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Office fédéral des eaux et de la géologie OFEG Protezione contro le piene dei corsi d‘acqua Wegleitungen des BWG – Directives de l‘OFEG – Direttive dell‘UFAEG Berna, 2001

Protezione contro le piene dei corsi d‘acqua - bafu.admin.ch · • Metodi costruttivi 60 • Pianificazione dell’emergenza 62 • Organizzazione per i casi d’emergenza 63

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Office fédéral des eaux et de la géologie OFEG

Protezione contro le piene dei corsi d‘acquaWegleitungen des BWG – Directives de l‘OFEG – Direttive dell‘UFAEGBerna, 2001

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Protezione contro le piene dei corsi d’acquaWegleitungen des BWG – Directives de l‘OFEG – Direttive dell‘UFAEGBerna, 2001

Eidgenössisches Departement für Umwelt, Verkehr,Energie und KommunikationDépartement fédéral de l‘environnement, des transports,de l‘énergie et de la communicationDipartimento federale dell‘ambiente, dei trasporti,dell‘energia e delle comunicazioni

In collaborazione con:Ufficio federale dello sviluppo territoriale AREUfficio federale dell’ambiente, delle foreste e del paesaggio UFAFPUfficio federale dell’agricoltura UFAG

Distribuzione: UFCL, Distribuzione pubblicazioni, CH-3003 Berna, www.publicationsfederales.chNumero d’ordinazione: 804.801.i

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EdizioneUfficio federale delle acquee della geologia UFAEGRue du Débarcadère 20Case postale2501 Bienne

Gruppo redazionaleHans Peter Willi (UFAEG)Jean-Pierre Jordan (UFAEG)Ulrich Roth (Sigmaplan SA; Berna)Bernhard Frei (Ufficio legale Keller, Mesmer,Frei, Degiorgi; Berna)

TraduzionePaolo Nobile, Locarno-MuraltoLaurent Filippini, Bellinzona

Concezione e realizzazioneFelix Frank, Berna

CitazioneUfficio federale delle acque e della geologia:Protezione contro le piene dei corsi d’acqua.Direttive dell’UFAEG, 2001 (72pgg.)

© UFAEG, Bienne 2002

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Tavola delle materie

Strategia• A che punto siamo? 7• Cosa vogliamo? 8• Principi per la protezione contro le piene 9• Come soddisfare le esigenze? 10

Modo di procedere• Individuare le necessità d’azione 13• Accertare la situazione di pericolo ed il potenziale dei danni 14• Giudicare lo stato dei corsi d’acqua 15• Stabilire gli obiettivi di protezione 16• Determinare lo spazio necessario 18• Definire le necessità d’azione 20

Procedure• Competenze 23• Norme giuridiche 24• Condizioni quadro 26• Sussidi federali 27• Procedura ordinaria 28• Procedura accelerata 30• Partecipazione 32• Superamento dei conflitti 33

Progettazione• Svolgimento della progettazione 35• Situazione nel bacino imbrifero 36• Incertezze nei dati di base 38• Condizioni idrauliche 40• Tipi di pericolo e fattori d’influenza 42• Valutazione dei pericoli 44• Rappresentazione dei pericoli 46

Provvedimenti• Ordine di priorità 49• Manutenzione razionale 50• Aspetti forestali 52• Aree golenali 53• Misure di pianificazione territoriale 54• Spazi liberi 56• Protezione di oggetti 57• Opere protettive 58• Metodi costruttivi 60• Pianificazione dell’emergenza 62• Organizzazione per i casi d’emergenza 63

Appendice• Glossario 65• Check list 68• Contatti 72

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La prima direttiva «Protezione controle piene dei corsi d’acqua» apparvenell’anno 1982. Da allora le condizionisono cambiate in misura considere-vole sia sul piano giuridico, sia su quel-lo tecnico. Nondimeno già nel 1982l’allora consigliere federale LeonSchlumpf scriveva nella prefazione che«nell’ambito di interventi di protezio-ne contro le piene vanno sempre piùtenute in considerazione le altre prero-gative d’un corso d’acqua. Fiumi e rialiplasmano, diversificano ed arricchisco-no il paesaggio grazie alla varietàdella loro vegetazione riparia. Essi of-frono spazio vitale ad una flora e aduna fauna diversificate; con il loroaspetto naturale costituiscono idealiluoghi di ristoro.»

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Prefazione

La strategia 2000 del dipartimento federa-le dell’ambiente, dei trasporti, dell’energiae delle comunicazioni (DATEC) è impernia-ta sul principio dello sviluppo sosteni-bile. Ne conseguono i seguenti obiettivi:• proteggere e preservare le risorse na-turali (aspetto ecologico);• assicurare a favore della popolazione edell’economia prestazioni moderne neisettori trasporti, energia, acque, posta,telecomunicazioni e media elettronici, conun ragionevole carico socio-economico(aspetto economico);• garantire a tutte le cerchie d’utenza eda tutte le regioni eque condizioni d’acces-so alle risorse naturali ed ai servizi pubbli-ci, come pure la protezione delle per-sone contro i pericoli e contro i rischiigienico-sanitari (aspetto sociale).

BasiLa protezione contro le piene gioca un ruo-lo importante ai fini dello sviluppo soste-nibile. Una protezione appropriata controle piene fu, è e rimarrà una condizione fon-damentale per una società prospera. Gra-zie alla promulgazione della legge federa-le sulla polizia delle acque nel 1877 furonocreate le premesse per permettere allaConfederazione di sostenere finanziaria-mente cantoni e comuni nell’adempimen-to di questi loro compiti.La nuova legge federale sulla siste-mazione dei corsi d’acqua (LSCA), del1991 offre una buona base in modo parti-colare per l’analisi dei pericoli, la differen-ziazione degli obiettivi di protezione, lamanutenzione, l’appropriata pianificazio-ne degli interventi ed il contenimento deirischi residui (pianificazione dell’emergen-za). Questo vantaggio viene concretizzato

nell’ordinanza sulla sistemazione deicorsi d’acqua (OSCA), disponibile in edi-zione ampliata sin dal 1999.

Esigenze accresciuteLe correzioni di riali e fiumi in passato con-tribuirono in misura determinante alla pos-sibilità di sviluppo economico per grandiporzioni del territorio svizzero. In tempi re-centi la politica in materia di protezionecontro le piene ha in effetti conosciuto unorientamento nuovo. In particolare l’allu-vione del 1987 insegnò che non esiste pro-tezione assoluta contro le piene. Essa in-dusse pertanto a ripensare la protezionecontro le piene: affinchè questa sia soste-nibile occorre prevedere un uso del suoloche tenga in dovuta considerazione i peri-coli naturali oggettivi, e contemporanea-mente minimizzi gli impatti.Ciò è possibile soltanto se ai corsi d’acquavien riservato spazio sufficiente perl’adempimento delle loro molteplici fun-zioni. Il contenimento dei danni nell’ambi-to di eventi estremi presuppone il massi-mo impegno possibile in questo senso. Irisultati di questi approfondimenti vannotenuti in considerazione nella pianificazio-ne dell’emergenza, nei piani direttori e neipiani regolatori.Una moderna concezione della protezionecontro le piene non può pertanto limitarsia tener conto esclusivamente delle esigen-ze di protezione. Essa contempla anche glialtri aspetti dello sviluppo sostenibile.Esigenze di carattere ambientale, comepure considerazioni economiche devonoperciò essere integrate tempestivamentenella pianificazione.La presente direttiva è uno strumentoausiliario di lavoro, atto a contribuire

alla soluzione dei complessi compiti citati.Essa è stata strutturata in modo da confe-rire la maggior durata possibile alla validi-tà dei principi. Speriamo che essa si riveliall’altezza delle aspettative delle lettrici edei lettori di oggi e di domani.Non si intendono divulgare soluzioni stan-dardizzate. Questa direttiva vuole piutto-sto aiutare autorità, associazioni ed esper-ti confrontati con problemi di idraulica aporsi i giusti quesiti. Per questo ancheproprietari ed assicuratori, parimenti chia-mati a contribuire al contenimento del po-tenziale di danni, sono coinvolti. In sostan-za si tratta di perseguire una protezionecontro le piene adeguata alle esigenze ditutti .

Christian FurrerDirettore dell’ufficio federaledelle acque e della geologia UFAEG*

*ex: Ufficio federale dell’economia delle acque

Le devastanti intemperie del 1987 sono rimaste impresse nella memoria nonsoltanto delle persone che ne furono direttamente toccate. Il 1987 costituisceuna pietra miliare per l’affermazione d’un nuovo tipo di approccio in fatto di pro-tezione contro le piene: l’analisi di quegli eventi diede avvio a prese di coscienzadeterminanti, che si sono in seguito riflesse sulle basi giuridiche del settore.

Strategia

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➜ Norme giuridiche

Innumerevoli correzioni idrauliche, con lerelative misure strutturali, hanno conside-revolmente migliorato il grado di protezio-ne contro le piene contribuendo così in mi-sura decisiva allo sviluppo economico dibuona parte del territorio svizzero.Tuttavia decenni di sforzi e di considerevo-li investimenti non sono bastati a dare pro-tezione assoluta contro le piene. Non sol-tanto gli eventi estremi registrati neglianni 1987, 1993, 1999 e 2000 hanno im-placabilmente evidenziato questo fatto;anche tutte le piene minori degli ultimianni hanno ripetutamente confermato chele conseguenze di eventi naturali straordi-nari possono essere influenzate soltantoparzialmente attraverso misure strutturalidi protezione.

Necessità d’interventoPer non lasciar crescere ulteriormente l’en-tità dei danni provocati dalle piene, in fu-turo dovranno essere compiuti sforzi anco-ra maggiori, allo scopo di ridurre ilpotenziale dei danni.La necessità d’intervento è riconducibile amolteplici cause:• Spesso si edificò in zone pericolose, inparticolare in territori inondabili. Là s’ac-cresce di conseguenza il potenziale deidanni.• Il deflusso viene accelerato in alvei ri-stretti, canalizzati. Le punte di piena ne ri-sultano così incrementate per le tratte in-feriori del corso d’acqua.• Generalmente negli eventi estremi nonsi dispone di sufficienti spazi di ritenzioneo di sfogo per le acque in piena.• Talvolta vengono trascurate cura e ma-nutenzione dei corsi d’acqua. Ciò può es-sere all’origine di improvvise modifiche

della situazione di pericolo, e minacce perulteriori zone.• Nei decenni a venire potrebbe accen-tuarsi sostanzialmente l’influsso di fattoriesterni (ad esempio mutazioni climaticheglobali) sulle situazioni di pericolo.

Perdita della diversitàAccanto a questi aspetti riguardanti la si-curezza va pure rilevato che i corsi d’ac-qua vennero spesso costretti in un canaledi deflusso, risultandone ecologicamenteimpoveriti sì da impedir loro l’adempimen-to delle proprie poliedriche funzioni:• Alvei geometrizzati e depauperati sonoalla base di paesaggi monotoni.• L’uso del suolo fino all’orlo dei corsid’acqua lascia troppo esiguo spazio pervariazioni naturali e dinamiche.

Nuovo indirizzoLa consapevolezza di questi problemi hanel frattempo condotto all’adozione dinuovi indirizzi concettuali nella protezionecontro le piene. Impulsi decisivi per un ri-pensamento fondamentale della protezio-ne contro le piene e per lo sviluppo di nuo-ve strategie derivarono già dagli eventialluvionali del 1987 e dalle risultanze del-la susseguente analisi delle cause.Non esiste la sicurezza per tutti e per tut-to. Ciò non soltanto per una mera questio-ne di soldi, la cui disponibilità è di persé condizionata dalla scarsità delle pubbli-che finanze. I valori materiali minacciatisono aumentati a tal punto, da spostarel’attenzione dalla difesa contro i pericolialla accettabilità di certi rischi: cosa puòsuccedere, e dove?

Quadro giuridicoTutte queste considerazioni si sono rifles-se sulle basi legali. Il 1° gennaio 1993 en-trò in vigore la nuova legge federalesulla sistemazione dei corsi d’acqua(LSCA). Essa fornisce un’ampia base stra-tegica per l’analisi dei pericoli, la differen-ziazione degli obiettivi di protezione, lamanutenzione, la pianificazione appro-priata dei provvedimenti ed il contenimen-to del rischio residuo (pianificazione del-l’emergenza).Un’ulteriore pietra miliare è costituitadall’ordinanza sulla sistemazione deicorsi d’acqua (OSCA), divulgata nel1994 e completata nel 1999. Essa ordinaai Cantoni non soltanto di indicare i terri-tori pericolosi, bensì di stabilire lo spazionecessario per i corsi d’acqua, con lo sco-po di protezione contro le piene e di adem-pimento delle loro funzioni ecologiche. Inconcreto ciò significa ancorare nei pianidirettori e nei piani regolatori di Cantoni eComuni le aree corrispondenti, e tenerlein considerazione in tutte le attività chehanno un’incidenza sul territorio.

Riali e fiumi non recano soltanto acque di piena.Mediamente per 340 giorni all’anno essi adempionoaltre funzioni, che sono parimenti da tenere in contonell’ambito della sistemazione dei corsi d’acqua.

Pericolo: stato di cose, circostanza o processo da cui puòderivare un danno all’uomo, all’ambiente od a beni materiali.

Rischio: entità e probabilità d’un possibile danno.

Rischio residuo: rischio sussistente dopo la realizzazionedi tutte le opere di protezione previste.

A che punto siamo?

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• Strategia

Modo di procedere

Procedure

Progettazione

Provvedimenti

Appendice

Esigenze

• Lo spazio vitale e quello economicodevono essere adeguatamente protetti.

• Con una prevenzione globale sideve evitare un continuo incrementodell’importo dei danni.

• L’atteggiamento nei confronti delleincertezze derivanti dai fenomeninaturali va migliorato e preso in con-siderazione nell’elaborazione dei con-cetti di protezione contro le piene.

• I corsi d’acqua devono essere rispet-tati in quanto elementi importantie strettamente connessi con la naturaed il paesaggio.Cosa vogliamo?

Letture consigliate:

UFAEG: Esigenze nella protezione contro lepiene (opuscolo, 1995)

UFAEG: Dare spazio ai corsi d’acqua!(opuscolo, 2000)

Nella moderna accezione di protezionecontro le piene non ci si limita semplice-mente a mantenere o completare correzio-ni idriche esistenti. Ci si pone piuttosto ilgrande impegno di integrare la protezionecontro le piene nella pianificazione e dicurare il coordinamento di tutte le atti-vità incidenti sul territorio.Ciò funziona tuttavia soltanto se si cono-scono le legittime richieste di tutti i settoritoccati, vale a dire la protezione delleacque, la pesca, l’economia forestale,l’agricoltura, la protezione del paesaggio,fino all’approvvigionamento in acqua po-tabile e all’energia idroelettrica.La protezione contro le piene deve quindisoddisfare molte richieste, e spesso nonsenza conflitti d’interesse. Il conseguimen-to di soluzioni apprezzabili dipendepertanto dall’adempimento di una seriedi esigenze: Innanzitutto devono essereadeguatamente protetti lo spazio vitaleed economico; in secondo luogo, me-diante una prevenzione globale, sideve evitare un ulteriore incremento del-l’importo dei danni; il terzo punto consistenel miglioramento dell’atteggiamento neiconfronti delle incertezze derivanti daifenomeni naturali, e nella sua assunzionenei concetti di protezione contro le piene;il quarto punto consiste nel rispetto deicorsi d’acqua in quanto elementi impor-tanti e strettamente connessi con la natu-ra ed il paesaggio.

Processo continuoLa legge federale sulla sistemazione deicorsi d’acqua (LSCA) e l’ordinanza sullasistemazione dei corsi d’acqua (OSCA) at-tribuiscono una chiara priorità al modo incui ci si deve adeguare alle suddette esi-genze: la protezione contro le piene de-v’essere attuata con la minima ingeren-za sul corso d’acqua, mentre grandeimportanza va riservata alla prevenzio-ne. Al di là di ogni misura preventivarestano imprescindibili una buona piani-ficazione dell’emergenza ed un’orga-nizzazione per i casi d’emergenza.Ne discende la possibilità di enunciare pa-recchi principi riguardanti la protezionecontro le piene (cfr. pag.9). Una protezio-ne sostenibile può essere conseguita sol-tanto a patto di tradurre in pratica taliprincipi. Premessa imprescindibile sono lavolontà di collaborazione e l’attitudine allaricerca del consenso tra tutti i partners.Anche la politica della Confederazione stapercorrendo un processo continuo di ar-monizzazione nei settori della protezionecontro le piene, della protezione delleacque, della pesca, della protezione dellanatura e del paesaggio, dell’energiaidroelettrica, dell’economia forestale edell’agricoltura.Le graduali revisioni delle leggi perseguo-no un obiettivo comune, che può essereriassunto in una parola chiave: sosteni-bilità. Le condizioni di vita delle genera-zioni future non devono essere compro-messe da tutti gli interventi che incidonosu natura e paesaggio.

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Meteorologia

Bacinoimbrifero

Stato delcorso d’acqua

Vulnerabilità

Potenzialedi danno

Danno

Gestionedelle crisi

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Evento

Pericolo

Piena

Affinché i danni alluvionali non raggiungano livelli inaccettabilisi devono intraprendere sforzi pianificatori miranti alla riduzionedella vulnerabilità ed al contenimento del potenziale di dannocome pure misure d’emergenza per la riduzione dei danni.

Chiarire la situazione di pericolo. Per poter giudicare le necessità di protezione occorrono conoscenze globali sulla situa-zione idrogeologica, sulle premesse costruttive e sui principali tipi di pericolo riferiti al corso d’acqua considerato. I pericoli econflitti esistenti si possono individuare mediante la documentazione sulle piene, riportata in rapporti sugli eventi alluvionali,sui catasti degli eventi stessi, e sulle carte indicative dei pericoli. La situazione di pericolo va esaminata periodicamente; ipericoli esistenti devono essere tenuti in considerazione nei piani direttori e regolatori.

Accertamento del deficit ecologico e rimedi. Una protezione durevole contro le piene deve preoccuparsi dello sviluppodella vegetazione riparia e predisporre spazio sufficiente per la formazione d’una biodiversità strutturale degli ambienti ac-quatici, anfibi e terrestri. In altre parole creare ambienti vitali concatenati.

Differenziare gli obiettivi di protezione. I concetti di protezione contro le piene fanno assegnamento sulla differenzia-zione degli obiettivi di protezione: beni di gran pregio devono essere meglio protetti di quelli di scarso valore. In ossequio aquesto principio terreni agricoli e costruzioni isolate richiedono generalmente minor protezione rispetto ad agglomerati, im-pianti industriali od infrastrutture, mentre per aree a coltivazione di tipo estensivo di regola non occorrono protezioni specifi-che. Per la verità l’analisi del potenziale di danno può fornire, in singoli casi, indicazioni differenti; le misure da adottaredevono perciò essere ponderate in base al principio di proporzionalità.

Ritenere (laminare) dove possibile, far defluire dove necessario. Per attenuare le punte di deflusso, la portata dipiena va rallentata sfruttando bacini di ritenuta. Le zone naturali di ritenuta devono essere non soltanto preservate bensì,laddove possibile, ricostituite. Le piene devono essere fatte defluire soltanto quando le situazioni lo impongono, come adesempio in strettoie attraverso agglomerati. Allora si devono riservare, o se del caso creare, appositi corridoi d’evacuazione,per disporre di sufficiente spazio in caso di eventi estremi.

Minimizzare gli interventi. Sezioni di deflusso sufficienti sono premessa fondamentale per assicurare la protezione controle piene, per gestire in modo equilibrato il trasporto solido e per garantire l’evacuazione delle acque. Tuttavia la protezionecontro le piene dev’essere assicurata con il minor impatto possibile sull’ambiente naturale.

Esaminare i punti deboli. Le incertezze derivanti da fenomeni naturali sono da tenere in attenta considerazione. La sicurez-za costruttiva delle opere di protezione dev’essere ottimizzata di conseguenza. Efficacia e sicurezza strutturale delle stessedevono inoltre essere verificate per i casi di sovraccarico che eventi estremi potrebbero determinare. Grazie a periodici control-li di affidabilità delle opere esistenti possibili punti deboli possono essere rilevati e rimossi tempestivamente.

Garantire la manutenzione. L’appropriata manutenzione dei corsi d’acqua è un impegno permanente. Essa assicura sial’efficacia strutturale delle opere esistenti, sia sull’adeguatezza delle relative capacità di deflusso.

Assicurare lo spazio necessario. Un riale dev’essere qualcosa di più d’una cunetta di deflusso, un fiume più d’un canale.Lo sfruttamento dei terreni deve perciò rispettare una sufficiente distanza dai corsi d’acqua. I Cantoni sono tenuti a fissarne lospazio necessario, ad ancorarlo nel piano direttore e nei piani regolatori ed a tenerlo in considerazione in tutte le attività conincidenza sul territorio.

Rispettare le esigenze. Le esigenze di tutti coloro che nei riali e fiumi cercano ristoro, o che vi vogliono passare il lorotempo libero devono essere rispettate; anche lo sfruttamento sostenibile delle risorse idriche, in particolare delle risorse idro-elettriche dev’essere reso possibile.

Principi per la protezione contro le piene

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➜ http://www.bwg.admin.ch

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Campo dei vincoli della sostenibilità

Aspetti sociali:Protezione della popolazione

Aspetti economici:Proporzionalità tra ecologia ed economia

Aspetti ambientali:Protezione della naturae dell’ambiente

• Strategia

Modo di procedere

Procedure

Progettazione

Provvedimenti

Appendice

Come adempiere queste esigenze?

Quadro-guida della protezionecontro le pieneIn base alle condizioni generali e con ilcoinvolgimento di tutti gli interessati sideve stabilire la necessità d’agire. Ciò ètuttavia possibile soltanto se si disponedelle principali informazioni sui pericolinaturali incombenti, se la situazione di pe-ricolo viene ponderata correttamente, se idiversi interessi vengono coordinati, lebasi legali prese in considerazione, e lepriorità fissate:• Per l’ottenimento di soluzioni apprezza-bili è necessaria una pianificazioneglobale. Ne conseguirà un pacchetto dimisure compatibile con tutti i pericoli na-turali e tutti gli interventi aventi incidenzasul territorio e che terrà in debito conto ipiani settoriali*.• Se dal punto di vista della protezionecontro le piene il grado di protezioned’un corso d’acqua risulta sufficiente e lostato ecologico soddisfacente, le sue con-dizioni attuali devono essere assicuratecon misure pianificatorie e con interventidi cura e manutenzione.• Quando venisse accertato un deficitnel grado di protezione occorrerà allestireun piano di misure adattate alle condizio-ni locali. Il concetto di deficit si estendeoltre all’aspetto della protezione contro lepiene, anche a quanto attiene all’ambien-te. Le due esigenze sono da considerareequivalenti, se accanto ad un’adeguataprotezione contro le piene si vuol garanti-re anche un durevole adempimento dellefunzioni ecologiche del corso d’acqua.• Ormai da tempo la protezione contro lepiene non si limita più ad impedire ad ognicosto le esondazioni. Infatti riali e fiumicostituiscono da un lato spazi vitali adatti

ad una flora e fauna diversificate e d’altrocanto rappresentano ideali luoghi di risto-ro. Per questa ragione una moderna prote-zione contro le piene tiene in debito contole molteplici funzioni dei corsi d’acquae cerca, laddove possibile, di mantenerle edi ricostituirle.• Ogni concetto d’intervento va esamina-to con senso critico per quanto attiene allaproporzionalità tecnica, economica edecologica. Quando il progetto si rivelasproporzionato, allora s’impone un ripen-samento dell’uso del suolo, rispettivamen-te degli obiettivi di protezione.• Se le misure appaiono proporzionate sipuò procedere all’elaborazione del pro-getto esecutivo.• Sussistono sempre rischi residui. Essidevono essere valutati, e tutte le misurepreviste sono da completare con una pia-nificazione e con l’organizzazione degliinterventi d’emergenza (ivi compresi con-cetto d’allarme e piano d’evacuazione).Nell’esame citato occorre anche includerela verifica dell’efficacia delle misure adot-tate nel caso di sovraccarico, vale a direin presenza di eventi estremi. Questa con-siderazione globale porta alla convivenzaconsapevole con i pericoli possibili, nel se-gno d’una cultura globale del rischio.

Ogni progetto di protezione contro le pie-ne si orienta da un lato secondo le condi-zioni generali, a loro volta determinate daipericoli naturali presenti, dalle possibilitàd’utilizzo presenti (o pianificate), comepure dallo stato sia strutturale, sia ecolo-gico del corso d’acqua. D’altra parte la leg-ge federale sulla sistemazione dei corsid’acqua (LSCA) prescrive l’ordine d’impor-tanza delle misure da adottare. La prece-denza spetta alle misure sostenibili:• La protezione contro le piene dev’esseregarantita soprattutto mediante un’appro-priata manutenzione del corso d’acqua.Essa implica la manutenzione dei boschicon funzione protettiva (legge federalesulle foreste, LFO).• Pari priorità spetta alle misure di pia-nificazione del territorio, per la pre-servazione degli spazi liberi esistenti, e perimpedire una crescita incontrollata del po-tenziale dei danni. Una pianificazione ur-banistica attenta ai pericoli naturali esi-stenti costituisce miglior prevenzione chenon la protezione di zone sconsiderata-mente urbanizzate, per di più dotate dicostose opere protettive.• Soltanto quando dette misure si doves-sero rivelare insufficienti si potrà ricorreread opere strutturali di protezione.• Nella fissazione delle priorità sono poida prendere in considerazione misure d’al-tro genere (ad esempio: interventi di pro-tezione puntuale per determinati edifici).

* Questo tipo di approccio corrisponde anchealla raccomandazione della SEV «Il pianoregionale di evacuazione delle acque» (2000).

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Pianificazione ed organizzazione degli interventi d’emergenza

Situazionedi pericolo

Usodel suolo

(attualeo previsto)

Statodel corsod’acqua

Stabilirel’obiettivo

di protezione

Definirelo scopo

dell’utilizzo

Fissaregli obiettivi

ecologici

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Obiettivi non raggiuntiPresenza di deficit di protezione

Pianificazionedei provvedimenti

Manutenzione appropriata

Cura del bosco protettivo

Misure pianificatorie

Opere di protezione

I provvedimentisono

sproporzionati

Pianificazionedei provvedimenti

Interventi di cura

Misure pianificatorie

Rinaturazione

Rischio residuo

Valutazionedei provvedimenti

I provvedimenti sono proporzionatiMantenimentodello

«status quo»

Manutenzioneappropriata

Misure pianificatorie Attuazione dei provvedimenti

Mantenimentodello

«status quo»

Cura

Misure pianificatorie

Modo di procedere

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Ponderazione degli interessi

Individuare le necessità d’azione

Taluni rischi sono evidenti, altriper contro senza specifica indagi-ne sono rilevabili a malapena.Specialmente il rischio alluvionaledopo lunghi periodi senza eventitende a cadere nel dimenticatoio.

L’individuazione della necessità d’azione dipende dai seguenti punti:

• accertamento della situazione di pericolo e del potenziale di danni;

• giudizio sullo stato del corso d’acqua;

• definizione degli obiettivi di protezione;

• determinazione dello spazio necessario;

• definizione degli obiettivi di sviluppo ecologico;

• definizione degli utilizzi attuali o previsti.

Protezione contro le piene ed aspettativeecologiche non sono antitetiche; al contra-rio, devono essere trattate alla stessa stre-gua in ogni progetto di protezione.

Punto di vista della protezionecontro le pienePer identificare le necessità d’azione nel-l’ottica della protezione contro le piene sideve innanzitutto procedere ad una valu-tazione dei pericoli. Attraverso il con-fronto tra la situazione di pericolo e gli uti-lizzi attuali o previsti vengono evidenziatii deficit di protezione. Una volta rile-vato un tale deficit, si passa alla valutazio-ne dell’entità dei danni potenziali. In casodi forte rischio si deve procedere all’elimi-nazione del deficit nell’ambito d’una pia-nificazione dei provvedimenti.In assenza di deficit di protezione basteràprovvedere ad una adeguata manuten-zione. Condizioni locali permettendo,converrà esaminare la possibilità di piani-ficare i terreni corrispondenti quali poten-ziali zone inondabili, oppure corridoidi deflusso.

Punto di vista dell’ambientePer identificare le necessità d’azione nel-l’ottica ambientale occorre valutare lafunzionalità ecologica del tratto delcorso d’acqua, e stabilire gli obiettivi disviluppo ecologico. I corsi d’acqua adem-piono molteplici funzioni. Essi non sonosoltanto biotopi d’una flora e fauna au-toctone, bensì anche corridoi ecologicidi collegamento. Per questa ragione sideve sempre tenere in considerazione lasituazione a monte ed a valle.Corsi d’acqua costretti in alvei monotoni efortemente imbrigliati non adempiono le

funzioni citate (se non in misura moltoscarsa). Ecco quindi che la conservazioneo la ricostituzione delle condizioni piùnaturali possibili sono di pertinenzadella protezione contro le piene: i corsid’acqua devono valere quali elementi ca-ratterizzanti del paesaggio; un ciclo idricospiccatamente naturale dev’essere conser-vato il più a lungo possibile. La necessitàdi ristoro della popolazione sarà da tenerein sempre maggior conto.

Il ruolo chiave dell’agricolturaNella ponderazione degli interessi tra leaspirazioni di utilizzo e le aspettative am-bientali l’agricoltura riveste un ruolo chia-ve. Spesso infatti le misure di compensoimposte nell’ambito di progetti di infra-strutture vanno a scapito dell’area riserva-

ta all’agricoltura. Ciononostante dev’esse-re possibile trovare delle soluzioni che sod-disfino sia le esigenze dell’agricoltura, siaquelle della protezione contro le piene.Per questo gli agricoltori interessati devo-no essere coinvolti sin dall’inizio nella pia-nificazione. Potranno così assicurare, die-tro adeguato indennizzo, la manutenzionee la cura delle tratte corrispondenti. Me-diante incoraggiamenti finanziari si puòpromuovere la pratica d’una manutenzio-ne ambientalmente valida: aree di com-penso ecologico possono dare diritto al-l’ottenimento di contributi e superfici acoltivazione estensiva nelle adiacenze deicorsi d’acqua costituiscono zone privile-giate, per le quali è possibile l’attribuzionedi contributi complementari, ai sensi del-l’ordinanza sulla qualità ecologica (OQE).

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Valori in milioni di franchi (Valori attualizzati)

Accertamento della situazione di pericoloe del potenziale dei danni

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Strategia

• Modo di procedere

Procedure

Progettazione

Provvedimenti

Appendice

Danni alluvionali in Svizzera dal 1972ad oggi. Determinanti sono i grandi

eventi: 1978, 1987, 1993, 1999, 2000.

Le conseguenze d’una piena per un datoterritorio vengono essenzialmente deter-minate mediante tre fattori:• i processi innescati,• la loro intensità,• la loro durata.Per questo l’entità dei possibili danni in undeterminato territorio non è una grandez-za fissa ma dipende da tutta una serie diipotesi più o meno concatenate.Ipotesi sbagliate portano notoriamente afalse valutazioni. È pertanto necessarioelaborare scenari di cause adattabili alpiù ampio spettro possibile di processi.Soltanto in questo modo si può pervenirea risultati tali da permettere un rapportocosti-benefici oggettivo e praticabile.È opportuno che tutti gli operatori coinvol-ti – periti, pianificatori e rappresentanti diComuni, Cantoni e Confederazione – siconsultino e concordino gli scenari daadottare.La situazione dei pericoli così determinatapermette di stimare le possibili conseguen-ze d’una piena, vale a dire il numero dellepersone a rischio, l’importo presumibiledei danni materiali, l’entità dei danniindiretti (interruzioni d’esercizio, prodot-ti sostitutivi) e dei danni all’ambiente.

VulnerabilitàL’acqua penetra all’interno degli edifici in-nanzitutto attraverso le porte d’entrata, leaperture delle cantine o le porte dei par-cheggi sotterranei.Perciò la vulnerabilità degli edifici dipendesoprattutto dalla quota di questi puntideboli potenziali, rispetto a quella del ter-reno circostante. Altri possibili punti debo-li sono le sigillature dei rivestimenti ester-ni, nonché la posizione delle strutture

d’approvvigionamento o degli ascensori emontacarichi.

Accertamento dei danniDi regola è sufficiente una stima approssi-mativa dei danni possibili. Per il caso didanni materiali esistono dei valori base.Spesso per le altre categorie la valutazio-ne è molto difficile. Per lo più si adottano,per i danni di determinate categorie d’uti-lizzo, i costi per unità di superficie. Per sin-goli oggetti sensibili si deve procedere adaccertamenti specifici.

Rischi specialiTra i rischi speciali si annoverano tra l’al-tro gli impianti di produzione di sostanzechimiche e biologiche, i depositi, gli ince-neritoi, le discariche, le centrali di distri-buzione o di produzione con un parco-macchine di particolare valore. Anche leinfrastrutture importanti in caso di cata-strofe, come i posti-comando, gli ospeda-li od i centri di pronto soccorso richiedonospeciali precauzioni.Di regola le indagini sui rischi speciali sonogià state trattate nell’ambito dell’ordi-nanza sulla protezione contro gli incidentirilevanti. In caso contrario essa va elabo-rata ad hoc. Ricerche specifiche sarebberogiustificate soltanto quando fosse in di-scussione l’economicità d’un progetto diprotezione contro le piene.

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Giudicare lo stato d’un corso d’acqua

Letture consigliate:

UFAFP: Metodi di analisi e di valutazione deicorsi d’acqua – Ecomorfologia livello F(informazione concernente la protezionedelle acque no 27)

I corsi d’acqua coperti rappresentano un problema particolare.Nei limiti del possibile essi devono essere rimessi a cieloaperto e modellati in modo conforme al naturale. Nuove messein canalizzazione sono accettate soltanto in casi di forza mag-giore, e sono comunque da limitare allo stretto necessario.

Un riale od un fiume in uno stato confor-me al naturale è costituito di un mosaicodi ambienti differenziati. Lungo corsi d’ac-qua rimasti, oppure modellati in modoconforme allo stato naturale, acque impe-tuose e profonde si accostano ad acquetranquille e poco profonde, ed inoltre si al-ternano terreni periodicamente oppuresaltuariamente inondati; il tutto entro ter-ritori di modesta estensione. Da questostato di cose scaturiscono condizioni divita fortemente differenziate per fauna eflora.Queste zone di transizione tra acqua esuolo, caratterizzate da molteplici funzio-ni, sono per la verità scomparse un po’ do-vunque, a causa della forte pressione perlo sfruttamento del suolo. In tutti i proget-ti di protezione contro le piene si deve per-ciò prestare la massima attenzione alle va-riazioni stagionali delle portate, così comealle differenti condizioni di scorrimento.Per determinare la necessità d’agire dalpunto di vista ecologico e della protezionecontro le piene tre domande s’impongonoin prima linea:• Il corso d’acqua possiede una struttu-ra differenziata, oppure questa struttu-ra è stata impoverita da opere od ostacoliesistenti?• Qual è lo spazio vitale necessario alcorso d’acqua, per l’adempimento dellesue funzioni ecologiche?• Che sezione trasversale occorre alcorso d’acqua perché possa smaltire il de-flusso anche in condizioni di piena?

Giudizio ecomorfologicoLa necessità d’azione dal punto di vistadelle funzioni naturali d’un corso d’acquasi desume da un esame ecomorfologico.

Questa necessità d’azione va tenuta inconsiderazione nell’ambito della pianifica-zione dei provvedimenti, alla stessa stre-gua degli obiettivi di protezione dipenden-ti dall’utilizzo del suolo.Il concetto di «ecomorfologia» comprendela totalità delle specificità strutturalidel corso d’acqua e dei suoi dintorni, quin-di tanto gli interventi di natura idraulica(come arginature, sbarramenti o stabilizza-zioni del fondo) quanto lo stato dei terreniadiacenti (costruzioni, utilizzo del suolo,vegetazione e spazio riservato al corsod’acqua).Il corrispondente giudizio può essere effet-tuato in gradi differenziati di dettaglio. Peruna valutazione regionalizzata dei corsid’acqua (il cosiddetto livello F) si annove-rano cinque caratteristiche determi-nanti:• larghezza media dell’alveo;• variabilità della larghezza del pelo

d’acqua;• interventi sul fondo (ed ostacoli alle

migrazioni);• stabilizzazioni del piede della scarpata;• larghezza e natura delle rive.

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Stabilire gli obiettivi di protezione

Ritenere, dove possibile; far defluire, se necessario. Il dimensionamento gene-ralizzato in base ad una determinata portata non ha più alcuna validità. Gli obiettivi diprotezione devono piuttosto essere stabiliti in relazione ai singoli oggetti ed al corri-spondente potenziale dei danni. Per le zone edificate la portata centenaria (Q100 )costituisce comunque tuttora un importante valore di riferimento. Per beni di valorerilevante e per rischi straordinari il grado di protezione va adeguatamente maggiorato.

Differenziazione degli obiettividi protezioneGli sforzi per la protezione contro le pienesi concentrano sulla riduzione e sullaprevenzione dei danni. Il grado di prote-zione è proporzionale ai valori in gioco, eciò tenendo presenti i rispettivi processi.Queste sono le categorie di oggetti piùimportanti:• Agglomerati. Di regola devono essereprotetti contro eventi rari.• Industria ed artigianato. Per questistabilimenti ed impianti valgono gli stessiprincipi che per gli agglomerati; la prote-zione è dimensionata per eventi di rara ri-correnza.• Infrastrutture. Qui si deve distingue-re a seconda dell’importanza (nazionale,regionale o locale). L’obiettivo di protezio-ne sarà più o meno elevato a dipendenzadell’importanza e della vulnerabilità del-l’infrastruttura.• Terreni coltivi. I terreni coltivi pregia-ti vanno protetti meglio che non quelli acoltivazione estensiva. Per di più occorredistinguere tra eventi che possono causa-re una riduzione generalizzata della fertili-tà, oppure soltanto, nella peggiore delleipotesi, la perdita d’un solo raccolto.• Oggetti speciali. Devono essere con-siderati singolarmente, vale anche qui ilprincipio secondo cui per maggior poten-ziale di danni, maggior grado di protezio-ne.

A seconda del tipo di pericoli che incom-bono su una determinata località, e dellarispettiva necessità di protezione, gli obiet-tivi di protezione vengono differenziati:laddove possono essere colpite persone ebeni materiali importanti l’obiettivo di pro-tezione sarà maggiore di quello da riferireper esempio a zone agricole oppure bo-schive. Taluni oggetti possono essere inon-dati frequentemente, altri meno ed altriancora possibilmente mai.Ciò rappresenta una novità fondamentalerispetto alla prassi finora seguita. In pas-sato gli interventi venivano spesso dimen-sionati in funzione d’un solo evento bendeterminato. Di regola si sceglieva unevento centenario (Q100), per il quale si pre-disponeva una protezione generalizzata.Per la verità questo modo d’agire portò incerti casi a soluzioni sproporzionatamentecostose ed inoltre si rinunciò per lo più avalutare le possibili conseguenze del supe-ramento del valore di dimensionamentoprescelto.

Nuovo modo di procedereNel frattempo si è affermata con successola prassi di differenziare gli obiettivi di pro-tezione in funzione dell’utilizzo del suoloe degli oggetti presenti.La cosiddetta matrice degli obiettividi protezione costituisce la base per unadeterminazione metodica e differenziatadegli obiettivi di protezione. Questo tipo dimatrice, graduata in funzione di categoriedi oggetti, fu elaborato per la prima voltain relazione all’evento alluvionale del1987 nel Canton Uri; un modello applicatoed ormai sperimentato in altre occasioni.

Parametro principaleL’obiettivo di protezione è fondamental-mente riferito ad una probabilità del-l’evento, a sua volta caratterizzata da de-terminati parametri. Quello adottato piùfrequentemente è la punta di portataQ, legata ad un periodo di ritorno deter-minato:• Il limite dei danni Qa designa un de-flusso che non provochi danni agli oggettida proteggere.• Il limite del pericolo Qb designa undeflusso che se superato può provocarecondizioni di deflusso incontrollato. La si-curezza degli oggetti da proteggere non èpiù garantita.• Fenomeni alluvionali con portate situa-te tra il limite dei danni Qa ed il limite dipericolo Qb possono causare danni limi-tati, ma di regola non dovrebbero distrug-gere né oggetti da proteggere, né opere diprotezione.• Quando la pericolosità dei fenomeni al-luvionali diventa forte, per certe categoriedi oggetti la portata di dimensionamentova spostata dal limite dei danni Qa verso illimite del pericolo Qb.• Nel caso d’una zona con categorie diffe-renziate di oggetti, l’obiettivo di protezio-ne determinante dev’essere stabilito attra-verso una valutazione dei rischi residui. Seun progetto comporta costi, interventi opregiudizi sproporzionati, allora è il casodi adattare di conseguenza obiettivi di pro-tezione e relativi utilizzi.• Nella ponderazione degli interessi si do-vrà tener conto delle esigenze di altri set-tori toccati, come agricoltura, protezio-ne della natura e del paesaggio, sviluppourbano e produzione d’energia.

Strategia

• Modo di procedere

Procedure

Progettazione

Provvedimenti

Appendice

Qa

Qa

Qa

Qb

Qb

Qb

Qb

Qb

Qa

Qa

Fran

k

Qa limite dei danni

Qb limite del pericolo

HQ1 piena di frequenza annuale

HQ100 piena centenaria

EHQ piena riferita a condizioni idro-meteorologiche estreme

PMF la massima piena possibile(probable maximum flood)

HQ1 HQ10 HQ20 HQ50 HQ100 EHQ PMF

Modello di matrice degli obiettivi di protezione

Categoria d’oggetti

Paesaggi naturali nessuna portata di dimensionamento

Agricoltura estensiva

Agricoltura intensiva

Edifici singoli;infrastrutture locali

Infrastruttured’importanza nazionale

Agglomerati;industrie

Oggetti speciali;rischi speciali da stabilire di caso in caso

protezione completa

protezione limitata

nessuna protezione

Dipendenza dai fenomeniL’obiettivo di protezione non dipende sol-tanto dal tipo di utilizzo d’una determina-ta area (categorie di oggetti), ma anchedalla frequenza e dalla caratteristica dellepiene che vi si abbattono.Accanto al deflusso di punta si devono per-ciò sempre tenere in considerazione anchealtri parametri importanti. Nei casi di ero-sioni di sponda o di colate di detriti gliobiettivi di protezione devono essere au-mentati in ragione della pericolosità diquesti fenomeni. Mediante adatti scenaripossono essere stabiliti i parametri deter-minanti, riferiti ai diversi fenomeni:• Per gli straripamenti i valori determi-nanti sono costituiti dal volume d’acquafuoruscito dall’alveo, e dalla durata del-l’inondazione.• Per le erosioni e le colmate il valoredeterminante non è soltanto rappresenta-to dalla punta di deflusso, ma anche dallaloro durata.• Per le colate di detriti il volume èspesso più determinante della punta dideflusso.

La differenziazione degli obiettivi di prote-zione permette di ovviare alla minaccia

alluvionale in misura proporzionata, e tenen-do in equa considerazione i pericoli locali.

Con ciò si risparmiano costi ed inoltre sipossono fronteggiare meglio eventi estremi.

Ad una matrice degli obiettivi diprotezione si è fatto ricorso per la prima

volta nel canton Uri, a seguito dell’alluvionedevastatrice del 1987 lungo la Reuss.

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Distanzadelle

costru-zioni

Spazio minimo necessario nell’ottica della protezione contro le piene. Spazio minimo necessario nell’ottica ecologica.

Distanzadelle

costru-zioni

Striscia dimanuten-zione (3m)

Scarpata1:2

Zona riparia

Larghezzad’alveo

necessaria(idraulica)

Scarpata1:2

Zonariparia

Striscia dimanuten-zione (3m)

Zona riparia

Alveonaturale

Zona riparia

Determinare lo spazio necessario

Letture consigliate:

UFAEG: Riservare spazio per i corsi d’acqua!(fascicolo, 2000)

HQd

Strategia

• Modo di procedere

Procedure

Progettazione

Provvedimenti

Appendice

In ogni progetto una domanda fondamen-tale s’impone: quanto spazio è da riserva-re al corso d’acqua? Per principio lo spaziominimo necessario comprende l’alveo e lezone riparie. Il riale od il fiume possono ri-toccare questo spazio; esso rimane a di-sposizione per le piene, e di regola liberoda ogni forma di utilizzo (edifici ed impian-ti possono ingombrarlo soltanto in casiben giustificati di forza maggiore).Ciò premesso, la determinazione dello spa-zio necessario dipende dalle seguenti esi-genze:• Dal punto di vista della protezionecontro le piene. A partire dalle basi idro-logiche e dagli obiettivi di protezionestabiliti, uno spazio riservato al corso d’ac-qua dev’essere fissato per il lungo termi-ne. La corrispondente portata di dimensio-namento permette la determinazione dellalarghezza d’alveo idraulicamente necessa-ria, tenendo anche in considerazione lecondizioni locali. Partendo da una penden-za di scarpata dell’1:2 e con una strisciadi 3 metri, tale da garantire l’accessibilitàper la manutenzione, si può stimare lo spa-zio minimo necessario dal punto di vistadella protezione contro le piene.• Dal punto di vista dell’ecologia. Riali efiumi non sono soltanto spazio vitale peruna flora ed una fauna diversificate ed au-toctone. Essi costituiscono anche un ele-mento di collegamento di biotopi, ed inol-tre plasmano il paesaggio, contribuisconoall’autodepurazione delle acque ed all’ali-mentazione della falda. Nell’ottica ecolo-gica la determinazione dello spazio mini-mo necessario si ottiene applicando unmetodo di calcolo semplice, basato su unacurva di riferimento. Se ne deduce lalarghezza della zona riparia. È un metodo

applicabile per i corsi d’acqua piccoli emedi, che compongono gran parte dellanostra rete idrografica.

Spazio necessario minimoDeterminante per la scelta sarà la maggio-re delle due grandezze definite sopra. Edi-fici ed impianti devono per principio rispet-tare le distanze regolamentari a partire daiconfini così definiti.

Spazio necessario restanteLaddove si prevedono attività del tempolibero, degli spazi ricreativi possonocompletare lo spazio riservato ai corsid’acqua. In terreni poco sfruttati, lo spazionecessario può essere esteso fino ai limitidi meandrazione naturale del corsod’acqua. Ciò favorisce la disponibilità dispazi adatti allo sviluppo dinamico dei cor-si d’acqua naturali e di quelli gestiti inmodo conforme alla natura.

Modo di procedere in funzionedella preservazionePer assicurare ai corsi d’acqua lo spazionecessario per la protezione contro le pie-ne e per l’adempimento delle loro funzioniecologiche sono disponibili tutta una seriedi misure di pianificazione territoriale:• Inserimento nel piano direttore osettoriale cantonale (imperativo): fissaa lungo termine e prioritariamente i prin-cipi concernenti la gestione dei corsi d’ac-qua ed impartisce disposizioni impegnati-ve per le autorità.• Inserimento nei piani regolatori can-tonali o comunali (imperativi): fissa lo spa-zio necessario ai corsi d’acqua a livelloparcellare, con carattere obbligatorio per irispettivi proprietari.

• Inserimento in un piano comunale diquartiere (facoltativo): fissa ugualmentelo spazio necessario per i corsi d’acqua, alivello parcellare e vincolante per i proprie-tari.• Circoscrizione attraverso una zona dipianificazione comunale (facoltativo):preserva rapidamente ed a titolo provviso-rio lo spazio necessario ai corsi d’acqua,per impedire ulteriori limitazioni.• Acquisto di terreni da parte delloStato (facoltativo): assicura gli spazi ne-cessari per i corsi d’acqua in forma dura-tura.• Permuta fondiaria (facoltativa): evi-ta condizionamenti sproporzionati ai pro-prietari.• Soluzione contrattuale (facoltativa):regola l’utilizzo e la manutenzione dellezone riparie, come pure il risarcimento diqueste prestazioni ecologiche.• Distanze delle costruzioni negliabitati (raccomandato). Per preservarespazi liberi nelle adiacenze dei corsid’acqua è raccomandabile rispettare i limi-ti ordinari stabiliti per lo spazio d’un corsod’acqua (vale a dire a partire dalla zonariparia).

15

10

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0 2 4 6 8 10 12 14 16 18

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Fondo dell’alveo naturale. corrisponde, conportata media, alla larghezza del pelo d’acqua ecostituisce un valore di riferimento per la deter-minazione della larghezza della zona riparia edello spazio di meandrazione. Una larghezza delfondo dell’alveo naturale è caratterizzata da unagrande variabilità. In mancanza di tratte di con-fronto, per determinarla si fa capo ai seguentimoltiplicatori:• Con variabilità di larghezza contenuta

fattore 1,5• Con variabilità nulla

fattore 2,0

Zona riparia. la larghezza della zona riparia ne-cessaria per la funzionalità del corso d’acqua sidetermina con la curva di riferimento. Essa variacon la larghezza dell’alveo, ma misura al mini-mo 5 metri su ambo i lati del corso d’acqua, ivicomprese le fasce-tampone per le sostanzenutritive, fissate in 3 metri, in base all’ordinan-za sulle sostanze. In zone ad eccessivo tenore nu-tritivo indotto dalle adiacenti zone agricole, que-ste fasce vanno allargate.

Spazio di ristoro. Presso gli abitati e lungo sen-tieri pedonali e ciclopiste tradizionali si raccoman-da l’inserimento di una fascia globale di 3 metri(ad esempio per la manutenzione), predisponen-do inoltre spazio sufficiente per aree di sosta o dideposito.

Fascia di meandrazione. In zone poco sfrutta-te, alla fascia riparia può essere sovrapposta lazona di meandrazione, con una larghezza di circacinque o sei volte maggiore di quella dell’alveo.

Zona abitata. Protezione contro le piene e cor-ridoi ecologici devono trovare posto nei limiti delpossibile anche in condizioni territoriali ristrette.

Larghezza delle rive necessariaa garantire la protezione contro le piene

e le funzioni ecologiche

Larg

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e in

met

ri

Larghezza naturale del fondo dell’alveo in metri

Larghezza delle riveatta a garantire la biodiversità

Curva di riferimento. La larghezza naturale delfondo dell’alveo è un dato determinante per la de-finizione dello spazio necessario per un corsod’acqua. Essa permette di dedurre la larghezzaminima raccomandata per la zona riparia. Essamisura almeno 5 metri, anche per piccoli riali.A partire dai 15 metri di larghezza una fasciariparia può già funzionare quale biotopo auto-sufficiente. Soprattutto per i corsi d’acqua minoriè importante stabilire una zona riparia larga(tratteggio verde). Così viene favorita la bio-diversità, differenziazione naturale di flora efauna, lungo i corsi d’acqua.

20

Des

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Definire le necessità d’azione

L’ampliamento dello spazio riservato ai corsi d’acquaha effetti positivi su di un largo ventaglio di àmbiti:

riduce il rischio di danni alluvionali, permette soluzionieconomicamente più vantaggiose per interventi di

sistemazione idraulica, protegge i corsi d’acqua da im-missioni indesiderate di sostanze nocive, migliora

la qualità dell’acqua, contribuisce alla preservazione dibiotopi naturali ed inoltre valorizza le aree di ristoro.

Strategia

• Modo di procedere

Procedure

Progettazione

Provvedimenti

Appendice

Una volta chiarita la situazione di perico-lo, accertato il potenziale dei danni, valu-tato lo stato dei corsi d’acqua, stabiliti gliobiettivi di protezione e determinato lospazio necessario, si è in grado di prende-re delle decisioni sulla necessità di piani-ficare e sull’entità dei provvedimenti daadottare. Si possono distinguere quattrocasi singoli, come pure le loro rispettivecombinazioni.

Caso A:Nessun deficit di protezionecontro le pieneL’attuale uso del suolo è compatibile conla situazione di pericolo. Questa situazio-ne favorevole dev’essere garantita a lun-go termine. È dunque necessario il suo in-serimento nel piano direttore e neipiani regolatori. La manutenzione è dacontinuare come finora e si dovrà perio-dicamente verificare l’efficienza delle ope-re protettive (e l’eventuale loro messa inpericolo).

Caso B:Deficit di protezionecontro le pieneSe viene riscontrato un deficit di protezio-ne contro le piene si devono pianificare deiprovvedimenti atti ad eliminarlo, o quan-tomeno a ridurlo. In questo caso dovrannoessere tenuti in considerazione eventualideficit ecologici. Dopo la realizzazione de-gli interventi si dovranno accertare i peri-coli residui. Inoltre si dovrà allestire unacarta dei pericoli, da inserire nel pianodirettore e nel piano regolatore. I ri-schi residui devono essere accertati, indipresi in considerazione nell’ambito dellapianificazione delle misure di emergenza.

La manutenzione delle opere di protezio-ne e la cura del corso d’acqua devono es-sere assicurati a lungo termine.

Caso C:Nessun deficit ecologicoNon sussistono conflitti di interesse, ed ilcorso d’acqua si trova in uno stato confor-me al naturale. Ciò va assicurato a lungotermine mediante il piano direttore edil piano regolatore. La manutenzione ela cura attualmente prestate devono esse-re garantite nel futuro.

Caso D:Deficit ecologicoQuando si riscontrano deficit ecologici sidevono ricercare, nell’ambito d’una piani-ficazione dei provvedimenti, i mezzi adattia migliorare la situazione. Occorre ovvia-mente tenere in considerazione le esigen-ze di protezione contro le piene. La situa-zione così migliorata grazie allarealizzazione degli interventi, va garantitaa lungo termine. Se deficit presenti nonpossono essere eliminati immediatamente,si deve per lo meno riservarne lo spazionecessario con le misure pianificatoriepiù adatte.

21

AB

C D

Modo di procedere nella pianificazione dei provvedimenti e nell’in-tegrazione delle esigenze ecologiche: un progetto di protezione con-tro le piene sostenibile tratta per principio ambo gli aspetti.

Deficit ecologicopresente

Nessun deficit ecologicoriscontrabile

Nessun deficitdi protezione controle piene riscontrabile

Assicurare la situazionea lungo termine

Necessità d‘azione

Pianificazionedi provvedimenti

in àmbito ambientale

Deficit di protezionecontro le piene

presente

Necessità d‘azione

Pianificazionedi provvedimenti

in ambito di protezionecontro le piene

Necessità d‘azione

Pianificazionedi provvedimenti

in ambito sia di pro-tezione contro le piene,

sia ambientale

Procedure

23

Keys

tone

La legge federale sulla sistemazione dei corsi d’acqua (LSCA)fissa le seguenti condizioni quadro:

• gli obiettivi della protezione contro le piene;

• l’ordine di priorità per la pianificazione e la realizzazionedi opere idrauliche;

• le esigenze qualitative per interventi imprescindibili suicorsi d’acqua e per la manutenzione.

Competenze

Alla Confederazione spetta un’ampiacompetenza di legiferazione nell’ambitodella protezione contro le piene. Tuttavia ilpromovimento dei corrispondenti progettitocca ai cantoni. Questo compito, dallasfaccettatura rilevante, comprende sia lamanutenzione dei corsi d’acqua, sia misu-re di ordine pianificatorio, nonché struttu-rali. I cantoni sono inoltre responsabili perla pianificazione e l’organizzazione dellemisure d’emergenza.Essi eseguono i progetti in ossequio allalegge federale sulla sistemazione dei corsid’acqua e promulgano le necessarie dis-posizioni esecutive; in particolare pro-cedono alla ripartizione dei compiti tracantone, circondari e comuni, regolando leprocedure da applicare per la pianificazio-ne e la realizzazione delle misure necessa-rie.*

Ripartizione dei compitiI pilastri del diritto federale fissano il qua-dro concreto che i cantoni seguono informa autonoma. La Confederazione a suavolta concede dei sussidi (rivendicazionedi diritto) per certe misure di protezionecontro le piene, ed aiuti finanziari (sen-za rivendicazione di diritto) per la rinatu-razione dei corsi d’acqua. La Confederazio-ne inoltre incoraggia la formazione edil perfezionamento professionaledelle persone incaricate della protezionecontro le piene, e promuove ricerche d’in-

teresse nazionale nell’ambito della prote-zione contro le piene e dell’idrologia.Da ultimo, l’Ufficio federale delle acque edella geologia (UFAEG) fornisce i dati dibase e gli strumenti di lavoro necessariper una protezione contro le piene appro-priata e sostenibile, e presta la propriaconsulenza ai cantoni e ad altri enti. Percerti progetti la presa di posizione del-l’UFAEG è impegnativa (vedi più sotto),mentre per altri i cantoni possono decide-re liberamente se richiederne il parere.Quando si prevede di richiedere un sussi-dio, un contatto tempestivo con l’UFAEGè comunque consigliabile.

Sorveglianza della ConfederazioneUno dei compiti centrali della Confedera-zione è quello di sorvegliare l’esecuzionedel diritto federale da parte dei cantoni.Anche in questo ambito la competenzaspetta all’UFAEG. Esso esamina se i pro-getti di sistemazione dei corsi d’acquasono conformi alla legislazione federale, inparticolare a quella sull’ambiente, e vegliaaffinché le risorse messe a disposizionedalla confederazione vengano impiegateadeguatamente.Prima della loro decisione i cantoni sot-topongono le loro misure di protezionecontro le piene all’UFAEG per presa diposizione. Ciò vale in special modo perprogetti che:• concernono corsi d’acqua lungo il confi-ne nazionale;• possono avere ripercussioni sulla prote-zione contro le piene per altri cantoni;• richiedono un esame d’impatto ambien-tale (EIA);• toccano zone protette od oggetti degliinventari federali.

Tutte le misure di protezione contro lepiene, principalmente quelle di pianificazio-ne territoriale e quelle strutturali, implicanodegli iter decisionali complessi, nel cuisvolgimento devono essere rispettate ungran numero di norme giuridiche differenti.

*Data la varietà di strutture federalistiche lapresente Direttiva 2001 si deve limitare alcoordinamento tra confederazione e cantoni.

Coordinamento delle procedureTutte le procedure cantonali e federalideterminanti in ogni singolo caso devonoessere coordinate sia dal profilo sostanzia-le, sia da quello formale. Il loro contenutova armonizzato. L’armonizzazione so-stanziale e la relativa compensazionedegli interessi permettono una trattazioneed una valutazione globale, anche nel casodi progetti complessi.Nell’armonizzazione formale si possonodistinguere due modi di procedere:• Modello coordinato. Più autorità re-stano competenti per diverse procedure,ed armonizzano il contenuto delle decisio-ni.• Modello concentrato. Le diverse pro-cedure sono condotte da un’unica istanza.A livello federale in questo caso le proce-dure vengono coordinate dall’UFAEG.

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UFA

EG–F

OW

G

Norme giuridiche

Strategia

Modo di procedere

• Procedure

Progettazione

Provvedimenti

Appendice

*Altre concomitanze. Misure di protezionecontro le piene possono anche toccare ambitiregolati da accordi o convenzioni internazionali,od ancora altre esigenze del diritto federale,tra cui val la pena di citare:

• L’ordinanza sulle prescrizioni di sicurezzadegli impianti di trasporto in condotta.

• L’ordinanza federale sulla sicurezza degliimpianti d’accumulazione.

Al centro delle disposizioni federali inmateria di protezione contro le pienestanno la legge federale sulla siste-mazione dei corsi d’acqua (LSCA; RS721.100) e la relativa ordinanza sullasistemazione dei corsi d’acqua(OSCA; RS 721.100.1), che la completa.Gli obiettivi fissati dal legislatore federalesi possono così riassumere: la legge miraprioritariamente ad un uso del suolo cheprenda atto dei pericoli naturali esistenti eche preservi gli spazi liberi presenti, o necrei dei nuovi, secondo necessità e possi-bilità; i pericoli riconosciuti non devonoessere eliminati in modo puntuale, ma de-vono essere inclusi in un concetto globale,concernente tutto il territorio considerato.Quando si conviene sulla necessità di mi-sure di protezione, la legislazione federaleimpone delle esigenze qualitative che sal-vaguardino gli interessi di una flora e diuna fauna diversificate, nonché dell’ecolo-gia del corso d’acqua. In ogni caso è indi-spensabile riservare ai corsi d’acqua lospazio minimo necessario. La preservazio-ne o la creazione di zone inondabili,come pure la scelta e la preservazione dicorridoi di deflusso devono pertantofar parte di una pianificazione appropriatadei provvedimenti.

Altre norme federaliAccanto alla LSCA ed alla rispettiva ordi-nanza esiste tutta una serie di norme fe-derali* riferibili alla protezione contro lepiene, che spesso possono comportare di-sposizioni o procedure speciali:• Legge federale sulla pianificazio-ne del territorio (LPT). Sul piano can-tonale la pianificazione dei corsi d’acqua èparte integrante del piano direttore e dei

piani regolatori, e come tale deve essereadattata alle esigenze di altri settori, nel-l’ambito di una ponderazione di interessi,incluso lo spazio necessario (per protezio-ne contro le piene e funzione ecologica).Gli interventi costruttivi per la protezionecontro le piene richiedono una licenza dicostruzione. Al di fuori della zona edifica-bile va richiesta un’autorizzazione specia-le; occorrerà presentare una giustificazio-ne dell’opera, e la dimostrazione chenessun interesse preponderante vi si op-ponga.• Legge federale sulla protezionedelle acque (LPAc). Interventi di siste-mazione dei corsi d’acqua non devonocausare inquinamenti. In zone di protezio-ne delle acque, sia superficiali, sia di falda,le opere di sistemazione idraulica possonoessere realizzate soltanto in misura limita-ta. In zone di protezione delle acque parti-colarmente a rischio le opere di protezio-ne contro le piene sottostanno adautorizzazione speciale, in rispetto dellalegge sulla protezione delle acque. La leg-ge vieta per principio la copertura o l’in-terramento di corsi d’acqua. L’estrazione disabbia, ghiaia od altro materiale presup-pone un’autorizzazione federale (che nonpuò essere rilasciata se l’equilibrio del bi-lancio del materiale solido di fondo ne ri-sulta compromesso). Come nel caso dellalegge sulla sistemazione dei corsi d’acqua,anche la legge sulla protezione delle acqueesige il mantenimento, rispettivamente ilripristino del tracciato naturale del corsod’acqua.• Legge federale sulla pesca (LFSP).Interventi su corsi d’acqua, sul loro regime,sul loro tracciato oppure sulle sponde o sulfondo (alveo) presuppongono un’autoriz-

zazione in base alla legge sulla pesca (senon fosse già stata richiesta un’autorizza-zione nel quadro della legge sulla prote-zione delle acque).• Legge federale sulla protezionedella natura e del paesaggio (LFN).Gli oggetti inscritti nell’inventario federa-le delle zone golenali d’importanza nazio-nale rivestono un significato particolare.Essi devono essere conservati senza re-strizione alcuna (misure di protezione con-tro le piene vi sono perciò tollerate soltan-to con riserva). In tutte le altre zoneprotette ai sensi della LFN, in caso di inter-venti imprescindibili, devono essere adot-tate misure adeguate di compensazione odi ripristino. Sono pure previste compen-sazioni ecologiche in zone intensamentesfruttate (ad esempio sotto forma di pian-tagioni sulle rive), oppure la delimitazionedi zone-tampone ecologiche, per la preser-vazione di biotopi.• Legge federale sulle foreste (LFO).La legge prevede un divieto generale didissodamento. Eventuali deroghe sonoconcedibili soltanto a condizioni molto re-

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➜ http://www.admin.ch/

Già nel 1874 il popolo svizzero affidò alla Confederazione l’altasorveglianza sulla polizia delle acque e delle foreste (art. 24della Costituzione d’allora).La rispettiva legge federale sulla po-lizia delle acque fu promulgata il 22 giugno 1877. Dapprimaessa concerneva soltanto le regioni elevate e fu estesa a tutto ilterritorio nazionale a partire dal 1897. Nel 1975 questalegge fu ancorata ad una base costituzionale più moderna inun nuovo articolo sull’economia delle acque (art. 76«acque» della Costituzione revisionata). Solo però negli anninovanta l’ormai veneranda legge sulla polizia delle acque fu inparte abrogata e sostituita dalla legge federale sulla sistemazio-ne dei corsi d’acqua (LSCA) e dalla relativa ordinanza (OSCA).

strittive, in special modo quando la costru-zione o l’impianto previsto non presenta-no collocazioni alternative ragionevoli. Perprincipio è prevista la compensazione innatura, ma per misure di protezione con-tro le piene vi si può derogare. Invece diprocedere ad una compensazione in natu-ra possono essere adottate anche misuredi protezione della natura e del paesaggio.Il permesso di dissodamento non sostitui-sce l’autorizzazione a costruire (ecceziona-le) prevista dalla legge sulla pianificazio-ne del territorio. Anche l’arginaturatorrentizia forestale a scopo di protezionedel bosco è regolata in base alla legge fo-restale. Per i casi particolari ci si appogge-rà alla legge sulla sistemazione dei corsid’acqua, curando di coordinare le rispetti-ve competenze settoriali. La Confederazio-ne concede sussidi in base alla legge fore-stale, quando le misure di protezioneservono a completare la sistemazione deicorsi d’acqua (valanghe, caduta sassi, zoned’erosione, smottamenti senza relazionediretta con il corso d’acqua).• Legge federale sulla protezionedell’ambiente (LPAmb). Il principio del-la precauzione previsto dalla legge si ma-nifesta nell’esame dell’impatto ambienta-le (EIA), studio da effettuare in caso dimisure di protezione idrica importanti. An-che le prescrizioni della LPAmb in materiadi inquinamento fonico, del suolo, o di pia-nificazione dei rifiuti vanno rispettate.• Legge federale sulla caccia e laprotezione dei mammiferi e degliuccelli selvatici (LCP). La confederazio-ne delimita delle riserve per la selvagginae gli uccelli migratori, d’importanza nazio-nale od internazionale. I progetti di siste-mazione idrica che potrebbero arrecar pre-

giudizio a tali riserve devono essere pre-avvisati dall’ufficio federale competenteper la protezione dell’ambiente, delle fo-reste e del paesaggio (UFAFP).• Legge federale sui percorsi pedo-nali e i sentieri (LPS). I cantoni curanola pianificazione della rete di sentieri e lacoordinano con le altre attività aventi in-flusso sull’organizzazione del territorio, ivicompresa la sistemazione dei corsi d’ac-qua.• Legge federale sull’utilizzazionedelle forze idriche. Essa esige il coordi-namento degli interventi di sistemazionedei corsi d’acqua con le concessioni di di-ritti idrici, e viceversa. In particolare il tito-lare d’una concessione acquisisce il dirittoal risarcimento per pregiudizi permanentialla propria possibilità di sfruttamentocausati da interventi, quando un adatta-mento del suo impianto non sia ragione-volmente proponibile. D’altro canto la con-cessione può prevedere anche unapartecipazione finanziaria del concessio-nario alle spese di manutenzione e pereventuali opere di protezione.• Legge federale sull’agricoltura(LAgr). La Confederazione può sostenerela coltivazione estensiva delle aree agrico-le accordando contributi. Oltre a questicontributi, cantoni, comuni o consorzi d’ar-ginatura possono concedere indennizzi perprovvedimenti utili alla protezione controle piene (ad esempio zone inondabili pro-gettate). Nell’ambito di progetti di bonifi-ca fondiaria può essere pure sostenuta larinaturazione di piccoli corsi d’acqua (com-presa l’acquisizione del terreno). I progettidi protezione contro le piene e di bonificafondiaria devono per principio essere co-ordinati.

• Legge federale sull’espropriazio-ne (LEspr). Per eseguire la legge sulla si-stemazione dei corsi d’acqua i cantoni pos-sono espropriare i diritti necessari, odelegare a terzi il diritto di espropriare.• Legge federale sugli aiuti finan-ziari e le indennità (Lsu). Essa regolala concessione di aiuti finanziari ed inden-nità della confederazione. A questo propo-sito è da tenere in considerazione la possi-bilità di imporre a beneficiari ed a chi fosseresponsabilmente causa di interventi diprotezione, una partecipazione alle spese.L’inizio di lavori sussidiati od acquisti co-spicui possono anticipare l’attribuzioneformale del sussidio soltanto dietroespressa autorizzazione della competenteAutorità.• Legge federale concernente l’uti-lizzazione dell’imposta sugli olii mi-nerali a destinazione vincolata (LU-Min). La confederazione utilizza l’impostasui carburanti destinati al traffico stradale,tra l’altro per contribuire al finanziamentodi opere di protezione contro le forze dellanatura lungo i tracciati stradali, ivi com-prese in particolare opere di protezionecontro le piene.• L’ordinanza sulla qualità ecologi-ca (OQE). Essa stabilisce le esigenze mi-nime per l’immissione in circuito di misuredi compensazione ecologica.

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Condizioni quadro

Strategia

Modo di procedere

• Procedure

Progettazione

Provvedimenti

Appendice

Gli obiettivi di protezione vengonoesaminati nell’ambito d’una ponderazione

degli interessi, in merito alla loro pro-porzionalità economica ed ecologica; se del

caso vengono adattati di conseguenza.

La protezione contro le piene non può es-sere pianificata e realizzata indipendente-mente da altre attività attinenti alla ge-stione del territorio. Il coordinamento el’armonizzazione con altri progetti d’in-cidenza territoriale (ad esempio nei settoristradale, forestale, agricolo, della protezio-ne delle acque, dell’utilizzo delle forze idri-che o delle rinaturazioni ) o con altre pro-spettive di uso del suolo (ad esempioun’edificazione) sono sempre e comunqueimperativi, per cui le rispettive condizionifondamentali devono essere tenute in con-siderazione.In ogni progetto di protezione contro lepiene si deve perciò chiarire sin dall’iniziol’eventuale concomitanza con altre proble-matiche. Soltanto così eventuali conflittivengono individuati tempestivamente, etenuti in debito conto.

ProporzionalitàOgni provvedimento nell’ambito della pro-tezione contro le piene deve soddisfarefondamentalmente le seguenti condizioni:da un lato la misura prevista deve raggiun-gere l’obiettivo per cui viene adottata , edall’altro essa deve potersi realizzare conil minimo possibile quanto ad impattoe costi. Inoltre, tra l’obiettivo prefissato el’incidenza sui diritti protetti (per esem-pio la proprietà privata) deve sussistereuna ragionevole proporzionalità. Per que-sta ragione ogni misura di sistemazioned’un corso d’acqua va esaminata sotto ilprofilo della proporzionalità:• Costi. Progetti per la protezione controle piene devono essere economici ed ap-propriati. Di conseguenza è necessarioprocedere ad una ponderazione tra i costinecessari per le opere di protezione e l’en-

tità dei possibili danni. Progetti di prote-zione contro le piene eccessivamente co-stosi od inadeguati non danno diritto asussidi né ad aiuti finanziari. Se un proget-to oltre ad essere di interesse pubblicoconcerne gli interessi di terzi che ne risul-tano particolarmente favoriti, bisogneràprocedere ad un suddivisione dei costi tragli interessati.• Esigenze ecologiche. Il principio del-la proporzionalità va rispettato anche inpresenza di esigenze legate alla natura edal paesaggio. Per principio non si dovràdeteriorare lo stato esistente, ma piuttostomigliorarlo nei limiti del possibile. In casodi pretese supplementari i costi relativi,per la verità difficilmente monetizzabili,devono essere messi a confronto con il cor-rispondente «profitto ecologico».• Interessi privati. Spesso i bisogni le-gati alla sistemazione dei corsi d’acquanon vanno all’unisono con gli interessi pri-vati. In tal caso l’interesse dei proprietaripassa in seconda linea, in presenza di suf-ficiente interesse pubblico. I cantoni han-no perciò il diritto, nell’interesse della pro-tezione contro le piene, di procedere adespropriazioni. Per i privati toccati sussi-ste del resto la possibilità di difendere ipropri diritti nelle rispettive procedure can-tonali e federali.

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Sussidi federali

La pianificazione appropriata d’unprogetto di protezione contro le piene co-stituisce premessa decisiva per l’attribu-zione d’un sussidio da parte della Confe-derazione:• L’armonizzazione ed il coordinamentocon altri interessi, od altri coinvolti, devo-no essere assicurati.• Non esistono sovrapposizioni di sussidi(per esempio dal settore riguardante la si-stemazione idrica e dal servizio forestale).• I lavori devono essere di pubblico inte-resse.• La partecipazione alle spese dev’essereproporzionale ai benefici che dalle operederivano.• In caso di contrasto sugli obiettivi, i va-lori adottati dovranno essere giustificati.• Il progetto deve adempiere tutte le esi-genze poste dalla legislazione federale(quindi anche dalle prescrizioni della pro-tezione delle acque, della pianificazioneterritoriale, della protezione della natura edel paesaggio, dell’ambiente, ecc.).

Documentazione di baseNelle richieste di sussidio per interventistrutturali i pericoli naturali esistenti, il po-tenziale dei danni, la scelta degli obiettivie l’efficacia delle misure adottate devonoessere identificati e presentati in modoanalitico.Un’altra condizione per la richiesta disussidio federale è che l’autorità cantona-le competente abbia preventivamenteespresso una decisione giuridicamentevalida sul progetto corrispondente.Per poter procedere ad un esame appro-fondito dell’oggetto le istanze federali de-vono aver accesso alla documentazionedi progetto, comprendente pure i dati

tecnici di base, il piano finanziario ed i pre-avvisi e rispettive prese di posizione deiservizi cantonali coinvolti.

AutorizzazioneNell’ambito dei crediti approvati, la Con-federazione presta indennità per:• l’elaborazione di basi per l’apprezza-mento dei pericoli (ivi compresi i concetti,i catasti dei danni, degli eventi e le cartedei pericoli);• la pianificazione e la realizzazione diopere ed impianti per la protezione controle piene (come pure il loro ripristino o lasostituzione);• lo sgombero degli alvei ed il ripristinod’una sezione di deflusso sufficiente all’in-domani di eventi naturali;• l’installazione di stazioni di misurazioneutili alla protezione contro le piene;• la disposizione di sistemi d’allarme;• l’espropriazione di terreni per le operedi protezione;• la rinaturazione di corsi d’acqua corret-ti, anche se un tale diritto è propriamenteprivo di base legale. La precedenza spettaa progetti che aumentano la dinamica na-turale e favoriscono il collegamento di bio-topi naturali (come la rimessa in superficiedi acque interrate, o la creazione di suffi-cienti aree tampone, o di zone di transizio-ne tra acque e suolo).

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Procedura ordinaria

➜ Appendice: Check list

Un procedimento a tappe nell’ambito della pianificazione deiprovvedimenti permette di trovare una soluzione ottimizzata dal

profilo tecnico, ecologico ed economico, ad un problemaalluvionale. Manutenzione, misure pianificatorie e strutturali sono

spesso in stretto rapporto interattivo, con reciproco influsso.

Strategia

Modo di procedere

• Procedure

Progettazione

Provvedimenti

Appendice

La procedura ordinaria per misure di pro-tezione contro le piene è suddivisa in quat-tro tappe.

Prima tappa:Elaborazione del progettoDi regola ogni cantone dispone di un ser-vizio specializzato, competente in ma-teria di protezione contro le piene. I com-piti del servizio sono molteplici:• Esso è responsabile della trattazionee del coordinamento dell’inoltro dei pro-getti.• Presta consulenza alle committenze dicomuni, consorzi, a proprietari terrieriprivati od all’utenza in genere, in materiadi protezione contro le piene e di rinatura-zione.• È l’interlocutore diretto dell’Ufficio fe-derale delle acque e della geologia (UFA-EG) in tema di protezione contro le piene.Lo svolgimento della procedura risulteràsensibilmente facilitato, se tra il serviziocantonale competente e l’UFAEG s’instau-rerà tempestivamente uno scambio diinformazioni concernenti il progetto,specialmente quando si devono stabilireimportanti dati di base (ad esempio valoridi dimensionamento). Un tempestivo con-tatto di tutti i coinvolti è del resto pure uti-lissimo, nel caso in cui altri interessi a li-vello federale vengano toccati (come perprogetti previsti in territori sottoposti aprotezione in quanto inventariati a livellofederale).

Seconda tappa:Presa di posizione dell’UFAEGPer progetti importanti, ed in casi speciali(cfr. p. 23) il servizio cantonale competen-te interpella l’UFAEG, che rilascia una pre-sa di posizione vincolante, nella quale puògià pronunciarsi sull’entità d’un eventualesussidio federale.

Terza tappa:Decisione cantonaleSegue una decisione cantonale legalmen-te valida, sia sul progetto in sé, sia sul re-lativo finanziamento. Per progetti richie-denti un esame d’impatto ambientale (EIA)la procedura determinante è retta dal ri-spettivo diritto cantonale.

Quarta tappa:Procedura di sussidiamentoBasandosi sulla decisione politica dell’au-torità cantonale, il servizio cantonale com-petente può inoltrare una domanda di sus-sidio all’indirizzo dell’UFAEG. Questiesamina la documentazione di progetto estabilisce l’entità del sussidio e le condi-zioni e gli impegni che ne derivano. In que-sta fase viene pure verificata la compatibi-lità del progetto con tutte le altredisposizioni legali federali.

La prima fase di pianificazione è lo stu-dio preliminare (spesso chiamato ancheconcetto nell’ambito della protezionecontro le piene). Si tratta qui di vagliaretutte le possibili varianti, perciò anche lavariante zero, per poi scegliere quellada elaborare. Occorrerà pertanto tenerconto delle condizioni generali determi-nanti ed evidenziare gli eventuali punticonflittuali.

In fase di progetto di massima, nellaprotezione contro le piene sovente dettoprogetto generale, si elabora la piani-ficazione degli interventi previsti nella va-riante scelta, fino all’allestimento d’unpreventivo approssimato, all’indicazionedelle dimensioni principali delle eventualiopere, e ad una rappresentazione pano-ramica delle incidenze del progetto dalprofilo della sistemazione dei corsi d’ac-qua, nonché dal profilo economico ed eco-logico.

Il progetto definitivo comprende la re-lazione tecnica, i piani ed il preventivo dispesa, e costituisce la base per la proce-dura d’autorizzazione a costruire, la deci-sione di sussidiamento, la decisione di co-struire e la messa a concorso. Le personedirettamente toccate devono poter indi-viduare a livello parcellare le incidenzedelle opere previste (ad eccezione dellemisure urgenti a seguito di eventi alluvio-nali).

Il progetto esecutivo, nella protezionedelle piene sovente detto progetto didettaglio, mette a disposizione tutti icalcoli, i dimensionamenti, i dettagli ese-cutivi e le disposizioni necessarie per larealizzazione degli interventi decisi.

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Decisione dell‘autorità cantonale

Progetto esecutivo(Progetto di dettaglio)

Realizzazione del progetto

Sorveglianza e manutenzione

Collaborazioneed informazione

Decisione di sussidiamento dell‘UFAEG(coordinata con l‘AFF;

event. legata ad impegni)

Domanda di sussidio all‘UFAEG

Procedura a livello cantonale Procedura a livello federale

Studio preliminare(concetto)

Progetto di massima(progetto generale)

Progetto definitivoPreavvisi dei servizî

cantonali competentievent. rapporto d‘impatto

ambientale (RIA)

Progetto importanteo caso speciale?

Prestazionidell‘Ufficio federale delle

acque e della geologia(UFAEG)

Consulenza

Armonizzazione delleesigenze fondamentali

Determinazionedelle grandezze chiave

Coordinamento

Presa di posizione dell‘UFAEGPrese di posizione interne:

UFAFP – ARE – UFAGUSTRA – AFF – UFC – CFNP

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Procedura accelerata

Dopo un evento che abbia provocato danniun cantone può richiedere sostegno alla

confederazione, ad esempio per l’allestimentodi una documentazione sull’evento stesso.

Strategia

Modo di procedere

• Procedure

Progettazione

Provvedimenti

Appendice

Quando a seguito di eventi alluvionali sor-gono dei deficit di sicurezza e si rendenecessaria l’attuazione di misure urgenti,si può far capo ad una procedura accelera-ta per le domande di sussidio. Le misureurgenti che giustificano l’applicazione del-la procedura accelerata sono:• I lavori da eseguire immediatamentedopo un evento, consistenti in sgomberodi alvei o ripristino di opere distrutte odanneggiate;• Interventi anticipati, tali da ovviareil più velocemente possibile ai deficit di si-curezza.

CriteriNella pianificazione e nell’esecuzione diinterventi urgenti devono essere conside-rate le seguenti riflessioni:• La precedenza spetta a quegli interventiche più rapidamente ed efficacementesono in grado di ridurre il potenziale deidanni e di rischio. Per contro, interventiche possono influenzare la sicurezza sol-tanto in misura trascurabile devono segui-re la procedura ordinaria (cfr. p. 28).• Prima di intraprendere qualsiasi lavorosi devono consultare i servizi cantonalicompetenti (e se del caso anche i terzicoinvolti).• Parimenti dev’essere curato il coordi-namento con altri progetti concernenti lazona colpita.• Nel caso di progetti importanti oc-corre curare anche il coordinamento conl’Ufficio federale delle acque e della geo-logia. Ciò vale in particolare per progettimolto costosi o per lavori da realizzare inzone protette da inventari federali.• Quando la sicurezza lo esige l’Ufficio fe-derale delle acque e della geologia può

accordare, prima ancora della chiarifica-zione definitiva del piano finanziario perle opere urgenti, un’autorizzazioneprovvisoria d’inizio dei lavori, im-pregiudicata la sussidiabilità. Graziea questa si possono avviare subito gli in-terventi, senza dover aspettare la conclu-sione della procedura di sussidiamento.• Prima di cominciare con il ripristino del-le opere di protezione distrutte si deve va-lutare se un tale intervento sia ragionevo-le; nei limiti del possibile dev’esserechiarita la causa della distruzione edadottati accorgimenti atti a migliorare lasicurezza dell’opera.• Per principio, al corso d’acqua dovrà es-sere riservato lo spazio da esso conquista-to. Si deve rinunciare ad ulteriori restringi-menti, per poter disporre di maggiorflessibilità d’azione nella realizzazione de-gli interventi definitivi.• Per problemi puntuali, e quando le con-dizioni generali sono sufficientementechiare, è preferibile ricorrere a soluzionidefinitive.• Per contro, soluzioni provvisorieeconomiche sono da adottare nel caso diprogetti d’una certa entità, che tocchinodiversi interessi. Si può così guadagnartempo per una progettazione appropriata.• Interventi urgenti e misure di ripristinonon devono costituire pregiudizio per lesoluzioni definitive.• Per le zone golenali valgono specialidisposizioni (cfr. p. 53).

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Procedura a livello cantonale Procedura a livello federale

Domanda di sussidio all‘UFAEG

Apprezzamento deipericoli dopo un evento

Misure urgentinecessarie o no?

sì, necessarie

Armonizzazione con personetoccate ed interessate

Decisione dell‘autorità cantonale

Esecuzione degli interventi urgenti

Informazione,coordinamento

e sostegno

no, nonnecessarie

Pianificazione degli interventisecondo la procedura ordinaria

Accordo a livello federale(autorizzazione provvisoria d‘inizio

dei lavori – UFAEG)

Decisione di sussidio UFAEG(eventuali impegni)

Prestazionidell‘Ufficio federale delle

acque e della geologia(UFAEG)

Consulenza

Sostegno per l‘allestimentodella documentazione

sull‘evento

Incarichi ad esperti

Organizzazione di foto aeree

Garanzia di finanziamento

Coordinamento(con altri Uffici federali

e con altri cantoni)

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Partecipazione

Strategia

Modo di procedere

• Procedure

Progettazione

Provvedimenti

Appendice

I conflitti che si riscontrano neiprogetti di protezione contro le piene

derivano per lo più da divergenzed’interessi in ambito pianificatorio.

Ogni misura di protezione contro le pienesi deve basare su di una oggettiva, traspa-rente e globale ponderazione degli interes-si, il che significa che dev’essere trovato uncompromesso accettabile tra le parti,attraverso la comunicazione ed il dialogo.Vi si dovrà cercare una valutazione dellediverse pretese in funzione degli obiettivida raggiungere ed in considerazione deivari gradi d’importanza.

InformazioneI proprietari e gestori di terreni diretta-mente toccati dal progetto devono essereinformati con tempestività e chiarezza, etenuti aggiornati sulle fasi d’avanzamentodella pianificazione.L’informazione non dovrebbe effettuarsi inun’unica occasione, bensì con regolarità,nei momenti più opportuni, lungo tutto ilprocesso di pianificazione.

Forme della partecipazioneAllorquando richieste particolari provenis-sero dalla popolazione, esse vanno presein considerazione nell’ambito della parte-cipazione (nella misura in cui gli interessiparticolari siano compatibili con il pubbli-co interesse). Pure importante è il coordi-namento tra la pianificazione di una siste-mazione idrica e gli interessi presenti avalle del corso d’acqua, per eventualiconseguenze dirette dell’intervento, non-ché a monte (ad esempio per la presen-za di impianti idroelettrici).Tempi e modi per una corretta partecipa-zione variano a dipendenza del tipo diprogetto. Diverse forme di partecipazionesono ipotizzabili. Lo scopo di questo pro-cesso è di pervenire a progetti efficaci, econtemporaneamente di migliorare il gra-

do di consenso sulle misure adottate. Ilcoinvolgimento della popolazione offreinoltre lo spunto per approfittare in tempoutile delle conoscenze degli abitanti locali.Esistono molteplici forme di coinvolgimen-to della popolazione o dei diretti interes-sati:• Assemblee, serate di discussione, confe-renze da parte di esperti.• Sopraluoghi, oppure escursioni in luoghiin analoga situazione (confronto)• Esposizioni e tavole illustrative.• Gruppi di lavoro o di esperti, con discus-sione su obiettivi e possibili soluzioni daparte di un moderatore, con rappresentan-ti dei diversi interessi in gioco.• Commissione interdisciplinare d’accom-pagnamento (sul modello felicementeadottato per la Thur).• Informazione per il tramite di media lo-cali e regionali.

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Superamento dei conflitti

L’obiettivo di ogni pianificazione consistenell’elaborazione in tempo utile d’un pro-getto condivisibile e realizzabile. Tuttavia:i corsi d’acqua ed i relativi problemi di pie-na stanno in così stretta relazione con lepiù disparate pretese di sfruttamento delterritorio, da far sì che la pianificazione dimisure di protezione contro le piene portispesso incontro a conflitti.Le ragioni sono molteplici. Una può esserericercata nelle divergenze di pretese riferi-te all’utilizzo del suolo.Un altro motivo può tuttavia essere impu-tato ad un’insufficienza pianificato-ria, come può essere il caso quando pre-occupazioni, desideri o pretese deglioperatori e delle persone toccate non fu-rono rilevati in tempo utile, o addiritturafurono trascurati. Da ciò possono sorgeredelle divergenze, poi tradotte in opposizio-ni (e perciò in ritardi).

RaccomandazioniEsistono diverse raccomandazioni su comericonoscere, evitare o risolvere i conflitti.Richiamiamo qui la più importante: primadell’elaborazione d’un progetto occorrecoinvolgere tempestivamente, nell’ambitod’una politica d’informazione trasparentee completa, tutti i coinvolti (dunque glioperatori ed i toccati).In questo modo si favorirà il processod’identificazione con il rispettivo progetto,e la comprensione per i provvedimenti ne-cessari. Si richiamano inoltre le seguentiraccomandazioni:• Sin dall’avvio della pianificazione si de-vono spiegare in modo comprensibile lecondizioni generali di ordine giuridicoe concernenti lo spazio naturale, comepure gli iter procedurali.

• Quando dalle condizioni generali si do-vesse derogare, occorre presentarne conchiarezza i motivi.• Una discussione allargata sulla scortad’una bozza del progetto, inclusi eventualisopraluoghi, favorisce la reciproca com-prensione e la tempestiva chiarificazionedi eventuali punti di conflitto.• Punti controversi, non risolvibili imme-diatamente, possono essere regolati previapresentazione di basi decisionali mi-gliorate a seguito di ulteriori approfon-dimenti.• Se nonostante tutti gli sforzi dovesserocontinuare a sussistere conflitti irrisolvibi-li, spetterà alle competenti istanze canto-nali l’esecuzione d’una ponderazionedegli interessi.• Ne seguirà una risoluzione dell’auto-rità competente, impugnabile secondo ildiritto cantonale.• Infine è importante che le decisioni pre-se siano spiegate e portate a conoscenzadi tutti gli interessati.

Obiettivo: Ottenere dalle persone interessateuna partecipazione a tutti gli effetti.

Progettazione

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Per evitare che la frattura, non sempre sa-nabile, tra le condizioni naturali e le esigenzesociali diventi troppo profonda, è necessariointraprendere un cambiamento di rottanell’approccio al pericolo alluvionale: «da unapura difesa dai pericoli ad una cultura dellaconsapevolezza del rischio», ecco il nuovo at-teggiamento da assumere in avvenire, adogni livello (federale, cantonale e comunale).

Svolgimento della progettazione

➜ Ordine prioritario dei provvedimenti

Letture consigliate:

USTRA/UFT/UFEA/FFS: Sicurezza di costruzio-ni immerse in acqua. Raccomandazioni per lasorveglianza e per nuove realizzazioni (1998)

Livello dell’approfondimentoin funzione della fase diavanzamento del progetto

Progettazione qualeprocesso iterativo:

Impostazione del problema

Obiettivi

Basi

Studio di variantiCoinvolgimento di terziPonderazione degliinteressiOttimizzazione dei costiValutazione del rischioresiduo

Non esistono soluzioni standardizzate perla risoluzione dei problemi di protezionecontro le piene. In base alle esperienze deitempi recenti si possono tuttavia formula-re delle raccomandazioni sul modo di per-seguirne gli obiettivi con tempestività edeconomicità:• Per ogni progetto occorre distinguere ilnecessario dal superfluo, ai fini del conte-nimento della spesa.• Il livello di approfondimento de-v’essere adattato alle esigenze del proget-to.• I dati di base necessari alle presedi decisione devono essere elaborati alpiù presto.• I dati di base del progetto devonoessere completi. Esiste un numero suffi-ciente di esempi per mostrare come unsolo punto non chiarito, nell’ambito di pro-getti, abbia provocato ritardi di anni (o ad-dirittura portato al loro fallimento).• Di regola per la progettazione occorro-no conoscenze specialistiche in differentidiscipline, per cui i compiti speciali devo-no essere affidati ad operatori scelti concura particolare. I progettisti candidati de-vono poter dimostrare le loro capacità digestione del progetto sul piano tecnico,qualitativo ed economico. Devono inoltrepossedere attitudine al lavoro di gruppo.• Se dalla ponderazione degli interessi ri-sultasse che dei provvedimenti sono spro-

porzionati dal profilo economico, ecologi-co oppure tecnico, si devono proporreadattamenti nell’ambito degli utilizzi delsuolo attuali, oppure degli obiettivi di pro-tezione (cfr. quadro-guida della protezio-ne contro le piene, p.10).

Ottimizzazione a più livelliA partire dalla necessità d’azione e dal-l’impostazione del problema, si devonostabilire i dati di base necessari e gli obiet-tivi da raggiungere nel quadro della piani-ficazione dei provvedimenti. A loro voltaquesti obiettivi influenzano i dati di base,ed i provvedimenti inducono ad adatta-menti ed a completazioni. L’ottimizzazio-ne avviene con un processo iterativo.Tappe da considerare:• Documentazione della situazioneiniziale. Accanto alla documentazionesulla situazione di pericolo e sullo statodel corso d’acqua ci si deve interrogaresulle conseguenze d’un evento alluvionaleestremo.• Stima dei danni possibili. Questa in-dagine dà un’idea delle conseguenze fi-nanziarie d’un determinato evento.• Pianificazione dei provvedimenti.Gli interventi nei corsi d’acqua devono perquanto possibile essere minimizzati. Unaltro principio esige il rispetto dell’ordinegerarchico in fatto di legislazione sulle si-stemazioni dei corsi d’acqua (manutenzio-ne e misure pianificatorie hanno la prece-denza rispetto ad interventi strutturali).Spesso delle migliorie significative in ma-teria di protezione contro le piene posso-no essere conseguite con spesa contenu-ta, ed infine una ponderazione globaledegli interessi può portare ad un’ottimiz-zazione di varianti.

• Valutazione dei rischi residui. Unapianificazione dei provvedimenti comple-ta deve comprendere un’analisi dei rischiresidui. Ciò significa tener conto delle in-certezze, sovente considerevoli, derivantida eventi naturali.• Pianificazione ed organizzazionedelle situazioni d’emergenza. Ogniprogetto di protezione contro le pienedeve contemplare la gestione dei casi dicatastrofe commisurata con la situazionedi pericolo incombente.• Manutenzione e sorveglianza. Unacomponente essenziale d’un progetto diprotezione contro le piene è costituita dal-l’impostazione d’un concetto di manuten-zione (incluso un piano di sicurezza e diutilizzo).

Trasposizione nellapianificazione del territorioLa situazione di pericolo sussistente dopola realizzazione di un’opera di protezionedev’essere rappresentata sotto formad’una carta dei pericoli, ed integrata neipiani direttori e regolatori.Se si rinuncia alla realizzazione del proget-to, le autorità cantonali responsabili deicorsi d’acqua devono elaborare delle cartedi pericolo corrispondenti alla situazionedi partenza, e provvedere che i risultativengano integrati nei piani direttori e re-golatori.

36

L’analisi del terreno effettuata nell’ambito dell’allestimento diuna carta dei fenomeni rappresenta un importante

complemento alla documentazione sugli eventi. Essa presenta,in forma grafica o scritta, le caratteristiche e gli indicatori

osservati sul terreno, e mostra la disposizione, i meccanismi diinnesco e le modalità di attuazione dei possibili tipi di pericoli.

Situazione nel bacino imbrifero

Letture consigliate:

UFEA/UFAFP: Pericoli naturali, legendamodulare per la cartografia dei fenomeni(raccomandazioni 1995)

PLANAT/UFEA/UFAFP: Dal terreno alla cartadei fenomeni (compendio 2000)

I processi che si verificano in un corso d’ac-qua vengono essenzialmente determinatidalla situazione che si riscontra nel rispet-tivo bacino imbrifero. Valgono come gran-dezze importanti:• la topografia (superficie, forma, pen-denza dei versanti, esposizione);• la conformazione e la distribuzione deidiversi tipi di terreno;• la geologia;• la geomorfologia (i processi di confi-gurazione nel bacino imbrifero);• le precipitazioni;• l’estensione dei ghiacciai;• la copertura boschiva (ed il suo stato);• il regime di deflusso;• la geometria dei corsi d’acqua (pro-filo longitudinale, trasversale) e la loromorfologia (granulometria del substra-to dell’alveo).

Dati di base disponibiliOgni progetto di protezione contro le pie-ne si basa su una serie di informazioni fon-damentali sul rispettivo corso d’acqua esul suo bacino imbrifero. Una parte di que-sti dati è attualmente disponibile anche informa digitale (è il caso di carte topo-grafiche e tematiche e di foto aeree) op-pure è integrata in sistemi d’informazionegeografica (SIG). Oltre alla confederazio-ne, diversi cantoni possiedono centri dicoordinamento. I seguenti strumenti di la-voro e di pianificazione rivestono partico-lare importanza:• Dati sulle precipitazioni. Vengonoraccolti da istituzioni pubbliche o private.Spesso anche l’elaborazione dei dati rile-vati a mezzo di radar meteorologici è utileper la valutazione e la classificazione dieventi a forte precipitazione.

• Dati sulle portate. Anche questi ven-gono raccolti a livello sia pubblico, sia pri-vato, poi interpretati e pubblicati, ad esem-pio sotto forma di «Annuario idrologicosvizzero» (UFAEG; recentemente accessibi-le anche in Internet).• Catasto degli eventi. Chi vuol fareprevisioni deve potersi appoggiare sullaretrospettiva. Perciò sono di grande utili-tà, per giudicare e stimare gli eventi futuri,le esperienze tratte da eventi del passato.A questo scopo occorre raccogliere unadocumentazione completa e di adeguatocontenuto tecnico dei singoli eventi. Que-sta fornisce informazioni non soltanto suiprocessi più importanti e sull’entità deidanni, ma anche sulle zone d’incidenza deipericoli naturali, e le rispettive condizionimeteorologiche, geologiche, geomorfolo-giche ed idrologiche.• Dati di base sulla geologia. Le con-dizioni geologiche influenzano le portate,il tipo, il volume e le proprietà fisiche deltrasporto solido. Senza conoscenza dellecondizioni geologiche non è possibile ef-fettuare calcoli di stabilità in relazione coni movimenti del terreno. Per interventi in-cidenti sulla falda, drenaggi od altre operein prossimità di sorgenti sono inoltre ne-cessarie informazioni sulla situazione idro-geologica.• Inventari. Strumenti importanti per laprotezione della natura e del paesaggiosono rappresentati dai cosiddetti inventarifederali. Si deve distinguere tra inventaridel paesaggio ed inventari dei biotopi, inragione della loro differente valenza giuri-dica. L’inscrizione d’un oggetto d’impor-tanza nazionale in un inventario delpaesaggio, a mente dell’articolo 5 LPNimpegna in prima linea gli organi della

confederazione (come pure quelli che de-vono adempiere compiti della Confedera-zione, o che per i loro progetti sollecitanoaiuti finanziari). Fa eccezione l’inventariodelle zone palustri, che si richiama all’arti-colo 23b LPN, e che vincola direttamente iproprietari. Ben maggiori competenzesono state conferite alla Confederazione apartire dal 1987 nell’ambito della prote-zione dei biotopi. La base legale degli in-ventari dei biotopi, ai quali appartienel’inventario delle zone golenali d’impor-tanza nazionale, è l’articolo 18a LPN. IlConsiglio federale designa, su segnalazio-ne dei cantoni, i biotopi d’importanza fe-derale, ne stabilisce la posizione e fissa gliobiettivi di protezione.• Potenziale dei danni. Basandosi sul-le proprie documentazioni, le assicurazio-ni cantonali degli immobili possono forni-re preziose informazioni sul potenziale deidanni e sulle possibilità di protezioneper singolo oggetto.

Strategia

Modo di procedere

Procedure

• Progettazione

Provvedimenti

Appendice

37

Contatti/FontiDati di base

Dati sulle precipitazioni

Dati sulle portate

Piani direttori

Piani regolatori

Concetti di sviluppodel paesaggio (CSP)

Catasto degli eventi

Catasto delle operedi protezione

Carte indicativedei pericoli

Carte dei pericoli

Documentazionidi progetti (del passato)

Potenziale dei danni

Inventari

Dati di base sulla geologia

• Precipitazioni forti: Istituto federale di ricerche sulle foreste, la neve ed il paesaggio (FNP)• Rilevamenti nazionali: MeteoSvizzera, Zurigo• Elaborazione dati radar meteorologici: MeteoSvizzera, Zurigo• Rilevamenti locali: impianti idroelettrici; uffici privati di meteorologia

• Rilevamenti nazionali: UFAEG, Bienne e Berna• Rilevamenti locali: impianti idroelettrici; servizi cantonali di protezione contro le piene; servizi

cantonali dei corsi d’acqua (in Ticino l’Istituto di scienze della terra)

• Servizi cantonali di pianificazione del territorio

• Servizi cantonali di pianificazione del territorio• Amministrazioni comunali

• UFAFP, Berna• Servizi cantonali di pianificazione del territorio

• UFAFP, Berna (Servizio forestale)• Servizi cantonali di protezione contro le piene

• Documentazione a livello nazionale: UFAEG, Bienne; UFAFP, Berna• Rilevamenti locali e regionali: servizi cantonali di protezione contro le piene

• Servizi cantonali di protezione contro le piene• Servizi cantonali di pianificazione del territorio• Amministrazioni comunali

• Servizi cantonali di protezione contro le piene• Servizi cantonali di pianificazione del territorio• Amministrazioni comunali

• Servizi cantonali di protezione contro le piene• UFAEG, Bienne

• Assicurazioni cantonali degli immobili

• Inventari federali (Inventari dei paesaggi e dei biotopi): UFAFP, Berna• Inventari regionali e locali: servizi cantonali di protezione della natura• Liste rosse: UFAFP, Berna; servizi cantonali di protezione della natura; associazioni ambientaliste

• Carte geologiche (l’atlante geologico svizzero, in scala 1:25000 è però tuttora incompleto).• Indagini geologiche, effettuate nell’ambito della progettazione di altre costruzioni. L’Ufficio federale

delle acque e della geologia (UFAEG) cura gli archivi geologici nazionali (AGS), che raccolgono anchedocumenti non pubblicati.

• Ulteriori indagini geologiche, geotecniche ed idrogeologiche riguardanti opere di accumulo, sbarra-menti, dighe od altri interventi di regimazione idrica (per esempio abbassamenti della falda).

38

Keys

tone

Incertezze nei dati di base

Letture consigliate:

SIGN: Selezione di attività e prestazioni(1998)

Il calcolo del periodo di ritorno non è immune da insidie, come testimonia adesempio il caso della Reuss nel canton Uri. A metà degli anni ottanta questo

fiume era stato dimensionato per una portata di 600mc/sec, inteso come valorecorrispondente ad un evento centenario (HQ100). Da uno studio idrologico

dettagliato, effettuato a seguito dell’alluvione del 1987, risultò che questovalore di dimensionamento corrisponde solamente ad una piena il cui perio-

do di ritorno è di 30–40 anni. La probabilità che nell’arco di 100 annisi verifichi una portata di 600mc/sec è quindi salita dal 64% ad oltre il 90%.

Periodo di ritornoPer periodo di ritorno s’intende l’intervallodi tempo in cui un evento di piena raggiun-ge (o supera) mediamente una volta unacerta entità.• HQ1: evento che si verifica (o viene su-perato) mediamente una volta all’anno(detto anche annuale);• HQ100: evento che si verifica (o viene su-perato) mediamente ogni cento anni(detto anche centenario).• HQ300: evento che si verifica (o viene su-perato) mediamente ogni trecento anni.

Ipotesi conservativeCome per ogni fenomeno naturale, ancheper la determinazione delle probabilità leincertezze da mettere in conto sono impor-tanti. Persino serie molto lunghe di misu-razioni presentano, statisticamente par-lando, consistenti margini d’errore. È unasituazione da tener ben presente nellascelta dei valori di dimensionamento, percui di regola si è indotti ad adottare valoridi dimensionamento conservativi. Le basiidrologiche d’un progetto di protezionecontro le piene devono quindi far rilevarequeste incertezze.La portata di dimensionamento Qd corri-sponde alla portata che grazie alle misuredi protezione progettate può defluire sen-za provocare danni. Al momento della suascelta si deve comunque verificare, nel-l’ambito della pianificazione dei provvedi-menti, quali conseguenze potrebbero deri-vare da un evento di piena superiore.

Carichi di fondo per eventoGià nella determinazione delle portate dipunta le incertezze sono rilevanti. Ancor dipiù lo sono nella determinazione dei cari-

La portata è una grandezza importanteper ogni progetto di protezione contro lepiene. Il suo influsso è decisivo per il di-mensionamento delle opere.Si definisce come portata il volume d’ac-qua che passa in un secondo attraversouna sezione del corso d’acqua. Spesso nonla si può misurare in modo diretto e conti-nuo, bensì la si determina sporadicamente(di regola mediante misure della velocitàsu tutta la sezione trasversale; in certi casianche ricorrendo a sostanze coloranti, o adesperimenti di laboratorio).

Rapporto basilareCon le misure di portata (Q) effettuate adiversi livelli (P) della sezione si può deter-minare una curva di taratura livellod’acqua/portata (la cosiddetta curva P/Q). Essa costituisce la base per la trasfor-mazione dei livelli d’acqua in portate. Que-sta curva può variare con l’andar del tem-po (soprattutto a causa di cambiamentidell’alveo, a seguito di eventi di piena). Perquesta ragione le misurazioni di portatadevono essere ripetute periodicamente,per verificare ed aggiornare la curva.Nelle fasce di valori estremi delle portate(per le fasi di piena come per quelle dimagra) spesso la curva P/Q dev’essereestrapolata matematicamente, per man-canza di misure attendibili riferite a quellesituazioni straordinarie.

chi solidi (di congerie). Ciò vale tanto per iltrasporto solido quanto per l’apprezza-mento di possibili colate di detriti. Unadelle cause di queste incertezze è costitui-ta dalla scarsità di dati di base. Tuttavia lacausa principale risiede nella complessitàdei fenomeni (e la forte variabilità che licontraddistingue). Non è possibile trovareuna relazione semplice tra un parametrocaratteristico di una colata di detriti osser-vata e la corrispondente precipitazione,più semplice da misurare.Ancor più difficile è assegnare ad una co-lata di detriti una probabilità del veri-ficarsi (vale a dire la probabilità chel’evento con un determinato periodo di ri-torno possa verificarsi, o essere superato,entro un dato intervallo di tempo di osser-vazione). Ci si limita perciò alla definizio-ne di scenari plausibili, ai quali si attri-buisce una probabilità del verificarsi:frequente, rara, molto rara.Inoltre è praticamente impossibile stabili-re una relazione tra la portata di puntad’una colata di detriti ed il suo volume.Le colate di detriti scendono spesso ad on-date successive. Prove su modello hannoanche mostrato che a parità di velocità edi pendenza longitudinale, un incrementodell’apporto di materiale non provoca unaumento di spessore della massa in movi-mento, ma piuttosto del volume di una sin-gola ondata.

Strategia

Modo di procedere

Procedure

• Progettazione

Provvedimenti

Appendice

39

1800

1600

1400

1200

1000

800

600

400

200

0

2.33 5 10 20 50 100 200 500 800

2.5

2.0

1.5

1.0

0.5

0

0 100 200 300 400 500 600

Margine di tolleranza 80%

Live

llo

P (

in m

)

Portata Q in mc/sec

Port

ata

in m

c/se

c

Periodo di ritorno (in anni)

Con le portate (Q) misurate a diversi livellid’acqua (P) può essere stabilita una curva ditaratura livello d’acqua e portata (la cosid-detta curva P/Q). La sua imprecisione è di-rettamente proporzionale all’entità della por-tata di deflusso, come mostra questoesempio, riferito alla Emme nei pressi diBurgdorf: questa piena fu stimata in 350mc/sec, con un intervallo di tolleranza tra280mc/sec e 420mc/sec. Nella determinazio-ne della portata si deve perciò tener conto,nella definizione di approssimazione, del ri-spettivo errore di lettura del livello.

L’esempio del Rodano nei pressi di Sionmostra quanto grande può essere il margined’incertezza nella determinazione delleprobabilità del verificarsi. Alla portata di1050mc/sec può essere attribuito un perio-do di ritorno di 100 anni (trascurando l’ef-fetto d’accumulo degli impianti idroelettrici).Il margine di tolleranza dell’80 % significatuttavia che il corrispondente periodo di ri-torno può variare tra i 40 e gli 800 anni.Riferendo questi margini di tolleranza allaportata, il valore corrispondente all’eventocentenario può variare tra 900 mc/sec e1200mc/sec.

40

Q

Q347100 200 365

Q

Vol.t t

Condizioni idrauliche Idrologia Idraulica

Idrogramma

Sezione effettivadi deflusso

HQd

Curva di duratadelle portate

HQ

Coefficiente medio discabrezza km per la deter-minazione semplificatadella capacità di deflusso:km = 20–25m1/3/sec

Ogni corso d’acqua naturale si trova per-manentemente in uno stato evolutivo. Nelcorso superiore di regola predomina l’ero-sione, in quello inferiore per contro il de-posito. I quattro punti seguenti meritanopertanto un’attenzione particolare:• l’idrologia: (regimi di deflusso; tipi dipiene);• l’idraulica: (capacità di deflusso);• il bilancio del trasporto solido (pe-ricolo di colate di detrito, entità del tra-sporto solido, formazione di meandri, for-mazione di ramificazioni);• i punti deboli lungo il percorso.

VerificaIn base alla valutazione delle condizioniidrauliche si possono trarre conclusioni siasui deflussi a breve termine (durante unevento dannoso), sia sull’evoluzione futu-ra. Nel corso degli anni la situazione dipericolo può mutare, per cui una verificadelle condizioni dovrebbe essere effettua-ta regolarmente.

L’idrologia registra le risorse ed i cicli idri-ci al di sopra, su, e sotto la superficieterrestre (e si occupa anche della qualitàdell’acqua e delle sostanze da essa tra-sportate).

Per quanto riguarda la protezione controle piene ci si interessa innanzitutto delleportate di punta e dei volumi di de-flusso. Essi costituiscono la base per l’ap-prezzamento della sicurezza esistente incaso di piena (dati di base sull’idraulica),per giudicare le opere di protezione esi-stenti e dimensionare le nuove, per ladelimitazione di aree inondabili ed il cal-colo della relativa capacità di accumulocome pure l’apprezzamento del comporta-mento del sistema in caso di sovraccarico(EHQ).

Negli anni scorsi i metodi di stima delleportate di piena furono sviluppati conmolto impegno, apportando correzioni allevecchie serie di misurazioni, con il deter-minante contributo di metodi numerici(modelli matematici e simulazioni). Maanche questi metodi sono suscettibili diincertezze, per cui le stime di piene vannoeseguite seguendo metodi diversi: le ana-lisi di sensibilità sono utili, i controllidi plausibilità necessari.

Per la valutazione della situazione eco-logica d’un corso d’acqua occorrono datisupplementari: curva di durata delle por-tate, portata medie, di magra.

L’idraulica si occupa delle acque allo statocorrente e permette di determinare la capa-cità di deflusso d’un corso d’acqua.

In funzione della portata di dimensiona-mento HQd si possono determinare la geo-metria dell’alveo (sezione trasversale e pro-filo longitudinale) ed il dimensionamentodelle opere di protezione. A questo proposi-to occorre sempre tener presente che i corsid’acqua sono sistemi dinamici, che cam-biano la loro geometria con l’andar deltempo. Le cause sono molteplici, e vanno dal-l’effetto della vegetazione all’erosione disponda e del fondo, fino alle colmate.

Quando la sezione trasversale, oppure il pro-filo longitudinale sono variabili, il semplicecalcolo di deflusso uniforme non è sufficien-te. Per lo più si deve ricorrere al calcolodella curva di rigurgito, con linea d’ac-qua e linea dell’energia sistematicamentedeterminate. Calcoli dettagliati si rendononecessari per problemi puntuali (ad esempioper opere incidenti sull’idraulica, come dighetracimabili, tombinoni o pile di ponti).

La minaccia alluvionale incombente sui ter-ritori viene nella maggior parte dei casi de-terminata attraverso le zone inondabili.Per la delimitazione di queste aree sono di-sponibili diversi metodi. I modelli matemati-ci dettagliati richiedono in zone critiche unaprecisione tra 10 e 20 centimetri nelle quotedei rilevamenti topografici.

Livello d’acqua e velocità di deflusso sonoi due fattori determinanti per la stima delpericolo in un dato punto. In casi particolar-mente complessi, come opere idrauliche spe-ciali, conviene verificare più approfondita-mente l’aspetto idraulico con l’ausilio dimodelli fisici.

Strategia

Modo di procedere

Procedure

• Progettazione

Provvedimenti

Appendice

EHQ

41

Fran

k; R

DB

Bilancio del trasporto solido Punti deboli

Equilibrio dinamico sull‘esempio d‘una serie di briglie

Mo

rfo

log

ia(l

arg

hez

za, a

lveo

)Situa-zione dipartenza

Perturbazio-ne dovutaad una piena

Fase di rilassamento

Lungo il tracciato d’un corso d’acqua i puntideboli sono rappresentati da punti o tratteche possono essere all’origine di situazionidi pericolo. Fra i più classici possiamo anno-verare: tombini troppo angusti, strettoie, cur-ve troppo marcate, ostacoli o bruschi cam-biamenti di pendenza longitudinale. Tuttiquesti elementi possono essere rilevati e re-gistrati e cartografati nell’analisi del terreno.

Gli scenari costituiscono un elemento ne-cessario per l’apprezzamento dei punti de-boli. La loro individuazione può avvenire tra-mite: osservazioni (tracce delle piene,francobordo in una piena determinata); con-fronti (tombino più angusto della sezione amonte od a valle); stime semplici ed infi-ne modelli matematici (per esempio nel-la verifica del deflusso). Nei documenti biso-gna sempre indicare il grado di precisionedella valutazione effettuata.

Per potersi pronunciare sulla necessitàd’azione è necessaria una verifica periodicadell’efficienza delle opere presenti – tenen-do anche conto delle eventuali modifichedella situazione di pericolo e dei casi di so-vraccarico (EHQ).

Una banca dati sulle opere di protezione, de-nominata catasto delle opere di prote-zione costituisce un utile strumento di con-trollo della sicurezza in caso di piena. Unabuona documentazione permette inoltreconfronti interessanti con valutazioni prece-denti.

La forza distruttrice e ad un tempo modella-trice dell’acqua conferisce l’aspetto ad uncorso d’acqua. Oltre ad un forte potere dis-solvente, l’acqua ha la facoltà di trasportareil materiale disgregato, per poi depositarlopiù a valle. Rimozione (erosione) e deposito(accumulo) di materiale solido di fondoe di altre congerie sono pertanto funzioni in-dissolubilmente associate.

Determinanti per questi processi di mo-dellatura (altrimenti definiti come morfo-logia) sono gli eventi alluvionali con un pe-riodo di ritorno che va dai due ai dieci anni.Se per un lungo lasso di tempo non si verifi-cano modifiche rilevanti si parla di equili-brio dinamico.

L’equilibrio dinamico viene rotto da eventialluvionali estremi, tali da innescare impor-tanti fenomeni di erosione e di accumulo.Nella pianificazione dei provvedimenti sideve perciò tener conto di questi processi. Èpertanto il caso di verificare se un nuovoequilibrio può istaurarsi oppure se si è in pre-senza (od in aspettativa) d’un collasso del si-stema.

L’importanza decisiva del bilancio del ma-teriale solido di fondo è stata spesso tra-scurata nei progetti di sistemazione idrica. Intempi recenti si sono dovuti affrontare gros-si problemi appunto derivanti da fenomenidi accumulo, specialmente nei bruschi cambidi pendenza, come fu ad esempio il caso del-la Saltina a Briga, nel 1993.

Particolarmente a rischio sono i torrenti conforte pendenza (>15%). Determinante, in

questo caso, è l’entità del trasporto solido difondo potenziale, per la possibile formazio-ne di colate di detriti.

Al giorno d’oggi si dispone di modelli ma-tematici che permettono l’analisi del tra-sporto solido di fondo, nonché la valutazio-ne di erosioni ed accumuli. Questi metodi sibasano per lo più sulla distribuzione granu-lometrica del materiale di fondo dell’alveo esulla geometria del corso d’acqua (sezionetrasversale, pendenza longitudinale) comepure sugli idrogrammi.

Strettamente connessi con la forma dell’al-veo sono i fenomeni di affossamento.Essi si producono per lo più in presenza dicurve marcate, confluenze, differenze di sca-brezza e di costruzioni come ad esempio ope-re di caduta, pile e pennelli. Nuovi metodi perla stima dei fenomeni d’affossamento elabo-rati in tempi recenti mostrano che in presen-za di forme d’alveo tridimensionali si produ-cono affossamenti locali più profondi chenon in condizioni di deflusso monodimensio-nali. Nel primo caso si dovranno pertantopredisporre maggiori profondità di fondazio-ne per le protezioni di sponda. Gli effettimorfologici che possono derivare da ogni in-tervento in alveo, nell’ambito di progetti diprotezione contro le piene devono perciò es-sere accuratamente verificati.

42

La nostra società industriale, dei servizi edel tempo libero, con le sue attività così

strettamente concatenate, è ormai estrema-mente esposta alle perturbazioni derivanti

da eventi alluvionali incontrollati.

Tipi di pericolo e fattori d’influenza

Sottoscavazione

Inondazione

Affossamento

Spostamento d’alveo

Erosione di sponda

Colata di detriti

Smottamento di sponda

Intasamento d’alveo

Serra

Le piene si rivelano sempre più quali peri-coli gravi, non scongiurabili semplicemen-te mediante opere di protezione. Per evita-re il continuo accrescersi dei danni, occorreimpegnarsi a ridurne il potenziale. La pre-cisa conoscenza e la corretta valutazionedei possibili fenomeni pericolosi as-sumono perciò importanza fondamentale.Le piene sono pericolose a diversi livelli:possono esondare e, cariche di congerie,danneggiare terreni coltivi ed edificazioni;possono erodere e di conseguenza sotto-scavare le fondazioni di costruzioni esi-stenti; oppure possono mobilitare materia-le di fondo od altre congerie, e con la loroazione dinamica destabilizzare opere diprotezione, oppure trascinar via persone oveicoli, e distruggere edifici.A seconda dell’azione predominante diuna piena si distinguono tre tipologie fon-damentali: inondazione, erosione disponda e deposizione di detriti. Diregola in un evento si sviluppa una com-binazione di questi tre tipi di pericolo,che spesso si conclude con una estesa de-posizione di materiali grossolani. Disolito tuttavia questo fenomeno non vieneregistrato propriamente come tipo di pe-ricolo a se stante, poiché sempre collegatocon un’inondazione dinamica. Accanto aquesti tipi principali di pericolo esistonoaltri significativi fattori d’influenza:• Serra. Dopo una valanga, oppure a se-guito di venti tempestosi o durante forti in-temperie, legname abbattuto o galleggian-te ed altri tipi di congerie ostacolano ildeflusso delle acque, specialmente in stret-toie causate da sbarramenti, ponti o gole.Dietro questi tappi si formano accumulid’acqua, fino a provocare fuoriuscite dal-l’alveo, nella ricerca di nuovi sfoghi. In

caso di sfondamenti improvvisi si formanoondate pericolose (addirittura colate didetriti , in situazioni scoscese e con il con-vogliamento di legname e materiale difondo).• Intasamenti dell’alveo. Frane, smot-tamenti, valanghe o colate di detriti pos-sono causare l’innalzamento del fondodell’alveo (se non addirittura ostruirlocompletamente). Questi intasamenti pro-vocano inondazioni a monte, mentre per lazona a valle sussiste il rischio di sfonda-mento (seguito da un’ondata con tutti isuoi effetti possibili).• Rottura d’argine per erosione in-terna. Se i livelli di piena persistono a lun-go, negli argini si possono instaurare cor-renti d’infiltrazione. A seconda del gradodi permeabilità e di omogeneità del mate-riale costituente la struttura, od a causa diindebolimenti dovuti alla presenza di radi-ci o gallerie di animali, in corrispondenzadei percorsi preferenziali avviene il dilava-mento del materiale fine. Soprattutto gliargini più vetusti possono così venir di-strutti dall’interno (senza necessariamen-te essere tracimati).• Rottura d’argine per tracimazione.Quando le portate sono troppo elevate, odin caso di innalzamento del fondo, o diserre o d’intasamenti dell’alveo, gli arginipossono venir tracimati. Solitamente unadiga longitudinale non consolidata resisteper poco tempo ad una tracimazione, co-sicché presto subentra il pericolo d’inon-dazioni estese.

Strategia

Modo di procedere

Procedure

• Progettazione

Provvedimenti

Appendice

43

BWG

-OFE

G (

1); F

r ank

(2)

; Key

ston

e ( 1

)

Inondazione Erosione di sponda Deposizione di colata di detriti

Per inondazione (o allagamento) s’intendela sommersione temporanea di terreni,causata dallo straripamento d’un corsod’acqua. Spesso le inondazioni sono legatead altri tipi di pericolo, come ad esempio ero-sioni di sponda o deposito di materiali soli-di. Si distinguono due forme d’inondazione,che invero si possono alternare localmentenell’ambito del medesimo evento:

• Inondazione statica. L’acqua in questocaso scorre, a volte appena percettibilmen-te, molto lentamente. L’incremento del li-vello al di fuori dell’alveo avviene gradual-mente (eccetto che nelle depressioni). Leinondazioni statiche si verificano nei terrenipianeggianti, ed in riva ai laghi.

• Inondazione dinamica. È caratterizza-ta da elevate velocità di deflusso ed avvieneprincipalmente in terreni in pendenza, lungotorrenti e riali montani. Nei terreni pianeg-gianti sollecitazioni dinamiche d’una certaentità possono verificarsi in corrispondenzadi strettoie o di brecce d’argine.

In molti casi i fenomeni d’erosione rappre-sentano il tipo di pericolo che comporta iltasso più alto di danni, data la loro naturacasuale ed incontrollabile.

L’acqua corrente può erodere sia in profon-dità sia lateralmente. Quando di conseguen-za le scarpate di sponda crollano o franano(smottamento di sponda), anche le costru-zioni e le infrastrutture situate al di sopradel livello di piena delle acque sono minac-ciate.

In eventi estremi di piena i corsi d’acqua su-biscono spostamenti d’alveo, e depositano ilmateriale eroso nella tratta immediatamen-te a valle.

L’erosione di fondo, in combinazionecon l’erosione di sponda, causa ulteriore ap-porto di materiale solido di fondo. L’abbas-samento del fondo può arrecare seria minac-cia alle fondazioni delle costruzioni. Ledeterminanti forze di trascinamento dell’ero-sione di fondo derivano essenzialmente dallivello d’acqua e dalle velocità di deflusso. Lecondizioni locali – quali la morfologia delcorso d’acqua o la presenza di ostacoli – pos-sono influenzare pesantemente le sollecita-zioni dinamiche. I limiti di resistenza, dal can-to loro, dipendono dalla vegetazione riparia,dalle proprietà dei materiali del fondo e del-le sponde, come pure dal tipo di costruzionedelle opere di protezione.

Esistono diverse accezioni per questo tipo dipericolo, ma sostanzialmente s’intende sem-pre uno spostamento impetuoso di ingentiquantità di detriti, trascinate per ondate suc-cessive da forti masse d’acqua. La compo-nente di materiali solidi si situa tra 30 ed70 percento.

Le colate di detriti non si abbattono per caso.In presenza delle corrispondenti premessetopografiche, geomorfologiche e geologicheuna massa di materiali instabili può letteral-mente liquefarsi con la complicità di tempo-rali, forti precipitazioni o dello scioglimentodelle nevi. Sotto forma di miscela d’acqua,fango, sabbia e pietrame – frammisti anchea blocchi del peso di tonnellate, e ad alberisradicati – si rovesciano a valle con velo-cità che possono raggiungere, a determinatecondizioni di composizione, i 60 chilometriorari.

Spesso una parte dei materiali mobilitativiene deposta sui fianchi, in cordoni (terra-pieni) di detriti. I maggiori danni derivanocomunque dalla forza d’urto del fronte dicolata, eventualmente ancora intensificatada blocchi isolati e da imponenti depositi allatesta della colata.

Criteri d’apprezzamento

La forza d’urto delle colate di detriti vienestimata principalmente mediante osserva-zione dello spessore dei depositi e dellasopraelevazione in curva (quale indicedella velocità di scorrimento).

Criteri d’apprezzamento

Nelle inondazioni i parametri determinantisono costituiti dalla velocità di scorri-mento e dall’altezza di sommersione.Di regola la velocità di scorrimento dipendedirettamente dalla pendenza del terreno.Se le velocità sono elevate ci si devono at-tendere depositi alluvionali a grossa pezza-tura, con conseguenti fenomeni puntuali dierosione.

Criteri d’apprezzamento

La stabilità delle scarpate o delle diffese disponda, come pure la profondità d’ero-sione, costituiscono i criteri d’apprezzamen-to decisivi.

44

Valutazione dei pericoli

Da qualche tempo ci si avvale di alcuni strumenti di lavoro e dipianificazione che permettono di stabilire l’effettiva importanza dei pe-

ricoli alluvionali: le carte indicative dei pericoli danno unaprima panoramica di massima sulla situazione di pericolo; le carte

d’intensità mostrano le altezze di sommersione e le velocità discorrimento; le carte dei pericoli costituiscono la base specialistica

per l’elaborazione dei piani regolatori comunali (pianificazione locale).

Letture consigliate:

PLANAT: Raccomandazioni per l’assicurazio-ne di qualità nella valutazione di pericoli na-turali ai sensi della legislazione sulle forestee sulla sistemazione dei corsi d’acqua (2000)

Una corretta interpretazione e valutazionedelle carte dei pericoli a disposizione fat-tori d’importanza centrale. Per potersiesprimere in questo contesto, con partico-lare riferimento ai pericoli alluvionali,occorre innanzitutto rispondere alle se-guenti domande:• Qual è la capacità di deflusso dell’alveo(con o senza trasporto solido)?• Dove e quant’acqua e materiale pos-sono fuoriuscire dall’alveo d’un riale od’un fiume?• Dove si possono verificare delle erosionie dei depositi, e di quale entità?• Dove e quanto materiale può essere ero-so o depositato da eventuali colate di de-triti?• Esistono strettoie od ostacoli in alveo,sul tracciato considerato?• Sono presenti opere di protezione con-tro le piene ad incidere sul decorso di pos-sibili fenomeni?• Dove si trovano eventuali punti deboli inopere di protezione?• Sono ipotizzabili eventi che a seguito dicambiamenti climatici globali devono es-sere tenuti presenti?

Considerazione generaleSenza un apprezzamento globale delsistema corso d’acqua, cioè delle relazionifra corso superiore, medio ed inferiore d’unriale o d’un fiume, non si possono darerisposte a queste domande. Una chiarifi-

cazione di tutti i processi che possono in-fluenzare in misura determinante una po-tenziale zona di pericolo è perciò impor-tantissima.La valutazione dei pericoli dev’essereeseguita da esperti riconosciuti, ed iservizi cantonali competenti in materia dipericoli naturali sono responsabili perun’esecuzione ragionevolmente corretta.Molti documenti di base devono essereraccolti e gestiti, poiché l’elaborazione del-le carte indicative dei pericoli e delle cartedei pericoli richiede la compilazione ditutte le indicazioni ed informazioni dispo-nibili in merito ai fenomeni dimostrati,ipotizzati e potenziali, che si possono ri-scontrare in un dato territorio:• Fenomeno dimostrato. Evento docu-mentato.• Fenomeno ipotizzato. Evento che peril punto considerato non può essere dimo-strato, ma che si è già verificato in zone dipericolo analoghe.• Fenomeno possibile. Evento che inbase all’esame di tutti i fattori può acca-dere in un ben determinato bacino imbri-fero.

ScenariAnche il decorso cronologico d’un eventopuò assumere un grande significato. Par-ticolarmente importante è infine l’indivi-duazione di eventuali punti deboli nelsistema. Essi possono causare il collassodello stesso, e con esso una situazione to-talmente differente.I fenomeni possibili sono spesso interdi-pendenti, e si presentano in forma combi-nata. Per la loro valutazione è quindi con-sigliabile immaginare vere e propriesituazioni di pericolo (cosiddetti scenari);

un metodo paragonabile alle ipotesi dicarico usate nella statica delle costruzioni.Là risulta più facile stabilire casi di caricounitariamente definiti. Per i pericoli natu-rali la situazione di partenza è più com-plessa. La presenza di molteplici situazio-ni naturali nel territorio (comprese lecaratteristiche topografiche e geologiche)e di cambiamenti che possono subentrarenell’evoluzione d’un fenomeno dà luogo areazioni nell’ambito del sistema corsod’acqua.La valutazione dei possibili pericoli do-vrebbe effettuarsi in base ad almeno duescenari principali, riferiti a differenti pe-riodi di ritorno:• Per zone abitate occorre considerareun evento alluvionale con periodo di ritor-no compreso tra i 100 ed i 300 anni (op-zione conservativa: HQ100).• L’altro scenario da scegliere è un even-to alluvionale estremo (EHQ). Si trattad’un evento molto più grave di quelloadottato per il dimensionamento. Non ètuttavia il caso di prendere in conside-razione scenari non realistici (quindi di re-gola sono da evitare cumulazioni o sovrap-posizioni di eventi fra loro indipendenti).

Disponibilità al dialogoGli scenari scelti devono poter essere spie-gati anche alla popolazione toccata daipericoli oggetto di valutazione, e dalle re-lative misure di protezione. Essi devonoperciò essere riproducibili e comprensibili.Il coordinamento e lo scambio d’informa-zioni tra esperti ed autorità devono pureessere assicurati.

Strategia

Modo di procedere

Procedure

• Progettazione

Provvedimenti

Appendice

45

Carta indicativa dei pericoli Carta d’intensità Carta dei pericoli

Importante per:

Applicazione Progettista Autorità Popolazione

Carte indicative Perimetro ❑ ■ ■

Sensibilizzazione ❑ ■ ■

Punti di conflitto ❑ ■ ❑

Piano direttore ■ ■ ❑

Carte d‘intensità Dimensionamento di opere di protezione ■ ❑ ❑

Prescrizioni edilizie ■ ■ ■

Carte dei pericoli Piano direttore ■ ■ ❑

Piano regolatore ■ ■ ■

Prescrizioni edilizie ❑ ■ ■

■ importante ❑ meno importante

dei pericoli

Le carte indicative dei pericoli forniscono unapanoramica sulla situazione di pericolo. Esseindicano su vasta scala dove, e contro qualipericoli naturali ci si debba premunire. Conrelativa facilità se ne possono dedurre le pos-sibili zone conflittuali. Per i pericoli allu-vionali vi si rappresenta l’estensione dellearee allagabili in caso di evento estremo(EHQ). Si possono così stabilire le priorità, econtemporaneamente delimitare i territoriliberi da conflitti.

Scopo: Documentazione di base per l’alle-stimento dei piani direttori.

Contenuto: Panoramica di massima sullasituazione di pericolo; dati riguardanti i tipidi pericolo (di regola senza indicazione delrispettivo grado); delimitazioni per grandilinee.

Grado d’approfondimento: modesto.

Scala: 1:10000 fino a 1:50000

Verifica: periodica, nell’ambito del pianodirettore.

La carta d’intensità mostra l’estensione del-le zone allagabili, le altezze di sommersione,le velocità di scorrimento come pure il sensodel deflusso per uno scenario dato. Questeinformazioni sono utilizzabili ad ampio rag-gio. Per esempio dalle altezze di sommersio-ne e dalle velocità di scorrimento si possonodedurre misure di protezione per edifici edimpianti (prescrizioni edili, misure di prote-zione puntuali).

Scopo: Documentazione di base per la pia-nificazione delle misure di protezione, la pia-nificazione dell’emergenza, e l’elaborazioned’una carta dei pericoli.

Grado d’approfondimento: richiede cal-coli idraulici e topografia dettagliata.

Scala: come quella per la carta dei pericoli.

Le carte dei pericoli costituiscono la docu-mentazione di base per la presa in consi-derazione dei pericoli naturali nell’elabora-zione dei piani regolatori comunali (pianifi-cazione locale), e sono pure importanti perla prescrizione di misure di protezione pun-tuale, e di altre misure atte al contenimentodei danni. Esse contengono dati su cause,decorso, intensità, campo d’azione e proba-bilità del verificarsi dei pericoli naturali in unterritorio precisamente delimitato. Il loro gra-do d’approfondimento è perciò elevato.

Scopo: carta di sintesi di tutti i pericoli na-turali, che fornisce i dati a livello parcel-lare per l’allestimento di piani regolatoriadeguati (pianificazione locale).

Contenuto: Dati precisi sui tipi di pericolo,sull’estensione spaziale e sul rispettivo gra-do; documentazione dettagliata.

Grado d’approfondimento: elevato.

Scala: da 1:2000 a 1:10000

Verifica: periodica, nell’ambito della revi-sione dei piani regolatori.

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46

Rappresentazione dei pericoli

Grado di pericolo Significato oggettivo Significato pianificatorio

rosso pericolo forte zona di divieto

azzurro pericolo medio zona di regolamentazione

giallo pericolo debole zona di sensibilizzazione

giallo-bianco pericolo residuo zona di sensibilizzazione

bianco pericolo nullo* nessuna limitazione*

* in base alle attuali conoscenze

Letture consigliate:

UFEA/USTE/UFAFP: Considerazione dei peri-coli alluvionali nelle attività con incidenzasul territorio (raccomandazioni,1997)

USTE/UFEA/UFAFP: Considerazione dei peri-coli legati ai movimenti del terreno nelleattività con incidenza sul territorio (racco-mandazioni, 1997)

A partire dalle direttive per la presa in con-siderazione del pericolo di valanghe nelleattività con incidenza sul territorio, giàpubblicate nel 1984, sono stati elaboratidiagrammi di gradi di pericolo ar-monizzati, validi anche per le piene e peri movimenti del terreno. Essi furono resipubblici sotto forma di raccomandazioni.

Classificazione unificataPer tutti i pericoli naturali l’incombenzadel pericolo viene rappresentata in fun-zione dell’intensità e della probabilità(frequenza o periodo di ritorno). Questi pa-rametri vengono riassunti in gradi di peri-colo mediante un diagramma intensità-probabilità, rappresentato con i tre colorirosso, azzurro e giallo:• Rosso = pericolo forte. Per principiosono vietati la realizzazione o l’amplia-mento di costruzioni o di impianti atti adaccogliere persone od animali. Per riatta-zioni o cambiamenti di destinazione dicostruzioni esistenti si devono ridurre i ri-schi e migliorare le misure di sicurezza.• Azzurro = pericolo medio. Le costru-zioni sono autorizzate a determinate con-dizioni. Queste devono essere ancoratenei regolamenti edilizi e di zona, in funzio-ne del rispettivo tipo di pericolo.

• Giallo = pericolo debole. I proprie-tari devono essere sensibilizzati sui peri-coli esistenti e sulle possibili misure di pre-venzione dei danni. Per oggetti sensibili ènecessaria una pianificazione speciale.• Nell’ambito della protezione controle piene si procederà inoltre ad un esamedella situazione di pericolo riferita adeventi molto rari, per chiarire eventualipericoli, rispettivamente rischi residui. Learee soggette vengono rappresentate contratteggio giallo-bianco.• Bianco = pericolo nullo, in base alleattuali conoscenze.

Grado di pericoloI gradi di pericolo vengono scelti in mododa porli in relazione con un determinatotipo di comportamento, oppure di prescri-zioni in materia di uso del suolo. Essi indi-cano il grado di pericolo incombente supersone, animali o beni materiali impor-tanti. A questo proposito si parte dal pre-supposto che di regola le persone sonomolto più al sicuro all’interno degli edificiche non in terreno aperto.Per ogni tipo, rispettivamente grado di pe-ricolo va descritto l’effetto di danneggia-mento. Di principio, per ogni tipo di pe-ricolo dev’essere indicato separatamenteil rispettivo grado di pericolo. Se una dataarea è minacciata da più tipi di pericolo,ad esempio da inondazioni e da colate didetriti, questa situazione va descritta informa appropriata nella carta dei pericoli.Determinante è sempre il grado di peri-colo più elevato.In linea generale la sovrapposizione dipiù tipi di pericolo non giustifica il passag-gio ad un grado superiore, dato che perogni singolo pericolo può essere adottata

una specifica misura di prevenzione deidanni.

Modo di procedereLa messa in pratica del rispettivo diagram-ma d’apprezzamento nell’ambito dellapianificazione dei provvedimenti presentaanche nel settore delle piene qualche par-ticolarità. Ad esempio, nella determina-zione della probabilità del verificarsis’incontrano notevoli incertezze. Perciòoccorre tenere in considerazione anchegli eventi di memoria storica (osservati),oltre alla qualità dei dati di base. La piani-ficazione dei provvedimenti deve di regolaessere impostata dopo che la necessitàd’azione sia stata provata, o almeno con-statata.Se la situazione di pericolo presente nonè ancora stata identificata e rappresenta-ta vi si deve ovviare (apprezzamento dellasituazione di partenza e della situa-zione estrema, come rappresentato nel-la pagina seguente). Già in questa faseoccorre fare qualche ragionamento suipossibili limiti della protezione contro lepiene (scelta dei parametri di dimensiona-mento).La conoscenza dei rischi residui nel casod’un evento estremo è imprescindibile sianell’ambito della pianificazione dei prov-vedimenti per la minimizzazione dei rischiresidui (ottimizzazione del progetto), sianell’allestimento d’una carta dei pericoli,dell’analisi dei punti deboli (collasso di co-struzioni), del concetto di protezione, edinfine della pianificazione degli interventid’emergenza.

Strategia

Modo di procedere

Procedure

• Progettazione

Provvedimenti

Appendice

47

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EHQ

1212121212121212121212121212

HQdIn

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sità

Inte

nsi

Inte

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Probabilità Probabilità Probabilità

forte

media

debole

forte

media

debole

forte

media

debole

alta media bassa molto bassa

Situazione di partenza

Intensità h < 0,5m

Intensità 0,5m < h < 2m

Intensità h > 2m

Situazione estrema Carta dei pericoli

alta media bassa molto bassa alta media bassa molto bassa

Allestimento d’una carta dei pericolicompleta. Se i problemi esistenti non pos-sono essere risolti con la sola adozione dimisure di pianificazione territoriale, o se in-terventi costruttivi non possono essere rea-lizzati a breve termine, è necessario allesti-re una carta dei pericoli completa, riferitaall’attuale situazione di pericolo. Ciò signi-fica: per le aree a rischio si deve valutare sein caso di eventi d’una certa frequenza (adesempio HQ30 ) si debbano delimitare ulte-riori aree rosse (zone di divieto), aree az-zurre (zone di regolamentazione) ed areegialle (zone di sensibilizzazione).

In ogni caso si dovrà elaborare una cartadei pericoli completa, aggiornata allasituazione posteriore alla realizzazione delleopere di protezione, con inserimento deirisultati nel piano regolatore.

Analisi della situazione di pericolo perun evento raro. Gli eventi rari sono quellicompresi tra HQ100 ed HQ300. Ciò corrispondeall’obiettivo di protezione spesso adottatoper agglomerati abitativi. In molti casi perfissare i valori di dimensionamento non cisi può astenere dal prendere in considerazio-ne anche eventi storici d’una certa importan-za (HQd), in modo da ovviare alle inevitabiliincertezze naturali.

Già al momento di stabilire questi scenarisi deve conoscere la capacità di deflusso delcorso d’acqua. Oltre alla punta di piena an-che la massa d’acqua fuoriuscita ed il volu-me complessivo d’una colata di detriti rap-presentano grandezze importanti.

Il risultato di questa ricerca permette, in baseai corrispondenti scenari, di ottenere l’esten-sione dell’area minacciata. È quindi consi-gliabile, in ogni caso, stabilire le aree chepossono essere soggette a forti intensità. Learee residue toccate possono essere riparti-te in una o due classi di intensità.

Determinazione dei rischi residui peruna piena estrema. Per l’analisi dell’EHQsi dovrebbero utilizzare eventi che rappre-sentano un significativo sovraccarico per ilsistema in esame. Di regola per queste ana-lisi si adottano valori corrispondenti all’even-to centenario.

Per le punte di piena si usano fattori dimaggiorazione compresi tra 1,3 ed 1,5.Per la Reuss nel canton Uri, ad esempio, siapplicò un valore di 1,5 dopo ponderazionisugli eventi plausibili. Anche per il Rodanoanaloghi fattori furono considerati come giu-stificati ed adatti al sistema.

Per bacini imbriferi minori sono da rite-nere come appropriati fattori di maggiora-zione fino a 2,0 – in ragione delle maggioriincertezze connesse (a titolo di confronto,per la sicurezza delle dighe è richiesto unfattore di sicurezza di 2,2). Le aree residueraggiungibili da un evento estremo vengonotratteggiate.

EHQ

Provvedimenti

49

Des

air

Piano settorialeagricolo

Concetto dirinaturazione

Piano settoriale di approv-vigionamento di acqua

Concetto di protezio-ne contro le piene

Piano direttoree piano regolatore

Piano settorialedi drenaggio

Ordine di priorità

Letture consigliate:

PLANAT: Dalla difesa contro i pericoli allacultura del rischio (1998)

Nella pianificazione delle misure di prote-zione contro le piene si può procedere indue modi fondamentalmente differenti:• adattare l’uso attuale o previsto del suo-lo mediante l’adozione di misure passi-ve nel territorio minacciato (minimizzan-do così il potenziale dei danni);• ridurre il pericolo incombente con l’usoattuale o previsto del suolo mediantel’adozione di misure attive presso lafonte dei pericoli, rispettivamente nel ter-ritorio minacciato, (minimizzando così ilpotenziale dei pericoli).

Priorità alla prevenzioneSpesso la questione sulle misure da adot-tare nei singoli casi è controversa. I prin-cipi del caso sono di per sé fissati inequi-vocabilmente, e ciò non soltanto nellalegge sulla sistemazione dei corsi d’acqua(LSCA), ma anche nelle leggi federali sullapianificazione del territorio (LPT) e fore-stale (LFO).Tutte concordano nel prescrivere che laprotezione contro i pericoli naturali vengaperseguita prioritariamente mediante mi-sure preventive:• Manutenzione appropriata deicorsi d’acqua. Mantenimento della ca-pacità di deflusso e dell’efficienza delleopere di protezione esistenti.• Cura del bosco protettivo. Essa co-stituisce da sempre una delle misure piùeconomiche per la difesa contro i pericolinaturali (soprattutto per i casi di valanghee caduta sassi).• Misure di pianificazione territo-riale. Un aumento del potenziale dei dan-ni può essere limitato o addirittura evita-to, rinunciando ad utilizzare territori arischio, adottando interventi di protezione

puntuale di oggetti, oppure ancora delimi-tando zone da lasciare inutilizzate edeventualmente predisposte all’inondabili-tà. Questo poiché una pianificazione delterritorio e del paesaggio che tenga in de-bito conto i pericoli naturali e che prevedaaree di sfogo per gli eventi straordinari co-stituisce miglior misura di prevenzione chenon la realizzazione e la cura di costoseopere per la protezione di zone abitate odi infrastrutture.

Situazioni di forza maggioreA seguito dell’intenso sviluppo edilizio de-gli ultimi decenni e della corrispondentepressione sull’uso del territorio si sono fre-quentemente riscontrati deficit di prote-zione, impossibili da colmare soltanto me-diante interventi di manutenzione e misurepianificatorie.Opere di protezione, protezioni pun-tuali d’oggetti (provvisorie o definitive) edaltri provvedimenti di carattere tecnicodovranno forzatamente essere intrapresianche in futuro nei corsi d’acqua.La pianificazione di tali provvedimenti pre-suppone invero una conoscenza approfon-dita dei tipi di pericoli esistenti, ed anchedella vulnerabilità degli edifici. Gli inter-venti dovranno essere conformi allo statonaturale dei corsi d’acqua e rispettosi delpaesaggio. Ciò vale pure in linea di massi-ma per gli interventi d’emergenza.

Rischio residuoNon si può proteggere tutti e tutto. D’al-tronde le autorità cantonali e comu-nali sono tenute a provvedere nei limitidel possibile alla sicurezza della popola-zione. Una via d’uscita praticabile da que-sta situazione di vero dilemma sussisterà

a condizione di acquisire in futuro, accan-to alla sola ricerca della difesa contro ipericoli naturali, il concetto di accettazio-ne e di tollerabilità d’un certo rischio.Due domande assumono pertanto centra-le importanza: Quale protezione a qualprezzo, e qual è il rischio residuo ancoratollerabile?La sicurezza meno costosa si ottiene evi-tando i pericoli naturali, e di conseguenzanon prendendo rischi. Un principio nien-t’affatto nuovo, seguito già dai nostri an-tenati, spesso invero per necessità; essinon potevano che piegarsi all’imposizionedei pericoli naturali. Ora, all’inizio del nuo-vo millennio, questa strategia dell’adatta-mento ha riacquisito il proprio valore, poi-ché le accresciute esigenze di protezionenon possono più essere soddisfatte soltan-to ricorrendo ad accorgimenti di ordinetecnico: l’uso del suolo deve tornare adadattarsi alle condizioni naturali (e nonviceversa).

Pianificazione globale dei provvedimentiNella pianificazione globale dei provvedimenti dev’essereinserito un concetto di protezione contro le piene. Essocomprende di regola tutta una serie di misure compren-denti un’adeguata manutenzione del corso d’acqua, lacura dei boschi protettivi, la pianificazione territoriale,la protezione puntuale di oggetti, la sistemazione dei corsid’acqua, come pure la pianificazione dell’emergenza el’organizzazione dei casi d’emergenza.

50

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Manutenzione razionale

Strategia

Modo di procedere

Procedure

Progettazione

• Provvedimenti

Appendice

La manutenzione razionale comprende tutti i regolari lavo-ri di manutenzione necessari ad assicurare un’adeguata

sezione di deflusso per i casi di piena. Inoltre la manuten-zione serve ad impedire l’insorgere di danni in alveo, e con

essi la necessità di importanti interventi di risanamento.

Letture consigliate:

UFAEG: Metodi di costruzione con la bio-ingegneria (1993)

Vari servizi competenti cantonali (ad esem-pio di Argovia, Berna e Zurigo) hanno pub-blicato direttive per la manutenzione razio-nale dei corsi d’acqua.

I criteri di esercizio della manutenzioned’un corso d’acqua possono essere moltodifferenti. Si tratta di individuare, tra desi-deri e possibilità contingenti, la soluzionepiù appropriata; infatti ormai da tempo laprotezione contro le piene non si limita piùad impedire ad ogni costo lo straripamen-to d’un corso d’acqua. Oggigiorno si trattapiuttosto di tenere in considerazione laprotezione di siti e del paesaggio, comepure la conservazione od il ripristino deglispazi vitali per la flora e la fauna. Per que-sti motivi la manutenzione razionale ha laprecedenza rispetto a tutti gli altri tipi diprovvedimento:• Innanzitutto garantisce l’efficienza alungo termine delle opere di protezione.• In secondo luogo essa assicura la neces-saria sezione di deflusso in caso di piena.• Infine contribuisce alla conservazione edalla valorizzazione degli spazi vitali all’in-terno e nelle adiacenze dei corsi d’acqua.

Compito permanenteLa manutenzione razionale è un compitopermanente, che dev’essere regolato, fi-nanziato e sorvegliato dai cantoni, in os-sequio alla loro legislazione. Tipo, entità efrequenza della manutenzione devono es-sere adattati al tipo di corso d’acquaed alle situazioni locali. La scelta delle mi-

sure di manutenzione applicabili è pertan-to molto vasta. Si va dall’allontanamentodi cespugli ed alberi che costituiscono in-gombro per la sezione di deflusso e com-promettono l’efficienza delle opere di pro-tezione esistenti, all’allontanamento dellegname galleggiante, allo sgombero dicolmate pericolose, all’eliminazione didanni minori all’alveo, allo svuotamentoregolare delle camere di ritenuta ed al rin-verdimento delle rive. Nella realizzazionedi questi interventi si devono osservaresoprattutto i seguenti punti:• Tutti i lavori di manutenzione devonoessere eseguiti d’intesa con i proprietaridei fondi e con i servizi cantonali specia-lizzati, e con quelli competenti in materiadi protezione della natura e della pe-sca.• Per dissodamenti, stabilizzazioni ve-getali e rinverdimenti una buona collabo-razione con i competenti servizi forestaliè necessaria ed opportuna.• Conservazione o ripristino del patri-monio strutturale sono obiettivi impor-tanti della manutenzione razionale. Patri-monio che comprende alvei a morfologiaalternata, con condizioni differenziate dideflusso, con caratteristiche differenziatedi sponda, e con una vegetazione ripariavariata ed autoctona. Particolare attenzio-ne è sempre da prestare allo sviluppo na-turale delle singole associazioni animali evegetali in uno stesso biotopo, la cosiddet-ta successione.• Per le costruzioni dovrà essere privile-giata l’applicazione delle tecniche dellabioingegneria, quindi con l’impiego dipiante vive come materiali di base. Sefosse necessario operare con interventi«duri», si ricorrerà preferibilmente alle pie-

tre naturali, che negli interstizi permetto-no l’insediamento di microfauna e piante.• Anche le migliori intenzioni risultanotuttavia vane, se nella fase esecutivaesse non vengono tradotte in realtà. Ciòriesce soltanto se tutti i coinvolti sono con-vinti della bontà del procedimento. Conparticolare attenzione si dovrà evitare ognitipo d’inquinamento e d’intorbidimento.

Concetto di manutenzioneLa pianificazione della manutenzione ra-zionale dev’essere integrata in un concet-to globale di protezione contro le piene,poiché la scelta delle misure da adottare(ad esempio la costruzione d’una cameradi ritenuta) ne può dipendere direttamen-te. Questa pianificazione permette ancheuna chiara distinzione tra interventi dimanutenzione e di sistemazione, ed assi-cura per il futuro l’attuazione d’una curaadeguata.È pertanto consigliabile l’elaborazioned’un concetto di manutenzione per il cor-so d’acqua in questione. Esso stabilisce gliobiettivi generali, e risponde alle se-guenti domande:• Chi controlla lo stato del corso d’acquae verifica le rispettive opere di difesa?• Con che frequenza dovranno effettuarsicontrolli e verifiche?• A chi è affidato l’impegno di manuten-zione?• Quando devono essere intrapresi i lavo-ri previsti?• Quando è necessario realizzare dei verie propri lavori di sistemazione?

Ripararei danni minori

Gestire gli inertialluvionali

Svuotare le cameredi ritenuta

Sfalciare il fondodegli alvei

Piantarela boscaglia

riparia

Curarela boscaglia

riparia

Far manutenzionealle scarpate

di sponda

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➜ http://www.wsl.ch/hazards

Aspetti forestali

Strategia

Modo di procedere

Procedure

Progettazione

• Provvedimenti

Appendice

Ceppaie, legname di valanga, cespugli, arbusti ed alberitrascinati dalle piene possono generare, nelle strettoie, serre

dalle conseguenze spesso pesanti. Il rigurgito così provocato por-ta a tracimazioni incontrollate. È difficile quantificare l’apporto

di legname, che dipende dallo stato del bosco, dagli apportidegli affluenti e dal legname precedentemente giacente in alveo.

Durante lo scioglimento delle nevi o dopoforti precipitazioni i torrenti si ingrossanovelocemente. Essi sottoscavano le sponde,trascinano terra, sabbia e pietre, fuoriesco-no dall’alveo e depositano altrove il mate-riale asportato. Nei torrenti con fortetrasporto solido possono così prenderecorpo le particolarmente temibili colate didetriti.

Cura del bosco protettivoCoperture boschive stabili, con una strut-tura alternata per età, altezza e specie,offrono una valida ed economica protezio-ne contro le forze della natura. I boschiprotettivi devono tuttavia essere costan-temente curati, perché possano adempie-re in permanenza la loro funzione protet-tiva.A dipendenza dei tipi di minacce locali unbosco deve soddisfare esigenze del tuttospecifiche, per poter garantire un’ottimaleazione protettiva. Per la difesa contro i pe-ricoli rappresentati da torrenti o da co-late di detriti il bacino imbrifero dev’es-sere dotato di foreste fitte, con alberi dalleradici profonde:• Le corone degli alberi trattengono l’ac-qua piovana, che poi in parte evapora nel-l’atmosfera (intercettazione).• Un terreno con un denso sistema di ra-dici assorbe l’acqua piovana come unaspugna, restituendola poi a poco a poco.

• Le radici degli alberi consolidano ilterreno, stabilizzano le sponde dei torren-ti, e trattengono il materiale solido delfondo.• Nelle zone di straripamento e di deposi-to delle colate di detriti alberi e ceppaieagiscono da freni naturali.

Dissodamento in casodi rinaturazioneAnche al di fuori dei bacini torrentizi lacura delle aree boschive a ridosso dei corsid’acqua costituisce un impegno perma-nente. Se tuttavia, nell’ambito di inter-venti di rinaturazione, i corsi d’acqua si ri-trovano con una maggior libertà di movi-mento, ne conseguirà un’azione erosivanelle aree boschive limitrofe.Si pone allora la domanda sull’opportuni-tà d’un cambiamento di destinazione perzone boschive (sottoposte ad autorizzazio-ne di dissodamento ai sensi della legge fo-restale).Progetti che restituiscono la dinamicanaturale ad un corso d’acqua non com-portano un cambiamento di destinazione,perciò non sottostanno all’obbligo delladomanda di dissodamento, ovviamente apatto che le seguenti condizioni siano sod-disfatte:• Gli interventi avvengono all’interno del-lo spazio naturale del corso d’acqua.• Nella stessa area non sono tollerate al-tre forme d’uso del suolo (come campeggi,piste di motocross, parcheggi e quant’al-tro).• All’interno dello spazio riservato al cor-so d’acqua le aree a vocazione boschivavengono lasciate al rimboschimento spon-taneo (in sintonia con eventuali piani disviluppo forestale).

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Zone golenali

Le golene sono dei biotopi dinamici, som-mersi periodicamente od episodicamente(ed il cui livello di falda giunge talvoltafino alle radici delle piante). In tali biotopil’erosione ed il deposito giocano pure unruolo importante. A seguito della forma-zione di nuove colonizzazioni, dell’invec-chiamento e dell’alternanza spaziale didifferenti fasi evolutive, la vegetazione as-sume un’impronta particolare. Per le zonegolenali le piene non rappresentano unpregiudizio; al contrario: ne favoriscono larigenerazione:• La dinamica dell’acqua e dei sedimentida essa prodotti ringiovanisce il bosco go-lenale.• Le piene favoriscono la diversificazionedelle specie grazie alla formazione dinuovi banchi di ghiaia e di sedimenti checostituiscono ambienti ideali per lo svilup-po d’una vegetazione pioniera.• Le piene trasformano il rilievo e creanonuove vie di deflusso, contribuendo cosìalla sopravvivenza di questi preziosi ecosi-stemi.

Avvertenze nel caso di interventiDopo un evento alluvionale straordinariopossono rendersi necessari interventi di si-stemazione urgenti, a protezione delleadiacenze d’un corso d’acqua. In tal casosaranno da rispettare i seguenti principi:• Prima della realizzazione di interventiurgenti è assolutamente necessario con-sultare il servizio cantonale competente inmateria di protezione della natura, od ilservizio federale di consulenza per le zonegolenali.• Argini, pennelli, riempimenti o canaliz-zazioni, che potrebbero provocare una se-parazione tra le golene ed il letto principa-

le, non sono autorizzati. Essi ostacolano ladinamica e le interazioni acquatiche nellazona golenale.• Abbassamenti del livello della falda edil conseguente prosciugamento devonoessere evitati.• Anche nelle estrazioni di materiale enella formazione di canali per favorire iltrasporto solido (tracce di deflusso) si deveevitare di provocare abbassamenti del fon-do e di conseguenza prosciugamenti dellazona golenale.• Il materiale esuberante dev’essere depo-sitato all’esterno delle golene.• La fauna e la flora ancora presenti dopoun evento straordinario devono essere te-nuti in debita considerazione.

Cogliere le occasioniNelle zone golenali bisogna approfittaredelle occasioni che si presentano a segui-to di piene. Il nuovo stato del corso d’ac-qua dev’essere conservato nei limiti delpossibile, nella ricerca d’un miglioramentodella dinamica golenale.Dopo eventi eccezionali sussiste pure lapossibilità di erigere opere di protezioneal di fuori della golena (per concederemaggior libertà al corso d’acqua).Se così agendo si arreca minaccia a co-struzioni od infrastrutture esistenti, saràil caso di valutare l’opportunità di sposta-re queste ultime al di fuori della zona peri-colosa.

Letture consigliate:

UFAFP: Guida d’applicazione dell’ordinanzasulle zone golenali (Ambiente pratico, 1995)

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RDB

Misure di pianificazione territoriale

Strategia

Modo di procedere

Procedure

Progettazione

• Provvedimenti

Appendice

Le carte indicative dei pericoli o le carte dei pericoli raggiungonola loro piena efficacia soltanto se vengono integrate nei corrispon-

denti strumenti pianificatori cantonali e comunali. Esistono dueprincipali livelli d’azione: il piano direttore in ambito cantonale

ed il piano regolatore in ambito comunale. A questi livelli ilgrado di concretizzazione e le imposizioni legali vengono fissati in

modo da assicurare un’adeguata considerazione dei pericolinaturali in senso generale, e dei pericoli alluvionali in particolare. Sitende ad una limitazione legalmente vincolante delle zone

di pericolo (o ad una trasposizione giuridica equivalente).

Pur con tutte le difficoltà che si presenta-no in un Paese con lo spazio vitale cosìdensamente popolato ed intensamentesfruttato com’è il caso della Svizzera il po-tenziale dei danni dev’essere contenutoprioritariamente mediante misure di piani-ficazione del territorio. L’adozione di misu-re di ordine strutturale e tecnico dev’esse-re limitata ai casi in cui debba essereprotetto un preesistente uso del suolo, op-pure se dopo ponderazione di tutti gliinteressi una modifica dell’uso risulti in-dispensabile.Le seguenti misure di pianificazione delterritorio contribuiscono alla protezionecontro le piene:• Considerazione delle zone pericolosenell’ambito del piano direttore cantonalee del piano regolatore comunale (pianifi-cazione locale).• Fissazione dell’ambito dei corsi d’ac-qua nel piano direttore cantonale e nelpiano regolatore comunale (pianificazionelocale).• Delimitazione di spazi riservati (corri-doi di deflusso) o di zone d’inondazio-ne nel piano direttore cantonale e nel pia-no regolatore comunale (pianificazionelocale).• Dezonamento (o cambio di zona) performe d’utilizzo incompatibili con i perico-li noti.• Prescrizioni edilizie e rispettiva pro-tezione puntuale per oggetti preesistenti oprevisti in zone pericolose.

Piano regolatoreIl piano regolatore fissa lo scopo, il luogoed il grado di uso del territorio fino al li-vello parcellare, e di conseguenza con for-za vincolante per i proprietari.Secondo l’articolo 18 della legge federalesulla pianificazione del territorio (LPT) lalegislazione cantonale in materia di piani-ficazione può prevedere, accanto alle zoneedificabili, agricole e di protezione, altrezone d’utilizzo. Su questa base giuridica sipossono ad esempio delimitare delle zonepericolose anche se sovrapposte alle al-tre forme d’uso.È però anche possibile che i diversi utilizzivengano determinati in funzione delle si-tuazioni di pericolo, o che vengano assog-gettati a restrizioni (pianificazione positi-va, rispettivamente negativa).I gradi di pericolo sono stati definiti in pri-mo luogo in funzione delle conseguenzesulla zona edificabile; essi servono inol-tre ad evitare l’esposizione a rischio di per-sone ed animali, ed a minimizzare perquanto possibile i danni materiali.Per le costruzioni in zona agricola valgo-no, in riferimento ai gradi di pericolo, lestesse prescrizioni come per la zona edifi-cabile. Per tutte le zone pericolose devonoessere preparati dei piani d’allarme e dievacuazione (pianificazione degli inter-venti in casi d’urgenza).

Piano direttoreIl piano direttore definisce le attività ne-cessarie ad assicurare lo sviluppo territo-riale perseguito dal cantone, e fissa unquadro di coordinamento delle medesime,vincolante per le autorità.Formalmente il piano direttore constadi un piano e di un testo. Nel piano ci sidovrà limitare a fissare approssimativa-mente i contorni delle zone pericolose (si-tuazione esistente). Per quanto riguarda ipericoli naturali il piano direttore si avvaleprincipalmente del testo. Esso deve offri-re una panoramica degli studi di base esi-stenti e di quelli in fase d’elaborazione(concetto delle carte dei pericoli); inoltredeve definire i principi fondamentali dellaprotezione contro i pericoli naturali, edelencare i provvedimenti da adottare uni-tamente ai rispettivi servizi competenti.Nell’ambito dei pericoli naturali il pianodirettore assume i seguenti compiti:• L’individuazione precoce dei possi-bili conflitti tra l’uso del suolo ed i pericolinaturali e la designazione dei servizi com-petenti da consultare;• l’elaborazione d’una sintesi dei docu-menti di base esistenti e di quelli in fase dielaborazione, in tema di pericoli naturali(ad esempio l’allestimento di carte dei pe-ricoli; il coordinamento delle vie da segui-re in relazione ai diversi tipi di pericolo);• la formulazione dei principi che il can-tone intende seguire per la protezione con-tro i pericoli naturali;• la designazione delle esigenze e deimandati per il successivo livello pianifica-torio, in special modo per il piano regola-tore comunale (delimitazione delle zonepericolose).

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Livello piano direttore Livello piano regolatore

Deficitdi protezione

dimostrato

Panoramicadei pericoli

Eventoattuale

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Revisionedel pianodi zona

Apprezzamento generaledei pericoli

Carta indicativadei pericoli

Zone di conflitto

Apprezzamento dettagliatodei pericoli

Pianificazione ed organizza-zione per i casi d‘emergenza

Regolamentoedilizio

Piano di zonaZone di pericoloSpazio per i corsi

d‘acqua

Piano direttorecantonale

Zone di pericolo

Spazio generale necessarioper i corsi d’acqua

Direttivevincolanti

per le autorità Piano regolatorecomunale

Carta dei pericoli

Zone senza conflitti

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Spazi liberi

Protezione contro le pienedella Reuss: Zone allagabili inuna piena 50-ennale.

Muro d‘argine

Tombinone Scaricatore di piena

Sfioratore al deltaargine secondariodel delta

Zone allagabili in un eventoestremo (maggiore che nel 1987).

Zone allagabili in un eventocentenario: autostrada qualescaricatore di piena.

Argini secondari (Giessen, Altdorf)

Ampliamentodell‘alveo

Strategia

Modo di procedere

Procedure

Progettazione

• Provvedimenti

Appendice

Le esperienze acquisite nelle inondazioni della Reuss nelcanton Uri (1987) hanno indotto alla definizione

d’un concetto di protezione basato sulla delimitazione dispazi liberi (cfr. grafico seguente): a partire da un evento

pari ad HQ50 le piene possono invadere l’autostrada A2tracimando sopra un argine sommergibile, in sponda destra.

Un argine protettivo lungo l’autostrada permette di contene-re l’area inondata, mentre un nuovo tombino sotto una

diga trasversale impedisce il rigurgito nella pianura. Tuttaviain caso di evento estremo la stessa autostrada non basta

come canale di scarico. L’inondazione delle adiacenti zoneabitate viene allora evitata grazie ad argini secondari.

Se le zone inondabili non fossero edificateo sfruttate intensamente, le piene potreb-bero straripare senza conseguenze danno-se. In Svizzera tali spazi liberi sono ormaidelle rarità. Esistono tuttavia delle zone apotenziale dei danni contenuto, dove nonoccorre una protezione contro le piene co-stituita di opere costose.L’adozione di misure pianificatorie devepermettere di disporre di aree a basso po-tenziale di danni, per far fronte anche infuturo ad importanti eventi alluvionali.

Spazio delimitatoSe si vogliono mantenere a disposizionearee inondabili occorre innanzitutto fis-sarne i confini. A questo scopo si devonoeseguire calcoli idraulici, adattati ancheall’analisi di eventi precedentemente re-gistrati. A seguito dell’antropizzazionepraticamente sistematica di ogni fondoval-le la disponibilità di spazi liberi per i casidi eventi estremi non è purtroppo più il-limitata. Per ottimizzare il contenimentodei rischi residui è consigliabile la creazio-ne di barriere secondarie, oppure lo sfrut-tamento di adattamenti topografici a viedi comunicazione presenti, od a variazionilocali della livelletta del terreno, confinan-do così le aree inondabili e creando veri epropri corridoi di deflusso:• Prima di tutto si deve evitare che corsid’acqua arginati possano subire incontrol-late rotture (di dighe). A questo scopo oc-corre predisporre appositi scaricatori dipiena; potrebbe anche essere il caso didighe tracimabili.• Nel modellamento d’un alveo si può peresempio creare una sponda sicura controil rischio di straripamento, ricorrendo allasopraelevazione di uno dei due argini

(riducendo in tal modo il rischio d’inonda-zione per una delle due rive).• Mediante argini secondari eretti alato del ricettore nella tratta a valle, pia-neggiante, ed opportuni adattamenti allequote stradali nei sottopassaggi è possibi-le proteggere efficacemente le parti inten-samente urbanizzate del fondovalle.

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zProtezione di oggetti

* Indicazioni sulla protezione di oggettipossono essere ottenute presso le assicura-zioni d’immobili.

In tutte le zone potenzialmente pericolosenelle quali si prevede, dopo ponderazionedi tutti gli interessi, una nuova edificazio-ne od una modifica dell’attuale, i pericoliesistenti devono essere tenuti in conside-razione imponendo concrete prescrizio-ni edilizie.Questa protezione d’oggetto* può essereassicurata mediante misure permanenti otemporanee, od una combinazione delledue, tenendo presenti il tempo di preallar-me e la disponibilità delle persone respon-sabili, per scegliere la più appropriata:• Le fondazioni ed altre parti particolar-mente esposte vanno dimensionate per icarichi possibili (ad esempio proteggendole fondazioni contro l’affossamento).• Gli edifici vanno costruiti su appoggi,muri o terrapieni, oppure protetti con argi-nelli o muri.• L’involucro degli edifici deve essere si-gillato, e per la costruzione saranno usatimateriali resistenti all’umidità.• I pianterreni, le entrate (anche quelle deirifugi) e gli accessi ai parcheggi sotterra-nei devono essere rialzati.• Acqua potabile ed elettricità devono es-sere allacciate mediante installazioni ade-guatamente protette contro le piene.• Si deve prevedere l’ancoraggio delle ci-sterne per il combustibile, ed impedire ilrigurgito nelle canalizzazioni mediante ap-posite valvole.• Le aperture come lucernari, porte e fine-stre devono essere chiuse con pannelli diprotezione;• Si devono prevedere uscite di sicurezza,ed assicurarne l’accesso permanente.

Colate di detritiLe colate di detriti ma anche le colate diterra, a loro volta assai frequenti durantele intemperie, ed i franamenti spontaneisuperficiali, costituiscono fenomeni alta-mente pericolosi. Non di rado nelle Alpi lepiù importanti colate di detriti possonotrascinare a valle masse di alcune centina-ia di migliaia di metri cubi di materiale so-lido, e ciò ad una velocità che può supera-re i 60 km/ora.Anche a questi pericoli naturali si può ov-viare, almeno fino ad un certo grado, me-diante appropriate prescrizioni edilizie:• Adattare le costruzioni al terreno, edorientarne la forma in funzione delle solle-citazioni ipotizzabili.• Fissare l’utilizzo dei locali in funzionedell’esistente rischio di colate.• Stabilire con cura posizione e quota diporte, finestre ed entrate di autorimesse.• Rinforzare le pareti esterne, e protegge-re le aperture.• Poggiare gli edifici su terrapieni (la pre-cauzione più economica ed efficace, so-prattutto per nuove costruzioni).• Erigere arginelli di ritenuta dimensio-nati per colate minori.• Costruire muri od arginelli di deviazio-ne.• Erigere spartitori a cuneo davanti adedifici o tralicci.

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➜ http://www.bwg.admin.ch/

Interventi ulteriori(ad esempio protezione di oggetti)

Opere di protezione

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Tempi

Misureedilizie

Misure pianificatoriesupplementari

Nessuna misurapianificatoria

Strategia

Modo di procedere

Procedure

Progettazione

• Provvedimenti

Appendice

Limiti d’efficacia. Misure di protezione edile otecnica riducono il rischio originario ad un certo

grado di rischio residuo. Se tuttavia si amplia la zonaedificabile protetta, o vi si costruiscono strade

od altre infrastrutture, allora il rischio residuo puòfacilmente superare il rischio originario. Mediante

misure pianificatorie (ed interventi mirati ad esempioa livello di protezione di oggetti) il potenziale dei

danni può essere stabilizzato a lungo termine.

Esiste un ampio ventaglio di misure di pro-tezione sperimentate, e spesso è necessa-rio adottarne una combinazione. La ta-bella della pagina seguente presenta unaserie di misure di possibile applicazione.Alcune di queste opere di protezione, cherispondono molto bene ai principi postu-lati in queste direttive, sono presentate indettaglio nelle pagine seguenti. Per ulte-riori precisazioni si rimanda al sito Webdell’UFAEG.

Esigenze in materia di operedi protezioneInterventi costruttivi sono giustificatiquando né una manutenzione razionaledelle opere protettive esistenti, né sforzipianificatori, né la protezione puntuale dioggetti, e neppure la cura dei boschi pro-tettivi riescono a raggiungere l’obiettivoprefissato. Se misure costruttive risultanocomunque necessarie, esse devono soddi-sfare le seguenti esigenze fondamentali:• Non esistono «corsi d’acqua tipo». A di-pendenza del bacino imbrifero, delle con-dizioni geologiche, del regime locale delcorso d’acqua, dell’utilizzo dei terreniadiacenti e del carattere paesaggistico deidintorni diverse opzioni di scelta delleopere protettive sono disponibili.

• Le opere di protezione devono sempreessere considerate in sintonia con il cor-so d’acqua ed il suo bacino imbrifero, valea dire con i possibili tipi di pericoli ed i lorofattori d’influenza.• L’effetto delle misure strutturali sullatratta a valle deve pure essere valutatocon esattezza.• Le opere di protezione non devono com-portare un aumento del potenziale deidanni, in caso di superamento dei valori didimensionamento. Le conseguenze di uneventuale sovraccarico (EHQ) devonoperciò essere valutate in fase di progetta-zione (dove è pure opportuno predisporrele misure appropriate per una limitazionedei danni).• In caso di distruzione di opere di prote-zione vanno sempre ricercate le causedell’insuccesso. Si deve pure valutare seil loro ripristino sia ragionevole.• Accanto al miglioramento del grado diprotezione contro le piene si devono an-che considerare gli aspetti ambientali(la dinamica naturale va privilegiata, ilpaesaggio valorizzato ed il collegamentotra gli spazi vitali favorito).• Laddove la dinamica naturale deve for-zatamente subire limitazioni si dovrebbesempre esaminare la possibilità di ottene-re un sufficiente grado di protezione appli-cando le tecniche della ingegneria na-turalistica.• Un’attenzione particolare sarà da rivol-gere alla durevolezza dei provvedimentiadottati.

Limiti da rispettareIn passato nella pianificazione dei provve-dimenti da adottare furono a lungo privi-legiate le opere strutturali di protezione.Oggigiorno l’atteggiamento è cambiato,nella consapevolezza dei limiti che taletipo di approccio nella lotta contro i peri-coli naturali comporta:• Limiti tecnici. Nemmeno le opere piùcostose possono garantire una protezioneassoluta contro i pericoli naturali.• Limiti ecologici. Gli interventi struttu-rali si scontrano spesso con l’impegno aprovocare il minore impatto possibile sulpaesaggio naturale.• Limiti economici. A dipendenza dellasituazione finanziaria spesso precaria de-gli enti pubblici la pianificazione, l’esecu-zione nonché la manutenzione di costoseopere di protezione non è sempre realisti-camente possibile.• Limiti di efficacia. La convinzione dipotersi sempre premunire contro tutti i pe-ricoli naturali ha indotto spesso ad unatale concentrazione di valori in taluni luo-ghi, da richiedere a sua volta ulteriori esi-genze di protezione.

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Provvedimenti

relazione importante (influenza)

Provvedimenti nella parte alta

Misure di ritenzione

Aree inondabili; spazi liberi

Bacini di laminazione

Misure di stabilizzazione

Ancoraggi

Drenaggi

Misure costruttive sul corso d’acqua

Aumento della capacità

Sgombero dell’alveo

Argine insommergibile; argine sommergibile

Ampliamento del corso d’acqua

Rivestimento dei ponti; ponti rialzabili

Stabilizzazione

Rampe di blocchi

Aumento della percentuale di blocchi

Allargamento dell’alveo

Soglie

Briglie; briglie di consolidamento

Stabilizzazione della sezione trasversale

Pennelli

Muri d’argine; gettate

Sistemazione con tecniche vegetali

Gestione del materiale di fondo

Griglie

Freni per colate di detriti

Camere di ritenuta

Gestione del materiale alluvionale

Protezione di oggetti

Protezione di oggetti contro le piene

Protezione di oggetti contro le colate di detriti

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Metodi costruttivi Argini sommergibiliRampe di blocchi

Strategia

Modo di procedere

Procedure

Progettazione

• Provvedimenti

Appendice

Scopo. Dighe volutamente sommergibili, oscaricatori laterali di piena servono a ridurrele punte di portata superiori alla capacità dideflusso di corsi d’acqua arginati. Questiscaricatori fungono da «valvole di sicurezza»e proteggono dagli effetti della tracimazio-ne tratte di argini concepiti come insommer-gibili.

Funzionamento. Alla base di questo accor-gimento tecnico sta un abbassamento loca-le della corona d’argine, appositamente pro-tetta contro l’erosione che la tracimazionecosì provocata le potrebbe provocare. Un’al-tra possibilità consiste nella formazioned’una tratta di rottura, con un argine erodi-bile (esso tiene fino ad una determinataportata e viene poi eroso in caso di straripa-mento, fino ad una data quota). Argini som-mergibili possono raggiungere anche unalunghezza rilevante, poiché le portate speci-fiche scaricabili raggiungono al massimo1 m3/sec per metro lineare. È invero possibi-le ridurre la lunghezza di stramazzo median-te un restringimento locale della sezionetrasversale del corso d’acqua. Ciò può inol-tre migliorare le condizioni di deflusso, ed as-sicurare un buon funzionamento del sistema.In ogni caso gli argini sommergibili devonoessere verificati nell’ipotesi d’un eventoestremo di piena (EHQ).

Vantaggi e svantaggi. Gli argini sommer-gibili non diminuiscono la sicurezza nei cor-ridoi d’evacuazione. La portata di tracimazio-ne è generalmente ridotta, poiché la diganon viene distrutta totalmente. Il funziona-mento degli scaricatori laterali è tuttaviacomplesso, e talora assai difficile da teneresotto controllo. Per scaricare cospicue porta-te occorrono opere molto lunghe. In certi casisi devono addirittura prevedere più trattesommergibili, per ragioni di stabilità. Lo sca-rico laterale influisce sul trasporto solido, ciòche può causare variazioni dell’alveo e mo-difiche al meccanismo stesso di scarico.

La gamma delle opere di protezione di pro-vata efficacia è piuttosto vasta. Qui di se-guito vengono documentati cinque esem-pi, scelti appositamente tra le operesostenibili. Scopi e funzioni delle stessevengono presentati evidenziandone van-taggi e svantaggi, in base alle esperienzedegli ultimi anni.Un esempio interessante di queste opere èrappresentato dai pennelli. Essi costitui-scono in sé una soluzione conosciuta damolto tempo, ma poi dimenticata, e sosti-tuita da altre tecniche di costruzione. Intempi recenti, grazie ad alcuni loro vantag-gi nei confronti delle arginature longitudi-nali e lineari, sono tuttavia tornati decisa-mente d’attualità.

Scopo. Le rampe di blocchi permettonouna stabilizzazione artificiale del fondodell’alveo, vale a dire una stabilizzazionedel profilo longitudinale (punti fissi).

Funzionamento. Attraverso l’immissio-ne di grossi blocchi (posati singolarmente,oppure alla rinfusa) è possibile superarelocalmente anche forti pendenze. A dipen-denza del dislivello da superare si instau-rano differenti condizioni di deflusso. Unasufficiente lunghezza della rampa può de-terminare un deflusso uniforme (statod’equilibrio).

Vantaggi e svantaggi. Le rampe diblocchi permettono la creazione di puntifissi più conformi al naturale. Grazie aduna conveniente configurazione è cosìpossibile assicurare una buona continuitàecologica del sistema e con essa la liberamigrazione della fauna acquatica (pesci,macroinvertebrati). Le rampe sono prati-camente adattabili ai corsi d’acqua d’ogniordine di grandezza (sistema Step-Pool).

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Freni per le colate di detritiPennelliAllargamenti dell’alveo

Scopo. Gli allargamenti dell’alveo permet-tono di stabilizzare la quota del fondo, edinoltre di migliorare la diversificazione strut-turale dell’alveo stesso e della fascia di tran-sizione tra corso d’acqua e terreni adiacenti.Si tratta infatti di interventi conformi allanatura, con un positivo influsso sulla morfo-logia del rispettivo corso d’acqua. Il più con-facente campo d’applicazione degli allarga-menti d’alveo è costituito dai corsi d’acquadell’Altipiano, dotati d’un ragguardevole tra-sporto solido di fondo.

Funzionamento. Con l’allargamento si ri-duce la capacità di trasporto del corso d’ac-qua, provocando in tal modo depositi locali.Attraverso un aumento della pendenza lon-gitudinale, in corrispondenza dell’allarga-mento viene ristabilita in modo naturale lacapacità di trasporto originaria. Ne consegueautomaticamente una tendenza al rialzo delfondo nella tratta a monte.

Vantaggi e svantaggi. Gli allargamentiproducono strutture d’alveo conformi allostato naturale. I cambiamenti delle condi-zioni di deflusso comportano altre sollecita-zioni delle sponde. Questi accorgimentiaccrescono inoltre la pendenza della linead’energia, e con essa le velocità di deflusso,che devono pertanto essere considerate neldimensionamento delle misure di protezio-ne delle sponde.

Scopo. I pennelli sono opere disposte tra-sversalmente rispetto alla direzione di de-flusso, a protezione delle rive di riali o fiumicontro l’erosione. Con Il loro inserimento sipuò influire sulla corrente, e migliorare ladiversificazione strutturale.

Funzionamento. Da un lato essi servonoalla protezione delle sponde contro l’erosio-ne (con i pennelli la corrente principale d’unfiume viene tenuta lontana dalla riva), e d’al-tra parte migliorano la struttura ed accresco-no la diversificazione del deflusso. Attraver-so il restringimento della sezione trasversaleviene aumentata la profondità del deflussonella fascia centrale tra i pennelli (ciò che rin-forza la capacità di trasporto). Generalmen-te la profondità di deflusso viene aumenta-ta, rispetto a quella di una sezione priva dipennelli.

Vantaggi e svantaggi. Se eseguiti conmetodi di costruzione flessibili i pennellisono elementi molto adattabili. Essi posso-no essere completati o rinforzati in ogni mo-mento. Accanto alla loro funzione protettivadelle rive i pennelli favoriscono la formazio-ne di ambienti favorevoli per la fauna acqua-tica, ed accrescono sostanzialmente la di-versificazione dei biotopi. In corsi d’acquadinamici, nei quali la morfologia fluviale sipuò modificare sensibilmente, essi devonoessere disposti in considerazione delle diver-se situazioni di deflusso che si possono in-staurare. In previsione di possibili migrazio-ni di meandri la disposizione dei pennellidovrà essere più serrata che in zone fluvialimorfologicamente stabili. Concetti di prote-zione basati su sistemi di pennelli richiedo-no maggiore spazio, ma in compenso rendo-no più differenziate le zone rivierasche. Eccoalcuni vantaggi rispetto a sistemazioni piùlineari:• l’intervento è localmente limitato;• si sposano meglio con il paesaggio;• sono più flessibili in caso di sovraccarico;• si adattano più facilmente a condizioni

mutevoli;• migliorano la diversificazione strutturale.

Scopo. Con queste opere di protezione lecolate di detriti possono essere indotte volu-tamente a scaricare verso zone a basso po-tenziale di danni. Si possono così proteggerezone abitate, sovente situate su coni di deie-zione.

Funzionamento. Una colata di detriti vie-ne drenata mediante una di queste opere.Essa perde in questo modo un essenziale ele-mento motore, e tende a depositare. Un fre-no per le colate permette di arrestare unaprima ondata di detriti. A dipendenza delladisposizione dell’opera le ondate successivevengono deviate in zone di deposito laterali.Una colata può dunque essere indirizzataverso zone di deposito preferenziali, median-te massicce opere di deviazione. L’elevatadinamica delle folate dev’essere tenuta inseria considerazione. Un freno per le colatedi detriti dovrebbe permettere il passaggiopressoché indisturbato delle piene minoricon trasporto solido, ed entrare in funzionesoltanto per colate vere e proprie. Un devia-tore si compone di uno scarico laterale e diun dispositivo di deviazione. Queste operesono calibrate per i casi di eventi rari.

Vantaggi e svantaggi. Il potenziamentodell’alveo d’un torrente su di un cono di de-iezione, dimensionato per colate di detritipuò comportare la necessità di opere ed in-terventi sproporzionati. Per evitare ciò sideve ricorrere ad appropriate misure nellatratta a monte. L’impatto dei freni o deviato-ri per le colate di detriti sul paesaggio è limi-tato localmente. Per il dimensionamento diopere atte ad influire efficacemente sulla di-namica delle colate esistono ancora pochidati di base. Spesso ci si avvale di esperienzerecenti (griglie, in Giappone, o freni, in Au-stria), ma anche di prove su modello.

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Allestimento d‘un pianodi prevenzione:

Sorveglianza ed allarmeEvacuazione e salvataggio

ApprovvigionamentoRiparazione dei danni

Pianificazione dell’emergenza

Raccolta dei dati di base

Applicazione dei dati di base

Un rischio residuo sussiste sempre

Strategia

Modo di procedere

Procedure

Progettazione

• Provvedimenti

Appendice

Non esiste una protezione assoluta controle piene ed i danni ad esse connessi. Il pe-ricolo potenziale sprigionabile dallaforza delle acque non può essere né coltoin tutta la sua entità, né completamentepadroneggiato. Precipitazioni estreme opersistenti possono trasformare fiumi eriali in fiumane impetuose, oppure scate-nare colate di detriti, od attivare smotta-menti.Masse d’acqua straordinarie rappresenta-no sempre minacce serie, che grazie aduna manutenzione razionale, ad appro-priate misure pianificatorie e ad opere diprotezione possono essere ridotte e limi-tate, ma mai completamente scongiurate.Non va d’altronde dimenticato che ognicalcolo idrologico comporta delle incertez-ze. Nei casi estremi anche valori di di-mensionamento fissati giudiziosamente edaccettati unanimemente possono esseresuperati.Pertanto in ogni caso è necessaria una pia-nificazione dell’emergenza, che permettadi ridurre entro limiti accettabili il rischioresiduo. Si tratterà innanzitutto di salvarevite umane (ed eventualmente animali do-mestici), come pure di limitare i danni in-diretti (per esempio indotti da beni od im-pianti chimici pericolosi).

Centrare la prevenzioneÈ di capitale importanza che le competentiautorità locali siano consapevoli dei peri-coli locali o regionali derivanti dalle piene.Un’adeguata preparazione serve almenoad attenuare le conseguenze di eventi al-luvionali. Nell’ambito della pianificazionedei provvedimenti dovranno essere raccol-ti ed applicati i dati di base per i rispetti-vi bacini imbriferi; in una seconda fase i ri-

sultati ottenuti verranno integrati in unpiano di prevenzione.In queste importanti attività i comuni sonosostenuti dai competenti servizi cantonalie, per oggetti più importanti, dai servizispecialistici federali. È ragionevole sfrutta-re le possibili sinergie con le organizzazio-ni e le infrastrutture esistenti (ad esempioper quanto riguarda i sistemi d’allarme).Non esistono soluzioni standard per la va-lutazione del rischio residuo. Ogni bacinoimbrifero presenta proprie caratteristiche,determinate dalla rispettiva topografia,geologia, idrologia, copertura ed uso delsuolo.

63

Organizzazione per i casi d’emergenzaRipartizione delle competenze

Amministra-zione

Autoritàcomunali

o cantonali

Organo direttivocomunale

o cantonale

SostegnoCoordinamento

logistico

Ordinee

sicurezza

Organodi

soccorso

Infra-struttura

Saluteed affarisanitari

Protezioneed

assistenza

Misure urgenti

La responsabilità principale per la pianificazionedell’emergenza e la relativa organizzazione competeai comuni. Non esistono soluzioni standard; inoltreil caso alluvionale è soltanto uno di parecchi possibilicasi d’emergenza legati ai pericoli naturali.

Per una gestione adeguata d’una situazio-ne d’emergenza è necessaria, quale pre-messa principale, un’organizzazione chia-ramente strutturata, che preveda unaripartizione delle competenze ed uncorrispondente piano d’azione. Questaorganizzazione è tuttavia utile soltanto sein grado di entrare rapidamente in funzio-ne. Devono in particolare essere regolati iseguenti punti:• Allarme. Sviluppi pericolosi devonoessere individuati tempestivamente, perpoter orientare la popolazione, allarmare iservizi di sicurezza ed intraprendere rapi-damente le misure d’urgenza.• Contromisure. Se gli eventi pericolosivengono rilevati tempestivamente si pos-sono, in certi casi, adottare provvedimentiche permettano di scongiurare inondazio-ni (ad esempio sgomberare gli alvei dal le-gname ingombrante, rinforzare argini oderigerne di mobili).• Rischi particolari. Per oggetti ad altopotenziale di danni come ospedali, case diriposo, beni culturali, distributori di carbu-rante, depositi di materiali chimici, impian-ti d’approvvigionamento, centrali di distri-buzione ed installazioni di comunicazionedev’essere preparato un piano d’azionespeciale «piene», allo scopo di limitare ef-ficacemente i danni.• Salvataggio. Eventuali vittime devonoessere ricuperate e portate al sicuro, per lecure mediche del caso.• Evacuazione. Nelle zone dove un’inon-dazione non può essere evitata o dove unaminaccia d’inondazione si fa seria, le per-sone devono essere portate al sicuro edaccudite. All’occorrenza pure i beni di va-lore devono essere allontanati dalle zonea rischio. Non è sempre facile la scelta del

momento giusto per mettere in atto questiprovvedimenti. Per principio si dovrebbetendere ad un avvio precoce, ma il rischiodi eventuali falsi allarmi è comunque pro-porzionale.• Infrastrutture. Macchinari e materialinecessari per gli interventi urgenti devonosempre essere pronti per l’uso, e le vie dicomunicazione e d’accesso alla zona a ri-schio devono sempre essere sgombre.• Sorveglianza. L’evoluzione meteorolo-gica soprattutto nel bacino imbrifero deveessere sorvegliata costantemente, per unosvolgimento ottimale dei lavori di salva-taggio e di sgombero.• Comunicazione. In caso d’urgenza gliapparecchi necessari devono essere non

soltanto funzionanti, ma anche disponibi-li al posto giusto.• Protezione di oggetti. Singoli edificie territori circoscritti possono essere pro-tetti contro le inondazioni mediante misu-re temporanee, come barriere di sacchi disabbia, pareti mobili od anche, disponen-do di tempo sufficiente, murature.• Partner. È bene preparare ed eserci-tare la collaborazione con le organizza-zioni di interventi d’emergenza dei comu-ni vicini.

➜ Appendice: Check list

Appendice

65

INTERNET

INTRANET

➜ http://termdat.bk.admin.ch

➜ http://europa.eu.int/eurodicautom

Fran

k

Dizionario perla terminologia nella prote-zione contro le piene

La presente direttiva contiene unaquantità di espressioni tecnichedi differenti ambiti della protezionecontro le piene. Per agevolarne lacomprensione ed evitare possibilimalintesi l’UFAEG, in collaborazio-ne con la sezione Terminologiadella cancelleria federale, elaborada alcuni anni un dizionario inquattro lingue, incentrato special-mente sui settori protezione controle piene, arginature, idrologia, geo-morfologia e pericoli naturali.Questa raccolta comprende oltre800 voci con circa 1500 definizioniin tedesco, francese, italianoed inglese. Il dizionario è già suTERMDAT, la banca dati centraliz-zata di terminologia dell’ammini-strazione federale, accessibile suIntranet od Internet (KOMB/KTV)per tutti i servizi pubblici dellaSvizzera. La sezione Terminologiadell’amministrazione federale èa disposizione per ogni informazio-ne in proposito.

Gli interessati privi di accessoad Intranet dell’amministrazionefederale possono pervenire aldizionario attraverso EURODIC-AUTOM, la banca dati di termino-logia dell’Unione europea.

Definizione secondo TERMDAT

Glossario

Riferimento giuridico Fonte

Deflusso. Volume d’acqua che fluisceattraverso una data sezione d’un corsod’acqua per unità di tempo.

Indennità

Allarme. Diffusione d’un segnale, ge-neralmente una sirena, per richiamarel’attenzione della popolazione su un pe-ricolo od una minaccia imminente.

Compenso/indennizzo

Diritto di ricorso

Autorizzazione

Biotopo

Terzi (vantaggi speciali)

Espropriazione

Aiuti finanziari

Carta indicativa dei pericoli.Carta sinottica, allestita con criteriscientifici ed indicante pericoli ricono-sciuti e localizzati, ma non analizzatie valutati in dettaglio.

Capacità di deflusso mediante manutenzione deicorsi d’acqua, delle rive e delle opere di protezio-ne contro le piene; anche nella sistemazione fore-stale dei torrenti.Competenza: cantonale.

Diritto a sussidi federali per misure di protezionecontro le piene, ripristino di opere ed installazioni,catasti e carte dei pericoli, stazioni di misurazionee servizi di preallarme.

Messa a punto e gestione dei servizi di preallarme.

Vantaggi, svantaggi e limitazioni al diritto di pro-prietà in seguito a misure di pianificazione territo-riale secondo la LPT.

In tema di protezione della natura e del paesag-gio: ufficio federale competente, cantoni, comuni,organizzazioni ambientaliste designate dal Consi-glio federale.Notifica della decisione mediante comunicazionescritta, sul Foglio Federale o sul Foglio Ufficialecantonale.

Autorizzazione a costruire in zona edificabile.Autorizzazione eccezionale fuori zona edificabile.Costruzione/trasformazione di edifici ed impiantiin zone particolarmente minacciate.Captazione da un corso d’acqua.Autorizzazione eccezionale per la realizzazione dimisure ecologiche.Autorizzazione eccezionale per la copertura dicorsi d’acqua.Estrazione di ghiaia, sabbia ed altri materiali.Autorizzazione in base alla legge sulla pesca perinterventi tecnici in corsi d’acqua.Autorizzazione eccezionale per l’allontanamentodi vegetazione dalle rive.Autorizzazione eccezionale di dissodamento.Sistemazione e correzione di corsi d’acqua.

Protezione di specie animali e vegetaliautoctone.Differenti gradi di protezione.Rifacimenti in caso d’interventi inevitabilmentepregiudizievoli.Biotopi d’importanza nazionale, regionale e locale;compensazione ecologica.Sussidi federali.

Partecipazione alle spese, in caso di sussidifederali.

Espropriazione per l’esecuzione della LSCA/OSCA;competenza di cantoni, o terzi autorizzati; dirittoapplicabile.

Sussidi federali per la rinaturazione di corsid’acqua degradati (senza pretese legali)

Base per l’allestimento d’un piano direttore chepermetta d’individuare le zone con conflitti d’inte-resse, in assenza di carte dei pericoli.

LSCA 4 ILFO 19

OSCA 23

LSCA 6, 8 ss.OSCA 1–4, 8 ss.LSu

OSCA 24, 27 I

LPT 5

LPAmb 55 ss.LPN 12–12b

LPN 12a I

LPT 22LPT 24LPac 19 II

LPac 29LSCA 4 IIILPac 28 IIILPac 38

LPac 44LFSP 8

LPN 22 II

LFO 5LPac 37

LPN 18 ss.LPN 14 ss.LPN 18 Ibis

LPN 18 Iter

LPN 18a, b

LPN 18c

LSu 10 II aOSCA 8c

LSCA 17

LSCA 7, 9 s.OSCA 5 ss.

OSCA 21

66

Glossario

Definizione secondo TERMDAT Riferimento giuridico Fonte

Strategia

Modo di procedere

Procedure

Progettazione

Provvedimenti

• Appendice Carta dei pericoli. Carta in scala1:2000 fino a 1:10000, elaborata sullabase di criteri scientifici, che all’internod’un perimetro definito contiene indi-cazioni dettagliate circa il tipo ed il livel-lo dei pericoli e l’estensione territorialedei fenomeni pericolosi.

Zona di pericolo. Territorio minacciatoda pericoli naturali per i quali, in basead un’analisi dei pericoli, vigono delle li-mitazioni nell’utilizzo.

Falda freatica. Acqua che occupa cavi-tà e piccoli spazi sotto la superficie delterreno.

Protezione contro le piene. Insiemedelle misure prese allo scopo di pro-teggere persone e beni materiali impor-tanti dall’azione dannosa delle acque, inparticolare dalle inondazioni, dalle ero-sioni e dalle alluvioni.

Inventari

Estrazione di ghiaia

Paludi e zone palustri

Piano regolatore. Piano che stabi-lisce scopi, luoghi ed intensità di utilizza-zione del suolo a livello parcellare,con forza vincolante per ogni pro-prietario.

Pubblicazione dei piani

Acquisti pubblici

Base per i piani direttori ed i piani regolatori comepure per la progettazione di misure di protezione.

Territori gravati da limitazioni o divieti di utilizza-zione.

Zone di protezione delle acque sotterranee; super-fici di acque sotterranee.

Protezione di persone e beni materiali importantidall’azione dannosa delle acque; determinazionedi obiettivi e misure di protezione nei singoli casi.

Settore protezione della natura e del paesaggio/inventari federali con obiettivi d’importanzanazionale; in caso di possibili danneggiamentiinoltrare una domanda di perizia (obbligatoria)presso la commissione federale della natura e delpaesaggio (CFNP).

Autorizzazione secondo le leggi federali sulla pro-tezione delle acque e sulla pesca.Zone di protezione delle acque sotterranee.

Protezione generalizzata, limitazione di modella-mento e di uso del territorio, obiettivi di prote-zione secondo il diritto federale, misure di prote-zione e di manutenzione di competenza cantonale;sussidi federali.

Regola le autorizzazioni d’uso del suolo (zoneedificabili, agricole, di protezione, ecc.).Autorizzazione a costruire all’interno della zonaedificabile.Autorizzazione eccezionale all’esterno della zonaedificabile, soltanto se il progetto non può essererealizzato altrove e se non è in urto con interessipreponderanti.Forza vincolante per i proprietari.

Secondo il diritto di procedura cantonale.Per la realizzazione/trasformazione d’un edificioo impianto con necessità di coordinamento.Nell’adempimento di compiti della Confederazionenell’ambito della protezione della natura e delpaesaggio.

Confederazione: legge federale sugli acquisti pub-blici, libero accesso al mercato secondo la leggefederale sul mercato interno.Cantoni: pubblicazione ufficiale di progetti e crite-ri di partecipazione e di delibera.Adattamento delle prescrizioni cantonali alla leggesul mercato interno.Accordo intercantonale sugli acquisti pubblici.

OSCA 21OSCA 27 I c

LPT 18OSCA 1 II

LPac 20 s.

LSCA 1 I

LPN 5 ss.LPN 18aLPN 23a ss.

LPac 44 ILFSP 8 III gLPac 44 II

LPN 23a ss.OPN 21a ss.

LPT 14 ss.

LPT 22

LPT 24

LPT 21

LPT 25a II b

OPN 3

LMI 1 ss., 6

LMI 5 II

LMI 11

67

➜ http://www.admin.ch/

Basi legali

Legge federale sugli acquistipubblici

Accordo intercantonale sugliacquisti pubblici

LMI Legge federale sul mercatointerno

LFSP Legge federale sulla pesca

LPac Legge federale sullaprotezione delle acque

LPN Legge federale sulla prote-zione della natura e del paesaggio

OPN Ordinanza sulla protezionedella natura e del paesaggio

LPT Legge federale sulla pianifi-cazione del territorio

OPT Ordinanza sulla pianifica-zione del territorio

LAgr Legge federale sull’agricol-tura

OQE Ordinanza sulla qualitàecologica

LSu Legge federale sugli aiutifinanziari e sulle indennità

LPAmb Legge federale sullaprotezione dell’ambiente

OEIA Ordinanza sull’esamed’impatto sull’ambiente

LFO Legge forestale federale

LSCA Legge sulla sistemazionedei corsi d’acqua

OSCA Ordinanza sulla sistema-zione dei corsi d’acqua

Leggi federali su Internet

Glossario

Definizione secondo TERMDAT Riferimento giuridico Fonte

Pianificazione del territorio. Coordi-namento preliminare delle attività aventiincidenza sul territorio, e loro orienta-mento a lungo termine.

Rinaturazione. Insieme delle misurecon cui si riconferisce una condizioneconforme al naturale ad ambienti modifi-cati dall’intervento umano.

Piano direttore. Piano che precisa leazioni necessarie all’attuazione dell’or-ganizzazione territoriale auspicata e checrea una piattaforma di coordinamentovincolante per le autorità.

Misura di protezione. Misura atta adiminuire od eliminare un rischio; si di-stinguono misure attive e passive di pro-tezione: le misure attive si oppongonoallo sviluppo d’un evento naturale alloscopo di ridurre il pericolo o di modificar-ne la probabilità di accadimento; lemisure passive portano ad una ridu-zione dei danni senza influire sullo svol-gimento dell’evento.

Riva. Parte laterale e superiore del lettod’un corso d’acqua.

Vegetazione riparia. Insieme dellepiante sulle sponde d’un corso d’acqua.

Manutenzione. Insieme delle misureprese allo scopo di mantenere capacitàdi deflusso ed efficacia delle opere diprotezione.

Rivieraschi a valle. Persone od oggettisituati a valle d’un dato punto d’un corsod’acqua.

Esame d’impatto ambientale

Responsabilità in materiadi corsi d’acqua

Procedura

Piano direttore (forza vincolante per le autorità,coordinamento delle attività con incidenza sull’or-ganizzazione del territorio) e piano regolatore(con forza vincolante per i proprietari, concretizzail piano direttore).Principi della pianificazione.Misure pianificatorie: nella sistemazione dei corsid’acqua prioritarie rispetto alle opere idrauliche.

Per interventi nei corsi d’acqua come ad esempiomisure di protezione contro le piene.Sussidi federali.

Armonizza le attività con incidenza territoriale,indica lo sviluppo auspicato, la cronologia edi mezzi da impiegare.Forza vincolante per le autorità.

Priorità: manutenzione e misure pianificatorie(misure passive).Esigenze.Acque intercantonali: coordinamento.

Protezione dei biotopi per i pesci.Autorizzazione secondo la legge sulla pesca perinterventi (ad es. dissodamento delle rive).Sistemazione delle rive.

Protezione generalizzata, promovimento attivo.Autorizzazione eccezionale per impianti non rea-lizzabili altrove, ai sensi di LSCA e LPac.

Misura prioritaria.Assicurazione dell’attuale grado di protezione.Rispetto delle esigenze ecologiche.

Coordinamento per acque intercantonali.

Prima della pianificazione, della costruzioneo trasformazione di impianti designati dal Consi-glio federale.Rapporto d’impatto ambientale.

Cantoni od enti e privati designati dal diritto can-tonale; competenza decisionale del Consiglio fede-rale in materia di acque intercantonali in mancan-za di accordo.

Procedura d’appalto.Presa di posizione della Confederazione su misurecantonali di protezione contro le piene.Presa di posizione dell’UFAEG su misure di altriservizi federali aventi incidenza sulla protezionecontro le piene.

LPT 6 ss.LPT 14 ss.

LPT 3LSCA 3

LSCA 4 II

LSCA 7, 9 s.

LPT 8, OPT 5

LPT 9

LSCA 3

LSCA 4LSCA 5

LFSP 7LFSP 8 I, III c

LSCA 4

LPN 21LPN 22 II

LSCA 3 ILSCA 4 IOSCA 23

LSCA 5

LPAmb 9 I, IIOEIA

Appendice 30.2

LSCA 5 II

OSCA 3–15OSCA 16 s.

OSCA 18

68

Contenuto presente: si no

Riassunto ❑ ❑

1 Oggetto e mandato ❑ ❑

2 Situazione attualeEventi storici (cronache, documentazioni) ❑ ❑

Uso attuale o previsto ❑ ❑

Caratteristiche del bacino imbrifero ❑ ❑

Condizioni idrologiche ❑ ❑

Attuale capacità di deflusso ❑ ❑

Condizioni geologiche ❑ ❑

Tipi di pericolo (fenomeni):• Inondazione ❑ ❑

• Erosione delle rive ❑ ❑

• Deposito di lava torrentizia ❑ ❑

Scenari ❑ ❑

Esame delle opere di protezione esistenti ❑ ❑

Analisi dei punti deboli lungo il percorso ❑ ❑

Situazione di pericolo esistente ❑ ❑

Stato del corso d’acqua ❑ ❑

3 Ipotesi di progettoObiettivi di protezione scelti ❑ ❑

Obiettivi di sviluppo ecologico ❑ ❑

Parametri di dimensionamento fissati ❑ ❑

4 Potenziale dei danniStima dei danni possibili ❑ ❑

5 Pianificazione dei provvedimentiStudio delle varianti e decisioni ❑ ❑

Misure di manutenzione ❑ ❑

Misure pianificatorie ❑ ❑

Misure di sistemazione idraulica:• Descrizione degli interventi, giustificazioni ❑ ❑

incluse (in particolare ipotesi e verifiche idrauliche)• Ponderazione degli interessi ❑ ❑

6 Conseguenze delle misureConseguenze su agglomerati ed aree utilizzate ❑ ❑

Conseguenze sulla natura e sul paesaggio ❑ ❑

Conseguenze sull’ecologia e sulla pesca ❑ ❑

Conseguenze sulla falda freatica ❑ ❑

Conseguenze sull’agricoltura ❑ ❑

7 Pericoli e rischi residui ❑ ❑

8 Inserimento dei pericoli residui nei piani direttori ❑ ❑

e regolatori

9 Pianificazione dell’emergenza ❑ ❑

Check list

Relazione tecnica

Strategia

Modo di procedere

Procedure

Progettazione

Provvedimenti

• Appendice

69

Check list

Contenuto presente: si no

1 Relazione tecnica (cfr. pagina accanto) ❑ ❑

2 PreventivoCosti di costruzione (in base a quantitativi e prezzi unitari ❑ ❑

dei lavori di costruzione; posizioni principali)Costi di progettazione e direzione dei lavori ❑ ❑

Costi di espropriazione ❑ ❑

Imprevisti (da elencare separatamente) ❑ ❑

3 Documentazione di progetto3.1 Situazione generale 1:10000 a 1:50000

Progetto di costruzione ❑ ❑

Bacini imbriferi parziali ❑ ❑

Eventuali stazioni pluviometriche ❑ ❑

Eventuali stazioni limnigrafiche ❑ ❑

Nomi dei corsi d’acqua ❑ ❑

Opere esistenti e tratte assicurate ❑ ❑

Rappresentazione dei pericoli esistenti ❑ ❑

3.2 Situazione 1:1000 o 1:2000Interventi previsti ❑ ❑

Vincoli (ponti; edifici) ❑ ❑

Vegetazione presente e prevista ❑ ❑

3.3 Profilo longitudinaleLinea d’acqua/linea d’energia per HQd ed EHQ ❑ ❑

Linea d’acqua di magra ❑ ❑

Alveo esistente ❑ ❑

Alveo medio di progetto ❑ ❑

Pendenza ❑ ❑

Eventuali sondaggi ❑ ❑

Eventuali zone d’estrazione ❑ ❑

Ponti, soglie, rampe ❑ ❑

Sbarramenti, affioramenti di roccia ❑ ❑

3.4 Sezioni trasversali tecniche (prima e dopo l’intervento)Livello d’acqua per HQd ed EHQ ❑ ❑

Livello di magra ❑ ❑

Confini delle proprietà ❑ ❑

3.5 Sezioni tipo e piani di sistemazioneLivelli d’acqua ❑ ❑

Livelli di magra ❑ ❑

Protezione delle sponde ❑ ❑

Protezione del fondo ❑ ❑

Sistemazione e rinverdimenti ❑ ❑

3.6 Documentazione fotografica ❑ ❑

4 Preavvisi cantonaliProtezione delle acque e condizioni di falda freatica ❑ ❑

Protezione della natura e del paesaggio ❑ ❑

Ecologia idrica e pesca ❑ ❑

Forestale (ev. dissodamenti) ❑ ❑

Agricoltura ❑ ❑

Pianificazione del territorio ❑ ❑

5 Rapporto d’impatto ambientalePer progetti soggetti all’obbligo di esame d’impattoambientale dev’essere elaborato e pubblicato un rapportosulle conseguenze sull’ambiente ❑ ❑

6 Decisioni cantonaliDecisione con forza legale (tutte le autorizzazioni sono concesse) ❑ ❑

Piano di finanziamento e chiave di riparto delle spese ❑ ❑

Impegni di competenza della Confederazione e delle sue regie ❑ ❑

Incarto di progetto per istanze di sussidio presso la Confederazione (UFAEG)

Per le richieste di sussidio i datidi base devono essere raccolti inun incarto di progetto, perrendere possibile un esame d’insie-me delle misure previste, compresele conseguenze più importanti.Di regola questo incarto corrispon-de al progetto pubblicato.

Progetti soggetti all’obbligodi esame d’impatto ambientalein relazione alle misure di pro-tezione contro le piene:

• Opere di regolazione del livelloo dello scarico di laghi naturali consuperficie media superiore a 0,5km2.

• Interventi costruttivi quali siste-mazioni, arginature, correzioni, im-pianti di ritenuta di materiale o dilaminazione delle piene con preven-tivo superiore a 15 milioni di franchi.

• Depositi in acque lacuali di massedi materiali superiori a 10000m3.

• Estrazioni di oltre 50000m3

all’anno di ghiaia, sabbia od altrimateriali (eccettuati prelievi singoli ascopo di protezione contro le piene).

Procedura: da determinare daldiritto cantonale in tutt’e quattroi casi.

70

Check list

Strategia

Modo di procedere

Procedure

Progettazione

Provvedimenti

• Appendice

Pianificazione dell’emergenza:raccolta ed elaborazione dei dati di base

Ogni bacino imbrifero presentacaratteristiche del tutto specificheriguardo alla formazione di piene.Si distinguono pertanto differenticriteri di minacce potenziali:

Piene invernaliSono contraddistinte (solitamente)da ondate di piena crescenti inlenta progressione e da situazionialluvionali di lunga durata.I problemi legati al trasporto solidosono generalmente trascurabili.

Piene estiveA seguito di precipitazioni intenseo di temporali con grandinate,sono contraddistinte da portatedi punta brevi ma elevate.In bacini imbriferi di modestaestensione sono da attenderestraripamenti, o addirittura distru-zione di alvei con inondazioni dellacampagna, come pure di edificiod infrastrutture. A seguito di ero-sioni di fondo o di pendio si pos-sono ammassare grandi quantitàdi materiale.

Il potenziale di pericolo riferi-to ad una situazione di piena è par-ticolarmente elevato nei seguentipunti:• in alvei con insufficienza di

capacità;• in alvei danneggiati;• in restringimenti d’alveo;• in possibili percorsi alternativi

di sfogo, come per esempiostrade o tracciati ferroviari;

• in depressioni;• presso barriere artificiali costi-

tuite da edifici od argini;• presso bruschi cambi di pen-

denza.

Situazione di pericoloConsultare le fonti storicheAnalizzare il catasto degli eventiAnalizzare eventuali carte dei pericoli presentiConsultare studi specialistici con riferimenti localiValutare le constatazioni attuali

Aspetti meteorologiciInnevamentoTemporaliSaturazione del suolo a seguito delle precipitazioni

Topografia e copertura del suoloRipidezza e forma del bacino imbriferoProporzione di prati, bosco, costruzioni, rocce, ghiacciai, laghiPossibilità d’infiltrazione delle precipitazioniBarriere naturali ed artificiali

Situazione nel bacino imbriferoDepositi di materiale mobilitabile nel bacino imbrifero (pericolodi colate di detriti)Depositi di materiale mobilitabile in alveo (pericolo di colatedi detriti e di trasporto solido di fondo)Stato della vegetazione (la copertura vegetale influisce sulloscorrimento dell’acqua)Stato del terreno (influisce molto sullo scorrimento superficialedell’acqua piovana)

Stato dell’alveoGrado di sistemazioneCapacità di deflusso attraverso le arginatureStabilità degli arginiDanni alle rive ed al fondoRiduzione della sezione di deflusso per infoltimento dellavegetazione o depositi in alveoRestringimenti (ponti, tombini, coperture, per esempio dadepositi di legname)Accumuli di materiale nelle camere di ritenutaLegname sparso in alveo (pericolo di serre o di danneggiamenti)

Edifici a rischioVulnerabilità degli edifici (aperture, materiali impiegati,condutture, impianti)Danneggiamenti precedenti

Persone a rischioPosti di lavoro in zone potenzialmente inondabiliPosti di lavoro in zone potenzialmente franosePopolazione residente in zone potenzialmente inondabiliPopolazione residente in zone potenzialmente franose

Infrastrutture a rischio nel bacino imbriferoRete stradaleLinee ferroviarieCentrali elettricheImpianti per l’approvvigionamento di gas ed acquaCentrali telefonicheImpianti emittenti

71

Sistemi di preallarme. Installazione di sistemi di preallarmepermanenti o adattati alla situazione. Ciò permette l’adozionetempestiva e mirata delle misure di prevenzione.

Macchine e materiale. Escavatori, mezzi di trasporto, com-pressori, pompe, generatori ed attrezzi devono essere a disposi-zione in caso di catastrofe. Se del caso vengono impiegati anchemateriali di riserva di altri comuni o regioni.

Comunicazione. I sistemi di comunicazione locali e regionalidevono essere concepiti in modo da non essere resi inservibilia causa di piene od altri eventi connessi. Se le installazioni fissenon dovessero bastare si dovrà predisporre l’uso di apparecchiradio, megafoni, emittenti mobili ed impianti di comunicazioneposti al di fuori della zona a rischio.

Collegamenti stradali e ferroviari. Esaminare in precedenzase zone abitate possano rimanere isolate a causa di una pienaod eventi connessi. Se ciò fosse il caso occorrerà preparare ilmateriale di riserva necessario per i servizi sanitari, antincen-dio o della protezione civile, come pure materiale da costruzione(ad esempio legname per passerelle, ecc.) ed eventualmente mac-chine ed attrezzi.

Approvvigionamento medico. Si deve assicurare il salva-taggio, il trasporto e la cura dei feriti. Un apposito concettodev’essere preparato in collaborazione con specialisti ed istituzio-ni, a meno che enti od organizzazioni comunali o cantonali nondispongano già delle necessarie infrastrutture.

Evacuazione. Preparare i rifugi ed il vettovagliamento.

Aiuti. Diversi servizi a livello federale, cantonale e comunalesono in grado, nei casi d’emergenza, di prestare aiuti diretti o in-diretti. I servizi responsabili per il superamento delle situazionistraordinarie devono informarsi e documentarsi in precedenza suiseguenti quesiti:❑ Quali istituzioni ed organizzazioni possono prestare aiuto, e

se del caso in quale ambito?❑ Quali sono i nominativi ed i rispettivi aggiornati numeri tele-

fonici delle persone di contatto?❑ Quali sono i costi e quali le procedure?❑ Chi è competente per la distribuzione delle donazioni?

Condizioni meteorologiche. Organizzare l’osservazione deltempo ed impostare il corrispondente concetto d’allarme, poichéi cambiamenti del tempo possono mettere in pericolo tutte lepersone impegnate in lavori di sgombero e di assicurazione, dopoun evento.

Lavoro nello stato maggiore di catastrofe. Nelle situazionidi catastrofe la seguente strategia ha dato buona prova:❑ Regolare e prescrivere in anticipo le competenze in materia di

sorveglianza, allarme, disposizioni tecniche ed organizzative.❑ Assicurare il flusso dell’informazione.❑ Stesura di rapporti concisi e rigorosi.❑ Informare la popolazione in modo tempestivo, completo e

regolare sullo sviluppo e le conseguenze dell’evento.❑ Avere il coraggio di prendere decisioni, e metterle in atto il più

presto possibile.

Check list

Pianificazione dell’emergenza:elementi del piano di prevenzione

Aiuti esterni

Aiuti di personaleL’impegno di aiuti esterni (peresempio di membri dell’esercitoo della protezione civile o di volon-tari) non può essere prefissato.Ogni evento calamitoso comportadelle esigenze specifiche, da risol-vere a seconda del caso.

Aiuti finanziariConfederazione, cantoni e, in con-formità con rispettivi contratti,assicurazioni, coprono finanziaria-mente i danni causati dall’evento.Nei cantoni con un’assicurazionecantonale degli immobili i dannivanno automaticamente a caricodelle assicurazioni stesse, inmisura globale ed illimitata. I tipidi danno non coperti in caso dievento calamitoso devono esserechiariti già in fase di prevenzione.Per i corrispondenti costi residuiè bene prevedere possibilità alter-native di finanziamento.

Collaborazionecon le autoritàConfederazione e cantoni sono ingrado di sostenere i comuni me-diante contributi ordinari – e neicasi di catastrofe di solito anchestraordinari. Per poter attivareconcretamente questi aiuti è pre-scritto che i servizi competentivengano contattati sin dalle primefasi d’intervento, in modo da con-cordare i lavori con i servizi specia-listici cantonali e federali.

Ogni evento calamitoso presentale proprie caratteristiche specifiche,e deve perciò essere trattato inmaniera mirata. Un piano di pre-venzione serve pertanto da basee da filo conduttore.

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➜ http://www.raumentwicklung.admin.ch

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➜ http://www.umwelt-schweiz.ch

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Ufficio federale dell’ambiente,delle foreste e del paesaggio UFAFPPapiermühlestrasse 1723003 Berna

Ufficio federale dello sviluppoterritoriale AREEinsteinstrasse 23003 Berna

Ufficio federale dell’agricoltura UFAGMattenhofstrasse 53003 Berna

Ufficio federale delle strade USTRAWorblentalstrasse 683003 Berna

Ufficio federale della cultura UFCSezione patrimonio culturale e monumenti storiciHallwylstrasse 153003 Berna

Servizi specialisticidell’amministrazione federale

Ufficio federale delle acquee della geologia UFAEGDivisione protezione contro i pericoli naturaliRue du Débarcadère 202501 Bienne

Servizio idrologico geologico nazionalePapiermühlestrasse 1723003 Berna

Segretariato PLANATRue du Débarcadère 202501 Bienne

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