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Griechisch-Ägyptische Namenstudien by Holm Carl Erik Review by: A. C. Aegyptus, Anno 17, No. 1/2 (GENNAIO-APRILE 1937), pp. 115-116 Published by: Vita e Pensiero – Pubblicazioni dell’Università Cattolica del Sacro Cuore Stable URL: http://www.jstor.org/stable/41214574 . Accessed: 15/06/2014 08:54 Your use of the JSTOR archive indicates your acceptance of the Terms & Conditions of Use, available at . http://www.jstor.org/page/info/about/policies/terms.jsp . JSTOR is a not-for-profit service that helps scholars, researchers, and students discover, use, and build upon a wide range of content in a trusted digital archive. We use information technology and tools to increase productivity and facilitate new forms of scholarship. For more information about JSTOR, please contact [email protected]. . Vita e Pensiero – Pubblicazioni dell’Università Cattolica del Sacro Cuore is collaborating with JSTOR to digitize, preserve and extend access to Aegyptus. http://www.jstor.org This content downloaded from 185.2.32.89 on Sun, 15 Jun 2014 08:54:21 AM All use subject to JSTOR Terms and Conditions

Griechisch-Ägyptische Namenstudienby Holm Carl Erik

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Griechisch-Ägyptische Namenstudien by Holm Carl ErikReview by: A. C.Aegyptus, Anno 17, No. 1/2 (GENNAIO-APRILE 1937), pp. 115-116Published by: Vita e Pensiero – Pubblicazioni dell’Università Cattolica del Sacro CuoreStable URL: http://www.jstor.org/stable/41214574 .

Accessed: 15/06/2014 08:54

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RECENSIONI E BIBLIOGRAFIA 115

Francesco De Martino, Lo Stato di Augusto. Introduzione, Napoli 1936-XIV.

Il libro del De Martino verte in generale sulla costituzione delP im- pero al tempo di Augusto, e accenna a molti problemi che non hanno che indiretta attinenza con l'Egitto, ma qua e là svolgono, anche in con- traddizione con studiosi moderni, punti che si riferiscono ali' Egitto e al suo ordinamento in età Augustea.

Noto le osservazioni intorno alla costituzione di Alessandria con- siderata giustamente come il modello delle varie sovrapposizioni di ele- menti eterogenei ad un primo nucleo originario ; e quelle intorno alla posizione dell'Egitto rispetto allo Stato romano, nelle quali Г A. si pone nettamente contro il van Groningen, con buoni argomenti.

L'A. tratta pure della questione che riguarda l'esclusione dei senatori romani dall' Egitto augusteo, che il Levi aveva affrontato una decina d'anni or sono in questo stesso periódico (V pp. 231 e segg). Per il De Martino la causa va ricercata nel pericolo che qualche potente avversario potesse come governatore dell'Egitto impadronirsi di quel paese e col- pire il regime in una delle sue capitali risorse, quale era il granaio egi- ziano.

Attendiamo con aspettazione il libro, di cui questo non è che la introduzione.

Aristide Calderini

Holm Carl Erik, Griechisch-Ägyptische Namenstudien, Göteborg- Uppsala 1936.

Credo si debba salutare con viva soddisfazione l'inizio di quegli studi approfonditi sopra l'onomastica personale, di cui l'Egitto fornisce un così ampio e promettente materiale, che finora hanno lasciato pres- soché indifferenti gli studiosi.

Lo Holm, giovandosi del consiglio dei suoi maestri, i proff. Nach- manson e Frisk, si è accinto con ottima preparazione all'impresa e ne ha dato un saggio per varie guise notevole, anche perché è uno dei primi, per non dire il primo in materia e quindi presenta tutte le diffi- coltà e tutte le incognite del lavoro dei pionieri. La ricerca è limitata solo ad un gruppo omogeneo di nomi, quelli degli dei corrispondenti, Geb e Cronos, che si completano e si alternano nell'onomastica del- l'Egitto sopratutto Greco-romano. Il materiale è stato fornito ali' A. dalle raccolte consuete di papiri greco-egizi e per Geb anche da quelle di papiri demotici.

L'A. studia la struttura dei nomi teofori da Geb e rispettivamente da Cronos; poi la diffusione del culto di questi dei e la condizione sociale di chi ne porta il nome, tenuto conto della distribuzione topo- grafica. Finalmente ha una interessante ricerca sopra i doppi nomi che

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116 RECENSIONI E BIBLIOGRAFIA

contengono uno di quelli qui studiati e prima di concludere da la lista completa delle citazioni dei nomi di Geb e di Cronos e ancora di quelli di Sep e di Mapataouyo;, che in qualche modo si possono ricollegare alle serie precedenti.

Inutile dire che la ricerca è ampia, approfondita e che si giova di lutti i sussidi degli studi onomastici antichi, come del resto risulta anche da un'ampia bibliografia che è posta in principio.

Qualche osservazione mi pare si possa fare a proposito dei metodi statistici di cui si serve l'autore forse con una confidenza che a mio avviso in certi casi può sembrare eccessiva. Mi pare cioè che se tali ricerche statistiche possono avere ancora un valore discreto nell'ambito di una singola regione, p. es. del Fayum, come mostra di credere anche l'A. p. es. a pag. 46-47, perdono in gran parte di efficacia quando sta- biliscono comparazioni fra il contenuto di documenti troppo eterogenei e che male si prestano ad un confronto che li disponga tutti su un mede- simo piano. Troppo spesso infatti il caso, che ci ha messo in presenza di centinaia e migliaia di documenti di un medesimo ristrettissimo luogo, ci deve dissuadere dal tentare raffronti che dovrebbero ammettere il presupposto di una omogeneità e uniformità di ritrovamenti che in realtà sono impossibili.

Osservo anche che nelle statistiche stesse l'A. non si preoccupa, se non erro, che si tratti del nome del medesimo individuo ripetuto in due documenti diversi, p. es. a pagina 167 il Map<jt(xou/o; figlio di MappTjç di P. Med. 1 54 è identico a quello di P. Osi. II 32 2, 6, mentre nella riga dopo Г A. parla di queste due citazioni come se appartenessero a due individui diversi. E il caso credo che si ripeta altrove.

Mi auguro che l'autore continui codesti suoi studi, confortato dal- l'aiuto e dal consiglio di quanti vorranno interessarsi alla non facile impresa.

A. С

Knight W. F. Jackson, Cumaean Gates. A Reference of the Sixth Aeneid to the Initiation Pattern, Oxford 1936.

L'A. dichiara egli stesso nella Prefazione che difficile è definire la materia di questo suo libro, dal titolo non meno misterioso del conte- nuto. Il filo direttivo egli ce lo indica nelle parole del libro IV del- V Enéide, versi 9-44 in cui Virgilio descrive l' ingresso dell' antro della Sibilla Cumea. Nella poesia di Virgilio Г A. crede che siano entrati da tempi molto antichi elementi ideali e sentimentali che hanno origini lon- tane e diverse. Egli li raccoglie qui accostandoli, in modo che ne risul- tino nuovi punti di vista e direttive, che possano servire per investigazioni più ampie e complete. Ne consegue una serie di nomi imposti ai nove capitoli in cui si divide il lavoro, alcuni quanto mai eterogenei: Wala (isola del Pacifico), Ogygia, Eleusi, Abido, Truia (parola iscritta sopra un

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