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Intorno al Consilium di L. Cornelio Lentulo console nel 49 a. C. (Ios. ant. iud. 14, 299 e 238) di GIOVANNI FORNI, Perugia Agli inizi di marzo del 49 a. C. i consoli salpavano da Brindisi per raggiungere l'Epiro. Di li il console L. Cornelio Lentulo Crure si diresse nell'Asia con Pincarico di reclutare due legioni per Pompeo 1 . Le deliberazioni prese dal console L. Cornelio Lentulo in Efeso, sen- tito il parere del proprio Consilium, circa l'esonero dall'arruolamento da concedersi ai cittadini romani di osservanza religiosa giudaica, sono riferite nelle Antiquitates iudaicae di Giuseppe Flavio come precedente di un provvedimento conforme che avrebbe adottato P. Cornelio Dola- bella governatore della Siria negli anni 44/3 a. CA L'opinione ormai ultracentenaria di L. MENDELSSOHN, secondo la quale Cornelio Lentulo avrebbe emanato due decreti, il primo riguar- dante i Giudei cittadini romani di Efeso, l'altro in favore di tutti i Giu- dei cittadini romani dell'Asia 3 , fu oppugnata da J. JUSTER che con argo- 1 Caes. b. c. I 25, 2; III 4,1; Cie. Att. IX 9, 2; Cass. Dio XLII 12. 2 Queste ultime in Ios., ant. iud. 14, 223 ss. Sulle ragioni, il significato, l'importanza, l'applicazione e la durata di questi provvedimenti vd. D. ASKOWITH, The Tolera- tion of the Jews under Julius Caesar and Augustus, New York 1915, 202; Sh. APPLEBAUM, Jews and Service in the Roman Army, in Rom. Frontier Studies 1967, Tell Aviv 1971, 181 ss.; M.GRANT, The Jews in the Rom. World, London 1973, 58 ss.; Sh. APPLEBAUM, The Legal State of the Jewish Community in the Diaspora, in SAFRAI - STERN (edd.), The Jewish People in the First Cent., I, 1, Assen 1974, 458; R. GOLDENBERG, The Jewish Sabbath in the Roman World up to the time of Constantine the Great. ANRW II 19, 1, p. 416; A. M . RABELLO, The Legal Condition of the Jews in the Roman Empire, ibid. II 13, p. 743. 3 L. MENDELSSOHN, Senati (sic) consulta Romanorum quae sunt in Josephi Antiquita- tibus, Acta Soc. Philol Lipsiensis 5, 1875, 168 ss. Brought to you by | New York University Authenticated | 216.165.126.139 Download Date | 11/26/13 12:57 PM

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Intorno al Consilium di L. Cornelio Lentulo console nel 49 a. C.

(Ios. ant. iud. 14, 299 e 238)

di GIOVANNI FORNI , Perugia

Agli inizi di marzo del 49 a. C. i consoli salpavano da Brindisi per raggiungere l'Epiro. Di li il console L. Cornelio Lentulo Crure si diresse nell'Asia con Pincarico di reclutare due legioni per Pompeo1.

Le deliberazioni prese dal console L. Cornelio Lentulo in Efeso, sen-tito il parere del proprio Consilium, circa l'esonero dall'arruolamento da concedersi ai cittadini romani di osservanza religiosa giudaica, sono riferite nelle Antiquitates iudaicae di Giuseppe Flavio come precedente di un provvedimento conforme che avrebbe adottato P. Cornelio Dola-bella governatore della Siria negli anni 44/3 a. C A

L'opinione ormai ultracentenaria di L. MENDELSSOHN, secondo la quale Cornelio Lentulo avrebbe emanato due decreti, il primo riguar-dante i Giudei cittadini romani di Efeso, l'altro in favore di tutti i Giu-dei cittadini romani dell'Asia3, fu oppugnata da J . JUSTER che con argo-

1 Caes. b. c. I 25, 2; III 4 , 1 ; Cie. Att. I X 9, 2; Cass. Dio X L I I 12. 2 Queste ultime in Ios., ant. iud. 14, 223 ss. Sulle ragioni, il significato, l'importanza,

l'applicazione e la durata di questi provvedimenti vd. D. ASKOWITH, The Tolera-tion of the Jews under Julius Caesar and Augustus, New York 1915, 202; Sh. APPLEBAUM, Jews and Service in the Roman Army, in Rom. Frontier Studies 1967, Tell Aviv 1971, 181 ss.; M.GRANT, The Jews in the Rom. World, London 1973, 58 ss.; Sh. APPLEBAUM, The Legal State of the Jewish Community in the Diaspora, in SAFRAI - S T E R N (edd.), The Jewish People in the First Cent., I, 1, Assen 1974, 458; R. GOLDENBERG, The Jewish Sabbath in the Roman World up to the time of Constantine the Great. A N R W II 19, 1, p. 416; A. M. RABELLO, The Legal Condition of the Jews in the Roman Empire, ibid. II 13, p. 743.

3 L. MENDELSSOHN, Senati (sic) consulta Romanorum quae sunt in Josephi Antiquita-tibus, Acta Soc. Philol Lipsiensis 5, 1875, 168 ss.

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mentazione non af fa t to dirimente sostenne esservi stato un solo editto di Lentulo in maggio [semmai in giugno], che avrebbe privilegiato i Giudei dell'Asia4.

In annotazioni di commento all'edizione con traduzione nella col-lana Loeb Classical Library, R. M A R C U S si professava incline a ritenere il decreto di Lentulo in Ios., ant. iud. 14, 234, in data 18 giugno 49 a. C. (al quale si riferirebbe anche il decreto con identica data riportato in 14, 236/240) una Variante del decreto accolto in 14, 228/95, ancorche datato 18 settembre 49 a. C. in alcuni manoscritti6.

Piu vicini al vero, R. S Y M E opina che il secondo editto sia «rather a second copy, for the subject is identical»7 e Ε. M. S M A L L W O O D che i paragrafi 229 e 238/9 fossero «two reports of Lentulus' staff conference» e apparentemente unico il decreto citato ο parafrasato nei paragrafi 228, 234 e 2408.

In effetti depongono a favore della presunzione di un unico decreto alcune considerazioni, e precisamente:

1) l'identitä dei contenuti delle deliberazioni ai paragrafi 228, 234 e 240, dei costrutti dei periodi che le formulano e persino delle espres-sioni che si susseguono nel medesimo ordine: a) πολίτας 'Ρωμαίων 'Ιου-δαίους (ubique); b) ιερά 'Ιουδαϊκά έχοντας και ποιοΰντας (228), οϊτινές μοι ιερά εχειν και ποιεΐν 'Ιουδαϊκά έδόκουν (234), ο'ίτινες ιερά 'Ιουδαϊκά ποιεΐν είώθασιν (240); c) έν Έφέσφ (ubique); d) προ τοΰ βήματος (228 e 240); e) δεισιδαιμονίας ενεκα (ubique); f) άπέλυσα (ubique), στρατίας απέλυσα (228);

2) la coincidenza delle date, quanto meno nell'enunciazione del giorno e forse anche del mese: προ δώδεκα καλανδών όκτωβρίων (229) e πρό δώδεκα καλανδών κουιντιλίων, ma anche όκτωβρίων in alcuni mano-scritti (234 e 237).

4 J. JUSTER, Les Juifs dans l'Empire romain, I, Paris 1914 (ed. stereot. N e w York 1965), 143 s., nt. 8: egli si fond0 sulla datazione del decreto dei Delii, che presup-pone quello di Cornelio Lentulo, fra maggio/giugno del 49 a. C. (Ios ant. iud. 14, 231); ma si leggano le riserve su siffatta datazione del decreto da parte di Ε. M. SMALLWOOD, The Jews under Roman Rule, Leiden 1976, 127 nt. 24.

5 R. MARCUS, ed. Loeb Class. Library di Ios., Ant. iud., VII, London 1943, 573 s. 6 II giorno viene calcolato in considerazione del fatto die i mesi di giugno e di

settembre contavano 29 giorni nel calendario pre-giuliano. 7 R. SYME, The Stemma of the Sentii Saturnini, Historia 13, 1964, 161 = Id., Roman

Papers, II, Oxford 1979, 611. 8 Ε . M . SMALLWOOD, o . c . , 127 .

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Dunque ragioni sufficient! inducono a far ritenere che sia stato unico il decreto promulgato nel 49 a. C. dal console L. Cornelio Lentulo su istanza presentata da cittadini romani di osservanza giudaica in Efeso (234) e richiamato per l'estensione ai Giudei cittadini romani nelPAsia (228) e in occasione di un'interrogazione scaturita dall'affermazione di un Alessandrino (236).

La diversity di data, 18 giugno ο 18 settembre, quale si legge nel testo di Giuseppe Flavio accreditato dalla critica filologica, non fa diffi-coltä. Infatti, a proposito della seconda data si rileva che in 228/9, se un manoscritto reca κουιντιλίων, altri mss. presentano la lezione όκτω-βρίων ο entrambe le lezioni congiunte όκτωβρίων κουιντιλίων che si leg-gono pure su alcuni mss. in 234 e 237; per cui, anche alia luce della traduzione latina del testo delle Antiquitates iudaicae, che fa soltanto riferimento alle calende di luglio (accettando percii» la data del 18 giugno), όκτωβρίων potrebbe essere riguardata quale Variante non giustificabile come errore meccanico di copista. Tuttavia, se si considera che le due date erano separate da 88 giorni secondo il calendario pre-giuliano e da 91 secondo il calendario giuliano, e che nell'attuazione della riforma del calendario sarebbero stati suppliti nel 46 a. C. com-plessivamente 90 giorni, stando alia versione piü diffusa nelle fonti letterarie e difesa ancora di recente dalla critica moderna·, il 18 settem-bre sarebbe la data del decreto di Lentulo secondo il calendario pre-cesareo, ritenuta corrispondente al 19 giugno del calendario in vigore dopo la riforma: infatti fra le date 19 giugno e 18 settembre del calen-dario giuliano si contano esattamente 90 giorni (cio£ gg. 11 di giugno + 31 di luglio + 31 di agosto + 17 di settembre = gg. 90), proprio quanti sarebbero stati i giorni integrati con la riforma nel 46 a. C.; per cui l'espressione congiunta όκτωβρίων κουιντιλίων, che compare in alcuni mss., compendierebbe la data 18 settembre del documento secondo il calendario civile vigente nel 49 a. C., e la data 19 giugno ricavata dall'equazione approssimativa all'anno solare. Una corrispondenza cosi singolare non pu0 essere casuale. II fatto che sia l'unica che ci sia nota

• Suet. Caes. 40, 2; Censor, die natali 20, 8 (due mesi di 67 giorni tra la fine di novembre e l'inizio di dicembre, oltre al mese intercalare a febbraio di 23 giorni); Macrob. Sat. 1 ,14 ,3 (88 giorni); Cass. Dio 43 ,26 ,1—2 ricorda soltanto l'inter-calazione dei 67 giorni; vd. J. BEAUJEU, Les dernieres annees du Calendrier pre-julien, in L'ltalie primitive et la Rome ripublicaine, Mel. J. Heurgon, I, Roma 1967, 13 sgg.

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dalle letterature classiche, trova pure una giustificazione. Trattasi della data di un documento (il decreto di Cornelio Lentulo) al quale si sarebbe richiamato di 11 a qualche anno P. Cornelio Dolabella e che, come precedente, fu molto probabilmente rispolverato dai Giudei citta-dini romani in piü occasioni per riottenere l'esonero dalla milizia sotto Cesare e Augusto. Nell'ottica del calendario riformato avrebbe potuto stupire che il provvedimento di Lentulo, relativo all'esenzione di citta-dini romani dal servizio militare, fosse stato preso quasi alle porte dell'autunno, quando di solito si interrompevano le operazioni di guerra e gli eserciti venivano sciolti ο si disponevano a svernare, e non all'inizio della buona stagione, quando invece si procedeva alia formazione delle legioni; e stupire inoltre che, sotto l'incalzare della guerra civile e di fronte alia rapidita con cui si moveva Cesare, ci si attardasse da parte pompeiana ad arruolare uomini ancora sul finire dell'anno. Forse lo stesso storiografo che avrebbe messo insieme la documentazione relativa ai privilegi concessi ai Giudei, dalla cui opera avrebbe poi attinto Giu-seppe Flavio, avvedendosi che ci si trovava ancora in un momento pom-peiano, perci0 precedente la riforma del calendario, potrebbe avere introdotto nel suo testo l'equazione προ δώδεκα καλανδών όκτωβρίων κουιντιλίων (con l'acribico conguaglio al mese Quintiiis, non ancora Iulius), della quale i manoscritti avrebbero ritenuto ambedue le data-zioni ο scelto l'una ο l'altra, mentre la seconda datazione con la locu-zione aggiornata delle Kalendae Iuliae avrebbe inserito la tradizione manoscritta della traduzione latina del testo di Giuseppe Flavio, che si fa risalire al VI secolo alPincirca.

Per ragione che scaturisce dalle considerazioni test£ fatte, έ da esclu-dere che le lezioni όκτωβρίων e κουιντιλίων siano reciproche varianti im-putabili alia tradizione manoscritta10, e tanto meno κουιντιλίων che sarebbe lectio difficilior. D'altra parte, se il documento con il decreto avesse recato la data προ δώδεκα καλανδών κουιντιλίων, il 18 giugno sarebbe stato corrispondente al 19 marzo secondo l'anno solare e άοέ troppo presto perche Cornelio Lentulo potesse giungere con il s^guito dall'Epiro a Efeso e dare inizio a quegli arruolamenti per le due legioni, che costituirono il movente della richiesta di esonero da parte dei Giudei e quindi della riunione del Consilium e del provvedimento consolare.

10 Contra R. M a r c u s , ed. Loeb Class. Library cit. 569, in nt., ritiene όκτωβρίων probabile errore di copista per Κουιντιλίων; parimenti Ε . M . Smallwood, o. c., 127 nt. 24.

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Responsabilita della tradizione manoscritta, per quanto concerne il testo dei paragraf i in discussione, esistono, ma sono di altro genere.

Pur t roppo le edizioni critiche delle Antiquitates iudaicae sono ben lungi dall'essere perfette. Quella di B . NIESE , dalla quale derivano le altre, fu condotta su recensio e collatio di un numero limitato di mano-scritti, sebbene important^11. Inoltre con la valutazione delle famiglie di mss. avanzata dal N I E S E non consentono il N A B E R e il M A R C U S nelle rispettive edizioni12.

Con queste riserve l 'attenzione si appunta sui testi dei due elenchi dei component! del Consilium di Cornelio Lentulo (229 e 238/9).

IOS, ant. lud. 14,238

1. Τίτος "Αμπιος Τίτου υιός Βάλ-βος Όρατία πρεσβευτής

2. Τίτος Τόνγιος Κροστομίνα

3. Κόιντος Καίσιος Kot ντου 4. Τίτος (Πομ)πήειος Τίτου υιός

Κορνηλία Λογγΐνος 5. Γάιος Σερουίλιος Γαΐου Τηρη-

τείνα Βρόκχος χιλίαρχος 6. Πόπλιος Κλούσιος Ποπλίου υιός

Έτωρία Γάλλος

7. Γάιος Γαΐου Αιμιλία

χιλίαρχος 8. Σέξστος Άτίλιος Σέξστου υιός

Αιμιλία Σέσρανος 9. Γάιος Πομπήιος Γαΐου υίός

Σαβατίνα 10. Τίτος "Αμπιος Τίτου Μέναν-

δρος 11. Πόπλιος Σερουίλιος Ποπλίου

Στράβων

IOS. ant. lud. 14,229

1. Τίτος "Αμπιος Τίτου υίός Βάλ-βος Όρατία πρεσβευτής

2. Τίτος Τόνγιος Τίτου υίός Κρο-στομίνα

3. Κόιντος Καίσιος Κοΐντου 4. Τίτος Πομπήιος Τίτου Λογγΐ-

νος 5. Γάιος Σερουίλιος Γαΐου υίός

Τηρητείνα Βράκκος χιλίαρχος 6. Πόπλιος Κλούσιος Ποπλίου

Έτωρία

7. Γάιος Σέντιος Γαΐου

8.

9. υίός Σαβατίνα

10. Τίτος "Αμπιος Τίτου

11.

11 Vd. Η. SCHRECKENBERG, Die Flavius-Josephus-Tradition in Antike und Mittelalter, Leiden 1972, xi e pl. 1 sgg.; R. J. SHUTT, Studies in Josephus, London 1961, 113 ss.

12 R. MARCUS, ed. Antiq. lud. Loeb Class. Library, VI, London 1937, vi.

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12. Λεύκιος Πάκκιος Λευκίου Κολ- 12. λίνα Καπίτων

13. Αυλός Φούριος Αΰλου υιός 13. Τέρτιος

14. "Αππιος Μηνάς 14. επί τούτων ό Λέντλος δόγμα έξέθετο κτλ.

Τίτος "Αμπιος Τίτου υιός Βάλ-βος πρεσβευτής και αντιστρά-τηγος Έφεσίων αρχουσι βουλή δήμφ χαίρειν κτλ.

Dal confronto si rilevano delle omissioni nelle formule onomastiche dei primi sei personaggi ora nelPuno ora nell'altro testo. Esse riguardano il prenome del padre (una volta), Pindicazione υιός (quattro volte), il cognome (una volta), l'indicazione della tribü (una volta), parte del gentilizio (una volta). Perci0, essendo u n i c o il documento, i testi dei due elenchi potrebbero essere integrati scambievolmente con una certa fiducia. Il modello έ fornito dai due elenchi di senatori testimoni di due senatoconsulti stilati nel medesimo giorno 29 settembre 51 a. C. e ripor-tati da Cie. fam. VIII 8, 5 e 6, nei quali le corrispondenze sono assolute.

Cie. fam. VIII 8 ,5 Cie. fam. VIII 8,6

1 . L. Domitius Cn. f. Fab. 1 . L. Domitius Cn. f. Fab. Ahenobarbus Ahenobarbus

2. Q . Caecilius Q . f. Fab. Metel- 2. Q . Caecilius Q. f. Fab. Metel-lus Pius Scipio lus Pius Scipio

3. L. Villius L. f. Pom. Annalis 3. L. Villius L. f. Pom. Annalis 4. C. Septimius T. f. Quir. 4. C. Septimius T. f. Quir. 5. C. Lucilius C. f. Pup. Hirrus 5. C. Lucilius C. f. Pup. Hirrus 6. C. Scribonius C. f. Pop. Curio 6. C. Scribonius C. f. Pop. Curio 7. L. Ateius L. f. An. Capito 7. L. Ateius L. f. An. Capito 8. M. Eppius M. f. Ter. 8. M. Eppius M. f. Ter.

Trattandosi di <facile latino>, non ricorrono neppure errori ο distor-sioni di nomi per colpa della tradizione manoscritta: fortuna che, invece, non incontrarono i testi documentari accolti da Giuseppe Flavio per la parte che qui ci interessa, i quali dovettero essere traslitterati (i nomi di persona) e tradotti in greco (i vocaboli legatus e tribunus militum), poi recepiti e trasmessi per tradizioni manoscritta nella fonte storiografica (Nicola di Damasco), da cui li avrebbe attinti Giuseppe Flavio, e succes-

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sivamente ancora per tradizione manoscritta dell'opera di questi13. Per-ci0 non e da meravigliare che i due testi ci siano pervenuti cosi malconci.

In effetti l'originale testo latino del decreto di Cornelio Lentulo doveva recare l'elenco integro dei component! il Consilium. II parallelo di un testo greco piü vicino al nostro, che ci sia noto epigraficamente, k fornito dal SC de Panamara del 39 a. C., dove sono registrati dieci nomi nella formula onomastica comprendente anche la tribü, dei quali per6 soltanto quattro recano anche il cognome14. Pertanto e possibile che giä nella traduzione greca del documento, riportata da Giuseppe Flavio, mancassero dei cognomi. Ma le altre omissioni saranno da imputare alia tradizione manoscritta delle Ant. iud. di Giuseppe Flavio ο anche alia sua fonte letteraria. Difatti anche nell'elenco dei senatori testimoni del SC de Iudaeis del 44 a. C., su undici nomi la paternita manca quattro volte e sono omessi quattro volte υίός e sette volte il cognome15.

Alcune omissioni negli elenchi dei componenti il Consilium di Cor-nelio Lentulo, come Τίτου υίός dopo Τίτος Τόνγιος, come Γάλλος prima di Γάιος, sembrano dovuti a errori meccanici tipici e ricorrenti nella tradizione manoscritta in qualsiasi lingua: omissioni per homoeoteleuton ο per homoeoarcton.

I primi sei personaggi sono identici nei due elenchi. Un elenco si interrompe con la menzione del settimo componente, apparentemente dissimile dal settimo componente dell'altro elenco. Non e difficile divi-nare che cosa pu0 essere accaduto nel corso della trasmissione del testo.

Giä il GRONOVIUS in base al confronto di 229 con 238/9 aveva sup-posto che dopo Γαΐου del settimo consigliere ci fosse una lacuna; ma gli editori del testo si limitarono a segnalare la sua opinione in sede di

13 Se si condiv ide l 'opinione del NIESE, seguita dal VIERECK, dal WACHSMUTH, dal ROTH e dal MOMIGLIANO, secondo la quale i documenti sarebbero stati raccolti da Nicola di Damasco, dalla cui opera Ii avrebbe attinti Giuseppe Flavio: B. N I E S E , Hermes 1 1 , 1 8 7 6 , 4 6 6 ss.; vd. H Ö L S C H E R , S . V . Josephus, RE I X 2 [ 1 9 1 6 ] 1 9 7 6 ; W . CHRIST, W . SCHMID, O . STÄHLIN, Gesch. griech. Lit . , V I I 1, M ü n c h e n «1920, 5 9 5 ; A. MOMIGLIANO, Ricerche sull'organizzazione della Giudea sotto il dominio romano (63 a. C.—70 d. C.), Bologna 1934, 11. Secondo R. LAQUEUR, Der Jüdische Histo-riker Flavius Josephus, Gießen 1920, Ii avrebbe raccolti lo stesso Giuseppe Flavio. Diversa l'ipotesi di H . St. J. THACKERAY, Josephus the Man and the Historian, N e w York 1929, 70 ss., e nell'ed. los., Loeb Class. Library IV, London 1930, p. xiv, contestata d a R. J. H . SHUTT, O. c., 5 9 ss.

14 B C H 11, 1887, 226 — VIERECK, Sermo gr., 41, X X — R. K. SHERK, Roman Docu-ments from the Greek East, Baltimore 1969, 158, 27.

" Ios. ant. iud. 14, 220.

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apparato critico, senza rifletterla convenientemente nella ricostruzione del testo1®. Di conseguenza accadde che gli studiosi abbiano ritenuto esistente il personaggio senatorio C. Sentius C. f . iscritto nella tribü Sabatina, identificato con Sentius Saturninus Vetulo e supposto padre del console nel 19 a. C.17. L'ipotesi gronoviana di una lacuna nel testo fu invece accolta e messa a profitto da L. R. T A Y L O R che restitui la tribü Sabatina a C. Pompeius C. f . e la tribü Aemilia a C. Sentius C. /.18, e da R. SYME che restitui parimenti la tribü Sabatina al nono consigliere19. Ciondimeno M. TORELLI perseverö nel ritenere con il Münzer che il senatore del 49 a. C. si chiamasse C. Sentius C. f . Sabatina, «con una tribu tipicamente etrusca (?) e il secondo cognome Vetulo» (?), definendo «incomprensibile il presunto scambiö di tribu prospettato da L. R. T A Y L O R » 2 0 .

In realtä e molto verosimile che per homoeoarcton ο per homoeoteleu-ton di Γάιος Σέντιος Γαΐου con Γάιος Πομπήιος Γαΐου si fosse verificata l'omissione di una parte del testo che doveva contenere i nomi dei con-siglieri dal nr. 7 al nr. 921 dell'altro testo 238. Quindi la tribü Σαβατίνα apparteneva al nono consigliere e non al settimo.

Che nel documento dovesse trovarsi menzionato anche il consigliere che segue C. Pompeius C. f. Sabatina in 238, e αοέ Τίτος "Αμπιος Τίτου

16 Per indicare la lacuna il NIESE pose un semplice asterisco (vol. ILL, Berolini 1892); t r e p u n t i n i il NABER (vo l . ILL, L ips iae 1 8 9 2 ) ; d u e as te r i sch i G . DINDORF ( v o l . I , Paris 1929). Nell edizione di R.MARCUS (vol. VII, London 1943) l'indicazione di lacuna non e data nel testo, ma soltanto nella traduzione.

1 7 F r . MÜNZER, R E I I A [ 1 9 2 3 ] , 1509 n r . 4 ; c f . T . R . S. BROUGHTON, T h e M a g i s t r a t e s of the Roman Republic, Supplement, New York 1960, 57, pur ammettendo la possibility di una lacuna nel testo.

18 L. R. TAYLOR, The Voting Districts of the Roman Republic, Rome 1960, 253. " R. SYME, The Stemma of the Sentii eit., 11. cc. 20 M. TORELLI, Senatori etruschi della tarda repubblica e dell'impero, Dialoghi di

a r c h e o l o g i a 9, 1969, 345 n t . 10. A n c o r a H . G . GUNDEL, K I P V [ 1 9 7 5 ] c. 119 s . v . Sentius nr. 2: C. Sentius C. f . tribu Sabatina.

21 Per medesima ragione si sarebbe verificato il fenomeno opposto nell'elenco dei senatori del SC. die Amphiarai Oropii agris del 73 a. C., e cio£ l'interpolazione di un senatore che ha prenome, gentilizio e paternity di uno e tribü dell'altro personaggio che precede, per cui il testo in versione greca Μάαρκος Κάσιος Μαάρ-κου υιός Πωμεντίνα, Γάιος Λικίνιος Γαίου υίός Στηλατίνα Σακέρδως divenne nella copia epigrafica che ci e pervenuta: Μάαρκος Κάσιος Μαάρκοΰ υΙός Πωμεν-τίνα, Γάιος Λικίνιος Γαίου υ'ιός {Πωμεντίνα, Γάιος Λικίνιος Γαίου υιός) Στηλα-τίνα{ς} Σακέρδως: Ρ. VIERECK, Sermo graecus, Gottingae 1888, 35, xviii — IG VII 413 — DITT., Syll.3 747 — Fontes iuris rom. anteiust.2 I. Leges, Firenze 1941, 260, 36 — R. SHERK, Rom. Docum. from the Greek East, Baltimore 1969, 133, 23; cf. E. BADIAN, Historia 13, 1963, 134 s. — SEG XXII 371.

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162 Giovanni Forni

Μένανδρος e molto probabile, perche una lacuna ancor piu vistosa di quella precedente dovrebbe essersi prodotta nella tradizione manoscritta fra Τίτος "Αμπιος Τίτου, die e parte del nome del decimo consigliere (Μένανδρ;) e Τίτος "Αμπιος Τίτου, che e parte del nome del legato (Βάλ-βος) mittente della lettera indirizzata a magistrati, Consiglio e assemblea popolare di Efeso, menzionato subito dopo l'elenco.

Dunque non una sola, bens! due sarebbero le lacune in 229. E'impos-sibile sincerare se esse si fossero prodotte nella tradizione manoscritta delle Ant. iud. (nel qual caso il filologo sarebbe tenuto a integrare il testo in sede di edizione critica in base all'elenco in 238/9) ο ancor prima. Ma e importante che ambedue le lacune vengano segnalate nel testo delle edizioni in maniera palese e chiara, alio scopo di evitare che possa essere rinvivito in futuro l'ibrido personaggio C. Sentius C. f . Sabatina22.

Ma non e neppure sicuro che sia un esistito personaggio senatorio C. Sentius C. f . Aemilia (tribu). Infatti si legge concordemente il gentilizio Οέντιος nei mss. in 229, ma i gentilizi Τεύτιος e Τέττιος nei mss. in 238.

Cosicche, accanto a C. Sentius, Fr. MÜNZER e T. R. S. BROUGHTON

ritennero anche il personaggio C. Teutius2S. C. Teutius C. f . Aemilia diede pure J. Suolahti, considerandolo come l'unico esponente nella famiglia che ci sia noto, anche se Teutius potrebbe essere una corruttela del gentilizio Tettius piu diffuso24. L. R. TAYLOR, pur riguardando Οέντιος come lezione sicura nei mss. in 229, e Τεύτιος/Τέττιος come evi-denti corruttele, inseriva poi dubitativamente un senatore C. Teutius C. f . Aem., considerando Τέττιος una possibile corruttela25. E. BADIAN, rico-noscendo che il testo di Giuseppe Flavio meriti fiducia in fatto di nomi, ortografia a parte, e, rifacendosi a un suggerimento del Miinzer, giusti-

22 A causa di una lacuna nel testo epigrafico del SC de agro Pergameno del 129 a. C. (Athenaeum 15, 1937, 352 ss. — Gr. Rom. Byz. St. 7, 1966, 365 s. — SHERK, DOC. Gr. East cit., 65, 12) e parimenti accaduto che a M. Serrius M. f . sia stata attribuita la tribu Teretina alia quale invece apparteneva il senatore ignoto che lo seguiva nell'elenco: T. R. S. BROUGHTON, The Magistrates of the Rom. Republic, II, N e w York 1952, 496. Percii) questi scambi di tribü si verificano, purtroppo, anche in tempi moderni e sono comprensibili sviste

s® FR. MÜNZER, R E I X A [1934] 1165 s . v . Teutios; T . R. S. BROUGHTON, The Ma-gistrates cit., II 625; per C. Sentius vd. supra.

21 J. SUOLAHTI, The Junior Officers of the Roman Army in the Republican Period. A Study on Social Structure, Helsinki 1955, 391, 130, 164; Id., The Council of L. Cornelius P. f. Crus in the year 49 B. C., Arctos 2, 1958, 156.

" L. R. TAYLOR, The Voting Districts cit., 253, 259.

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Intorno al Consilium di L. Cornelio Lentulo 163

fic0 Τεύτιος come traslitterazione possibile di Tutius2e. Infine R . SYME,

osservando che si tratta di un medesimo personaggio, asseri che non e possibile dare vita indipendente a un C. Sentius C. f . Aem. e a un C. Teutius/Tettius C. f . Aem., concludendo: «it is safest to give up this character»27.

Infatti del gentilizio del personaggio sarebbero sicuri il numero delle lettere di cui si compone (sette), la seconda lettera ε e le ultime quattro -τιος; sono incerte la prima e la terza lettera.

Un semplice sguardo alle forme delle lettere nei mss. greci e alia loro evoluzione consente di rendersi conto come il sigma lunato potesse essere facilmente confuso e scambiato con Τ e parimenti Ν con Y e con T, e viceversa. Percio sotto il profilo paleografico οεντιος, Τευτιος e Τεττιος hanno le medesime probabilita di essere sia lezioni di archetipo, sia varianti, con la sola condizione che, se si fosse trattato di un Tutius, il gentilizio, vista la persistenza di ε come seconda lettera, avrebbe dovuto esser traslitterato Τευηος e non Τουτιος. Ii prenome C. e corrente tra i Sentit nel I sec. a. C. e in eta augustea, ma lo e anche fra i Tettii. Dei tre gentilizi Sentius e senza dubbio quello piü attestato nelle fonti lette-rarie e piu di una volta proprio nelle opere di Giuseppe Flavio; tuttavia la lezione C8vtiog non puo essere posposta alle altre: qualsiasi nome di persona da un senso, e quasi sempre il medesimo, a un contesto e la lettura di qualsiasi nome di persona e facile e difficile a un tempo, salvo rare eccezioni.

Perci0 la rinuncia all'indagine sul personaggio non soltanto έ oppor-tuna, ma resta anche criticamente corretta, fintantoche perdureranno le incertezze sul suo nome.

2 6 M Ü N Z E R , S . V . Tutius, RE X I V A [1948] 1616 s.; E. B A D I A N , Notes on Roman Senators of the Republic, Historia 12, 1963, 141.

! 7 R. SYME, The Stemma of the Sentii cit. 162 = Roman Papers cit., 611.

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