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Zauber in bernstein  Archäologische Sammlung der Universität Zürich Römisch-Germanisches Museum der Stadt Köln Schmuck und Amulette aus der Basilikata

Zauber in Bernstein Katalog

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Zauber in

bernstein

 Archäologische Sammlung der Universität ZürichRömisch-Germanisches Museum der Stadt Köln

Schmuck und Amulette aus der Basilikata

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Zauber inbernstein

3. September 2010 – 9. Januar 2011 Archäologische Sammlung der Universität Zürich

27. Januar 2011 – 25. April 2011Römisch-Germanisches Museum der Stadt Köln

Schmuck und Amulette aus der Basilikata

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Universität Zürich

Christoph Reusser

Direktor, Archäologisches Institut

 Ausstellung in Zürich

Elena Mango

Konservatorin, Archäologische Sammlung

Jacqueline Perifanakis

Assistentin, Archäologische Sammlung

Rolf Fritschi

Restaurator, Archäologische Sammlung

Martin Kämpf und Dominik Steinmann

Ausstellungsdienst der Universität Zürich

Katalog

Elena Zanolari Laranchi

Übersetzung

Mark Manion, Commusication Arts

Grak 

Con il patrocinio della Regione Basilicata

Ministero degli Afari Esteri

Direzione Generale per la Promozione e la

Cooperazione Culturale

Francesco Maria GrecoDirettore Generale

Massimo Riccardo

Capo Ucio II

Anna Elisa Za

Ucio IICoordinamento organizzativo

 Ambasciata d’Italia a Berna

Giuseppe Deodato

Ambasciatore d’Italia

Istituto Italiano di Cultura di Zurigo

Piero A. Di Pretoro

Direttore

Andrea Giagnoli

Addetto

Istituto Italiano di Cultura di Colonia

Stefania Falone

Direttrice

Ministero per i Beni e le Attività Culturali

 Roberto Cecchi

Segretario Generale 

Patrizio FondiConsigliere Diplomatico del Ministro Stefano De Caro

Direttore Generale per i Beni Archeologici Attilio Maurano

Direttore Regionale per i Beni Culturali ePaesaggistici della Basilicata Comitato Scientifco e cura della mostra

Soprintendenza per i Beni Archeologici della

Basilicata

 Antonio De Siena

Massimo Osanna

Salvatore Bianco

Alfonsina Russo

Marcello Tagliente

 Documentazione otografca ed elaborazione

immagini 

Laboratorio otografco Soprintendenza per i 

Beni Archeologici della Basilicata

 Nicola Figliuolo

Römisch-Germanisches Museum

der Stadt Köln

Hansgerd Hellenkemper

Direktor

 Ausstellung in Köln

Friederike Naumann-Steckner

Römisch-Germanisches Museum

Beate Schneider

Museumsdienst Köln

Klaus Bungarten

Chefrestaurator

Mit reundlicher Unterstützung von

  Ansaldo Sistemi Industriali GmbH 

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nale. È stata però riservata un’uguale attenzioneanche ai contesti, specialmente unerari, che han-no restituito questi preziosi manuatti. Emergonoin questo modo i numerosi aspetti ideologici, reli-giosi e culturali che sono alla base delle selezioni operate dalle élites locali nella composizione delleloro parures e dei loro corredi. Allo stesso tempo,

si ha anche la possibilità di apprezzare con moltachiarezza la grande vivacità commerciale che hacaratterizzato le relazioni, credibilmente mediatedai coloni greci della costa ionica, tra le popolazio-ni italiche dell’area interna della Basilicata e gli altri centri di produzione presenti nel bacino del Medi-terraneo orientale e lungo le coste adriatiche.

L’augurio è che questa importante iniziativa chemette insieme materiali particolarmente preziosi  provenienti da più contesti archeologici della re-gione raggiunga un pubblico numeroso e trasmet-ta un messaggio comprensibile sulla cultura e sullastoria delle varie comunità italiche riconosciute sul territorio. La mostra è stata presentata già in altreimportanti città europee ed ha ricevuto apprezza-menti e unanimi consensi.Nella realizzazione di questo progetto di cono-scenza e ruizione del patrimonio archeologicoregionale, è stato sempre decisivo ed essenziale il contributo degli Istituti Italiani di Cultura all’Estero.L’assistenza prestata in tutti i momenti operativi che hanno preceduto e seguito i vari allestimen-ti è stata sempre notevole. L’esperienza di Zurigos’inserisce con merito in questo lungo percorso, or-mai condiviso e perettamente collaudato. Infne,nell’organizzazione dell’evento di Zurigo non puòessere trascurato il continuo sostegno della Dire- zione Regionale per i Beni Culturali e Paesaggistici 

della Basilicata, degli uci della Regione Basilicatae la ecace collaborazione prestata dall’Istitutodi Archeologia dell’Università di Zurigo che ospitaall’interno del suo museo la ricca collezione di ma-teriali in mostra.

Antonio De Siena

Soprintendente per i Beni Archeologicidella Basilicata

Sono molto lieto di presentare questa bella e ra-nata mostra di amuleti e gioielli in ambra baltica  provenenti dagli scavi di necropoli della Basili-cata che è messa generosamente a disposizionedalla Sovrintendenza per i Beni Archeologici dellaBasilicata e dal Museo Nazionale della Siritide di Policoro per una circuitazione internazionale.

I ragili e preziosi reperti, databili ra il VII e il IV secolo a.C. e atti di quel misterioso e aascinantemateriale che è l’ambra, testimoniano l’importan-te ruolo che ebbe la Basilicata nel sistema di scam-bi ra le regioni dell’Europa centro-settentrionale, principali luoghi di estrazione dell’ambra, e il baci-no del Mediterraneo.Per il suo notevole rilievo sia storico-archeologico,che artistico-culturale, questa mostra che getta un ponte ra il nord e il sud dell’Europa, ha avuto gran-de successo nelle sue precedenti tappe di Tunisi,Bucarest e Salonicco, dove è stata realizzata graziealla collaborazione ra musei locali e Istituti Italiani di Cultura.Convinto che “Magie d’Ambra” riscuoterà lo stessointeresse e lo stesso successo anche nelle due pros-sime tappe di Zurigo e Colonia, desidero ringrazia-re tutti coloro che a vario titolo hanno contribuitoa realizzarla anche in Svizzera e in Germania, in  particolare il Museo dell’Istituto di Archeologiadell’Università di Zurigo, il Römisch-GermanischesMuseum di Colonia, gli Istituti Italiani di Culturadi Zurigo e Colonia, la Sovrintendenza per i Beni  Archeologici della Basilicata e il Museo Nazionaledella Siritide.

Min. Plen. Francesco Maria Greco

Direttore Generale per la Promozione e laCooperazione Culturale

L’attività intensa e continua svolta dalla Soprin-tendenza per i Beni Archeologici della Basilicataha permesso negli ultimi decenni di seguire conattenzione i grandi processi di trasormazione del territorio. I cambiamenti rapidi imposti dalle nuovetecnologie, la realizzazione delle grandi opere in-dustriali con annesse inrastrutture, necessarie per 

lo sviluppo economico della comunità regionale,hanno spesso scandito i ritmi della ricerca arche-ologica. Questa non s’è solo limitata ai recuperi d’emergenza, ma in virtù di un’ecace azione pre-ventiva e dell’applicazione di un rigoroso metodoscientifco, ha consentito il recupero di un impor-tante patrimonio archeologico e di una grandequantità d’inormazioni indispensabili per ricostru-ire le dinamiche culturali che hanno caratterizzatolo sviluppo storico delle popolazioni italiche dellaregione. Per merito esclusivo della ricerca archeo-logica molti insediamenti, sconosciuti del tutto allatradizione letteraria antica, hanno mostrato i segni concreti di un’organizzazione territoriale capillaree continua.Le azioni di tutela hanno visto lo sorzo corale e ge-neroso di tutto il personale dell’Amministrazione,oltre al continuo e spesso indispensabile sostegnodegli Enti Locali. Molte delle attività per il recuperoe per il restauro dei materiali attualmente in mo-stra sono state possibili, oltre che per il contributodel Ministero per i Beni e le Attività Culturali, anche per le risorse fnanziarie messe generosamente adisposizione da parte della regione Basilicata.Nel percorso espositivo è stata data volutamenteuna particolare attenzione agli oggetti in ambra,in avorio ed in metalli preziosi che concorrono aqualifcare molto bene la straordinaria capacitàdelle ocine artigianali operanti in Italia meridio-

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im Kreis international weit grösserer und gewich-tigerer Partner bewegen kann. Nebst den bereitsgenannten Personen richtet sich der Dank auchan Dr. Polyxeni Adam-Veleni (Thessaloniki), Rolf Fritschi (Zürich), Andrea Giagnoli (Zürich), Dr. Frie-derike Naumann-Steckner (Köln), Elena ZanolariLaranchi (Zürich) und Martin Kämpf, Leiter des

Ausstellungsdienstes der Universität Zürich, diebei der Vorbereitung und Realisierung des Pro- jekts tatkräftig mitgeholfen haben.

Die Ausstellung «Zauber in Bernstein» in Zürichist sichtbarer Ausdruck der jahrelangen, engenKooperation des Archäologischen Instituts derUniversität Zürich mit den für das archäologischeErbe Italiens und dessen Kultur zuständigen Insti-tutionen im In- und Ausland.

Prof. Dr. Christoph Reusser

Direktor, Archäologisches Institut,Universität Zürich

«Zauber in Bernstein» – Die Ausstellung von klei-nen, aber feinen Kunstobjekten aus der Basilika-ta, einer der am wenigsten bekannten Regionendes antiken Italien, vermittelt uns einen lebhaftenEindruck vom archäologischen Reichtum diesesGebiets. Sie gibt uns zugleich einen aufschlussrei-chen Einblick in die gesamteuropäischen Dimen-

sionen antiker Handelswege. Gelangte doch dasRohmaterial Bernstein aus dem Baltikum und ausDänemark auf dem Landweg über die Alpen insobere Adriagebiet, von wo aus es in den gesam-ten Mittelmeerraum verkauft wurde.

Die Faszination dieses ungewöhnlichen, im Laufevon Jahrmillionen aus dem zähüssigen Harz vonBäumen entstandenen, meist honiggelben Ma-terials, dessen Ausstrahlung wir noch heute beider Betrachtung wie bei der Berührung erliegen,ist keine moderne Erscheinung. Texte, die Pliniusder Ältere in seiner berühmten Naturgeschichtezusammengestellt hat, bezeugen ein lebhaftesInteresse an diesem seltenen, nur in Stücken vonkleinem oder mittleren Format nutzbaren Elek-

tron, electrum oder sucinum, wie die antiken  Be-zeichnungen des Bernsteins lauten.

Neben der Verwendung als Schmuck werdenschon in der Antike im Zusammenhang mitBernstein immer wieder auch dessen magischerCharakter, seine häuge Verwendung für Amu-lette und seine Nutzung als Heilmittel genannt.Aspekte, die auch in nachantiker Zeit eine Bedeu-tung hatten. Heute spielt dagegen vor allem der,durch die häugen, optisch besonders reizvollenEinschlüsse von Panzen und kleinen Tieren zu-sätzlich gesteigerte Schmuckcharakter eine Rolle.

Nach Stationen in Tunesien, Rumänien und Grie-chenland wird die von der Soprintendenza per iBeni Archeologici der Region Basilikata zusam-mengestellte und vom Italienischen Aussenminis-terium und dem Ministero per i Beni e le AttivitàCulturali geförderte Ausstellung nun auch in Zü-rich und Köln gezeigt. Dies wurde auch dank des

Entgegenkommens der zuständigen Kollegen inder Basilikata, dem Soprintendenten Dr. AntonioDe Siena in Potenza und Dr. Salvatore Bianco inPolicoro möglich, die uns in vielfältiger Weise un-terstützt haben.

Dass die Ausstellung in der ArchäologischenSammlung der Universität Zürich präsentiert wer-den kann, geht auf die Initiative von Dr. Piero A. DiPretoro, Direktor des Italienischen Kulturinstitutsin Zürich zurück, das auch an der Finanzierungdes Projekts massgeblich beteiligt ist. Ein kleines,aber sehr engagiertes Team des ArchäologischenInstituts der Universität Zürich unter PD Dr. ElenaMango hat gemeinsam mit Jacqueline Perifana-kis (Zürich) und dem Graker Mark Manion einedeutschsprachige Version der Ausstellung erar-beitet, die im Anschluss an die Station in Zürichin veränderter Form im Römisch-GermanischenMuseum in Köln gezeigt werden wird. Die KölnerAusstellung kann dank der Zusammenarbeit derVerantwortlichen des Römisch-GermanischenMuseums mit dem Italienischen Kulturinstitut inKöln realisiert werden. Ihre Präsentation in derSammlung des Zürcher Instituts, nach dem be-deutenden Archäologischen Museum in Thessa-loniki und vor dem grossen Römisch-Germani-schen Museum in Köln, macht deutlich, dass sichunser Museum bei entsprechendem Engagement

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Bernstein – Legende und Wirklichkeit

L’ambra. Mito e realtà

Weder Gold, noch Zinn, noch Halbedelsteine,nicht einmal Gewürze übten in der Antike eine sogrosse Anziehungskraft auf Dichter und Mythen-schöpfer aus wie Bernstein. Mythen, Geheimnisseund Legenden begleiten seit über zweitausendJahren seine Geschichte, aus ihm fertigte manwertvolle Schmuckstücke und Amulette gegen

zahlreiche Krankheiten. Schon in vorgeschicht-licher Zeit hat Bernstein die Aufmerksamkeit derMenschen auf sich gezogen: Die einzigartigeLichtdurchlässigkeit, die durch Reiben erzeug-te elektrostatische Ladung, der harzige Duftbeim Verbrennen, das geringe Gewicht und diesich – im Gegensatz zu anderen Schmucksteinen– warm anfühlende Oberäche; all diese Eigen-schaften haben dazu geführt, dass dem Bernsteinmagische, apotropäische (übelabwehrende) undtherapeutische Kr äfte zugeschrieben wurden.

Von der altgriechischen Bezeichnung für Bern-stein elektron stammt das Wort ‚Elektrizität’, wäh-rend der Ausdruck ‚ambra’ (welcher Bernstein ineinigen europäischen Sprachen bezeichnet) ausdem Arabischen entlehnt ist.

Der berühmteste Mythos zur Herkunft des Bern-steins ist derjenige Phaethons, der vom Blitz desZeus getroen wurde. Seine Schwestern, die He-liaden, wurden vor Trauer zu Bäumen und ihre Trä-nen wurden von ihrem Vater, dem Gott Helios, inBernstein verwandelt (Ovid, met. 319–366).

Pytheas von Massilia erforschte als erster Griechegegen Ende des 4. Jahrhunderts v. Chr. die Her-kunft des Bernsteins auf seiner überlieferten Reiseins Nordmeergebiet: Tatsächlich wurde Bernstein,

Non esisteva nell’antichità una sostanza così de-gna di attenzione da parte dei poeti e dei crea-tori di miti come l’ambra: non l’oro, o lo stagno,o le pietre dure, e neppure le spezie. Miti, misteri e leggende accompagnano la storia millenariadell’ambra, con cui si ricavavano preziosi gioielli e amuleti in grado di guarire numerose malattie.

Fin dalla preistoria l’ambra ha attirato la curiositàdell’Uomo per la singolare trasparenza, per l’ener-gia elettrostatica che sprigiona dopo uno strofnio, per l’aroma resinoso quando brucia, per la legge-rezza e per l’essere ‚calda’ al tatto a dierenza dellealtre gemme minerali. Tutto ciò ha contribuito ad assegnare all’ambra virtù magiche, apotropaichee anche terapeutiche.

La parola stessa elettricità deriva da elektron ,nome greco dell’ambra, mentre ambra vienedall’arabo.

Il mito greco più diuso che narra l’origine dell’am-bra è quello di Fetonte, ulminato da Zeus. Le suesorelle, le Eliadi, per il dolore, si trasormarono in al-beri. Le loro lacrime vennero consolidate in ambradal Sole. (Ovidio, Metamorosi, II, 319–366)

Pitea di Marsiglia compì un celebre viaggio nel mare del Nord verso la fne del IV secolo a.C. e uil primo ra i Greci ad appurare la verità sull’originedell’ambra, resina ossilizzata di alberi. Nell’antichi-tà il luogo principale di estrazione dell’ambra era-no le coste del Mar Baltico.

In Basilicata, la diusione degli ornamenti in am-bra ha inizio già nel secondo millennio a.C. Per unintero millennio l’ambra ha avuto una particolare

Vaglio, Grab 102, Gold- und Bernsteinketten mit verschiedenen Anhängern, Ende 6. Jahrhundert v. Chr.Vaglio, tomba 102, collana con perle e pendenti in ambra e oro, fne VI secolo a.C.

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Baumharz in fossilem Zustand, in der Antike vor al-lem entlang der Ostseeküste gewonnen.

In der Basilikata ndet sich Bernsteinschmuck schon seit dem 2. Jahrtausend v. Chr. und war vorallem zwischen dem 7. und dem 4. Jahrhundertv. Chr. besonders beliebt. Deshalb spielt dieses

Fundmaterial eine bedeutende Rolle als eines derwichtigsten Leitfossilien für die Rekonstruktionder antiken Geschichte dieser Region.Die frühesten Schmuckstücke aus Bernstein stam-men aus Bestattungen im Melfese und dem Be-zirk von Matera und werden ins 2. Jahrtausend v.Chr. datiert. Zwischen dem 10. und 8. Jahrhundertv. Chr. kommen kleine Bernsteinketten in den oi-notrischen Nekropolen vor. Das antike Volk derOinotrier bewohnte den südwestlichen Teil derheutigen Basilikata.

ortuna presso le popolazioni indigene della Ba-silicata interna, raggiungendo il suo apice tra VII e IV secolo a.C., tanto da costituire uno dei princi- pali ossili-guida utilizzati per ricostruire la storiaarcheologica della regione.

In Basilicata, i più antichi ornamenti in ambra sono

documentati già nel secondo millennio a.C. in se- polture del Melese e del comprensorio di Matera.Tra X e VIII secolo a.C., piccole collane in ambrasono documentate nelle necropoli della Basilicatameridionale appartenute all’antico popolo degli Enotri, stanziati nella parte sudovest dell’attualeBasilicata.

Bernstein ist ein fossiles Harz, welches von ver-schiedenen Nadel- und Laubbäumen erzeugtwird. Die Bäume produzieren das Harz haupt-sächlich, um sich vor Schimmel und Pilzbefall zuschützen oder um eine verletzte Stelle der Rindevor einem solchen Befall zu bewahren.

Bernstein scheint seit dem Karbon (vor mehr als300 Mio. Jahren) in allen geologischen Zeitalternvorzukommen. Die ältesten Stücke weisen kei-ne panzlichen (Blätter, Blumen) oder tierischen(Schmetterlinge, Ameisen, Spinnen und seltenerSkorpione, Frösche und Eidechsen) Einschlüs-se auf. Solche erscheinen erst seit 140 MillionenJahren mit einer gewissen Häugkeit. Nicht allepanzlichen Harze werden zu Bernstein. Nur un-ter bestimmten Bedingungen, die bei Versteine-rungsprozessen von organischen Materialien eineRolle spielen (rasche Verschüttung, chemischeUmgebung, Temperatur), ndet eine Verhärtungund letztendlich Umwandlung des Harzes zuBernstein statt.Jüngere Harze, welche noch nicht zu Bernsteinumgeformt sind, werden als Kopale (oder Copale,vom Aztekischen ‚copalli’, Harz) bezeichnet. Kopal,

der in Afrika und Südamerika sehr verbreitet ist,besitzt einen um einiges geringeren Handelswertals Bernstein.

Heute sind das Baltikum und Zentralamerika welt-weit die beiden wichtigsten Abbaugebiete. In Ita-lien ndet sich Bernstein im nördlichen Apenninund in Sizilien (die Bezeichnung ‚Simetit’ für die-se Bernsteinart leitet sich vom Fluss Simeto, naheCatania, ab). Beim baltischen Bernstein, welchervor 40–25 Millionen Jahren entstand, handelt es

Entstehung und Vorkommen von Bernstein

I processi di formazione e la provenienza dell’ambra

L’ambra è una resina ossile prodotta principal-mente da diverse specie di coniere e caducioglie.Le piante producono resine principalmente per diendersi in caso di attacchi da mue o unghi ocome reazione ad una erita.

L’ambra, diusa a partire dal Carboniero (oltre 300

milioni di anni a), sembra essere presente in tutti i periodi geologici. Le ambre più antiche sono pri-ve d’inclusi vegetali (oglie, fori) o animali (aralle,ormiche, ragni e, più raramente, scorpioni, ranee lucertole), che invece diventano relativamenterequenti a partire da 140 milioni di anni a. Nontutte le resine vegetali si sono trasormate o sonodestinate a trasormarsi in ambra. Solo particola-ri condizioni ambientali, come in tutti i processi di ossilizzazione di resti organici (velocità di seppel-limento, componenti chimiche, temperatura), a-voriscono l ’indurimento e la trasormazione dellaresina fno all’eventuale prodotto ultimo: l’ambra.Resine piuttosto recenti, non ancora trasormate inambra, sono dette copali (dall’atzeco copalli chesignifca resina). Il copale, piuttosto diuso in Aricae America del Sud, ha ovviamente un valore com-merciale molto ineriore a quello dell’ambra.

  Attualmente sono due le aree di estrazione piùimportanti del mondo: l’area baltica e quella cen-troamericana, mentre i principali luoghi di rinve-nimento italiani sono l’Appennino settentrionalee la Sicilia (quest’ultimo tipo di ambra è detta si-metite, dal fume Simeto presso Catania). Le ambrebaltiche, databili all’Eocene superiore – Oligoceneineriore (tra 40 e 25 milioni di anni a), sono consi-derate resine prodotte da pini o da larici o da cedri.Le ambre centroamericane, di ormazione più re-

Le proprietà elettrostatiche dell’am-bra sono all’origine di elektron ,nome usato dai Greci per indicarel’ambra e da cui deriva la parolaelettricità

Wegen seinen elektrostatischenEigenschaften nannten die Grie-chen Bernstein elektron, woherauch die moderne Bezeichnung‚Elektrizität’ stammt

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sich wohl um Harz von Kiefern, Lärchen und Ze-dern. Die zentralamerikanischen Harze sind jün-gerer Entstehung (vor 30–15 Millionen Jahren)und werden heutzutage ausgestorbenen Artenvon Hülsenfrüchtlern zugewiesen. Wenig später,vor weniger als 20 Millionen Jahren, entstand derBernstein der italischen Halbinsel.

Bernsteinstücke werden heute hauptsächlich inBergwerken abgebaut, während sie bis in die Mit-

te des 19. Jahrhunderts an Stränden gesammeltwurden, nachdem Winterstürme sie in Brockenvom Meeresgrund losgelöst hatten (Strandlese).Bernstein kann in Dutzenden von Farbvariantenauftreten, von Weiss über Gelb und Braunrot bisBlau.

cente (tra 30 e 15 milioni di anni a e, dunque, rieri-bili all’Oligocene superiore – Miocene medio), sonoattribuite a specie di leguminose oggi estinte. Di  poco più recenti, del Miocene (meno di 20 milioni di anni a), sono le ambre italiane.

Le ambre sono raccolte principalmente in miniere(ambre di cava), mentre sino alla metà dell’Otto-cento erano anche raccolte sulle rive del mare, inseguito a tempeste invernali che staccavano bloc-

chi di ambre dai ondali (pietra di mare).Le ambre possono assumere decine e decine di co-lori molto dierenti dal bianco, al giallo, al bruno-rossastro, al blu. 

Anolis-Echse, Raupe, Grille und Blatt als Einschlüsse in Bernstein, aus SantoDomingo (Foto R. Appiani, Sammlung R. Greco)

Lucertola anolide, bruco, grillo e oglia in ambra di Santo Domingo(oto R. Appiani, Collezione S. Greco)

Bernstein in verschiedenen Farbvarianten Ambra in colori diversi 

© K.walkow | Dreamstime.com

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Pytheas von Massilia erforschte als erster Griechegegen Ende des 4. Jahrhunderts v. Chr. die Her-kunft des Bernsteins auf seiner Reise ins Nord-meergebiet. Einige Jahrhunderte später drangenunter Kaiser Augustus die Römer bis ins Nord-meergebiet und insbesondere bis zur Mündungder Elbe vor, wo sie das Vorkommen von Bernstein

ausndig machen konnten, der hier an den Küs-ten der Ostsee und Jütlands abgebaut wurde.Plinius der Ältere war der Ansicht, dass Bernsteinauf den Inseln des nördlichen Ozeans (Ostsee)aus dem heraussickernden Mark einer bestimm-ten Kiefernart entstehe, welches durch Frost oderdurch das kühle Meerwasser erstarre und durchstürmische Wellen von den Inseln fortgespültwerde. Seine Ansicht rührte wohl daher, dassBernstein beim Reiben einen charakteristischenKiefernduft entfaltet und, einmal angezündet, wieein Kienspan brennt. Gemäss Plinius waren es dieVeneter, welche erstmals Bernstein von den Ger-manen der Provinz Pannonia erwarben und inUmlauf brachten.

Dank mineralogischer Analysen konnte die Her-kunft des antiken Bernsteins nahezu vollständig

auf das nordeuropäische Gebiet (Ostseeküste)beschränkt werden. Der Simetit aus Ostsizilienscheint nicht bekannt gewesen zu sein.

Die ‚Bernsteinstrasse’ ist ein modernes Konzeptund bezeichnet den in der Antike benutzten Han-delsweg, auf welchem Bernstein noch im Roh-zustand aus dem Baltikum nach Italien und Grie-chenland transportiert wurde, wo er zu Schmuck verarbeitet wurde. Schon im 16. Jahrhundert v.Chr. importierten die mykenischen Könige grösse-

Herkunt und antike Handelswege des Bernsteins

L’origine e le vie dell’ambra

Pitea di Marsiglia, durante un celebre viaggio nel mare del Nord verso la fne del IV secolo a.C., u il  primo tra i Greci ad appurare l’origine dell’ambra. I Romani, in età augustea, arrivati al mare del Nord e in particolare alle oci dell’Elba, conermaronol’origine nordica dell’ambra, che veniva scavata eraccolta lungo le coste del mare del Baltico e dello

 Jutland.Plinio, in particolare (Storia Naturale, XXXVII,42–46), aerma che l’ambra si genera, nelle isoledell’Oceano, dal midollo che stilla da un tipo di  pino e si solidifca per il gelo o per eetto del mare,quando le onde agitandosi la strappano dalle iso-le. La sua convinzione è dovuta sia all’odore di pinoche l’ambra, strofnata, produce e sia al atto che,ad accenderla, brucia allo stesso modo e con leesalazioni di una torcia resinosa. Per Plinio urono i Veneti, per primi, ad acquistarla dai Germani della provincia di Pannonia e a dionderne la ama.

  Analisi mineralogiche hanno permesso di con-ermare una provenienza quasi esclusivamentenord-europea (coste del Mar Baltico) per le ambreantiche. L’ambra del Simeto, nella Sicilia orientale,sembra non osse conosciuta.

La ‚via dell’ambra’ è un concetto moderno, cheserve per designare un percorso che dal Baltico portava questa preziosa resina, ancora allo statogrezzo, fno all’Italia e alla Grecia, dove veniva inta-gliata per realizzare gioielli. Già nel XVI secolo a.C.,i re di Micene importavano quantità considerevoli di ambra: in una sola sepoltura, Schliemann rin-venne ben 1290 elementi di collana in ambra, che,tra l’altro, trovano conronti con reperti realizzati nell’Inghilterra e nella Germania meridionale, oltre

Vorkommen von Bernstein im BaltikumLocalizzazione dei principali giacimenti di ambra baltica

Handelswege von Bernstein in der Antikevie dell’ambra

Herkunft von Bernsteinluogo di provenienza dell’ambra

Verteilungszentrencentri di redistribuzione

Verbreitung von Bernsteinobjekten in Italiendiusione di oggetti di ambra in Italia

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re Mengen von Bernstein: In einem einzigen Grabfand Schliemann 1290 Perlen aus diesem Material.Diese zeigen zudem Parallelen zu Fundstücken,die im Süden Englands und in Süddeutschlandsowie im Elsass gefunden wurden.Vom 12. bis 8. Jahrhundert v. Chr. waren Schmuck-stücke aus Bernstein, die untereinander grosse

Ähnlichkeiten aufwiesen, in den phönizischenund griechischen Gebieten rund ums Mittelmeer,auf der italischen Halbinsel sowie im schweizeri-schen Kanton St. Gallen und in der südlichen Uk-raine verbreitet. Auch Homer erwähnt Schmuck aus Gold und Bernstein, mit dem die Phönizier auf den Ägäischen Inseln an den fürstlichen Höfenhandelten (Homer, Od. 15, 459 und 18, 295–6).In der Zeit vom 6. bis 5. Jahrhundert v. Chr. gelang-te Bernstein über ein komplexes Tauschsystemnach Italien, welches die Bewohner der Ostsee-küste, Mitteleuropa und die etruskischen Städteder Poebene verband.

che in Alsazia. Fra il XII e l’VIII secolo a.C. gioielli inambra, molto simili tra loro, erano diusi sulle co-ste del Mediterraneo abitate dai Fenici e dai Greci,nell’Italia continentale, oltre che nel cantone sviz- zero di San Gallo e in Ucraina meridionale. Omero(Odissea, XV, 459 e X VIII, 295–6) menziona i gioielli d’ambra e oro che i Fenici vendevano, nelle isoledell’Egeo, presso le corti dei principi.Tra il VI e il V secolo a.C. l’ambra arrivava in Italiaattraverso un complesso sistema di scambi che

coinvolgeva le popolazioni delle coste baltiche, legenti dell’Europa centrale e le città etrusche della pianura padana. 

Banzi, Grab 164, Anhänger in Form eines Frauenkopfes, 5. Jahrhundert v. Chr.Banzi, tomba 164, pendente in ambra a testa emminile, V secolo a.C.

Chiaromonte, Sotto la Croce,Grab 142, Ohrringe aus Bronze mit

scheibenförmigen Bernsteinperlen

Chiaromonte, Sotto la Croce,tomba 142, orecchini di bronzo con

 perle d’ambra

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In der griechischen Überlieferung führte man denUrsprung des Bernsteins auf die Gärten der Hes-periden im weit entfernten und sagenumwobenenWesten zurück, da er vor allem aus Italien über dasAdriatische Meer nach Griechenland gelangte. Derberühmteste Mythos über die Herkunft des Bern-steins ist jener Phaethons. Ovid erzählt in seinenMetamorphosen (II, 319–366), wie der Held voneinem Blitz des Zeus getroen wurde, während erden Himmel auf dem Wagen seines Vaters Heliosdurchquerte. Er hätte beinahe die ganze Erdkugelverbrannt, da er ihr mit dem Wagen zu nahe ge-kommen war. Phaethon stürzte mit loderndemHaar vom Wagen auf die Erde herab, gleich einerSternschnuppe. Sein Körper el in den Fluss Erida-nos (Po), während die drei Schwestern vor Trauerum den Bruder nach und nach als Bäume am Bo-den festwuchsen. Ihre Tränen, die ununterbrochenaus den Baumstämmen sickerten, wurden von derSonne gehärtet und in Bernstein verwandelt.Ein fälschlicherweise Aristoteles zugewiesenesWerk handelt ebenfalls davon, dass der vom Blitzgetroene Phaethon in einen Sumpf nahe derMündung des Eridanos und der Elektriden-Inselnstürzte. In der Umgebung wuchsen viele Pappeln,

von denen das elektron (Bernstein) wie Kautschuk tropfte, dann hart wie Stein wurde und schliesslichvon den Einheimischen gesammelt wurde, um esan die Griechen weiter zu verkaufen.Eine andere Überlieferung geht auf eine verlore-nene Tragödie von Sophokles zurück (Plinius, nat.hist. 37, 40): Danach sollen es die Schwestern desgriechischen Heros Meleager gewesen sein, wel-che von der Göttin Artemis in Vögel verwandeltwurden und in ihrer Trauer um den verstorbenenBruder Bernsteintränen im fernen Indien weinten.

Bernstein in der griechischen Mythologie

I miti greci e l ’ambra

La tradizione greca sosteneva che l’ambra grezza proveniva dall’Esperia, nel lontano e leggendarioOccidente, orse perchè giungeva in Grecia preva-lentemente dall’Italia, attraverso l’Adriatico.Il mito più diuso che narra l’origine dell’ambra èquello di Fetonte. Ovidio (Metamorosi, II, 319–366)racconta che l’eroe, mentre attraversava il cielo conil carro del Sole (suo padre), u ulminato da Zeus  poichè rischiava di ardere la terra avvicinandosi troppo ad essa. Fetonte morì precipitando sulla ter-ra come una stella cadente, con le chiome avvoltedalle famme. Il suo corpo u accolto dal fume Eri-dano (il Po). Le tre sorelle, le Eliadi, a uria di pian-gere, si trasormarono lentamente in alberi. Le lorolacrime, che continuavano a stillare dai tronchi,vennero consolidate in ambra dal Sole.In un’opera dal titolo Narrazioni mirabili, attribuitaalsamente ad Aristotele, si racconta che Fetonte,colpito dal ulmine, cadde in una palude, semprealla oce dell’Eridano e presso le isole Elettridi. Intor-no vi erano molti pioppi dai quali cadeva l’elektron(l’ambra) simile alla gomma, ma che diventavaduro come pietra e veniva raccolto dalla gente del luogo per essere portato ai Greci.Secondo un’altra tradizione, che trae origine da

una tragedia perduta di Soocle ed è riportatada Plinio (Storia Naturale, XXXVII, 40), alla mortedell’eroe greco Meleagro, sarebbero state le sue so-relle, trasormate da Artemide in uccelli, a piangerelacrime d’ambra nella lontana India.  Darstellung des Mythos von Phaethon

und der Heliaden(nach Antoine de la Barre de Beaumarchais,

Le temple des Muses, 1742)

Il mito di Fetonte e le sorelle Eliadi (da Antoine de la Barre de Beaumarchais,

Le temple des Muses, 1742)

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Seit Jahrhunderten wird Bernstein als Amulettoder natürliches Heilmittel gegen Leiden jeglicherArt eingesetzt.Schon im ersten Jahrhundert v. Chr. schreibt Pli-nius (nat. hist. 37, 44): „Noch heute tragen dieBauernfrauen der Transpadaner Bernstein anstel-le <anderer> Halsbänder, vor allem als Schmuck,aber auch als Heilmittel; man glaubt ja, <Bern-stein> wirke gegen geschwollene Mandeln undHalserkrankungen, …“ (Übersetzung R. König).Die Anwendung als Heilmittel wird in römischerZeit auch von Medizingelehrten wie Celsus(1. Jahrhundert n. Chr.) und Galenos (2. Jahrhun-dert n. Chr.) erwähnt und bleibt während des ge-samten Mittelalters bis in die Neuzeit bestehen.Mehrere Rezepte in europäischen Arzneibüchernverordnen Bernstein in Form von Räuchermittelnals Heilmittel bei Augen- oder Halsleiden.

Bernstein wurde in Pulverform als Zusatz zu Weinoder Likör verabreicht, um die natürliche Körper-und Geisteskraft zu stärken, gebärende Frauen zuunterstützen oder um Epilepsie oder Höhenangstsowie Herz- und Magenleiden zu behandeln. Erst1876 werden in einer Abhandlung Zweifel in Be-

zug auf die Heilkraft von Bernstein ausgesprochen.

Heutzutage wird Bernstein in der homöopathi-schen Medizin sowie in der Kosmetikindustrieverwendet, die davon anhaltende Schönheit ver-spricht.

Ein magischer Stein, der heilen kann

Una pietra magica e curativa

Da secoli l’ambra è stata usata come amuleto ocome rimedio naturale contro malattie di ogni ge-nere.Già nel I secolo a.C. Plinio ricorda che “Le donnedella zona della Gallia Transpadana (Lombardia) portano collane di ambra, come ornamento maanche a scopo terapeutico, perchè inatti si credeche prevenga le malattie delle tonsille e della gola” (Storia Naturale, 37, 44).L’ uso curativo è ricordato anche da studiosi anti-chi di medicina come Celso (I secolo d.C.) e Galeno(II secolo d.C.) e persiste per tutto il Medioevo fnoall’età moderna, come indicano i vari ricettari del-la armacopea europea, che la prescrivono per lemalattie degli occhi o della gola, se bruciata comeincenso.

Si somministrava ridotta in polvere e miscelata avini o liquori per avorire le acoltà naturali, cura-re le partorienti o per curare ‚i mali del capo’ comel’epilessia o le vertigini, le malattie del cuore o dellostomaco.Solo nel 1876 in un trattato si comincia a dubitaredelle proprietà curative dell’ambra: “crediamo di  poter rinunciare al rimedio, perchè esso non ha al-

cun valore in terapia”.

Oggi l’ambra continua ad essere usata nella me-dicina omeopatica e anche nell’industria della co-smesi che promette una bellezza duratura. 

Vaglio, Rekonstruktionszeichnungeines Geschmeides mit Schmuck-elementen aus Bernstein, Gold undSilber, 6. Jahrhundert v. Chr.

Vaglio, disegno ricostruttivo di una parure del VI secolo a.C. con gioielli in ambra, oro e argento

Alianello, Grab 315, Diadem mit kleinen Perlen aus Bein, Elfenbein, G laspaste, Bernstein und Skarabäus-Anhängern,7. Jahrhundert v. Chr.

 Alianello, tomba 315, diadema in osso, avorio, pasta vitrea, ambra e scarabei, VII secolo a.C.

Guardia Perticara, Grab 514, Ohrringe mit kleinen scheibenförmigen Perlen aus Glaspaste und grossen BernsteinperlenGuardia Perticara, tomba 514, Orecchini con perle in osso e pasta vitrea e grandi perle d’ambra

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Die Griechen verwendeten Bernstein und Elfen-bein zur Herstellung von Schmuck und Amulet-ten. Sie liessen sich dabei anfänglich von der phö-nizischen Kunst inspirieren; genau wie Bernsteinwurde auch das aus Indien stammende Elfenbeinanfangs von den Phöniziern gehandelt. Amulettein Form von kleinen Ächen oder Löwen sind ingriechischen Heiligtümern in Ephesos und Spartagefunden worden. Ausserdem diente Bernsteinim antiken Griechenland auch zur Herstellung vonMusikinstrumenten (Lyra).

Auf der italischen Halbinsel bearbeiteten vor allemgriechische und etruskische Künstler Bernstein.Während des 7. Jahrhunderts v. Chr. produzier-ten in phönizischen Werkstätten ausgebildete,griechische Handwerker für die Oberschicht La-tiums Schwertgrie aus Bernstein, Flachreliefsmit Darstellungen von Löwenköpfen aus Elfen-bein mit eingelegten Augen aus Bernstein sowie  Trompeten aus Elfenbein mit Einlegearbeiten ausBernstein. Am Anfang des 6. Jahrhunderts v. Chr.schufen Künstler, die wohl aus Tarent stammten,höchst ranierte, mit Flachreliefs aus Bernsteinund Elfenbein geschmückte Möbel (zum Beispiel

 Totenbetten) für die etruskische, italische und mit-teleuropäische Aristokratie.Das Aufblühen neuer Werkstätten von Bernstein-kunst in Italien in der zweiten Hälfte des 6. Jahr-hunderts v. Chr. ist auf die Ankunft von Handwer-kern, Goldschmieden und Bildhauern in Süditalienzurückzuführen, welche zusammen mit Grössender Wissenschaft wie Pythagoras aus den von Ly-dern und Persern besetzten griechischen Städtender ionischen Küste ohen.

Bernstein in Griechenland und Italien

L’ambra in Grecia e in Italia

I Greci usarono l’ambra e l ’avorio per produrre mo-nili e portaortuna, ispirandosi, inizialmente, all’ar-te enicia. Anche l’avorio di provenienza indianaera commercializzato inizialmente dai Fenici, cosìcome l’ambra. Monili portaortuna in ambra, aorma di scimmiette e di leoncini, sono stati rinve-nuti nei santuari greci di Eeso e Sparta. Nel mondogreco, l’ambra era usata anche per realizzare stru-menti musicali (lire).

In Italia i principali intagliatori di ambra urono gli Etruschi e i Greci. Durante il VII secolo a.C., artigiani greci, ormatisi alle scuole del Mediterraneo orien-tale, ad esempio, producevano, per le aristocrazielaziali, impugnature di spade in ambra, bassori-lievi raguranti teste di leone in avorio con occhi d’ambra e trombe realizzate con zanne di elean-te intarsiate con elementi d’ambra. Agli inizi del VI secolo a.C., intagliatori, probabilmente tarantini,realizzavano per le aristocrazie etrusche, italichee dell’Europa centrale anche mobili di gran lusso,come letti unerari, rivestiti con placche a bassori-lievo in ambra e avorio.La foritura di nuove scuole di scultura in ambranella seconda metà del VI secolo, in Italia, è lega-

ta all’arrivo di maestri intagliatori, orefci e scultori,che, insieme a scienziati del valore di Pitagora, ug-givano dalle città greche d’Asia Minore, invase dai Lidii e dai Persiani. 

Chiaromonte, Grab 75, mehrreihige Kette mit Perlen aus Bernstein unterschiedlicher Form und mehrfarbigen GlaspasteperlenChiaromonte, tomba 75, collana con perle d’ambra e di pasta vitrea

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24 25Mel, Grab 43, Anhänger aus Bernstein mit Sphinx, 5. Jahrhundert v. Chr.

Melf, tomba 43, pendente in ambra con sfnge, V secolo a.C.Alianello, Contrada Cazzaiola, oinotrische Nekropole, 7.–5. Jahrhundert v. Chr.

 Alianello, Contrada Cazzaiola, necropoli enotria, VII–V secolo a.C.

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Der Höhepunkt der Verbreitung von Bernstein inder antiken Basilikata fällt in die Zeit zwischen dem7. und dem 4. Jahrhundert v. Chr. Es lässt sich eineRoute von Nordeuropa über die Po-Mündungund die adriatische Küste bis nach Süditalien ver-folgen. Die Basilikata, insbesondere das Gebiet derOinotrier, war nämlich während dieser Jahrhun-derte Teil eines komplexen Netzwerkes, welchesdas östliche Mittelmeer, die Küsten Italiens sowieMittel- und Nordeuropa umfasste.Bemerkenswert sind zur gleichen Zeit die reichenBestattungen der indigenen Frauen der Ober-schicht, welche prächtige Schmuck ensembles ausBernstein sowie aus Silber, Bronze, Eisen und Glas-paste aufweisen.Zum Teil handelt es sich hierbei um Kunstwerkein Miniaturformat von ausserordentlich ranierterMachart. Angefertigt wurden diese von Künstlernder griechischen Siedlungen am ionischen Meer(Metapont, Syris, Tarent, Sybaris), aus etruskischenStädten Kampaniens (Capua, Pontecagnano) so-wie vielleicht aus Canosa, einem wichtigen Zent-rum im daunischen Küstengebiet. Anhand einigerWerke, welche für den Grabbereich bestimmt wa-ren, können sogar verschiedene Künstlerhände in

der Region unterschieden werden.So können einige Bernsteinobjekte dem soge-nannten Meister der geügelten Sphingen zuge-schrieben werden, dessen Schaenszeit zwischendem Ende des 6. und dem Anfang des 5. Jahr-hunderts v. Chr. liegt. Der Anhänger in Form einergeügelten Sphinx, der aus einem Fürstengrab inBraida di Vaglio stammt, dürfte diesem Meisterzugeschrieben werden. In der gleichen Bestat-tung sind auch Anhänger aus Bernstein in Formvon Widderköpfen gefunden worden, welche

Bernstein in der Basilikata

L’ambra in Basilicata

Il momento di maggiore ortuna dell’ambra, nellaBasilicata antica, si registra tra VII e IV secolo a.C., periodo in cui questi territori, e in particolare l’Eno-tria, sono inseriti in un complesso sistema di rela- zioni che comprende il Mediterraneo Orientale, lecoste italiane e l’Europa centro-settentrionale. Ladiusione dell’ambra avviene seguendo un lungoitinerario che dall’Europa del Nord attraversava la

oce del Po, le coste adriatiche per giungere in Italiameridionale.In questo periodo le donne indigene di rango so-ciale elevato vengono sepolte con sontuose paru-res caratterizzate da ornamenti o apparati decora-tivi dei vestiti in ambra, oltre che in argento, bron- zo, erro e pasta di vetro.Si tratta in alcuni casi di piccole sculture in ambra,realizzate da intagliatori delle città greche dellacosta ionica e delle città etrusche della Campania(Capua, Pontecagnano) e orse anche di Canosa,importante centro della Daunia costiera. Osser-vando questi manuatti destinati all’ambito u-nerario, alcuni veri e propri capolavori, è possibiledistinguere diversi artisti della regione. Al Maestro delle sfngi alate, attivo tra fne del VI einizi del V secolo a.C., si possono attribuire alcune

sculture come il pendente con sfnge alata rinve-nuto in una tomba principesca a Braida di Vaglio.Nella stessa sepoltura sono stati trovati anche  pendenti a testa di ariete sempre in ambra, chetrovano conronti molto stringenti con produzioni dell’Etruria padana, a conerma degli interscam-bi ra le produzioni dell’Italia meridionale e quelledell’Etruria, area da cui proveniva l’ambra grezzadel Baltico. 

Schematische Karte der Basilikata mit Angabe der Fundorte von Bernsteinschmuck Luoghi di ritrovamento di gioielli in ambra nella Basilicata

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sehr enge Parallelen mit Erzeugnissen aus Nord-etrurien (Poebene) aufweisen. Dies bestätigt dieAnnahme eines regen Austausches zwischenden Produktionsstätten in Süditalien und jenen inEtrurien, von wo aus der baltische Bernstein wei-tergehandelt wurde.

Guardia Perticara, Grab 509, während der AusgrabungGuardia Perticara, tomba 509, in corso di scavo

Alianello, Grab 316, Ketten mit Bernsteinplättchen und -perlen, Ende 7. Jahrhundert v. Chr. Alianello, tomba 316, collane in ambra con piastrine divisorie, fne VII secolo a.C.

Chiaromonte, Grab 182, während der AusgrabungChiaromonte, tomba 182, in corso di scavo

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In verschiedenen Nekropolen Oinotriens (7.– 6.Jahrhundert v. Chr.) kam eine aussergewöhnlichhohe Anzahl von Schmuckelementen verschie-denster Formen aus Bernstein zum Vorschein. Sozum Beispiel die grossen Perlen, welche bronzeneOhrringe schmücken, oder die mehrreihigen Hals-ketten, Pektorale, welche in Aliano und Chiaro-monte beträchtliche Ausmasse erreichen und als

Zurschaustellung des Reichtums und des sozialenRanges zu verstehen sind.

Aus Chiaromonte (Grab 96) stammt eine mehr-reihige Halskette mit einem Anhänger in Formeines weiblichen Kopfes in subdädalischem Stil,die ins frühe 6. Jahrhundert v. Chr. datiert wird. Inderselben Nekropole (Grab 154) wurden mehreregrosse Scheiben aus Bernstein ausgegraben, wel-che die Borte einer Art Schürze über einem Kleideinfassten. Wiederum in Chiaromonte fanden sichin einem prächtigen Grab (Nr. 325) der ersten Hälf-te des 7. Jahrhunderts v. Chr. kostbare Schmuck-stücke aus Bernstein, darunter ein grosses Pekto-rale und ein Gürtel aus viereckigen, durchbohrtenPlättchen, welche mit mehreren Fäden zusam-mengeochten waren. Aus Latronico (Grab 83)

stammt ein Gürtel, welcher unter anderem bear-beitete Bernstein-Elemente in Entenform aufweist.Andere Gürtel bestehen aus mehreren Reihenkleiner Bernsteinperlen, welche alternierend mitPerlen aus Glaspaste nach ägäisch-orientalischerManier angeordnet sind.In denselben Nekropolen kommen auch ausBernstein gearbeitete Anhänger vor, welche einenFisch (aus Guardia Perticara) oder den orientali-schen Gott Bes (aus Alianello) darstellen. NebenBernstein wurden in den oinotrischen Nekropolen

Die oinotrischen Frauen und der Bernstein

Le donne dell’enotria e l’ambra

In particolare, tra VII e VI secolo a.C., le necropoli dell’Enotria hanno restituito una quantità stra-ordinaria di ornamenti in ambra, dalle orme piùvarie. In ambra sono i grandi vaghi pendenti dagli orecchini in flo di bronzo o le collane anche a giri multipli, spesso veri e propri grandi pettorali, chead Aliano e Chiaromonte raggiungono dimensioni ragguardevoli come ostentazione della ricchezza e

del rango sociale.

Da Chiaromonte (tomba 96), proviene una collanaa più giri con un pendente in orma di testa em-minile di stile subdedalico, degli inizi del VI secoloa.C. Nella stessa necropoli (tomba 154), grandi di-schi in ambra marginano il bordo di una sorta di grembiule indossato sul vestito. Sempre da Chiaro-monte, è una sontuosa tomba (n. 325) della primametà del VII secolo a.C. che ha restituito preziosi ornamenti in ambra, tra cui una grande collana-  pettorale e una cintura ormata da tessere qua-drangolari orate e intessute mediante una serie di fli passanti al loro interno. Da Latronico (tomba83) proviene una cintura, in ambra, che presenta,tra l’altro, elementi scolpiti in orma di anatre. Altrecinture sono ormate da fle di piccolissimi vaghi 

di ambra alternate a fle di vaghi di pasta di vetroegeo-orientale.Nelle stesse necropoli enotrie compaiono anche  pendenti intagliati in ambra, che ragurano un pesce (a Guardia Perticara) o Bes, divinità orientale(ad Alianello). Accanto all’ambra si trovano anche pasta di vetro, bronzo, conchiglie ed osso ra i ma-teriali utilizzati per i gioielli.La tradizione di ornamenti in ambra, nella Basili-cata meridionale, persiste nel V e nel IV secolo a.C.,anche se ormai si tratta di singoli elementi come

Chiaromonte, Grab 96, Anhänger in Form eines Frauenkopfes, Anfang 6. Jahrhundert v. Chr.Chiaromonte, tomba 96, pendente in ambra a testa emminile, inzio VI secolo a.C.

Chiaromonte, Grab 325,Rekonstruktionszeichnung der

 Tracht einer oinotrischen Frau des7. Jahrhunderts v. Chr.

Chiaromonte, tomba 325,il costume di una donna enotriadel VII secolo a.C.

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auch Glaspaste, Bronze, Muscheln und Bein alsMaterial für Schmuck verwendet.Bernsteinschmuck bleibt bis ins 5. und 4. Jahr-hundert v. Chr. als Grabbeigabe in Gebrauch, al-lerdings beschränkte man sich nun auf einzelneElemente wie die Perlen in Form eines weiblichenKopfes von Halsketten aus Latronico, Roccanovaund S. Martino d’Agri und diejenige in Form einer

 Traube, ebenfalls aus Roccanova.

i vaghi di collana a testa emminile da Latronico,Roccanova e S. Martino d’Agri e quello a orma di grappolo d’uva, sempre da Roccanova.

Chiaromonte, Grab 325, Schmuckensemble einer oinotrischen Frauenbestattung, erste Hälfte des 7. Jahrhunderts v. Chr.Chiaromonte, tomba 325, parure di una donna enotria della prima metá del VII secolo a.C.

Chiaromonte, Grab 325, Zeichnung des Grab-befundes, erste Hälfte des 7. Jahrhunderts v. Chr.

Chiaromonte, tomba 325, disegno della tomba, prima metà VII secolo a.C.

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34 35Latronico, Colle dei Greci, Grab 90, Anhänger aus Bernstein in Form eines weiblichen Kopfes, 5. Jahrhundert v. Chr.Latronico, Colle dei Greci, tomba 90, pendente in ambra a testa emminile, V secolo a.C.

Guardia Perticara, Grab 532, Fibeln und Schmuck aus Bronze und Bernstein, 7. Jahrhundert v. Chr.Guardia Perticara, tomba 532, fbule e gioielli in bronzo e ambra, VII secolo a.C.

Bernstein und das Motiv des Seelenraubs

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Bernstein und das Motiv des Seelenraubs

L’ambra e il rapimento dell’anima

Die magisch-beschützende Bedeutung von Bern-stein für die einheimischen Bewohner des vorrö-mischen Italiens (Pikener, Oinotrier, Peuketier,Daunier) wird bereits in der Auswahl der auf denSchmuckstücken dargestellten Themen zum Aus-druck gebracht.Eines der beliebtesten Motive der Bernsteinkunstvom 6. bis zum 4. Jahrhundert v. Chr., sowohl in

der griechischen als auch in der etruskischenProduktion, ist sicherlich jenes der geügeltenFrauenguren. Harpyien, Sphingen, Sirenen, Stri-ges (Vogelfrauen, die nach römischem Volks-glauben Kinder raubten) oder Lasae (geügelteNymphen der Etrusker) stellen Varianten dessel-ben Themas dar: Eine geügelte Göttin oder Vo-gelfrau, die in einen göttlichen Jüngling verliebtist. Diese ikonographischen Varianten erlaubteneine individuelle Anpassung eines mythologischvielschichtigen Bildmotivs auf einem Amulett andie jeweiligen Auftraggeber. Da das Motiv auchauf anderen Bildträgern (Vasen, Wandmalerei-en oder Skulpturen) aus dem Sepulkralbereichanzutreen ist, liegt die Interpretation nahe,dass es sich dabei um Figuren handelt, welchein der Vorstellungswelt der italischen Völker die

Entführung der Sterblichen ins Jenseits sym-bolisieren. Das vom Bernstein eingefangeneLicht begleitete so den Verstorbenen auf seinerReise.Das Bild der geügelten Frau (oder des geügel-ten Kriegers, der ebenfalls als Mittler zwischenMenschen und Göttern wirkt) ist charakteristischfür einige der bedeutendsten Bernsteinobjekteder Zeitspanne zwischen dem 6. und dem 4. Jahr-hundert v. Chr. aus der mittleren und nördlichenBasilikata.

Presso le popolazioni indigene dell’Italia preromana(Piceni, Enotri, Peuketiantes, Dauni) le valenze ma-gico-protettive dell’ambra sono evidenziate dagli stessi soggetti ragurati sui gioielli intagliati.Uno ra i motivi preeriti nella sculture in ambra del VI–IV secolo a.C., di produzione sia greca che etru-sca, è sicuramente quello della donna alata. Arpie,Sfngi, Sirene, Striges (donne-uccello che rapivano

i anciulli, secondo le credenze popolari romane)o Lase (le Nine alate degli Etruschi) costituisconovariazioni sul tema della dea alata, o della donna-uccello, innamorata del anciullo divino: divagazio-ni iconografche, che personalizzano per i commit-tenti un talismano ricco di implicazioni mitologiche.Il atto che il medesimo tema iconografco ritorni anche su altri monumenti di carattere unerario(vasi dipinti, pitture o sculture tombali) induce aritenere che ossero personaggi, destinati a ragu-rare, nell’immaginario delle genti italiche, il mondodell’ Al di là che rapisce il mortale destinato alla vitabeata ultraterrena. La luce sprigionata dall’ambraaccompagnava dunque il deunto nel suo viaggio.L’immagine della donna alata (o del guerriero ala-to, anch’esso in grado di collegare gli uomini conle divinità) caratterizza alcune delle più importanti 

sculture in ambra di VI–IV secolo a.C. della Basilicatacentro-settentrionale.Oltre al pendente a orma di sfnge da Braida di Va-glio, si possono ricordare, dalle necropoli di Melf,sculture in ambra, della fne del V secolo a.C., cheragurano donne e guerrieri alati. Da Tricarico, in-fne, proviene un pendente in ambra, del IV secoloa.C, che ragura il mito per eccellenza del rapimen-to dell’anima: Eos, la dea dell’Aurora, dalle splendideali, dalle dita di rosa e dal vestito color zaerano ra- pisce il giovane Kephalos.

Mel, Grab 48, Anhänger aus Bernstein mit Darstellung eines geügelten Kriegers, 5. Jahrhundert v. Chr.Melf, tomba 48, pendente in ambra con guerriero alato, V secolo a.C.

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Neben einem Anhänger in Form einer Sphinx

aus einem Grab in Braida di Vaglio sind Bernstein-objekte des ausgehenden 5. Jahrhunderts v. Chr.aus den Nekropolen von Mel mit Darstellungenvon geügelten Frauen und Kriegern zu erwäh-nen. Aus Tricarico schliesslich stammt ein Anhän-ger aus Bernstein des 4. Jahrhunderts v. Chr. mitder Darstellung des Seelenraubs schlechthin: Eos,die Göttin der Morgenröte, die rosenngrige mitihren prächtigen Flügeln und dem safranfarbenenGewand, entführt den Jüngling Kephalos.

 Tricarico, Grab 60, Anhänger ausBernstein mit Darstellung desMythos von Eos und Kephalos,4. Jahrhundert v. Chr.

Tricarico, tomba 60, pendente inambra con ragurazione del mitodi Eos e Kephalos, IV secolo a.C.

Vaglio, Grab 102, Anhänger aus Bernstein in Form einer Sphinx, Ende 6. Jahrhundert v. Chr.Vaglio, tomba 102, pendente in ambra con sfnge, fne VI secolo a.C.

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Die Archäologischen Nationalmuseen der Basilikata – www.basilicata.beniculturali.it

Die in der Ausstellung gezeigten Objekte stellen eine kleine Auswahl der Grabungsfunde dar,

die in den Archäologischen Museen der Region Basilikata aufbewahrt werden.

Museo Archeologico Nazionale della Basilicata „ Dinu Adamesteanu“, Potenza

Palazzo Lofredo, via A. S errao 11, 85100 Potenza Tel.: +39 0971 21719; Montag Vormittag geschlossen.

Museo Archeologico Nazionale „Domenico Ridola“, Materavia Domenico Ridola 24, 75100 Matera

 Tel.: +39 0835 310058; Montag Vormittag geschlossen.

Museo Archeologico Nazionale di Metaponto, Metapontvia Aristea 21, 75012 Metapont (Matera)

 Tel.: +39 0835 745327; Montag Vormittag geschlossen.

Museo Archeologico Nazionale della Siritide, Policoro

via Colombo 8, 75025 Policoro (Matera) Tel.: +39 0835 972154; Dienstag Vormittag geschlossen.

Museo Archeologico Nazionale dell’Alta Val d’Agri, Grumento Novaloc. Spineta o Bosco del Principe, 85050 Grumento Nova (Potenza)

 Tel.: +39 0975 65074; Montag Vormittag geschlossen.

Museo Archeologico Nazionale del Melfese „Massimo Pallot tino“, Melvia Castello, 85025 Mel (Potenza)

 Tel.: +39 0972 238726; Montag Vormittag geschlossen.

Museo Archeologico Nazionale di Venosa, Venosapiazza Castello – Castello Pirro del Balzo, 85029 Venosa (Potenza)

 Tel.: +39 0972 36095; Dienstag Vormittag geschlossen.

Museo Archeologico Nazionale di Muro Lucano

via Seminario 6, 85054 Muro Lucano (Potenza) Tel.: +39 0976 71778; jeweils nachmittags von Montag bis Freitag geschlossen.

Mel

Venosa

Muro Lucano

GrumentumPolicoro

Metaponto

MateraPotenza

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