai residenti la pace delle do-meniche non elettorali. Nel corridoio siedeil comitato di accoglienza, tre vecchiettesolerti e loquaci nel distribuire informazio-ni – da nessuno sollecitate – sulla locazionedel seggio: «G e r a d e a u s, durch die Cafete-ria und dann links!» («A t t r a v e r s o il bar,quindi a sinistra»).

Come si fa a non ricambiare quel radio-so sorriso, il sorriso inconfondibile di chinon ha più un granché da temere per ilfuturo. «Danke schön, meine Da-men!» («Molte grazie, care si-gnore!»). Alcuni Herren sie-dono nel silenziosissi-mo baretto dellacasa, in compa-gnia del loro in-separabile Rol-lator (quel tra-biccolo a rotel-le con manu-brio equipag-giato di freno,seggiolino per lesoste e all’occorren-za cestino per la spesa, di cui non misovviene alcun nome in italiano. Gli italia-ni sono rimasti all’era del bastone...). Loro,gli Herren, probabilmente quel viavai nonl’hanno capito e nel loro sguardo si leggelo smarrimento di chi vorrebbe essere in-formato dal visitatore sulla natura del luo-go in cui sono capitati. Ancora pochi passie avrei raggiunto l’ingresso del seggio.Sono emozionata, è la mia prima volta...in Germania.

Ad essere sincera durante i miei 16 annid’ininterrotta vita tedesca avevo già vota-to per le elezioni comunali di Halstenbek,comune dello Schleswig-Holstein e sobbor-go di Amburgo. Non era stato facile votareneanche lì, poiché il sindaco uscente e rap-presentante l’ala politica di mio gradimen-to aveva avuto la sfacciataggine diricandidarsi anche dopo il fallimento del-l’opera più rilevante della sua legislatura:

uno stadio avveniristico e rispettoso del-l’ambiente, mimetizzato in una conca er-bosa e protetto da un’invisibile cupola invetro, che aveva avuto il buonsenso dicrollare poco prima dell’inaugurazione enon durante.

Tornata residente ad Amburgo mi erodimenticata di votare per le circoscrizioni,evidentemente un rifiuto inconscio di re-carmi alle urne per votare un organismoresponsabile degli Spielplätze (parchi giochi)e degli attraversamenti pedonali, per il votodei quali anche la metà dei cittadini nati te-deschi si dimentica di votare. Questa volta,però, non si trattava più di roba locale, dipetting elettorale. Una settimana prima

delle elezioni mi avevano concesso lacittadinanza tedesca, ero diventa-

ta una cittadina politicamen-te matura. Il mio voto sa-

rebbe stato un attocompleto, la miaprima volta...appunto, in Ger-mania.

Agli scruta-tori, una squa-dra mista di si-gnori e signore

di mezza età e tuttirigorosamente in sovrap-

peso di corpo e di spirito, consegno il certi-ficato elettorale e il mio vorläufiger Ausweis(carta d’identità provvisoria), per il qualetre giorni prima avevo dovuto pagare nel-l’ufficio addetto otto euro appositamenteper poter recarmi alle urne, visto che quel-lo definitivo mi sarebbe stato consegnatosolo tre mesi dopo (previo pagamento dialtri 8 euro!). «Sarò forse l’unica/o cittadi-na/o in questo paese che ha dovuto paga-re otto euro per poter votare, bisognereb-be darmi un riconoscimento per il mio sen-so civico?», dico scherzosa all’impiegata chemi guarda infastidita e non ricambia il miobuon umore... Perché non avrei potuto sem-plicemente mostrare il mio certificato elet-torale e la nuova Einbürgerungsurkunde (cer-tificato di cittadinanza) consegnatomi dal-la Sachbearbeiterin che si è occupata da cir-ca un anno e mezzo a questa parte della mia

»ENDLICH KOMMT LEBEN IN DIEBUDE!« DIE „BUDE“ IST EIN ALTEN-HEIM, IN DEM ALLE VIER JAHRE EINlebhaftes Kommen und Gehen den Frie-den der Nicht-Wahlsonntage unterbricht,und dies offenkundig nicht zum Bedau-ern seiner Bewohner. Im Gang residiertein Empfangskomitee aus drei alten Da-men, die mit großem Eifer und in besterRedelaune Auskünfte über die genaueLage des Wahllokals erteilen, obwohl nie-mand danach fragt: »G e r a d e a u s, durchdie Cafeteria und dann links!«

Wie kann man dieses strahlende Lächelnunerwidert lassen, das unverwechselbareLächeln von Menschen, die von der Zu-kunft nicht mehr viel zu befürchten ha-ben. »Danke schön, meine Damen!« Eini-ge Herren sitzen im bedenklich ruhigenCafé des Hauses, zusammen mit ihrennicht wegzudenkenden „Rollatoren“ (je-nen Vehikeln auf Rädern, die mit Lenkerund Bremse, einem kleinem Sitz für Pau-sen sowie einem Einkaufskorb für den Be-darfsfall ausgestattet sind und für die mirim Italienischen kein Name einfällt. InItalien herrscht schließlich noch immerder Krückstock ...). Sie, die Herren kön-nen sich das Kommen und Gehen offen-bar nicht recht erklären, und in ihremBlick ist Verwirrung zu erkennen, zu ger-ne würden sie vom Besucher darüber auf-geklärt werden, an was für einen Ort sieda bloß geraten sind. Nur wenige Schrittetrennen mich noch vom Eingang zumWahllokal. Ich bin aufgeregt. Es ist meinerstes Mal ... in Deutschland.

Nun, um ehrlich zu sein, hatte ich in den16 Jahren, die ich ohne Unterbrechung inDeutschland gelebt habe, schon einmal ge-wählt, bei den Kommunalwahlen inHalstenbek, einer Vorstadt Hamburgs, diezugleich eine schleswig-holsteinische Ge-meinde ist. Und auch dort war die Wahlnicht leichtgefallen, der scheidende Bür-germeister und Vertreter der von mir be-vorzugten politischen Richtung hattenämlich die Unverfrorenheit besessen, sichauch nach dem Scheitern des bedeutend-sten Vorhabens seiner Amtszeit zur Wie-derwahl zu stellen: ein futuristisches und

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CONTRASTO 5

La prima volta... - Fortsetzung -La prima volta... - continuazione -........................................................................................................................................................

pratica di cittadinanza, ereditata da un col-lega che l’aveva presa in consegna unanno e mezzo prima e che nel corso deltempo era misteriosamente scomparsodal suo ufficio?

«Sie müssen diese Urkunde sorgfältig auf-bewahren, das ist der einzige Beweis für ihreEinbürgerung» («Conservi con cura que-sto certificato, è il suo unico documentodi cittadinanza»), mi aveva detto minac-ciosa Frau S. sollevando di tre centimetriil suo posteriore dalla sedia e allungandola mano per felicitarsi: «Ich gratuliere!»(«congratulazioni!»), aveva aggiunto sen-za troppa convinzione risparmiando unsorriso di accompagnamento che potessein qualche modo mascherare la sua indif-ferenza nel pronunciare quella frase d’ob-bligo. Ci avevo messo più di tre anni aprendere la cittadinanza tedesca e, in unacorrispondenza con Frau S., avevo recen-temente dichiarato di essere «desDeutschwerden müde» (stanca di diventa-re tedesca) e di voler fare domanda per larestituzione dei 255 euro versati al tem-po della mia domanda.

«Jetzt sind Sie eine Deutsche!» (Adesso leiè tedesca!»), aveva infierito Frau S., lietaprobabilmente di avere una pratica inmeno da svolgere. A quel punto ho senti-to la necessità di difendermi da quel com-mento. «Eigentlich bin ich deutsche Bürgeringeworden, aber eine “Deutsche” werde ichnie werden können!» («A dir la verità sonodiventata cittadina tedesca, ma “tedesca”non potrò mai diventarla»). Il filosofaresulla questione dell’identità nazionale nonmi sembrava la passione della mia exSacharbeiterin, dalla quale mi sono conge-data o meglio... congelata. «Feiern Sieschön!» («Faccia una bella festa!»), sono sta-te le sue ultime parole.

Festeggiare? Da buona “cittadina tede-sca” mi sono guardata poi i risultati delleelezioni con i miei amici. Eravamo tre ita-liani, due cittadini tedeschi nati in Africa eun tedesco che fa il Gastarbeiter (lavoratorestraniero) in Austria, dato che in Germanianon trova lavoro. Forse frequento le com-pagnie sbagliate, ma nessuno ha propostoun brindisi alla mia Einbürgerung (acquisitacittadinanza)!

Chiusa la parentesi, eccomi al seggio... egli scrutatori non riescono a trovare il mionome sulla lista elettorale. Mentre cercanoscettici, dico emozionata e allegra: «È la miaprima volta». Ma anche in questa occasio-ne il lieto annuncio della mia naturaliz-zazione mi rimbalza indietro come una pallaelastica. Mi sembra di scrutare fra i pensieridegli scrutatori e di immaginare un «Naund?» («E allora?!»). Infine trovano il mionome, scritto a mano in fondo alla lista.Vado dietro il paravento con il fogliaccio incarta riciclata, segno senza troppa convin-zione la mia preferenza e quando tutto èfinito mi dico: «Tutto lì?!».

umweltgerechtes Sportstadion, eingebet-tet in eine begraste Muschel und über-dacht von einer unsichtbaren Glaskuppel,welche immerhin den Anstand hatte, kurzvor und nicht während der Einweihungeinzustürzen.

Wieder in Hamburg gemeldet, hatte iches versäumt, zu den Bezirkswahlen zu ge-hen, offensichtlich eine unbewusste Wei-gerung, mich an die Urnen zu begeben,um eine Organisation zu wählen, die fürSpielplätze und Fußgängerüberque-rungen verantwortlich ist, und die zu wäh-len im übrigen auch die Hälfte der einhei-mischen Bürger vergisst. Diesmal aberging es nicht mehr um lokales Zeug, nichtum irgendein Wahlvorspiel. Eine Wochevor den Bundestagswahlen wurde mir diedeutsche Staatsbürgerschaft zuerkannt. Ichich war also zu einer politisch mündigenBürgerin herangereift. Und diesmal wür-de der Wahlakt vollständig vollzogen, .Eswürde also mein erstes Mal sein ... genau-er gesagt, mein erstes Mal in Deutschland.

Den Wahlhelfern, einer gemischtenMannschaft aus Damen und Herren mitt-leren Alters, allesamt ganz entschiedenübergewichtig an Körper und Geist, über-gebe ich den Wahlschein und meinen vor-läufigen Ausweis, für den ich vor drei Ta-gen im zuständigen Amt acht Euro bezah-len musste, um meine Stimme abgeben zu

dürfen, ein end-gültiges Exem-plar wird mirnämlich erstdrei Monatespäter ausge-stellt (gegen

vorherige Zahlung von weiteren achtEuro!). »Ich habe wahrscheinlich als einzi-ge/r in diesem Land acht Euro bezahlenmüssen, um wählen zu können, müssteman mir nicht eine Anerkennung für mei-nen Bürgersinn aussprechen?«, sage ichscherzhaft zu der Angestellten, die michverdrießlich anschaut und meine gute Lau-ne nicht erwidert ... Warum konnte ich auchnicht einfach meinen Wahlschein und dieneue Einbürgerungsurkunde vorlegen, diemir von jener Sachbearbeiterin ausgehän-digt worden war, die seit nunmehr etwaanderthalb Jahren für meine Staatsange-hörigkeitsangelegenheit zuständig war,nachdem sie einen Kollegen beerbt hat-te, der meine Akte weitere anderthalbJahre zuvor zur Aufbewahrung an sichgenommen hatte und im Lauf der Zeitauf ungeklärte Weise aus seinem Büroverschwunden war?

»Sie müssen diese Urkunde sorgfältigaufbewahren, das ist der einzige Beweisfür Ihre Einbürgerung«, hatte mir dro-hend Frau S. gesagt, wobei sie ihr Hinter-teil drei Zentimeter vom Sitz erhob unddie Hand ausstreckte, um sich zu beglück-wünschen: »Ich gratuliere!«, hatte sie ohne

große Überzeugung hinzugefügt. Das Lä-cheln, mit dem sie die Artikulation dieserPflichtphrase hätte begleiten können, umihre Teilnahmslosigkeit wenigstens einbisschen zu kaschieren, sparte sie sich. Eshatte mich mehr als drei Jahre gekostet,die deutsche Staatsangehörigkeit zu erhal-ten und in einem Briefwechsel mit Frau S.hatte ich erst kürzlich erklärt, »desDeutschwerdens müde zu sein« und umErstattung von 255 Euro ersucht, die ichbei Antragsstellung entrichtet hatte.

»Jetzt sind Sie eine Deutsche!«, hatteFrau S. versetzt, erleichtert – vermutlich,da sie nun eine Akte weniger zu betreu-en hatte. Angesichts dieser Bemerkunghatte ich das Bedürfnis mich zu wehren:»Eigentlich bin ich deutsche Bürgerin ge-worden, aber eine „Deutsche“ werde ichnie werden können!«. Das Philosophie-ren über die Frage nationaler Identitätschien mir nicht zu den Leidenschaftenmeiner Ex-Sachbearbeiterin zu gehören,so dass ich mich von ihr verabschiedete... und zwar mindestens bis zur nächstenEiszeit. »Feiern Sie schön!«, waren ihreletzten Worte.

Feiern? Als gute „deutsche Bürgerin“habe ich mir dann die Wahlergebnisse mitmeinen Freunden angesehen. Wir warendrei Italiener, zwei in Afrika geboreneDeutsche und ein Deutscher, der den Gast-arbeiter in Österreich gibt, da er inDeutschland keine Arbeit findet. Viel-leicht verkehre ich in den falschen Krei-sen, aber keiner der Anwesenden hatanlässlich meiner Einbürgerung eine Fla-sche Sekt geöffnet!

Soviel zur Vorgeschichte, zurück insWahllokal ... in dem es den Wahlhelfernnicht gelingt meinen Namen im Wähler-verzeichnis zu finden. Während sie miteiniger Skepsis weitersuchen, sage ich,aufgeregt und freudig: »Es ist mein er-stes Mal«. Aber auch diesmal prallt diefrohe Verkündung meiner Einbürgerungab und zu mir zurück, wie ein Gummi-ball. Ich meine, die Gedanken der Wahl-helfer lesen zu können und bilde mir ein»Na und?« ein. Schließlich finden sie mei-nen Namen, handgeschrieben, am Endeder Liste. Ich gehe mit dem kümmerli-chen Blatt aus recyceltem Papier in dieKabine, mache ohne allzu große Über-zeugung mein Kreuz, und als es vorbeiist, frage ich mich: »Und das war jetztschon alles?!«

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6 CONTRASTO

E Hans Willand

Italiano di Barbara Muraca...................................................................................................................

7 7

CHannah Arendt

Filosofia politica: HannahArendt e la forza del dialogo

Die Macht des Miteinandersprechens

EINZIG DAS MITEINANDERSPRECHENIST DAS, WAS POLITIK AUSMACHT. DAShat die deutsch-amerikanische PhilosophinHannah Arendt (1906-1975) in ihrer politi-schen Theorie entwickelt. Alle Menschensprechen, nicht nur miteinander, sondernauch füreinander, gegeneinander. Aber nurdas Miteinandersprechen erkennt den an-deren als Anderen an und verbindet sichmit ihm. Nur das ist Politik.

In der vorigen Ausgabe (Juli 2005) vonCONTRASTO konnten wir darüber lesen,dass der politische Theoretiker und PhilosophPaolo Flores d’Arcais versucht, mit Hilfe der

politischen Theorievon Hannah Arendtdie politischen Ver-hältnisse im heuti-gen Italien neu zubeleuchten, Verhält-nisse, die gekenn-zeichnet sind durchdas überragendeMeinungsmonopol

eines Medienkonzerns und eines Parteien-systems als Selbstzweck, in denen die Stim-me des einzelnen Bürgers abwesend er-scheint. Wenn andersdenkende und anders-sprechende Journalisten aus dem vom Kon-zern kontrollierten Fernsehen entlassen wer-den, ist wohl die Frage zu stellen, ob hiernicht eine angeblich immer noch öffentlicheEinrichtung entpolitisiert wird, sich auf denegomanischen Monolog mit sich selbst vor-bereitet, was durch die unübersehbare Viel-zahl von Gesprächen im TV nicht widerlegt,sondern im Gegenteil befördert wird, wennzunehmend nur noch „Gleichgesinnte“,ohne die „störenden Anderen“, sprechen.Und wie wird wohl in den Parteien gespro-chen, wenn das Ergebnis ist, dass der ein-zelne Bürger sich nichtmehr angesprochen fühlt?

In Deutschland kannman in Rückbesinnungauf die Arendtsche politi-sche Philosophie die Fra-ge stellen, was es bedeu-tet, dass die öffentlichepolitische Rede häufig alsGegeneinanderreden,Füreinanderreden, Über-einanderreden, Anein-andervorbeireden sichdarstellt, während das

CIÒ CHE COSTITUISCE INTIMAMENTELA SFERA POLITICA È IL DIALOGARE.Un concetto sviluppato dalla filosofa te-desco-americana Hanna Arendt (1906-1975) nella sua teoria politica. Tutti gliesseri umani parlano non solo gli uni congli altri nella forma del dialogo, ma an-che gli uni per gli altri e contro gli altri.Tuttavia è soltanto nel dialogo reciprocoche si riconosce l’altro in quanto altro e cisi mette in relazione. Solo questa è la sfe-ra del politico.

Nel numero precedente di CONTRA-STO (luglio 2005) abbiamo potuto segui-re il pensatore e filosofo Paolo Floresd’Arcais nel suo tentativo di leggere, allaluce della teoria politica di Hanna Arendt,l’attuale situazione politica italiana carat-terizzata dal monopolio d’opinione qua-si assoluto di un gruppo mediatico e daun sistema di partiti fine a se stesso chesembra non lasciar spazio alla voce deisingoli cittadini. Quando giornalisti cheprofessano idee diverse o scelgono modidi comunicazione differenti vengono li-cenziati dalla televisione in mano a unmonopolio privato, viene da chiedersi senon si stia assistendo alla chiara depo-liticizzazione di un’istituzione pur sem-pre pubblica, che si prepara a un monolo-go egomanico con se stessa: l’evidentemoltitudine di dibattiti televisivi è benlungi dal contraddire tale tendenza, anzi,la rafforza fin quando a parlare sono co-munque solo personaggi “affini fra loro”senza gli “altri” come fattore incomo-dante. Ma come procedono invece i “dia-loghi” all’interno dei partiti, se il risulta-to è che i cittadini non si sentono più chia-mati in causa?

In Germania, partendo dai postulati del-la filosofia politica di Hanna Arendt, sor-ge spontanea la domanda sul significatodi un discorso politico pubblico che sem-pre più si presenta come un parlarsi con-tro, parlare l’uno al posto dell’altro, l’unoprevaricando l’altro, ciascuno disconnessodal parlare dell’altro, mentre il parlarel’uno CON l’altro pare un fenomeno invia di estinzione.

Per Hanna Arendt la sfera del politicocontempla l’arte del dialogo e dell’ascol-to. Parlando e ascoltando tutto può es-sere cambiato, ampliato, puntualizzato,

Miteinanderreden eher Seltenheitswert zuhaben scheint.

Politik ist nach Hannah Arendt die Kunstdes Gesprächs und des Zuhörens. Im Spre-chen und Hören wird alles verändert, er-weitert, verschärft, erhellt. So ist nicht nurdas politische Gespräch im öffentlichenRaum politisch, sondern auch das in derPrivatsphäre, sofern es ein gemeinsamesAnliegen zur Sprache bringt. Durch Spre-chen und Hören gilt es auch das Über-kommene, die Tradition lebendig werdenzu lassen. »Was immer ich denke, muss indauernder Kommunikation bleiben mit al-lem, was je gedacht worden ist. – Nur inder Kommunikation zwischen Zeitgenos-sen oder zwischen Lebenden und Totenenthüllt sich die Wahrheit.«

Die Politik hat mit Menschen im Pluralzu tun. Pluralität bedeutet einerseitsGleichartigkeit, welche die Verständi-gung zwischen Gleichartigen ermöglicht.Andererseits bedeutet Pluralität Verschie-denheit, welche der Sprache zur Verstän-digung zwischen den Verschiedenen be-darf. »... menschliche Pluralität ist eine Viel-heit, die die paradoxe Eigenschaft hat, dassjedes ihrer Glieder in seiner Art einzigartigist. Sprechen und Handeln sind die Tätig-keiten, in denen diese Einzigartigkeit sichdarstellt.« Die Einzigartigkeit beruht aufNatalität, Gebürtlichkeit, durch die jederMensch einmal als einzigartig Neues in derWelt erschienen ist. Jeder einzelne Menschist ein Neuanfang des Handelns in der Weltund durch sein Sprechen stellt er mit ande-ren einzelnen Menschen, die ganz und garverschieden von ihm sind, eine gemeinsa-me Welt her, den politischen Raum.

Die Gebürtlichkeit begründet den Neu-anfang des Lebens und stellt als solches ein

Gegengewicht zur überkom-menen Jahrtausende altenphilosophischen Vorstellungvon der „Sterblichkeit desMenschen“ dar. »Handelndund sprechend offenbaren dieMenschen jeweils, wer siesind, zeigen aktiv die per-sonale Einzigartigkeit ihresWesens, treten gleichsam aufdie Bühne der Welt, auf dersie vorher so nicht sichtbarwaren, solange nämlich, als

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CONTRASTO 7

..........................................................................Hannah Arendt - Fortsetzung Hannah Arendt - continuazione..........................................................................

ohne ihr eigenes Zutun nur die einmaligeGestalt ihres Körpers und der nicht weni-ger einmalige Klang der Stimme in Erschei-nung traten.«

Dem Paradoxon der Einzigartigkeit inder Vielheit entsprechen eine politischeRede und ein politisches Handeln, das durchMiteinandersprechen und Miteinander-agieren gekennzeichnet ist. Füreinander-sprechen oder Gegeneinandersprechen,beides entspricht der Einzigartigkeit in derVielheit gerade nicht. Diese Arten desSprechens und Agierens sind Randerschei-nungen des Politischen. Das Füreinander-sprechen und -agieren begründet die Güteund Selbstlosigkeit der Heiligen, dasGegeneinandersprechen das Verbrechenund die Selbstsucht der Unterwelt. Beideverbindet, dass sie das Subjekt des Han-delns weder enthüllen wollen noch enthül-len können. Es sind Randerscheinungen desPolitischen, die in Zeiten des Untergangs,des Verfalls, der politischen Korruption dasPolitische zerstören können. »In solchenZeiten verdunkelt sich der Bereich dermenschlichen Angelegenheiten; er verliertdie strahlende, Ruhm stiftende Helle, dienur dem Öffentlichen, das sich im Mitein-ander der Menschen konstituiert, eignet...«

Macht leitet sich einzig aus einer nicht-deformierten Öffentlichkeit her und ist nichtdurch Gewalt zu ersetzen. Gewalt kannzerstören, aber nicht gestalten. »Macht be-sitzt eigentlich niemand, sie entsteht zwi-schen Menschen, wenn sie zusammen han-deln, und sie verschwindet, sobald sie sichwieder zerstreuen.«

Hannah Arendt ist vorgeworfen wor-den, dass sie in ihrer politischen Theoriesoziale und institutionelle Voraussetzun-gen politischen Handelns nicht angemes-sen gewürdigt, die Gefahr instrumenta-listischer Verkürzung von Recht, Verfas-sung und demokratischer Willensbildungnicht gesehen habe. Sie blieb dabei: Diepolitische Sicherung der öffentlichen Frei-heit, die sich im Medium gemeinsamenHandelns erst bildet, ist notwendig Sachejedes Einzelnen. In diesem Sinne wandtesie sich gegen die entpolitisierenden Wir-kungen von Bürokratie und repräsentati-ver Massendemokratie.

Nach Hannah Arendt beginnt Politiknicht in der „großen Politik“, umgekehrtkann sie dort verfallen, verschwinden,wobei die Systeme, die Abläufe und Me-chanismen, die Rituale „weiterleben“können. Politik beginnt dort, wo Einzig-artige, die wir als Geborene alle sind, mit-einander sprechen und einander genauzuhören und so ein Stück gemeinsameWelt für die Vielen, den politischen Raum,schaffen.

Primärliteratur:Vita activa, Piperverlag 2005Menschen in finsteren Zeiten, Piperverlag 2001

illuminato. Pertanto è da considerarsi pret-tamente politico non solo il dialogo nel-la sfera pubblica ma, fintanto che essointavola un tema comune, ciò vale ancheper la sfera privata. Il dialogo e l’ascoltoridanno vita anche alla tradizione: «Qual-siasi cosa io pensi, deve rimanere in co-stante comunicazione con tutto ciò che dasempre è stato pensato. – Solo nella co-municazione tra contemporanei o tra ivivi e i morti si rivela la verità».

La sfera del politico riguarda gli esseriumani al plurale. La pluralità implica daun lato un’affinità che rende possibile l’in-tesa tra simili. D’altro canto la pluralitàsignifica anche la differenziazione che ne-cessita il linguaggio per raggiungere un’in-tesa tra diversi. «... la pluralità umana èuna molteplicità dotata di una caratteristi-ca paradossale: ognuno dei suoi membri èassolutamente unico e singolare nel suogenere. Parlare ed agire sono le attivitànelle quali si manifesta una tale singolari-tà». La singolarità di ognuno si fonda sul-la natalità: è il momento della nascita quel-lo che sancisce la comparsa nel mondo diogni uomo e di ogni donna come essereassolutamente nuovo. Ogni singolo esse-re umano è un nuovo inizio di azione nelmondo e, attraverso il proprio linguag-

gio, costituisce insieme ad altri esseri uma-ni, completamente diversi e distinti, unmondo comune, lo spazio politico.

La natalità costituisce il nuovo iniziodella vita e rappresenta così il contraltaredella concezione filosofica millenaria del-la “mortalità umana”. «Agendo e parlan-do gli esseri umani rivelano chi sono, ma-nifestano in modo attivo l’unicità perso-nale della loro essenza, fanno la loro com-parsa in tal modo sulla scena del mondo,sulla quale non erano visibili finché,quantomeno senza un attivo contributo daparte loro, non si sono manifestati la figu-ra unica del loro corpo come pure l’unicitàdel suono della loro voce».

Al paradosso della singolarità nella plu-ralità fanno eco un dialogare e agire poli-tici caratterizzati dal parlare gli uni congli altri e dall’agire gli uni con gli altri. Ilparlare gli uni per gli altri o gli uni controgli altri non corrispondono invece allasingolarità nella pluralità: queste formedel linguaggio e dell’azione sono piutto-

sto manifestazioni collaterali del politi-co. Il parlare o l’agire gli uni per gli altriè alla base della bontà e dell’altruismodei santi, mentre il parlare gli uni controgli altri rappresenta la cattiveria e l’egoi-smo degli inferi. Entrambe sono però le-gate dal fatto che non vogliono né posso-no rivelare il soggetto dell’azione. Si trat-ta di fenomeni collaterali del politico che,in periodi di decadenza e corruzione, pos-sono distruggere il politico stesso. «In taliepoche la sfera dell’umano si oscura, per-de la lucentezza brillante e splendente cheè propria soltanto di quella dimensionepubblica costituitasi nello spazio degli unicon gli altri».

Il potere deriva unicamente da una di-mensione del pubblico non deformata enon è rimpiazzabile mediante violenza.La violenza può distruggere, ma nondare forma. «Il potere non è qualcosache qualcuno può possedere, esso emer-ge tra gli esseri umani quando questi agi-scono insieme, e scompare non appenaessi si disperdono».

Ad Hannah Arendt è stato rimprovera-to il fatto che nella sua teoria politica nontrovino sufficiente considerazione i pre-supposti sociali nonché istituzionali del-l’agire politico e inoltre di non aver valu-tato il pericolo di un uso strumentaliz-zante del diritto, della costituzione e deimeccanismi di decisione democratica.Ciononostante la filosofa è rimasta fer-mamente convinta che la garanzia politi-ca della libertà pubblica, che si forma solonello spazio dell’agire comune, è neces-sariamente una questione di ogni indivi-duo. In tal senso si è sempre schieratacontro gli effetti depoliticizzanti della bu-rocrazia e della democrazia rappresenta-tiva di massa.

Secondo Hannah Arendt il politico noninizia con la “grande politica”, anzi, è pro-prio a quel livello che può deteriorarsi esparire, mentre i sistemi, i processi auto-matizzati, i meccanismi e i rituali vari pos-sono “sopravvivere”. Il politico inizia làdove i singoli, quali noi tutti siamo dallanascita, parlano gli uni con gli altri, si ascol-tano con attenzione, danno vita a un pezzodi mondo comune per la moltitudine, cre-ando insomma lo spazio politico.

Bibliografia:Vita activa, Bompiani 1991

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8 CONTRASTO

A

L'ottava tournée del nuovo cinema italiano in Germania

O

Cinema! Italia!

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Camille Dugay Comencini in Cuore Sacro

ALLE JAHRE WIEDER REISEN AUSGE-WÄHLTE ITALIENISCHE QUALITÄTS-FILME JENSEITS DES MAINSTREAMdurch deutsche Lande. Im nunmehr schonachten Jahr ihres Bestehens macht dieFestivaltournée Cinema! Italia! traditionsge-mäß auch in Hamburg Station. Vom 20. bis30. Oktober wird ein vento d’Italia das Stu-dio-Kino in der Bernstorffstrasse in Ham-burg-Altona erfüllen. Auf der Liste der imdiesjährigen Festivalprogramm vertrete-nen Regisseure steht keiner der sprichwört-lichen Altmeister des italienischen Kinos.Filmemacher wie Guido Chiesa, Alessan-dro D’Alatri, Gabriele Muccino, Ferzan

Ozpetek undPaolo Virzì ge-hören aber zuden Vätern derRenaissance desi t a l i e n i s c h e nFilms in den letz-ten 10-15 Jahren.Sie vertreten in-zwischen schon

die mittlere Generation und gelten als an-erkannte und verlässliche Repräsentantender Strömung des nuovo cinema popolareitaliano, die gelegentlich auch als neo-neorealismo bezeichnet wird. Ein Kino, dasdie soziopolitischen Gegebenheiten in Ita-lien auf glaubwürdige Weise und mit gro-ßer Professionalität nacherzählt.

Langjährige Festivalbesucher dürfen sichauf eine Wiederbegegnung mit dem italo-türkischen Regisseur Ferzan Ozpetek freu-en, der bisher regelmäßig auf dem hiesi-gen Programm stand. Während der Festi-valtournée 2004 wurde seine Arbeit Lafinestra di fronte zum Lieblingsfilm des Pu-blikums gewählt. In seinem neuesten WerkCuore sacro (2004, Das Zimmer) überraschtder Regisseur auf den ersten Blick mit ei-ner Abkehr von den Themen, die seine bis-herigen Filme leitmotivisch durchzogen.Bei genauerer Betrachtung sind allerdingsOzpeteks Stil und subtile Übereinstimmun-gen mit seinen anderen Arbeiten nicht zuverkennen. Cuore sacro illustriert in provo-

kativer Weise das Phänomen der neuen Ar-mut: Die Spaltung der modernen Industrie-gesellschaft (Italiens) durch die zunehmen-de Verarmung der Mittelschicht und denimmer schneller wachsenden Reichtum ei-ner kleinen Oberschicht. Nach ihrer Titel-rolle in Paolo Franchis La spettatrice sehenwir die in Italien zur Zeit sehr erfolgreicheSlowakin Barbora Bobulova in Ozpeteksneuestem Film als Irene Ravelli, eine fürdie herausragenden wirtschaftlichen Erfol-ge ihres Immobilienkonzerns ausgezeich-nete Unternehmerin. Irenes unvorherge-sehene Begegnung mit dem ungewöhnli-chen Teenager Benny, kleine Diebin undWohltäterin für verarmte Nachbarn in ei-ner Person, steht am Anfang einer intensi-ven Selbstreflexion der Karrierefrau undManagerin des Familienunternehmens. Siebeginnt ihr bisheriges Leben in Frage zustellen und durchlebt auch unter demEinfluss weiterer Faktoren schließlich eineradikale, den Wahnsinn streifende Konver-sion hin zu mehr Menschlichkeit, Solidari-tät und Altruismus. Vor dem geschildertensozialen Hintergrund spielen spannendeSzenen zwischen Traum und Alptraum die-ses mutigen, auch formal sehr gelungenenFilmdramas.

Auch Paolo Virzìs tempo- und anspiel-ungsreicher Film Caterina va in città (2003,Caterina zieht in die Stadt) beleuchtet – aller-dings in komödiantischer Überspitzung –verschiedene soziale Hintergründe undsoziale Gegensätze. Diese Arbeit prägt eine

OGNI ANNO UNA SCELTA DI FILMITALIANI D’AUTORE FUORI DALMAINSTREAM APPRODA IN TERRAtedesca. Come da tradizione anche l’ot-tava edizione della tournée Cinema! Ita-lia! farà tappa ad Amburgo: dal 20 al 30ottobre un vento d’Italia soffierà nellesale del cinema Studio della Bern-storffstrasse di Altona. Fra i tanti registiin programma quest’anno non si anno-vera nessuno dei cosiddetti “vecchi mae-stri” della cinematografia italiana, ma re-gisti come Guido Chiesa, AlessandroD’Alatri, Gabriele Muccino, Ferzan Oz-petek e Paolo Virzì sono i protagonistidella rinascita del cinema italiano a cuiabbiamo assistito negli ultimi 10-15 anni.Fanno parte della generazione di mezzoe rappresentano la corrente del nuovocinema popolare italiano, anche deno-minata neo-neorealismo. Un cinema cheracconta le vicende sociopolitiche italia-ne in modo veritiero e con grande pro-fessionalità.

I frequentatori delle precedenti edi-zioni del festival saranno lieti di rive-dere il regista italoturco Ferzan Ozpe-tek, ormai una presenza abituale nelprogramma della rassegna. Nellatournée 2004 il suo La finestra di fronteè stato votato dal pubblico quale filmpreferito. Nella sua ultima pellicolaCuore sacro (2004), a prima vista, il re-gista sembra sorprendere staccandosidai temi conduttori dei film preceden-ti. Vedendo il film con maggiore atten-zione, peraltro, è impossibile non rico-noscere lo stile di Ozpetek e la sottilesintonia con le sue pellicole precedenti.Cuore sacro illustra in modo provoca-torio il fenomeno della nuova povertà:la frattura della società (italiana) indu-striale moderna dovuta al crescente im-poverimento degli strati medi e all’ar-ricchimento sempre più marcato di unapiccola élite. A seguito della sua partedi protagonista in La spettatrice di Pa-olo Franchi, l’attrice slovacca Barbora

Nuovo cinema popolareitaliano in Deutschland

Gabriele Pommerenke

Italiano di Claudio Paroli........................................................

Barbora Bobulova

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CONTRASTO 9

Sergio Castellitto in Caterina va in città

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(alle Filme OmdtU,Ausnahmen in Klammern)

Mi piace lavorarevon Francesca Comencini20.10.: 18 Uhr, 22.30 Uhr

Cuore sacrovon Ferzan Ozpetek20.10.: 20.15 Uhr - 22.10.: 18 Uhr23.10.: 11.00 Uhr

Ricordati di me (OmenglU)von Gabriele Muccino21.10.: 18 Uhr - 24.10.: 20.15 Uhr -30.10.: 18 Uhr

Caterina va in cittàvon Paolo Virzì21.10.: 20.15 Uhr - 22.10.: 22.30 Uhr -23.10.: 15 Uhr

Vento di terra (OmenglU)von Vincenzo Marra21.10.: 22.30 Uhr - 27.10.: 18 Uhr -30.10.: 15 Uhr

A luci spente (OmenglU)von Maurizio Ponzi22.10.: 20.15 - Feierliche Eröffnung mitRegisseur Maurizio Ponzi und Dreh-buchautor Piero Spila im Studio Kino -Hamburg28.10.: 18 Uhr - 30.10.: 11 Uhr

Private (OmenglU)von Saverio Costanzo23.10.: 18 Uhr - 29.10.: 18 Uhr

La febbrevon Alessandro D'Alatri23.10.: 20.15 Uhr - in Anwesenheit desRegisseurs im Studio Kino - Hamburg25.10.: 20.15 Uhr

Buongiorno, nottevon Marco Bellocchio24.10.: 18 Uhr - 26.10.: 18 Uhr

Lavorare con lentezza - Radio Alicevon Guido Chiesa25.10.: 18 Uhr - 26.10.: 22.30 Uhr

Certi bambinivon Andrea und Antonio Frazzi25.10.: 22.30 Uhr - 26.10.: 20.15 Uhr

Cinema! Italia!

www.cinema-italia.net

des neuen italienischen Filmsim Studio Kino - Hamburg

8. Festival

Cinema! Italia! - Fortsetzung -

für Virzì typische beißende Ironie, dieOzpetek fremd ist. Caterina, eine dreizehn-jährige Schülerin, die mit ihren Eltern so-eben aus der Provinz nach Rom umgezo-gen ist, wird in einem Elitegymnasium imcentro storico der italienischen Hauptstadtangemeldet. In ihrer neuen Klasse umwer-ben Caterina alsbald die Anführerinnenvon zwei gegensätzlichen Cliquen, der eherlinks-alternativen und intellektuellen zeccheund der oberflächlich-eitlen neureichenpariole. Im Rahmen ihrer Anwerbungs-bemühungen führen Margherita und Da-niela Caterina abwechselnd in gegensätzli-che Milieus der italienischen Hauptstadtbzw. Gesellschaft ein, die überquellen vonbizarren, grotesken, exaltierten und extra-vaganten Persönlichkeiten, deren charak-terliche Deformationen im Kontrast zuCaterinas jugendlich-provinzieller Un-schuld und Naivität besonders stark her-

vortreten. Zum Übel all dieser Absurditä-ten gesellt sich aus der Perspektive derHeranwachsenden noch ihr eigener Vater(Sergio Castellitto), ein Möchtegern-schriftsteller, der seine einfältige Ehefrau(Margherita Buy) ebenso wie seine Toch-ter aus enttäuschtem Ehrgeiz unterdrückt.

Alessandro D’Alatri und Fabio Volo hei-ßen der Regisseur und der Hauptdarstellersowohl von Casomai – Publikumsliebling vonCinema!Italia! 2003 – als auch von La febbre(2005, Fieber). Hier bietet sich also Gelegen-heit zu einer weiteren, sogar doppeltenWiederbegegnung. Ganz im Sinne der un-geschriebenen Gesetze des nuovo cinemapopolare italiano spielt La febbre in der italieni-schen Provinz, genauer in Cremona. MarioBettini, ein etwa dreißigjähriger Architekt,der noch bei seiner verwitweten glucken-haften Mutter wohnt, träumt davon, zusam-men mit Freunden eine Diskothek in einerehemaligen Fabrikhalle zu eröffnen. Als ihmüberraschend eine krisensichere Stelle beider Stadtverwaltung angeboten wird,nimmt er diese an, nicht zuletzt um seinenTraum auch finanzieren zu können. Hier

sind jedoch Ideale, Begeisterung, Talent undUnternehmergeist nicht gefragt. Mario musssich im Büro ebenso wie bei der Beantra-gung einer Konzession für die geplante Dis-kothek vielmehr mit der Bürokratie, mitKorruption und Mobbing auseinanderset-zen. Die Abbildung des eintönigen, düste-ren, in jeder Beziehung engen Alltags in denMietwohnungen und an den Arbeitsplätzengelingt D’Alatri in überzeugender Weise.Zur Verdeutlichung der Trostlosigkeit tra-gen aufgrund des Kontrasteffektes einigeoriginelle Traumsequenzen bei, denen manD’Alatris Herkunft von der Werbung durch-aus anmerkt. Als Film »weniger über dieArbeitswelt als vielmehr über Italien« cha-rakterisiert der Regisseur selbst sein neue-stes Werk, das in diversen Szenen Italiensspezifische Schönheit hervorhebt und ihmeinige indirekte Liebeserklärungen macht(»Quant’è bella l’Italia«, seufzt denn auch

beim Blick aus dem Flug-zeug der Präsident der Re-publik – dargestellt vondem großartigen Arnol-do Foà). Aber auch dieseKomödie, die – im Gegen-satz zu ihrer tendenziellaggressiven Ausprägungbei Virzi – eher gefälligerscheint, transportierteine politische Botschaftund vehemente Gesell-schaftskritik: D’Alatri ent-larvt dieses Gemeinwe-sen, das Enthusiasmusschon im Keim erstickt,

alle Bereiche des Lebens bürokratisiert undsomit zu Kompromissen und einem desillu-sionierten Rückzug ins Private zu zwingenscheint.

In der Kinobranche stehen die Zeichenauf Sturm; die Lichtspielhäuser erleben eineder schwersten Krisen ihrer mehr als100jährigen Geschichte. Die Durchführungder diesjährigen italienischen Filmtournéetrotz widrigster Umstände ist Verdienstdes außerordentlichen Engagements derVerantwortlichen. In Zukunft wird es ver-mutlich noch schwieriger werden, kostba-ren Nischen wie dem Festival Cinema! Italia!ihre Existenz zu sichern.

Mögen erzählerische und stilistische Un-terschiede die angesprochenen Filme tren-nen, so widmen sie sich doch alle gleicher-maßen dem vermeintlich Unscheinbarensowie dem Alltäglichen, und streben,ohne einen didaktischen Zeigefinger zuheben, ein besseres Verständnis der Ge-genwart an. Damit leisten sie auf ihreWeise einen nicht zu unterschätzendenBeitrag zum interkulturellen Verständnisim Vereinten Europa.

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10 CONTRASTO

Cinema! Italia! - continuazione da pag. 8 -.........................................................................................................................................................................................................................................

Bobulova sta riscuotendo al momentomolto successo in Italia. Nell’ultimofilm di Ozpetek la ritroviamo nel ruolodi Irene Ravelli, un’imprenditricefautrice delle fortune economiche di ungruppo immobiliare. L’incontro fortui-to con Benny, una giovane che è ladrun-cola ma allo stesso tempo benefattricedi gente povera, induce Irene, donna incarriera e manager dell’azienda fami-gliare, a un’intensa autoanalisi. La don-na inizia a riconsiderare tutta la sua vitae, anche grazie all’influsso di altri fat-tori, vive una conversione radicale – aimargini della follia – verso una mag-giore umanità, solidarietà e altruismo.Scene avvincenti fra il sogno e l’incu-bo, immerse nel background socialesuccitato, fanno di questo film un dram-ma coraggioso, molto riuscito anchenella forma.

Anche Caterina va in città (2003) diPaolo Virzì, un film ricco di azione e diallusioni, illustra diversi background e

contrasti sociali, seppure con le esaspe-razioni tipiche della commedia. La pel-licola si caratterizza per la mordace iro-nia tipica di Virzì, assente in Ozpetek.Caterina, studentessa tredicenne dellaprovincia laziale, si trasferisce a Romacon i genitori che la iscrivono a un liceoelitario del centro storico. Nella nuovaclasse Caterina diventa subito preda dicontese fra le leader di due gruppi op-posti: le intellettuali alternative di sini-stra denominate “zecche” e le nuove ric-che superficiali e ambiziose “pariole”.Nell’ambito di questa contesa Marghe-rita e Daniela portano Caterina alterna-tivamente in ambienti contrapposti del-la capitale e della società italiana chetraboccano di personaggi bizzarri, grot-teschi, esaltati e stravaganti, le cuideformazioni caratteriali sono in con-trasto particolarmente marcato con l’in-nocenza e ingenuità giovanile della

Caterina di provincia. A coronare tuttequeste assurdità, si aggiunge alla pro-spettiva dell’adolescente anche il pro-prio padre (Sergio Castellitto), uno scrit-tore fallito che opprime la mogliesempliciotta (Margherita Buy), al paridella figlia, a causa delle sue ambizionideluse.

Alessandro D’Alatri e Fabio Volo, in-vece, sono rispettivamente il regista e ilprotagonista di Casomai – film preferi-to dal pubblico nella tournée 2003 – e Lafebbre (2005). Un’altra occasione dirincontro, dunque, in questo caso persi-no doppio. Nel pieno rispetto dei canoninon scritti del “nuovo cinema popolareitaliano”, La febbre è stato girato in unacittà di provincia italiana, nella fatti-specie Cremona. Mario Bettini, un ar-chitetto di circa trent’anni, abita ancorapresso l’apprensiva mamma vedova e so-gna di aprire insieme ad amici una di-scoteca nel capannone di una fabbrica ab-bandonata. Quando inaspettatamente gli

viene offerto un postofisso e “sicuro” nel-l’amministrazione co-munale, Mario lo ac-cetta, non ultimo perpoter finanziare il suosogno. Ma questo im-piego non richiedeideali, entusiasmo, ta-lento e senso impren-ditoriale e il protago-nista deve confrontar-si in modo pesante conburocrazia, corruzionee mobbing sia in uffi-cio sia quando inoltra

la domanda di concessione per la disco-teca progettata. La rappresentazione diun quotidiano monotono e deprimentenelle abitazioni e sul posto di lavoro rie-sce a D’Alatri in modo convincente. Lasconsolatezza viene sottolineata da al-cune scene di sogno molto originali perla loro efficacia contrastante, dalle qualisi nota il passato in campo pubblicitariodell’autore. Il regista definisce il suo ul-timo film «molto più sull’Italia che sulmondo del lavoro», in diverse scene, in-fatti, ne sottolinea la bellezza particola-re facendole un’in-diretta dichiara-zione d’amore(«Quant’è bellal’Italia», sospiraanche il presiden-te della Repubbli-ca – un grandiosoArnoldo Foà –

guardando dall’aereo). Ma anche questacommedia, che appare piuttosto accomo-dante se paragonata allo stile tendenzial-mente aggressivo di Virzì, lancia unmessaggio politico e una critica veemen-te alla società: D’Alatri entra nei ganglidi questa collettività che soffoca l’entu-siasmo già sul nascere, burocratizza tut-ti gli aspetti della vita e sembra costrin-gere al compromesso e a un rifugio di-silluso nel privato.

Il cinema sta passando una fase tem-pestosa, le sale cinematografiche vivo-no una delle crisi più gravi dei loro oltrecento anni di storia. La presentazione del-la rassegna di cinema italiano in Germa-nia, nonostante le circostanze avverse diquest’anno, è merito dell’impegno stra-ordinario degli organizzatori. In futurorisulterà probabilmente ancora più dif-ficile garantire l’esistenza di spazi pre-ziosi come il festival Cinema! Italia!.

I film presentati, pur con diversi stilinarrativi e stilistici, si occupano tutti inegual misura del quotidiano e di ciò chesembra non venire alla luce, aspirando afar comprendere meglio il presente, masenza pretese cattedratiche. E a loro mo-do, dunque, forniscono un contributonon indifferente alla comprensioneinterculturale dell’Europa unita.

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CONTRASTO

CONTRASTO

Fabio Volo in La febbre

Barbora Bobulova - Andrea di Stefanoin Cuore sacro

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CONTRASTO 11

D A Ute Lante & Kirsten Reimann

Italiano di Elisa De Grandis.....................................................................................

Un gruppo teatrale italo-tedesco dilettantistico ad Amburgo

I Pagliacci pazzi...

DER ERSTE VORHANG ISTZWAR NOCH NICHT GEFAL-LEN, DOCH DIE PROBEN SINDbereits in vollem Gange. »Bei unssoll der Spaß am Schauspiel imVordergrund stehen«, betontWolf-Torsten Bley wenn er übersein neues Theaterprojekt spricht.

Im vergangenen Septembergründete er im Altonaer Kultur-verein Centro Sardo su Nuraghedie deutsch-italienische Satire-Theatergruppe I Pagliacci pazzi,auf deutsch kurz „Die Narren“.Der Name der Laientheatergrup-pe ist Programm, soll vor allemauch an die historische Rolle derPagliacci erinnern, die schonvon jeher auch den Mächtigengegenüber ungezügelt ihre Mei-nung äußern konnten. Die Nar-ren aus Altona wollen sich kur-ze Bühnenstücke von 5 bis 8 Mi-nuten Länge aus den GenresSketch und Satire, aber auch län-gere Märchen selbst erarbeitenund aufführen; und zwar grund-sätzlich auf Italienisch und fallsfür das Verständnis nötig ergän-zend auf Deutsch. »I Pagliacci pazziverstehen sich als kulturellesProjekt. Wir möchten in unse-ren Stücken ein breites Spek-trum an aktuellen Themen ausPolitik und Gesellschaft kritischins Visier nehmen«, erklärtWolf-Torsten Bley und er unter-streicht, dass dabei auch immerwieder deutsch-italienische Zu-sammenhänge aufgegriffen wer-den sollen.

Drehbücher und Skripte für einabendfüllendes Programm hat erbereits verfasst. Sie zeugen vonWitz, Originalität und feinemSinn für Situationskomik: Wennetwa der Papst mit Leonardo daVinci über dessen freizügigekünstlerische Darstellung desletzten Abendmahls in einen ab-surden Disput verfällt. Oderwenn während eines Interviewsder Sockel von Italiens National-heiligtum Luciano Pavarotti insWanken gerät – kurz vor seinemersten Daviscup-Doppel, das ernatürlich allein bestreitet, ver-steht sich. Oder auch wenn imStück Tutti Frutti ein Korb italie-

suchen Narren

nischer Früchte sich in typischregionalpatriotischer Manier imWettbewerb um die „Frucht2005“ ereifert.

Für sein bilinguales Ensemble,das zurzeit aus acht Mitgliedernbesteht, sucht Wolf-Torsten Bleyjetzt weitere deutsche und ita-lienische Akteure und Mit-gestalter. Und welche Voraus-setzungen müssen die Teilneh-mer mitbringen? Der Dreh-buchautor erklärt: »Neben demSpaß am Spiel sollte viel Sinn undVerständnis für das Satirischemitgebracht werden. Weder be-sonderes schauspielerischesKönnen noch fundierte italieni-sche Sprachkenntnisse sind er-forderlich. Ideal wäre es, wennunsere Theatergruppe auf etwa20 Mitglieder anwachsen wür-de.« Und auf die Frage inwie-weit die Teilnehmer auf dieDrehbüchernoch Einflußn e h m e noder auchselber Textev e r f a s s e nk ö n n e n ,fügt Bleyh i n z u :»Währendder Auffüh-r u n g e nbleibt für dieAkteure vielSpielraumfür Improvisation, allerdingssollte dabei immer die Pointe ge-wahrt bleiben. Im übrigen wür-de ich mich sehr freuen, wennweitere Autoren hinzu kämen.«

Wir wünschen der Gruppeweiterhin viel Erfolg und drük-ken die Daumen, für den erstengroßen Auftritt.

Wer mitmachen möchte,kann sich telefonisch an Wolf-Torsten Bley (+49 173 460 72 12)oder an Carmelo Carbone (+4940 89 53 43) wenden. Die Grup-pe trifft sich jeden Mittwochvon 18.30 bis 21 Uhr im italieni-schen Kulturverein Centro Sardosu Nuraghe, Stresemannstrasse374 in Hamburg-Altona.

ANCHE SE IL SIPARIO PERLA PRIMA RAPPRESENTA-ZIONE NON SI È ANCORAalzato, le prove sono in pienosvolgimento. «La cosa più im-portante per noi è divertirci re-citando», sottolinea Wolf-Torsten Bley quando parla delsuo progetto teatrale.

Lo scorso settembre pressol’associazione culturale Centrosardo su nuraghe di Altona hadato vita al gruppo italo-tede-sco di satira teatrale I pagliaccipazzi. Il nome di questo grup-po teatrale dilettantistico ha ca-rattere programmatico e vuolesoprattutto ricordare il ruolo sto-rico assunto dai pagliacci, ai qualida sempre è permesso esprime-re senza censure le proprie opi-nioni nei confronti dei potenti. I“pagliacci” di Altona intendonoelaborare e portare in scena nonsolo piccoli pezzi teatrali di cin-que-otto minuti, come sketch esatira, ma anche storie più lun-ghe, il tutto principalmente initaliano ma anche in tedesco, in

caso se ne presenti la necessità alfine della comprensione. «I pa-gliacci pazzi si propongonocome progetto culturale. Per inostri sketch desideriamo pren-dere in considerazione un largospettro di argomenti, sia di poli-tica sia di carattere sociale», spie-ga Wolf-Torsten Bley sottoline-ando che in questo modo si pos-sono trovare di continuo simili-tudini tra l’ambiente tedesco equello italiano.

Le sceneggiature e i copionisono già pronti. Occuperannol’intera serata e valorizzeran-no la presenza di spirito, argu-zia e intelligenza caratteristi-che della comicità situaziona-le. Un esempio: lo sketch in cui

il papa si abbandona a un’as-surda invettiva nei confronti diLeonardo Da Vinci sulla sua li-bera raffigurazione de L’ulti-ma cena. O quello in cui il pie-distallo del monumento nazio-nale italiano, Luciano Pava-rotti, comincia a vacillare du-rante un’intervista poco primadel suo primo doppio in coppaDavis che il tenore gioca ov-viamente da solo. O meglio an-cora lo sketch Tutti Frutti, doveun cesto pieno di frutta italia-na s’infervora alla manieraregional-patriottica, tipica deicampanilisti, in occasione delconcorso per l’elezione del“Frutto dell’anno 2005”.

Per il suo organico bilingue,che in questo momento è for-mato da otto persone, Wolf-Torsten Bley sta cercando altriattori e comparse italiani e tede-schi. Ma quali caratteristiche de-vono presentare i futuri colla-boratori? Il regista spiega: «Seda una parte devono divertirsirecitando, dall’altra devono ave-

re gran sensibilità per la satirae saperla interiorizzare. Nonsono indispensabili grandi ca-pacità di recitazione o la cono-scenza profonda della linguaitaliana. L’ideale sarebbe cheil nostro gruppo teatrale cre-scesse fino a raggiungere le 20persone». E alla domanda finoa che punto ciascun teatrantepossa influire sulle sceneg-giature o essere egli stesso au-tore dei testi, Bley aggiunge:«Durante le rappresentazionigli attori godono di molta li-

bertà d’improvvisazione, purchévenga mantenuto l’effetto fina-le a sorpresa. Per il resto sareimolto contento se si aggiunges-sero altri autori».

Auguriamo quindi molti suc-cessi al gruppo e un grande inbocca al lupo per il loro debuttoteatrale.

Chi desidera collaborare puòrivolgersi a Wolf-Torsten Bley(+49 173 460 72 12) oppure aCarmelo Carbone (+49 40 89 5343). Il gruppo s’incontra ognimercoledì dalle 18.30 alle 21presso l’associazione culturaleCentro sardo sul nuraghe, Stre-semannstrasse 374 – Amburgo-Altona.

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12 CONTRASTO

N

CONTRASTO

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a cura della redazione

Deutsch von Stefanie Wülfing..................................................................................................................

Scuola ItalianaIl nuovo ente gestore dei corsi di

lingua e cultura italiana nellacircoscrizione consolare di Amburgo

Interview mit Matteo Neri über die italienischen Sprach- und Landeskundekurse

INEGLI ANNI PASSATI CONTRASTO SIÈ DEDICATO IN DIVERSI MODI ALLADIFFUSIONE DELLA LINGUA E CULTURAitaliana all’estero. Qui ad Amburgo, a livel-lo istituzionale, si sono succeduti diversi entiil cui scopo era l’organizzazione e gestionedei corsi e in questo giornale abbiamo datospazio sia a Scuola e Cultura sia a ProgettoScuola. Il Ministero degli Esteri italiano met-te a disposizione somme ingenti a tal fine,ma vorremmo sottolineare che i finan-ziamenti arrivano con notevole ritardo ri-spetto all’inizio dell’anno solare e l’ente re-sponsabile deve quindi iniziare “al buio”,per così dire, ritrovandosi poi con il capita-le disponibile eroso dagli interessi bancari.

Una procedura che ci sembra assai pocosaggia ed efficace!

Abbiamo voluto chiedere direttamen-te al responsabile di Scuola Italiana e.V.Matteo Neri qual è la situazione e qualisono le prospettive.

L’ente di cui è presidente, a partire da genna-io, gestirà tutti i corsi di lingua e cultura italiananella circoscrizione consolare di Amburgo?

Per essere precisi non proprio tutti. AdAmburgo parte dei corsi sono gestiti dalComune, altri direttamente dal Ministerodegli Esteri Italiano.

Dove si svolgono questi corsi?Nelle scuole tedesche. Alcuni il pomerig-

gio, altri invece la mattina.In quali città siete presenti?

Oltre ad Amburgo, al momento aLubecca, Brema, Bremerhaven e Elmshorn.

E nel resto della circoscrizione?Noi abbiamo tre priorità: la prima è quel-

la di aprire corsi là dove ci sono nostri con-nazionali. Penso innanzitutto a Kiel eRostock, ma anche a piccoli centri comeGlückstadt, Eutin, ecc.

E ad Amburgo?Ad Amburgo vi sono innanzitutto la scuola

elementare bilingue della Döhrnstrasse e ilCorvey-Gymnasium, entrambi nel quartieredi Lokstedt. Poi vi sono corsi a Wandsbek, aWilhelmsburg, a Harburg, ad Altona, aBergedorf, ecc... Insomma, per chi voglia im-parare l’italiano, ad Amburgo, le possibilità non

mancano... forseoccorrerebbe unmigliore coordi-namento tra le va-rie istituzioni...

... e soprattuttouna maggiore in-formazione, perchédi questi corsi mol-ti non ne conosco-no neanche l’esi-stenza...

È vero, questoè un problema.Avremmo biso-gno di un orga-no di informa-

zione per pubblicizzare tutte le nostre ini-ziative...

Chi può frequentare i corsi?Tutti! I corsi si rivolgono in prima linea ai

figli dei nostri connazionali. Ma, torno adire, tutti sono benvenuti, italiani e non ita-liani. Noi non siamo una minoranza lingui-stica chiusa in se stessa. Se promuoviamola lingua italiana, non è solo perché noi “emi-grati in terra straniera” siamo ancoraaffezionati alla nostra lingua...

...io, ad esempio, non mi sento un “emigratoin terra straniera”...

...neanch’io! Se promuoviamo l’italiano– dicevo – è soprattutto perché l’italiano èla lingua di una grande civiltà, la lingua cheha nutrito una grandissima letteratura, una

IN DEN LETZTEN JAHREN HATCONTRASTO SICH AUF UNTER-SCHIEDLICHE ART UND WEISE FÜRdie Verbreitung der italienischen Spracheund Kultur im Ausland eingesetzt. Hier inHamburg folgten auf institutioneller Ebe-ne verschiedene Vereine, die sich die Or-ganisation und Veranstaltung von Sprach-kursen zum Ziel gesetzt haben; in dieserZeitung haben wir Scuola e Cultura alsauch Progetto scuola bereits vorgestellt.Das italienische Außenministerium stelltfür die Zwecke der Vereine beträchtlicheSummen zur Verfügung, allerdings, wiewir hervorheben möchten, erreichen die-se Finanzierungshilfen die Organisatio-nen erst nach Beginn des Schuljahres, sodass die Verantwortlichen zunächst „insBlaue“ hinein tätig werden müssen. Undwenn die Gelder schließlich eintreffen,müssen damit die Zinsen der aufgenom-menen Darlehen getilgt werden – eineVorgehensweise, die wir für wenig sinn-voll und effektiv halten!

Wir haben den Verantwortlichen vonScuola Italiana e.V., Matteo Neri, im per-sönlichen Gespräch nach der aktuellen Si-tuation und den Zielen des Vereins befragt.

Ab Januar wird der Verein, dessen Vor-sitzender Sie sind, alle italienischenSprach- und Landeskundekurse im Bezirkdes Hamburger Konsulats organisieren?

Um ganz genau zu sein: nicht alle. InHamburg werden einige Kurse von derStadt, andere direkt vom italienischen Au-ßenministerium durchgeführt.

Wo finden diese Kurse statt?In den deutschen Schulen. Einige am

Nachmittag, andere morgens.In welchen deutschen Städten sind Sie

vertreten?Außer in Hamburg findet man uns im

Moment in Lübeck, in Bremen, in Bremer-haven und in Elmshorn.

Und im übrigen Bezirk?Wir haben uns drei Prioritäten gesetzt:

Erstens sollen dort Kurse veranstaltet wer-den, wo unsere Landsleute leben. Ich den-ke da vor allem an Kiel und Rostock, aber

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CONTRASTO 13

Scuola Italiana - continuazione -.........................................................................

Scuola Italiana - Fortsetzung -.........................................................................................................................................................

letteratura che vale la pena studiare...Nelle scuole tuttavia, tra le lingue straniere,

l’italiano non è forse il fanalino di coda?Solo ad Amburgo vi sono ben 11 ginnasi

dove l’italiano è materia di insegnamento.Certo, l’inglese la fa da padrone, non po-trebbe essere diversamente... ma saperel’inglese oggi non è più considerato un tito-lo di merito, perché lo sanno tutti. Oggi sitende a voler padroneggiare una secondalingua straniera... e molti vorrebbero chefosse l’italiano.

Resta il fatto che nelle scuole è più facileimparare l’inglese, il francese, lo spagnolo e ilrusso...

È vero, nei programmi scolastici l’italia-no non ha il posto che gli compete. Negliultimi tempi noto però un maggiore inte-resse delle autorità italiane e tedesche perl’italiano, e la conferenza dal titolo signifi-cativo Mehr Italienisch im Norden! dello scor-so 17 settembre lo testimonia.

Alle parole dovranno però seguire dei fatti!Sull’impegno dell’Ambasciata e del Con-

solato italiano di Amburgo in questo sensonon ho dubbi. E nella conferenza appenacitata ho lanciato anche una proposta...

Quale?Un accordo tra l’Italia e la Germania. Un

accordo che preveda più tedesco nelle scuo-le italiane in cambio di più italiano nelle scuo-le tedesche.

Ha parlato di tre priorità. La prima era quelladi aprire nuovi corsi, e la seconda?

Creare ad Amburgo un asilo italianoaperto tutti i giorni della settimana.

E la terza?Sensibilizzare i genitori affinché prenda-

no parte alla vita scolastica, parlino con gliinsegnanti, si interessino di più al rendimen-to scolastico dei loro figli... E il nostro entefarà la sua parte accompagnando i ragazzisino alla fine della carriera scolastica, assi-stendoli in tutti i modi. Ciò che non possia-mo assolutamente fare è togliere ai genito-ri la responsabilità del futuro dei loro figli.E questo futuro, oggi più che mai, significaistruzione e cultura!

Un’ultima domanda, più personale: come con-cilia il suo impegno culturale nel campo dellascuola con quello politico, essendo membrodell’Integrationsbeirat del Senato diAmburgo?

Per l’uomo dell’antica Grecia politica e cul-tura erano due facce della stessa medaglia: sitrattava in ogni caso di operare per il benedella polis. Ecco, io sento lo stesso impegno.

Ringraziamo il signor Neri del breve ma in-teressante colloquio e gli porgiamo i nostri au-guri di buon lavoro affinché i corsi di lingua ecultura italiana abbiano successo.

Per contattare Scuola Italiana e.V.: Tel. (+4940) 491 89 13 – [email protected]

auch an kleinere Zentren wie Glückstadt,Eutin und andere ...

Und in Hamburg?In Hamburg arbeiten wir vor allen Din-

gen in der zweisprachigen Grundschulein der Döhrnstrasse und im Corvey-Gym-nasium, beide in Lokstedt. Außerdem gibtes Kurse in Wandsbek, Wilhemsburg,Harburg, Altona, Bergedorf und so wei-ter. Wer also Italienisch lernen möchte,dem wird in Hamburg viel geboten ...wobei man vielleicht über eine bessereKoordination der einzelnen Institutionennachdenken könnte ...

… und vor allen Dingen sollte man einebessere Informationspolitik betreiben. Vielewissen von der Existenz dieser Kurse garnichts…

Das ist wahr, das ist ein Problem. Wirbräuchten eine Stelle für Presse- und Öf-fentlichkeitsarbeit, die die gesamten In-formationen über unsere Aktivitäten ver-öffentlicht ...

Wer kann diese Kurse besuchen?

Alle! Die Kurse richten sich in erster Li-nie an die Kinder italienischer Einwande-rer. Aber ich kann nur wiederholen: Allesind willkommen, Italiener als auch Nicht-Italiener. Wir sind keine sprachliche Min-derheit, die sich abschotten möchte. Wennwir die italienische Sprache fördern, dannnicht nur, weil wir uns auch als „Emigran-ten auf fremdem Boden“ noch immer zuunserer Sprache hingezogen fühlen ...

… ich zum Beispiel fühle mich nicht wieein „Emigrant auf fremdem Boden“…

... und ich auch nicht! Wenn wir die ita-lienische Sprache fördern – wie ich ebensagte – dann vor allem, weil sie die Spra-che einer Hochkultur ist, die Sprache ei-ner großartigen Literatur, die es wert ist,gelesen zu werden…

Aber dennoch ist Italienisch in den Schu-len so etwas wie das Schlusslicht derFremdsprachen?

Allein in Hamburg gibt es immerhin elfGymnasien, an denen Italienisch unter-richtet wird. Sicherlich bleibt Englisch diewichtigste Fremdsprache, wie sollte dasauch anders sein ... aber da alle Englischsprechen, gelten diese Sprachkenntnisseauch nicht mehr als eine besondere Quali-fikation. So wollen viele heute noch einezweite Fremdsprache lernen ... und vielemöchten eben Italienisch lernen …

Trotzdem ist es einfacher, in der SchuleEnglisch, Französisch, Spanisch und Rus-

sisch zu lernen …Das stimmt, im Lehrstoff der Schulen

nimmt das Italienische nicht den Platz ein,der ihm zusteht. Aber in der letzten Zeit fälltmir ein zunehmendes Interesse italienischerals auch deutscher Behörden an der italieni-schen Sprache auf, wie auch die Tagung mitdem vielsagenden Titel „Mehr Italienischim Norden!“ vom 17. September beweist.

Aber diesen Worten müssen auch Tatenfolgen!

An dem Engagement der italienischenBotschaft und des italienischen KonsulatsHamburgs habe ich keinen Zweifel. Undauf der eben erwähnten Tagung habe ichauch einen Vorschlag dazu gemacht ...

Welchen?Ein Abkommen zwischen Italien und

Deutschland. Ein Abkommen, das mehrDeutsch an italienischen Schulen vorsiehtund im Austausch dazu auch mehr Italie-nisch an deutschen Schulen.

Sie hatten vorhin von drei Prioritäten ge-sprochen. Die erste war, neue Kurse ins Leben

zu rufen, was istdie zweite?

In Hamburgeinen italieni-schen Kinder-garten zu errich-ten, der jedenTag in der Wo-che geöffnet hat.

Und die dritte?Die Eltern zu sensibilisieren, damit sie

am Schulleben teilnehmen, mit den Leh-rern sprechen, sich mehr für die schuli-schen Leistungen ihrer Kinder interessie-ren ... Und unser Verein wird seinen Teilleisten, indem er die Kinder bis ans Endeihrer schulischen Laufbahn begleitet undsie in jeder Hinsicht unterstützt. Was wirallerdings auf keinen Fall tun können, ist,den Eltern ihre Verantwortung für dieZukunft ihrer Kinder abzunehmen. Unddiese Zukunft, heute mehr denn je, bedeu-tet Kultur und Bildung!

Eine letzte, eher persönliche Frage: Wievereinbaren Sie Ihr kulturelles Engagementin der Schule mit Ihrem politischen imIntegrationsbeirat des Senats Hamburgs?

Für einen Griechen der Antike warenKultur und Politik zwei Seiten ein undderselben Medaille: In beiden Fällen ginges darum, im Wohl der Polis zu handeln.Und in diesem Sinne fühle auch ich michverantwortlich.

Wir danken Herrn Neri für das kurzeaber sehr interessante Gespräch und wün-schen ihm für seine Arbeit alles Gute, da-mit seine Italienischkurse Erfolg habenwerden.

Kontakt Scuola Italiana e.V.: Tel. (+4940) 491 89 13 – [email protected]

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14 CONTRASTO

Andrea Camilleri - Fortsetzung v. S. 1........................................................................................................................................................................................................................................

Catania, sein Name war Sal-vo Montalbano, und wenner eine Sache verstehenwollte, verstand er sieauch.«

Der Autor und seinHeld verstehen nichtnur, sie beobachtendas Land, in demsie leben, ihre Hei-mat Sizilien und de-ren Eigentümlich-keiten, den Staatund seine Angele-genheiten genau.Nicht, weil sie sichdafür entschiedenhaben. Sondern weilsie gar nicht anderskönnen.

Montalbano ist sei-nem Instinkt gegenübergeradezu zu machtlos.Was vor allem daran liegt,dass dieser seinen Körper zumKomplizen macht und psychoso-matisch wirkt. Bewegungen werdenunmöglich oder erschwert, wennMontalbano eigentlich gar nichts mehrwissen will und im Begriff ist, sichumzudrehen und zu gehen. Dann be-kommt er plötzlich schwache Händeund seine Füße fühlen sich wie Ricottaan. Bei anderen Gelegenheiten ver-wandelt er sich in einen Jagdhund, derkein Hindernis und auch keinenSchmerz scheut – und dazu fehlt demarmen Commissario eigentlich dieKondition.

Ganz ähnlich scheint es AndreaCamilleri zu gehen, wenn er schreibt –ein schlichter Krimi ist da nicht drin.Immer schleicht sich unversehens einpolitischer Gedanke oder eine kritischeBeobachtung ein. Wenn in den Montal-bano-Krimis gerade einmal nicht ge-

liebt oder ge-gessen wird,hagelt es Sei-tenhiebe inRichtung Re-gierung undSchelte fürdie Bürokra-tie. Nur zwi-schen demM e n s c h e nund der Pa-sta und zwi-schen Mann

und Frau sei kein Platz fürStaat oder Mafia.

Eigentlich versteht essich von selbst, dass ein

entschiedener Beob-achter wie Camillerisich mit der Äußerungseiner Meinung nichtauf die Schöne Lite-ratur beschränkt.Wie seine KollegenDario Fo und Anto-nio Tabucchi publi-ziert Camilleri nichtselten in MicroMega,der philosophischund psychologisch

ausgerichteten Zeit-schrift, die in den letz-

ten Jahren zum Sprach-rohr der intellektuellen

Opposition wurde (vgl.CONTRASTO Nr. 37),

oder schreibt in La Stampa.In Deutschland ist Camilleri

als politischer Kommentator aller-dings kaum bekannt. Was einen ein-fachen Grund hat: Seine satirischenBeiträge und politischen Märchen,seine Briefe aus der Zukunft oder dieunmöglichen Interviews gab es bis-lang nur auf Italienisch. Dabeiwünscht sich der inzwischen erfolg-reichste aller italienischen Krimi-schriftsteller das Erscheinen seinerpolitischen Schriften in deutscherSprache sehr.

Zum 80. Geburtstag wurde ihm die-ser Wunsch von Klaus Wagenbachzum Teil erfüllt. Der Band ItalienischeVerhältnisse zeigt Camilleri als Beob-achter italienischer Sitten und Zustän-de, als einen, der nicht nur eine politi-sche Meinung hat, sondern sie auchäußert: manchmal satirisch, zuweilenpolemisch, immer treffend.

Da erzählt Camilleri in Form poli-tisch nicht ganz korrekter Fabeln undMärchen von „Ilatien“ und weiß zuberichten, dass die Bürger Ilatiens amRande des Zusammenbruchs die anti-bürokratische Revolution ausriefen –und erhört wurden! Jeder Bürger soll-te ein Jahr seiner an Schaltern und aufÄmtern verlorenen Zeit zurückerstat-tet bekommen. Allerdings unter einerBedingung: Das zusätzliche gewähr-te Lebensjahr sollte mit der Lektürevon Marcel Prousts Auf der Suche nachder verlorenen Zeit verbracht werden.

Ein geschickter Schachzug, die mei-sten Ilatiener verzichteten auf dieRückerstattung der Zeit.

Daneben macht Camilleri sich ganznüchtern Gedanken über Sizilien oderdie „Inneren Angelegenheiten“ Itali-ens, betrachtet die Verkleidungen derLinken, berichtet von seinen politi-schen Enttäuschungen oder überlegt,ob im Religionsunterricht nicht ex ca-thedra rassistisches Gedankengut ver-breitet wird.

Es überrascht kaum, dass am Endevor allem eines deutlich wird: Camilleriist von Herzen links. Oder, wie ein Re-zensent es ausdrückte: »Seine Loyali-tät gegenüber der Linken wird nurnoch von seiner Ablehnung der Regie-rung Berlusconi übertroffen.«

Dabei ist „Ilatien“ selbstverständ-lich ein rein fiktiver Ort. Wie Vigàta,die Stadt, in der Commissario Montal-bano im Namen der Gerechtigkeit un-terwegs ist, und die keineswegs eineKopie seines Heimatorts Porto Empe-docle an der sizilianischen Südküstesein soll, sondern vielmehr »dieerfundenste Ortschaft im typischstenSizilien« ist. Dennoch – auf den Orts-schildern gibt es seit zwei Jahren ei-nen Zusatz. „Porto Empedocle“ stehtda auch. Und darunter: „Vigàta“.

Evviva l’Ilatia!

Ein Besuch in Vigàta lohnt sich - dieWebsite des Camilleri Fanclub:www.vigata.org.

Andrea Camilleri - Roma

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CONTRASTO 15

IMPRESSUM: CONTRASTO – Periodico quadrimestrale indipendente / unabhängige viermonatliche Zeitung – www.contrasto.de – [email protected] / Editore: CONTRASTO e. V. – Deutsch-Italienischer Verein – c/o Kulturladen, Lange Reihe 111 – 20099 Hamburg +49 40 666428 / 4399785

Chefredakteur / Direttore (responsabile): Claudio Paroli – Bankverbindung / Banca: HASPA (BLZ 20050550) Konto Nr. 1230125666 Artikel und Übers. / Articoli e traduz.: Dirk Boks, Donatella Brioschi, Elisa De Grandis, Christine Gräbe, Ute Lante, Barbara Muraca, Elena Orazi,Gabriele Pommerenke, Kirsten Reimann, Antonella Romeo, Hans Willand, Stefanie Wülfing – Art-design: Claudia Martelli – Layout: Claudio Paroli

Nachdem er auf nachdrückliches Verlangen desVolkes zum Präsidenten von allem (derRepublik, des Senats, der Ersten Kammer, desMinisterrats) gewählt worden war, berief derCavaliere seine Minister ein und sagte: „Seitlangem habe ich nun die Reform der Verfassungvorbereitet. Machen Sie sich Notizen. Den Texthabe ich bereits dem Gesetzblatt zugeschickt.“Eifrig griffen die Ministerzu Papier und Bleistift.„Artikel 1“, diktierte derPräsident, „Ilatien ist eineRepublik, die auf der Arbeitdes Cavaliere gründet.“Die Minister nickten.„Artikel 2“, fuhr derPräsident fort. „Die roteFarbe, Symbol desverhassten Kommunismus,wird für verfassungswidrigerklärt und daherabgeschafft.“„Wie halten wir es dann mitden Ferraris?“ fragte der Minister fürindustrielle Entwicklung.„Kein Problem. Die werden blau“, entgegneteder Cavaliere.„Und wie mit der ilatienischen Staatsflagge?“fragte der Minister für Verteidigung.„Sie bleibt dreifarbig, aber das Rot wird durchBlau ersetzt“, sagte der Cavaliere gereizt.Und so ging es weiter. Es wurden schwersteStrafen für die vorgesehen, die bei einem Unfall

öffentlich das Rot ihres Blutes zeigten; mitUnkrautvertilgungsmitteln ließ man Rosen undalle anderen roten Blumen vernichten, rotesFleisch wurde nicht mehr zum Verkaufangeboten, wohingegen Sardellen und Makrelenvergöttert wurden, und es wurde nur nochWeißwein angeboten.Versunken in all dem Blau, begannen die

Ilatiener sehr bald,Sehnsucht nach Rot zuhaben, eine Sehnsucht, dievon Tag zu Tag stärkerwurde. Schon gab es ersteAttentate der RGBR(Revolutionäre Gruppen derBewunderer von Rot).Schmuggler verdienten sicheine goldene Nase nichtetwa mit Zigaretten oderillegal eingeschleustenFlüchtlingen, sondern mitTomatensoße in Konserven,die in Ilatien strengstens

verboten war.Bis eines Morgens, nach einem heftigenWolkenbruch, am Himmel ein gigantischerRegenbogen erschien, der sich über das ganzeLand spannte. Das Rot dieses Regenbogens warnicht nur einfach eine Farbe, sondern ein lauterSchrei des Aufruhrs, entschieden und klar.Dieser Regenbogen sollte – wiederum aufnachdrückliches Verlangen des Volkes – denUntergang des Cavaliere einleiten.

Ein wahres Märchenvon Andrea Camilleri

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16 CONTRASTO

- Aufgespießt -

Claudio Paroli

Deutsch von Gabi Pommerenke......................................

Lange Reihe 111 - 20099 Hamburg - (040) 28 05 48 62

Das Café ist von Montag bis Freitag 1700-2200 geöffnet

iCineForum italiano

Ogni ultimo giovedì delmese alle ore 19.30

23° ciclo - 22. Zyklus

27.10.: Le chiavi di casa24.11.: Otto e mezzo (Soirée ore 19)15.12.: I sognatori26.01.: Le conseguenze dell'amore23.02.: Cuore sacro

Kulturladen St.Georg, Lange Reihe 111, Hamburg - Ingresso: 3,-

CulturForumCONTRASTOnel Kulturladen St. Georg: giovedì 17.11.05, ore 19.30

Ingresso - Eintritt: 3,-

CONTRASTOWir treffen uns regelmäßig einmal im Monat in lockerer Runde imKulturladen St. Georg, Lange Reihe 111 in Hamburg, zum Reden,Kennenlernen und Pläne schmieden. Alle Interessierten und Freunde sindherzlich eingeladen. Also, jeden ersten Montag im Monat um 2000 Uhr.

Noi di “CONTRASTO” ci incontriamo regolarmente una volta almese nel Kulturladen St. Georg, Lange Reihe 111 – Hamburg, perchiacchierare, conoscerci e pianificare le nostre (e vostre) iniziative.Venite a trovarci! Ogni primo lunedì del mese alle ore 2000.

Giorgio Gaberpiù di un cantautore

interviste con l'autore scomparso e canzoni- presentazione video -

al termine dibattito con il pubblico

Panik in Deutschland:Trotz der 5-Prozent-Klausel gelang sage

und schreibe fünf Parteien derEinzug ins Parlament! Aller-orts wurden Sondierungsge-spräche geführt, alle erdenk-lichen Farbkombinationenwurden in Erwägung gezo-gen, um dann schließlich dieschlechteste aller denkbarenLösungen anzustreben: EineGroße Koalition genau der bei-den Parteien, die die höchstenStimmenverluste eingefahrenhaben und die sich bis zumWahltag gegenseitig unterBeschuss genommen hatten.»Ihr habt uns weniger Stim-men gegeben? Großartig, des-halb werden gerade wir eucheine schöne Regierung präsen-tieren.« Und damit ist das Endeder Politik angesagt. Da einesolche Notlösung nur von kur-zer Dauer sein wird, könnenfür die nahe Zukunft schon er-neute vorgezogene Bundes-tagswahlen mit weiteren Stim-meneinbußen der beiden gro-ßen Parteien und dem Absin-ken der Wahlbeteiligung vor-hergesagt werden.

Auch wenn es vielen nicht insKonzept passt und Unbehagenhervorrufen mag, hat das Wahl-ergebnis für Deutschland eineklare linke Mehrheit ergeben,eine Mehrheit, die sich aus dreiParteien zusammensetzt undim Bundestag über einen sattenVorsprung von 40 Mandatenverfügt. Es genügte also, wenndie SPD politischen Mut undKompromissbereitschaft auf-brächte – allerdings nicht zuunsinnigen Übereinkünften,wie eine Große Koalition siedarstellt – und das Wähler-votum akzeptierte, ... wenn dieLinke ihrerseits nicht daraufverzichtete, ihre eigenen Inhal-te zu verwirklichen. Oder stelltOpposition ad libitum etwa einelohnenswerte Perspektive ansich dar? Die Wähler haben ei-ner Kanzlerin Merkel und demungebremsten Neoliberalis-mus, für den CDU/CSU undFDP stehen, eine klare Abfuhr

erteilt. Dagegen haben sie die„soziale“ Kurskorrektur, diedie SPD während des Wahl-kampfes vornahm, honoriert.Der neugegründeten Links-partei haben sie mehr Stim-men gegeben als den Grünen.Obwohl der Einzug dieser neu-en Partei in den Bundestag dieMehrheit einer Rechtskoali-tion de facto verhindert hat,wird sie von allen Seiten ver-teufelt und nicht einmal fürSondierungsgespräche in Er-wägung gezogen.

Unsere besten Wünsche fürdie Zukunft gelten dieser SPD,die hofft, Zeit gewinnen will undsich vormacht, dass die Links-partei schnell von der Bildflächeverschwinden wird: Was füreine politische Blindheit! Dieseneue Partei stellt die offensicht-liche und einfache Antwort aufdie neoliberale Politik der letz-ten Jahre dar; sie ist Ausdruckeiner Unzufriedenheit, die inAnbetracht einer Großen Koali-tion nur noch zunehmen kann.Dass die deutsche Wirtschaftplötzlich zu boomen scheint –Deutschland ist weltweit derzweitgrößte Exporteur –, musssicherlich nicht als Verdienst dersieben Jahre unter Schröder undFischer betrachtet werden! DieDeutschen haben dennoch nichtgenug Geld in der Tasche undbefürchten zudem einen weite-ren Abbau des Sozialstaates.

Eine Wende, ein neuer Wegwären notwendig: Die Wäh-ler haben ihn klar aufgezeigt,aber die Politiker wollen ihnnicht wahrhaben. Die SPDwäre gut beraten, die gutenVorsätze, die die italienischen„Genossen“ der DS für die Par-lamentswahlen im Frühjahr2006 gefasst haben, zu verin-nerlichen: Ohne RifondazioneComunista zu integrieren,kommt auch in Italien keinefortschrittliche Regierung zu-stande, wird das Land denRechten überlassen – wie beiden letzten Parlamentswah-len geschehen. Vielleicht wirddie SPD diesen Sachverhalt inein paar Jahren verstehen,wenn nämlich klar gewordensein wird, dass der Schuss derGroßen Koalition nach hintenlosgegangen ist. Hoffentlichist es dann noch nicht zu spät.Der nächste Kanzlerkandidatder CDU/CSU könnte mit einwenig mehr Charisma ausge-stattet sein.