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Landschaftsplan Piano paesaggistico Gemeinde Tramin a.d.W. Comune di Termeno s.s.d.V.

Piano paesaggistico Termeno s.s.d.V. - gis2.provinz.bz.itgis2.provinz.bz.it/mapAccel/docs/Landbrowser_docs/ErlauterndeB... · UFFICIO ECOLOGIA DEL PAESAGGIO 28.4 Ripartizione Natura,

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LandschaftsplanPiano paesaggistico

Gemeinde Tramin a.d.W.

Comune di Termeno s.s.d.V.

Planverfasser / Redattore del piano:Dr. GEORG PRAXMARER Tel.: 0471-417738Amt für Landschaftsökologie / Ufficio Ecologia del paesaggio

www.provinz.bz.it/natur-raum

Landschaftsplan der Gemeinde Tramin a.d.W.Beschluss der Landesregierung Nr. 573 vom 20.05.2014

Piano paesaggistico del Comune di Termeno s.s.d.V.Deliberazione della Giunta provinciale n. 573 del 20/05/2014

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Relazione illustrativa 1. Punto di partenza ed obiettivi 2

2. Descrizione del territorio 3

3. Misure di tutela 4

Zone di rispetto paesaggistiche.....................................................................................4

Zone di interesse paesaggistico ....................................................................................6

Elementi strutturali paesaggistici ...................................................................................8

Tutela del patrimonio arboreo e del verde urbano .........................................................9

Zone di tutela archeologica .........................................................................................10

4. Sviluppo e cura del paesaggio 11

I vincoli paesaggistici non bastano ..............................................................................11

Progetto di sviluppo paesaggistico per il Comune .......................................................11

Partecipazione dei cittadini ed informazione................................................................11

Misure di promozione ..................................................................................................11

Linee guida natura e paesaggio in Alto Adige..............................................................12

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1. Punto di partenza ed obiettivi Il primo vincolo paesaggistico per Termeno è entrato in vigore già nell’anno 1977, schie-rando Termeno fra i primi comuni dell’Alto Adige con un piano paesaggistico. Quasi 20 anni dopo il piano è stato elaborato (approvato con D.P.G.P. del 17/06/1996, n. 353/28/1). Dato che nel frattempo sono intervenute notevoli modifiche delle disposi-zioni generali, dei criteri di pianificazione nonché delle esigenze della tutela ambien-tale e del paesaggio, è sembrato opportuno – in accordo con il comune stesso – adattare il piano contemporaneamente con la rielaborazione del piano urbanistico comunale. Il piano paesaggistico si basa sulle direttive e sulle norme generali della tutela del paesaggio e dell’urbanistica ed è stato adeguato agli obiettivi del piano di settore LEROP linee guida natura e paesaggio in Alto Adige ed alle esigenze della tutela ambientale e del paesaggio. Vincoli I vincoli paesaggistici vengono leggermente modificati rispetto al piano paesaggistico del 1996, sia per quanto riguarda le delimita-zioni sia per le norme di tutela che vengono adattate agli standard attuali. In questo senso l’intero territorio comunale è sotto-posto alla tutela paesaggistica, anche il fondovalle che finora è stato senza vincolo. Le zone di rispetto vengono generalmente riconfermate.

In base alla legge per la tutela del pae-saggio sono escluse dai vincoli paesaggi-stici le zone edilizie, quelle per infrastrutture e per insediamenti produttivi con piano di attuazione approvato. A causa di varie modifiche al piano urbanistico comunale queste zone sono state sottoposte a sostan-ziali cambiamenti. Il presente piano paesag-gistico dovrebbe tenere conto di questa situazione. Sviluppo e cura del paesaggio La parte conclusiva della presente relazione esprime varie considerazioni in materia di sviluppo e cura del paesaggio. Oggi un atteggiamento sostenibile verso la natura ed il paesaggio non implica solo dei vincoli, ma anche la cura di paesaggi culturali preziosi e misure di rivitalizzazione di paesaggi impoveriti. È dunque di importanza fonda-mentale tenere conto delle tendenze di sviluppo paesaggistico a livello locale. Con l’ausilio di linee guida e progetti di sviluppo paesaggistico comunali si possono segnalare sviluppi negativi e definire contro-misure. È anche importante individuare e promuovere le tendenze positive. Le “Linee guida natura e paesaggio in Alto Adige”, con la loro attenta analisi della situazione paesaggistica dell’Alto Adige e le numerose proposte di misure atte a pilotare lo sviluppo paesaggistico, rappresentano una base importante per il lavoro di tutela paesaggi-stica nel Comune.

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2. Descrizione del territorio La località di Termeno è situata nella fascia inferiore del versante, al margine orografica-mente destro del largo fondovalle della Bassa Atesina. Il territorio comunale si estende su una superficie di 18,61 km², a partire dal fondovalle pianeggiante (punto inferiore a 212 m s.l.m.) e passando per i pendii della catena della Mendola fino alla fascia alpina, dove presso la cima del Monte Roen raggiunge la quota massima di 2.116 m. Per la sua geologia, la catena della Mendo-la appartiene alle Alpi Calcaree meridionali; ciò appare evidente anche dalla ripidità dei dirupi. I depositi calcarei sono posizionati sopra una base di porfido che affiora a nord del comune, nei pressi di Sella. Una parte della sequenza di sedimentazione è ben visibile nella zona della gola sopra il Castello Rechtenthal. Durante l'ultima era glaciale, il ghiacciaio dell'Adige raggiunse in questa zona l’imponente spessore di 2000 m e ricoprì anche le alture più elevate della catena della Mendola. AI piedi dei pendii si trovano tuttora i resti delle morene glaciali insieme a detriti di falda. Il fondovalle è caratterizzato da terreni alluvionali.

La Mendola da la sua impronta al paesaggio di Termeno; particolaremte impressionante si presenta il dirupo ripido del Monte Roen che lungo la scoscesa Val d’Inferno si estende fino alle zone insediative.

Il baricentro insediativo è situato nella fascia inferiore del pendio; qui si trova anche il settore più attrattvio sotto l’aspetto paesaggistico con un terreno dolce, ricoperto da vigneti.

In confronto con gli altri comuni della provin-cia, il clima è relativamente mite con preci-pitazioni annue intorno agli 800 mm ed una temperatura media di ca. 12 °C. Le tem-perature massime estive superano spesso i 35 °C, mentre le minime scendono rara-mente sotto i -10 °C. Dall’assetto geo-morfologico possono esse-re differenziate diverse unità paesaggis-tiche: partendo dalle pianure dell’Adige nel fondovalle pianeggiante il territorio si estende sui pendii di media pendenza (300-400 m), verso il versante boscoso (500-2.000 m). A nord del comune la terrazza di Sella (350 – 550 m) è posta davanti alla catena della Mendola, sopra la quale si trovano alcuni singoli masi in localizzazione sparsa, situati insieme alle loro superfici agricole in mezzo al versante boscoso. Con l’aumento della quota aumenta anche l’inclinazione del pendio che nella fascia superiore si trasforma in pareti rocciose quasi verticali che si innalzano sopra la ripida Val d’Inferno fino alla cima del Monte Roen. Il clima caldo e mite permette a molte piante mediterranee e submediterranee di pene-trare nella Bassa Atesina attraverso la Val

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Una frutticoltura intensiva domina nel fondovalle piano, come vicino al casello autostradale.

d'Adige e di caratterizzarne la vegetazione. Dal punto di vista botanico questa è una delle zone più interessanti dell'Alto Adige, che si contraddistingue per la grande varie-tà di piante (oltre 600 specie), della vegeta-zione e anche della fauna. Le associazioni boschive più frequenti sono il bosco sub-mediterraneo del tipo Orneto-Ostryetum con l’orniello e il carpino nero ai quali sono mes-colati la roverella, la robinia, lo spaccasassi e la vescicaria, le pinete di pino silvestre del tipo Erico-Pinetum sylvestris, i boschi di faggio del tipo Carici-Fagetum, i boschi montani di abete rosso e bianco e faggio (Abieti-Fagetum), nonché il bosco subalpino di abete rosso e larice.

Il fondovalle, occupato in passato da ampie paludi ed dai boschi ripariali della valle dell’Adige, oggi è prosciugato e fortemente utilizzato dall’uomo. La strada del vino che segue quasi sempre il piede delle conoidi detritiche, segna anche il confine del fondo-valle. Il passaggio alla zona di basso pendio si può notare anche dall’utilizzo. Mentre nella zona pianeggiante predomina la coltivazione del melo, le fasce inferiori delle conoidi e dei pendii sono ricoperti di vigneti. Qui si trovano anche gli insediamenti urba-ni. Sia il capoluogo Termeno sia la frazione di Ronchi si trovano sul pendio sopra la strada del vino, il borgo di Sella è collocato sulla terrazza a nord. Soltanto negli ultimi decenni gli insediamenti si sono spinti fino al fondovalle. Alle zone in pendenza del territorio comuna-le è da attribuire un valore paesaggistico, panoramico ed in generale ambientale nettamente superiore rispetto a quello del fondovalle. Per questo motivo queste zone attraenti dove si alternano vigneti con differenti comunità boschive vengono fre-quentate volentieri per escursioni e attività ricreative. Particolarmente attraenti sono le mezze stagioni quando oltre alle tempera-ture piacevoli possono essere vissute la rin-ascita della vegetazione in primavera oppu-re le colorazioni autunnali del paesaggio.

3. Misure di tutela Zone di rispetto paesaggistiche L’individuazione di zone di rispetto nei piani paesaggistici ha contribuito a proteggere al-cune zone di particolare pregio paesaggi-stico dall’attività edilizia e dalla dispersione urbanistica. Le zone di rispetto si trovano nelle vicinanze di edifici che hanno una certa importanza storico-culturale o nei din-torni di ampi appezzamenti – vasti paesaggi inedificati, la cui tipologia intatta ha un alto valore paesaggistico. Nel loro contenuto le zone di rispetto limitano l’edificazione delle aree individuate,

vietando la costruzione di nuovi edifici fuori terra. Per i masi e per gli edifici residenziali esistenti valgono le disposizioni della legge urbanistica provinciale e del piano urba-nistico, con le relative possibilità di amplia-mento. La coltivazione delle aree agricole (inclusi i cambi di coltura e le bonifiche), in queste zone protette, non è soggetta a ulte-riori limitazioni; le procedure di autorizza-zione per gli interventi progettati rimangono le stesse come nella restante zona agricola. L’individuazione delle zone di rispetto riveste una notevole importanza per l’agri-coltura, in quanto introduce il divieto di edificazione di preziosi fondi coltivati. Con

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Dietro la chiesetta di San Giacomo a Kastelaz si estendono i vigneti sulla collina pittoresca e caratterizzano con il centro abitato antestante il quadro paesaggistico del comune.

essa viene definita la priorità dell’utilizzo agricolo del territorio rispetto ad altre destinazioni d’uso e ad altri interessi. Le zone di rispetto paesaggistiche sono illu-strate nelle planimetrie allegate; in concreto si tratta delle seguenti zone: 1. La fascia di vigneti a monte dell’abi-

tato inizia alla collina di Kastelaz, anche questa vincolata come zona di rispetto, e si estende fino al confine comunale a sud di Ronchi. Grazie alla zona di rispetto paesaggistica l’abitato verrà limitato verso l’alto, conservando così l’inserimento armonioso dell’inse-diamento compatto nel paesaggio di vi-gneti. A sud la zona di rispetto si

Verso sud il pendio diventa più ripido. Nei pressi dell’abitato di Rungg i muro di sostegno, realizzati particolarmente in costruzione a secco, caratterizzano le superfici agricole della zona.

A nord sopra il fondovalle i vigneti si estendono su una conoide di deiezione minore prima di salire Im Norden dehnen sich oberhalb der Talsohle verso il capoluogo. Anche queste superfici sono tutelate dall’edirficazione con zone di rispetto paesaggistiche.

estende fino al fondovalle, mantenendo il pendio libero da ulteriore edificazione. In questo senso la zona di rispetto aiuta a strutturare gli insediamenti e evita l’edificazione delle superficie nei din-torni dell’insieme San Valentino/cimi-tero nonché nei pressi della pittoresca frazione di Ronchi.

2. La fascia inferiore del pendio a nord

di Termeno con la conoide marcata (Äußerster Riegel) è ricoperta da vigneti e fino ad oggi è rimasta priva di costru-zioni.

3. I vigneti a nord del Castello Rechten-

thal sono ben visibili sulla terrazza che si innalza verso Sella. La zona di rispetto contribuisce a tutelare il tra-dizionale paesaggio rurale dalla disper-sione urbana e a mantenere un eviden-te distacco tra il paese di Termeno e l’insediamento sparso di Sella.

Una particolare menzione si merita la col-lina di Kastelaz situata sopra il centro dell’abitato. Le chiome dei pini domestici ed i cipressi colonnari danno a questo insieme, al quale appartengono anche le pergole come parte indispensabile del paesaggio, un carattere mediterraneo. Per questo moti-vo i progetti che interessano queste superfi-ci, evidenziate appositamente nella plani-metria, sono sottoposti ad autorizzazione

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paesaggistica da parte dell’amministrazione provinciale.

Le superfici ad uso agricolo tra Termeno e Sella si trovano in leggera salita. Questo paesaggio a mezza costa è tutelato dall’edificazione con una zona di rispetto, mentre nell’insediamento sparso di Sella stessa rimange possibile la costruzione di edifici.

Zone di interesse paesaggistico L’intero territorio comunale viene definito come zona di interesse paesaggistico, es-cluse le zone abitative e produttive provviste di un piano di attuazione approvato ai sensi dell’articolo 6, comma 3, della legge provin-ciale n. 16/1970. Sono comprese, quindi, in tale categoria anche tutte le zone degli insediamenti e delle infrastrutture sprovviste di un piano di attuazione. In generale, per garantire a queste superfici uno sviluppo sostenibile sono sufficienti gli strumenti ur-banistici nonché la legislazione vigente in materia forestale. L’autorizzazione paesag-gistica viene, di regola, concessa dal sindaco. Di particolare importanza sono i terreni agricoli. Queste superfici con i caratteristici masi, edificati secondo tipiche tecniche di costruzione locali, sono una componente importante della tipologia paesaggistica esistente. Rappresentano un paesaggio modificato per mano dell’uomo nel corso del tempo e sono espressione della tradizione storico-culturale della zona. L’individuazione come zona di interesse paesaggistico persegue l’obiettivo di garantire – senza

limitare l’attività agricola – un inserimento armonioso delle costruzioni ammesse ed un loro adattamento alla struttura paesaggi-stica ed insediativa esistente. I boschi, le zone di verde alpino e pascolo le zone rocciose e acque sono di particolare importanza dal punto di vista della tutela paesaggistica ed ambientale, sia come fattore determinante per la protezione ed il microclima, sia perché costituiscono un habitat ideale per numerose specie animali tipiche. Sono inoltre parte integrante fonda-entale della struttura della zona, del suo equilibrio ecologico e della sua funzione ricreativa. A Termeno i boschi ricoprono una grande parte della zona di montagna che s’innalza sopra il fondovalle. L’utilizzo dei boschi è regolamentato dalla legge forestale e viene controllato dal corpo forestale; inoltre, le aree boschive situate in aree molto ripide assumono spesso unicamente una funzione protettiva. I boschi rivestono notevole im-portanza ecologica in un ambiente con un’urbanizzazione crescente, in quanto cos-tituiscono delle superfici di compensazione naturale, che rappresentano delle aree di ritiro per la fauna ed offrono anche alle persone possibilità di svago e ricreazione. In questo senso, nella gestione forestale, bisognerà favorire l’elevata varietà della vegetazione sia nello strato arboreo che in quello erbaceo-arbustivo. Sopra la zona boschiva si estende la zona di verde alpino e pascolo. Mentre nella fascia alpina le comunità prative e arbustive sono chiaramente d’origine naturale, nella fascia montana prati a sfalcio e pascoli, che arricchiscono il quadro paesaggistico e contribuiscono con una propria vegetazione e fauna all’aumento della diversità ecolo-gica, sono da ricondurre alle secolari attività dell’uomo. A seguito dell’intensificazione della gestione delle malghe e dei prati a sfalcio e ad interventi di razionalizzazione, oggi, questa ricchezza ecologica risulta minacciata. In genere, nei punti più favore-voli, con interventi di bonifica e concima-zione viene intensificata la gestione, mentre le superfici meno favorevoli vengono

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spesso abbandonate. La conseguenza è spesso la perdita delle praterie ad utilizzo estensivo come i prati magri o quelli da stra-me, molto attraenti sotto l’aspetto paesag-gistico e dall’alto valore ecologico. Anche le zone a pascolo delle medie e basse quote rientrano in questa categoria: molte superfici prative sono state eliminate negli ultimi decenni a causa dell’intensifica-zione oppure dell’abbandono della gestione agricola. Proprio per questo è importante preservare le restanti superfici di pascolo. Situate in mezzo a zone agricole intensa-mente utilizzate, esse offrono un Curon Venosta rifugio per una serie di animali e piante (tra gli uccelli, per esempio, dopo la scomparsa delle zone a pascolo, le specie che nidificano al suolo hanno problemi a trovare idonei luoghi da cova).

Mentre nella catena della Mendola i boschi sono interotti da rocce calcaree scoscese e chiare, nei pressi di Sella viene in superficie il porfido scuro.

Anche se l’utilizzo della regione rocciosa è molto ridotto, queste aree conferiscono una forte impronta al paesaggio. Le cime delle montagne, i dirupi e le pareti delle gole, le formazioni geologiche nonché i conoidi detritici sono spesso visibili da lontano e caratterizzano il quadro paesaggistico della nostra provincia. Anche se apparentemente ostili a qualsiasi forma di vita, in queste zone troviamo spesso habitat naturali intatti ed interessanti. Al posto di una grande ricchezza specifica, queste zone ospitano una serie di specie particolari, che si sono adattate alle difficili condizioni di vita, nelle crepe delle rocce o sulle falde detritiche.

Le acque caratterizzano in vari modi il quadro paesaggistico e costituiscono un arricchimento ecologico per le aree circo-stanti. Torrenti, fiumi e fossi attraversano i boschi e strutturano il paesaggio culturale, arricchendo l’ambiente con la vegetazione ripariale. Laghi, laghetti e stagni offrono pre-ziose nicchie ecologiche e rappresentano spesso gioielli paesaggistici, molto ambiti come mete per la ricreazione e le attività di tempo libero. In questo senso, la conserva-zione dei corsi d’acqua assume grande rilevanza ecologico-paesaggistica, soprat-tutto per la qualità della loro acqua, la loro portata naturale e il loro inserimento nel paesaggio. In seguito all’alluvione dell’estate 1986 fu realizzato un grande bacino di contenimento di ca. 2 ettari per il rio di Val d’Inferno. Questo biotopo dalle origini artificiali co-stituisce un’importante area di rifugio so-prattutto per l’avifauna. Al momento vige un divieto di accesso al bacino. Fonti di di-sturbo sono dati dalla pesca e dalla caccia. Per questo motivo va consigliato un divieto di caccia e di pesca per questo biotopo. La parte superiore dell’argine, all’imbocco del rio di Val d’Inferno, si presta ottimamente alla diffusa pratica del „bird watching“. La stessa andrebbe però consentita soltanto da quel punto, dove una postazione di osservazione fissa provocherebbe probabil-mente solo un disturbo minimo.

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Un vecchio gelso sovrasta il paesaggio di vigneti a nord della zona insediativa. Rappresenta un ricordo della bachicoltura, una volta diffusa nella Bassa Atesina.

Elementi strutturali paesaggi-stici Tutti i muri a secco, gli argini in pietrame, la vegetazione ripariale lungo le acque, nonché le siepi ed i boschetti rappre-sentano tipici elementi del nostro paesaggio culturale e rivestono un'importante funzione ecologica come habitat naturali. La soprav-vivenza di molti animali e piante dipende dall'esistenza di questi elementi nel paesag-gio, mentre la loro distruzione contribuisce fortemente all'impoverimento paesaggistico ed ecologico del nostro paesaggio. Questi elementi strutturali vengono tutelati, perché abbelliscono il paesaggio coltivato ed offro-no un habitat ad un gran numero di specie animali e vegetali. Un’altra caratteristica di Termeno sono i gelsi, un tempo comuni e ancora sporadica-mente presenti, utilizzati tempo fa per la bachicoltura. Come testimoni culturali e na-turali i gelsi vengono tutelati e il loro abbatti-mento è consentito solo se autorizzata dal sindaco. All’interno della tutela del patrimonio natu-rale, ai corsi d’acqua delle zone agricole è riconosciuta una particolare importanza in quanto habitat acquatici. Essi sono conoide-rati importanti corridoi naturali. Tuttavia,

soprattutto nelle zone maggiormente antro-pizzate, la loro funzione ecologica è spesso fortemente compromessa (a causa degli interventi di sistemazione, restringimento e rettificazione, derivazione idrica e dell’inqui-namento), con gravi conseguenze per la flora e la fauna legate a questi ambienti. Per gli anfibi, ma anche per altre specie animali a rischio di estinzione, torrenti e ruscelli sono habitat naturali insostituibili. Non da ultimo si pensi agli uccelli acquatici, che, soprattutto durante il periodo della nidi-ficazione e della cova, sono particolarmente sensibili ai disturbi. È importante anche garantire la presenza intatta e spontanea di una vegetazione ripariale, che è parte integrante di qualsiasi corso d’acqua. Per tutti questi motivi i fossi di bonifica e i corsi d’acqua non possono essere interrati o incanalati. La nuova Legge di tutela della natura (L.P. n. 6/2010) vieta lo sfalcio delle scarpate dei fossi dal 15 marzo al 15 luglio; dopo questo periodo è possibile solo uno sfalcio parziale per non togliere agli animali (soprattutto agli uccelli giovani) ogni possibilità di rifugio. Lo sfalcio delle scarpate incide anche sulla composizione floristica della vegetazione ripariale. In linea di principio si dovrebbe falciare il meno possibile per permettere lo sviluppo di una vegetazione ripariale più naturale e variegata.

Vecchi muri di sostegno in costruzione a secco offrono preziosi habitat per una flora e fauna specializzata. Inoltre interrompono le superfici agricole e portano all’arricchimento del paesag-gio culturale.

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Spesso i recinti sono elementi di pregio del paesaggio culturale modellato dall’uomo. È pertanto importante adottare forme tipiche di recinzione rinunciando al filo spinato, per evitare che le recinzioni possano essere percepite come elementi estranei al sistema paesaggistico. Tutela del patrimonio arboreo e del verde urbano

Il patrimonio arboreo e, in generale, il verde svolgono un’importante funzione all’interno delle aree abitate. Lo spazio occupato dagli insediamenti umani è in costante crescita e, di conseguenza, cresce l’urgenza di riser-vare degli spazi naturali anche all’interno di queste zone. Le aree verdi rappresentano un habitat naturale per numerose specie vegetali e animali e contribuiscono quindi alla conservazione della biodiversità. Ogni macchia di verde urbano rappresenta anche un terreno non sigillato che salvaguarda il livello della falda freatica e contiene il deflusso dell’acqua piovana. Il verde svolge anche un’importante funzione estetico- paesaggistica all’interno dei centri abitati, dove spiccano gli alberi ad alto fusto. Il verde assolve anche all’importante fun-zione di protezione dal vento e di conteni-mento del livello di inquinamento (polvere e

Gli alberi stimolano il quadro paesaggistico. Soprattutto i cipressi sono in particolar modo caratteristici per la zona di Termeno, ma anche pini, cedri e – più rari – alberi latifogli si trovano in mezzo ai vigneti oppure alle zone insediative.

In modo pittoresco si presenta il Castello Rech-tenthal con il suo piccolo parco nella zona sopra Termeno, in prosimità della strada per Sella.

sostanze nocive). Le aree verdi sono fonda-mentali per migliorare la qualità della vita dei cittadini residenti nelle aree urbane, per i quali il contatto con la natura diventa un bisogno primario. Per questi motivi è neces-sario prestare particolare attenzione alla cura del verde. È auspicabile anche che i regolamenti edilizi comunali siano integrati da precise norme finalizzate a realizzare interventi di rinverdimento di qualità all’inter-no delle aree urbane. A questo punto occorre riconoscere l’impor-tanza degli alberi da frutta sparsi. Situati all’interno dei paesi o in singoli masi, i vec-chi peri e meli sono elementi pregevoli del paesaggio coltivato e rivestono una grande importanza paesaggistica e faunistica. Sono testimonianze di antiche tradizioni legate alla pratica della frutticoltura; fra loro si contano magnifici esemplari, di particolare interesse non tanto per le loro dimensioni, quanto piuttosto per la loro età, per il tronco nodoso e la fitta ramificazione. Con le loro fioriture e i loro frutti rappresentano elementi di indiscussa bellezza all’interno del quadro paesaggistico. Infine non dobbiamo scor-dare la produzione frutticola (in molti casi di tipo biologico), che non richiede eccessive cure colturali.

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Zone di tutela archeologica Le zone di tutela archeologica vengono inserite nella cartografia secondo le indica-zioni della Ripartizione Beni culturali, che è competente anche per le autorizzazioni di scavo (ulteriori informazioni sulle zone archeologiche: Ufficio Beni archeologici, ArchaeoBrowser). Le tracce dell’insediamento preistorico si trovano soprattutto nelle zone inferiori del pendio, proprio li, dove ancora oggi è collocato il baricentro dell’insediamento di Termeno. Accanto a questi si trovano anche delle zone di interesse archeologico nei pressi del caseggiato di Sella e nella fascia inferiore del bosco. Per tutelare queste aree circoscritte, ogni modifica da apportare al loro interno deve essere preventivamente autorizzata dalla Ripartizione Beni culturali.

La cuppola esposta, sulla quale si trova oggi la chiesa di San Giacomo a Kastelaz, è già stata frequentata in tempi preistorici. I dintorni della chiesetta, situata in mezzo ai vigneti, offre una meraviglioso panoramica della Bassa Atesina.

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4. Sviluppo e cura del paesaggio I vincoli paesaggistici non bastano Il presente piano rappresenta quasi esclu-sivamente uno strumento di tutela per sin-gole zone e per determinate specie animali e vegetali, per elementi naturali e culturali ecc. Ma la tutela da sola non basta. Il pae-saggio è sottoposto ad un continuo svilup-po, che va pilotato. Soprattutto i settori della cura e della valorizzazione del paesaggio (eliminazione di deficit di ecologia del paesaggio, rinaturalizzazioni) hanno bi-sogno di ulteriori strumenti. Ciò riguarda sia il paesaggio coltivato che gli insediamenti. Si tratta di misure di tutela attiva del paesaggio per le quali è particolarmente richiesta l’iniziativa delle autorità locali o degli utilizzatori ed ha poco senso che esse vengano imposte dall’alto (come formal-mente accade nel caso delle misure di tutela). Progetto di sviluppo paesaggi-stico per il Comune L’elaborazione delle linee guida natura e paesaggio o del progetto di sviluppo pae-saggistico rende possibile la partecipazione attiva del Comune allo sviluppo paesaggi-stico. Anche l’inventario paesaggistico, il regolamento del verde urbano, il piano di gestione del verde per le aree insediative e il programma per la gestione del paesaggio culturale contribuiscono ad un migliora-mento del tutela naturale e del paesaggio all’interno del Comune. Nelle amministra-zioni locali è richiesta una maggiore com-petenza tecnica, essendo state ampliate le competenze decisionali del Comune. Per la tutela della natura e del paesaggio il Comune rappresenta un livello di attività molto interessante: da una parte vi si formano importanti decisioni definitive e preliminari su tutti i progetti, dall’altra lo

stretto contatto con la popolazione facilita l’accettazione dei progetti da parte della popolazione stessa. Partecipazione dei cittadini ed informazione Per la realizzazione di misure di tutela del paesaggio è essenziale la partecipazione dei cittadini. Uno sviluppo sostenibile del paesaggio può riuscire solo se le misure previste vengono sostenute dalla popola-zione. Perciò è importante che, sia nella predisposizione che nella realizzazione di un piano paesaggistico, vengano coinvolti tutti i fruitori del territorio, al fine di eliminare possibili conflitti di utilizzo. Nell’ambito della tutela della natura è fondamentale anche l’informazione generale e l’educazione dei cittadini, dato che l’uomo rispetta e tutela solo ciò che conosce!

Importanti punti di incontro fra gli utilizzi e la tutela paesaggistica (fonte: linee guida natura e paesaggio in Alto Adige)

Misure di promozione Un ulteriore strumento per la cura del paesaggio è rappresentato dalle misure di promozione. La Provincia autonoma di Bolzano, tramite il regolamento CE n. 1698/2005, elargisce premi per la cura del paesaggio a favore di una agricoltura ecocompatibile. Esistono ad esempio

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premi incentivanti per la coltivazione e la cura di prati di montagna ricchi di specie, di prati magri, che nel nostro paesaggio sono stati spesso decimati e i cui resti contri-buiscono ad arricchire il nostro ambiente. Viene incentivata anche la cura di prati umidi, paludi e prati, di biotopi, di bosco ripariale e vengono erogati premi per la rinuncia al pascolo nelle torbiere e nei boschi ripariali. Altri premi riguardano la conservazione e la cura di castagneti e di prati e pascoli alberati con larici, nonché l’impianto ed il mantenimento di siepi e cespugli in zone coltivate. In collaborazione con l’autorità forestale, il Comune può intervenire per favorire il ricorso a tali incentivi. Inoltre sono previsti anche contributi per la conservazione e la cura di elementi paesaggistici quali: i tetti in scandole e in paglia, i recinti tradizionali, i muri a secco, nonché altre testimonianze di architettura rurale e di forme di coltivazione tradizionali. Altri provvedimenti per la tutela del paesag-gio per i quali sono previsti incentivi sono, ad esempio, l’eliminazione di recinzioni me-talliche, la posa interrata di linee elettriche e telefoniche aeree, la creazione di stagni per anfibi, la rinaturalizzazione dei corsi d’acqua precedentemente regimentati ecc., nonché vari progetti di didattica ecologica. Linee guida natura e paesaggio in Alto Adige Le linee guida natura e paesaggio in Alto Adige - il piano di settore LEROP per quan-to attiene alle materie natura e paesaggio – contengono direttive generali e strategie di attuazione per la salvaguardia a lungo ter-mine del paesaggio altoatesino quale spazio naturale, di vita ed economico. La sola autorità preposta alla tutela del pae-saggio non riesce a raggiungere questo obiettivo. È necessario coinvolgere in que-sto compito tutti i settori che fruiscono del paesaggio (agricoltura, foreste, idrologia, turismo, tempo libero e attività ricreative, urbanistica). Il suddetto piano analizza ampiamente i punti di contatto fra i vari frui-tori del paesaggio, i potenziali conflitti, come

pure gli interessi comuni. Inoltre, nelle linee guida sono rappresentati gli strumenti e le strategie di tutela della natura e del paesag-gio.

Nel piano di settore LEROP vengono definite le direttive per la pianificazione paesaggistica

Il piano di settore fornisce anche una rappresentazione del paesaggio altoatesino in varie fasce paesaggistiche; per ciascuna di esse vengono descritti l’importanza della tutela della natura, i rispettivi problemi e conflitti, le finalità di utilizzo, le finalità di tutela o di sistemazione e le misure neces-sarie per realizzare tali obiettivi. Perciò, per il lavoro quotidiano di tutela della natura e del paesaggio all’interno dei Comuni, proprio questa parte del piano di settore può rappresentare un ausilio interessante. Secondo le linee guida natura e paesaggio in Alto Adige il territorio comunale di Ter-meno s.s.d.V. è suddiviso in 6 fasce pae-saggistiche. Qui di seguito sono elencate le suddette sei fasce insieme alle misure di gestione previste dal piano di settore per un’attiva tutela del paesaggio:

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a) Fascia paesaggistica – Insedia-menti

Provvedimenti: • evitare la dispersione degli insediamenti • realizzazione a regola d’arte di case (in-

tegrazione nel paesaggio e nelle costruzioni esistenti, scelta del materiale, riutilizzo delle acque piovane, evitare di sigillare il terreno, infiltrazione delle acque piovane ecc.)

• mantenimento e creazione di aree verdi (fra cui anche rinverdimenti di tetti e facciate) e cura del verde secondo criteri di naturalità

• mantenimento degli elementi ecologici degli insediamenti e loro collegamento con il territorio circostante attraverso siepi, viali ecc.

• piani ecologici di attuazione e di recupero • predisposizione di piani di gestione del verde • elaborazione di un regolamento del verde

urbano • sviluppo delle reti pedonali e ciclabili • creazione di zone ricreative attraenti

b) Fascia paesaggistica – Fondivalle

e pendii bassi a specializzazione frutticola

Provvedimenti: • tutela di tutti i valori naturalistici (siti umidi e

secchi, arbusti e cespugli), cura e mantenimento dei fossi d’acqua

• reintroduzione di elementi paesaggistici (gruppi di piante arboree e arbustive, ristrut-turazione di torrenti e ruscelli, realizzazione di bacini acquatici come habitat per anfibi e riassesto ecologico di aree umide artificiali tipo laghetti scavati)

• creazione di idonee zone tampone nei pressi delle acque al fine di ridurre la diffusa introduzione di fitofarmaci e sostanze nutri-tive

• sistemazione seminaturalistica dei corsi d’acqua, allargamento dei corsi d’acqua nelle sezioni

• limitazione del pascolo nei boschi riparali con esclusione assoluta in alcuni tratti definiti

• mantenimento degli impianti tradizionali di irrigazione “Waale”

• rielaborazione degli incentivi agricoli nel senso di un’agricoltura biologica risp. estensiva (realizzazione di corridoi naturali, cura degli elementi paesaggistici all’interno dei frutteti, messa a dimora di cespugli, siepi e posa di muri a secco)

• definizione della capacità ricettiva compati-bile al paesaggio in regioni turistiche

c) Fascia paesaggistica – Fondivalle e pendii bassi a specializzazione viticola

Provvedimenti: • rielaborazione degli incentivi agricoli nel

senso di un’agricoltura biologica risp. esten-siva (realizzazione di corridoi naturali, cura degli elementi paesaggistici all’interno dei frutteti, messa a dimora di cespugli, siepi e posa di muri a secco)

• in settori ben visibili (sentieri escursionistici) dovrebbero essere incentivati in modo speciale le pergole tipiche in legno

• tutela di tutti i valori naturalistici (siti umidi e secchi, arbusti e cespugli), cura e mantenimento dei fossi d’acqua

• creazione di idonee zone tampone, nei pressi delle acque al fine di ridurre l’immis-sione di fitofarmaci e sostanze nutritive

• sistemazione seminaturalistica dei corsi d’acqua, allargamento dei corsi d’acqua nelle sezioni

• mantenimento degli impianti tradizionali di irrigazione “Waale”

• definizione della capacità ricettiva compati-bile al paesaggio in regioni turistiche

d) Fascia paesaggistica – Versanti

delle valli a vegetazione sub-

mediterranea

Provvedimenti: • mantenimento dell’attuale struttura di utilizzo

attraverso la precisa applicazione della legge forestale al fine di evitare un ampliamento strisciante di superfici coltivate nelle foreste fitte

• rielaborazione del sistema di incentivi agricoli per favorire una gestione estensiva e mantenimento della struttura a piccole superfici del sfruttamento agricolo

• cura mirata del bosco al fine di respingere la robinia e di altri alberi estranei

• consentire il pascolo boschivo come stru-mento per diradare i boschi (ad es. limitari di boschi radi di roverella)

• mantenimento dei prati ardii liberi attraverso il pascolo

• divieto di ampliamento dell’area edificabile nelle aree insediative disperse

• incentivi alla coltivazione di frutteti tradizio-nali ad alto fusto

• nell’ambito dell’ordinamento forestale va conservato l’utilizzo del bosco ceduo quale forma di utilizzo ecologicamente favorevole

• va portato avanti il sostegno ai castagneti soprattutto la cura del sottobosco e della rinnovazione

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e) Fascia paesaggistica – Zone agri-cole di montagna

Provvedimenti: • mantenimento delle forme tradizionali della

coltivazione e adattamento graduale della concentrazione del bestiame

• riduzione del grado di intensità tramite incentivi con premi per il mantenimento e la cura del paesaggio

• sovvenzioni per il mantenimento e la cura di elementi paesaggistici (siepi, muri a secco, argini in pietrame, siepi, ecc.)

• eliminazione degli incentivi per modifiche del terreno, eliminazione di elementi strutturali rilevanti per il paesaggio, prosciugamento di siti umidi, irrigazione di siti aridi

• verifica degli incentivi alla costruzione di allacciamenti viari

• disciplina del pascolo boschivo in base alle caratteristiche dei siti

• tutela delle acque (sistemazione ecologica dei ruscelli, rivitalizzazione, regolamento sull’utilizzo del liquame, zone di tutela idrica ecc.)

• definizione della capacità ricettiva compati-bile al paesaggio in regioni turistiche

• predisposizione di inventari paesaggistici e di piani per la valorizzazione del paesaggio rurale

f) Fascia paesaggistica – Bosco

Provvedimenti: • mantenimento delle associazioni di bosco

come obiettivo generale e individuazione di zone di tutela per boschi rappresentativi

• estromissione di zone sensibili per la tutela di specie minacciate (ad es. rapaci)

• gestione boschiva seminaturalistica • determinazione dei provvedimenti per la cura

dei margini boschivi (incentivi) • mantenimento delle forme tradizionali di

utilizzo molteplice del bosco (ad es. pascolo boschivo)

• determinazione del corretto fabbisogno di strade forestali con rispettiva salvaguardia dell’ambiente

• determinazione ed attuazione dei piani di abbattimento degli ungulati e abbandono della pratica di foraggiamento degli ungulati

• limitazione dell’ampliamento di zone sciisti-che e limitato impiego di cannoni da neve