21
II mito di Dedalo-Icaro nel simbolismo funerario romano di SALVATORE CALDERONE, Messina Neue Symbole und neue Mythen erschafft die spätere Zeit keine . . . Aber dem Sdiatze über- lieferter Darstellungen weiß das spätere, mehr auf sein Inneres geriditete Menschen- geschlecht eine neue, vergeistigte Bedeutung unterzulegen. So werden die Mythen, um mit Plutarch (de genio Socr. 20, 589 b) zu reden, Bilder und Schatten höherer Gedanken, die durch das Rätselhafte selbst eine tiefere Ehrfurcht einprägen .. . J . J . BACHOFEN, Versuch üb. die Gräbersymbolik der Alten, I 3 (Ges. Werke IV 62). Pu6 sembrare singolare, a chi scorra opere, sistematiche ο non, in cui si tratti di «Sarcophagi and Symbolism», per usare l'agile titolo pro- blematico di un notissimo saggio-recensione di A. D. NOCK, non trovare mai che sia stata tentata una qualche esegesi del mito di Dedalo e Icaro in quanto soggetto di rappresentazione funeraria. Non e che rappresen- tazioni del mito in ambito sepolcrale manchino; lo vedremo tra poco. Ε i' mito stesso, bisogna riconoscerlo, si presta di per se, tanto ad esegesi «nockiane», quanto ad interpretazioni, diciamo, di tipo «cumontiano» 1 . 1 Nel testo si allude a due «classici»: F. CUMONT, Recherches sur le symbolisme funir. des Romains, Paris 1942 (rist. an. Geuthner 1966); A.D.NOCK, Sarcophagi and Symbolism, «AJA» 50 (1946), 140 sgg. Brought to you by | St. Petersburg State University Authenticated | 134.99.128.41 Download Date | 12/8/13 10:38 AM

Romanitas - Christianitas (Untersuchungen zur Geschichte und Literatur der römischen Kaiserzeit. Johannes Straub zum 70. Geburtstag am 18. Oktober 1982 gewidmet) || Il mito di Dedalo-Icaro

  • Upload
    gerhard

  • View
    218

  • Download
    0

Embed Size (px)

Citation preview

Page 1: Romanitas - Christianitas (Untersuchungen zur Geschichte und Literatur der römischen Kaiserzeit. Johannes Straub zum 70. Geburtstag am 18. Oktober 1982 gewidmet) || Il mito di Dedalo-Icaro

II mito di Dedalo-Icaro nel simbolismo funerario romano

di SALVATORE CALDERONE, Messina

Neue Symbole und neue Mythen erschafft die spätere Zeit keine . . . Aber dem Sdiatze über-lieferter Darstellungen weiß das spätere, mehr auf sein Inneres geriditete Menschen-geschlecht eine neue, vergeistigte Bedeutung unterzulegen. So werden die Mythen, um mit Plutarch (de genio Socr. 20, 589 b) zu reden, Bilder und Schatten höherer Gedanken, die durch das Rätselhafte selbst eine tiefere Ehrfurcht einprägen . . .

J . J . BACHOFEN, Versuch üb. die Gräbersymbolik der Alten, I 3 (Ges. Werke IV 62).

Pu6 sembrare singolare, a chi scorra opere, sistematiche ο non, in cui si tratti di «Sarcophagi and Symbolism», per usare l'agile titolo pro-blematico di un notissimo saggio-recensione di A. D. NOCK, non trovare mai che sia stata tentata una qualche esegesi del mito di Dedalo e Icaro in quanto soggetto di rappresentazione funeraria. Non e che rappresen-tazioni del mito in ambito sepolcrale manchino; lo vedremo tra poco. Ε i' mito stesso, bisogna riconoscerlo, si presta di per se, tanto ad esegesi «nockiane», quanto ad interpretazioni, diciamo, di tipo «cumontiano»1.

1 Nel testo si allude a due «classici»: F. CUMONT, Recherches sur le symbolisme funir. des Romains, Paris 1942 (rist. an. Geuthner 1966); A.D.NOCK, Sarcophagi and Symbolism, «AJA» 50 (1946), 140 sgg.

Brought to you by | St. Petersburg State UniversityAuthenticated | 134.99.128.41

Download Date | 12/8/13 10:38 AM

Page 2: Romanitas - Christianitas (Untersuchungen zur Geschichte und Literatur der römischen Kaiserzeit. Johannes Straub zum 70. Geburtstag am 18. Oktober 1982 gewidmet) || Il mito di Dedalo-Icaro

750 Salvatore Calderone

Qualunque sia il motivo di tale silenzio, scopo di queste pagine e col-mare, entro i limiti delle mie possibilita, la lacuna.

Prender0 le mosse da un monumento, che si conserva nel Museo Regionale di Messina (inv. 233): si tratta del fronte di un sarcofago, su cui figurano in rilievo, appunto, scene connesse col mito dedalo-icareo2. Sebbene sia ritenuto fra i meno usati nell'arte funeraria3, bisogna tutta-via ricordare, che il modulo iconografico, dedalo-icareo, presente nel sarcofago di Messina sembra aver goduto di una certa circolazione. In un frammento di sarcofago del Johanneum di Graz4, proveniente da Seggau (Flavia Solva), e in un rilievo (tombale), pure da Flavia Solva5, ritornano con identica rappresentazione la terza e la quarta figura del monumento messinese. Ma Dedalo e Icaro ricorrono ancora come figure

2 C . R O B E R T , ASR I I I 1 (1897); rist. an. Bretschneider (1969), 52, Taf. XI 3 7 ; S. R E I N A C H , Rep. de reliefs gr. et rom., ILL (1912), 58, 4 .

II sarcofago fu scoperto a Messina nel 1751, nel corso di lavori per la Chiesa di S. Giacomo, in area adiacente al fianco destro del Duomo. L'interpretazione del reperto susciti) subito vivaci discussioni tra «antiquari» del tempo: si veda la lettera del domenicano Giuseppe ALLEGRANZA, dello stesso 1751, all' Arcivescovo di Mes-sina, trascritta integralmente dal benedettino Salvadore M. DI BLASI in una sua let-tera dell' 11 luglio 1758 ad Ignazio Paterni), principe di Biscari, il noto antiquario di Catania (pubblicata nella «rivista» Opuscoli di autori siciliani I, Catania 1758, 181—215); lo stesso DI BLASI, in una precedente lettera del 25 aprile 1758, anche essa al Biscari (ibid. 151 sgg.), trascriveva (pp. 156—159) alcune pagine sull' argo-mento pubblicate dal messinese Aldo L A G R A N E ( = Andrea Gallo, figlio del piu noto Caio Domenico, come m'informa il Dott. Rosario M O S C H E O ) in Lettere ad un Amico, Livorno 1757, p. 33. II DI BLASI, dal canto suo, prendeva parte diretta alia discussione, sia con annotazioni proprie alia lettera dell'ALLEGRANZA, alle quali accompagnava (p. 183) un disegno del sarcofago (del L A G R A N E , in Opuscoli cit., tra p. 116 e p. 117), sia con la lettera del 25 aprile 1758. Altre notizie sul rinveni-mento, e un fantastico disegno, aveva dato alcuni anni prima C. D. GALLO, Apparato agli Annali della Citta di Messina, Napoli 1755, p. 134 e Fig. II. Trenta anni dopo la scoperta il benedettino Isidoro BIANCHI ristampava la lettera sopra ricordata nella raccolta degli scritti dell'Allegranza, Opuscoli eruditi, Cremona 1781, pp. 258—272, nota al ROBERT.

IL DI BLASI interpretava la scena come «apoteosi», I 'ALLEGRANZA come «evoca-zione» necromantica. Ambedue riconoscevano nella seconda figura Dedalo, non senza incertezza per0. Questi scritti, nonostante tutto, possono ancora essere per noi di qualche aiuto (v. infra). Una splendida stampa ne trasse, nel 1 7 8 4 , I ' H O U E L , Voyage pittoresque des isles de Sicile, de Malte et de Lipari, II, tav. LXXV.

Tra i moderni, vedi: E . M A U C E R I , Guida al Museo di Messina ( 1 9 2 9 ) , 1 4 , fig. 4 ; G. JACOPI , «Messana» I I I ( 1 9 5 3 ) , 2 8 ; V. TUSA, Sarcofagi romani della Sicilia ( 1 9 5 7 ) , 8 1 , nr. 3 4 ; Α . DE FRANCISCIS, E A A , S . V . Icaro (IV, 8 2 sg.); H . SICHTERMANN, in S I C H T E R M A N N - K O C H , Griech. Mythen auf Sarkophagen ( 1 9 7 5 ) , nr. 1 5 , Taf. 3 1 . 3 2 , 2 .

3 Isolato ritiene il sarcofago di Messina il DE FRANCISCIS. 4 C . R O B E R T , A S R I I I 1, 5 2 , T a f . X I 3 8 . 5 Infra, nota 9 (Noricum 4).

Brought to you by | St. Petersburg State UniversityAuthenticated | 134.99.128.41

Download Date | 12/8/13 10:38 AM

Page 3: Romanitas - Christianitas (Untersuchungen zur Geschichte und Literatur der römischen Kaiserzeit. Johannes Straub zum 70. Geburtstag am 18. Oktober 1982 gewidmet) || Il mito di Dedalo-Icaro

Ii mito di Dedalo-Icaro nel simbolismo funerario romano 751

intercolumniali in «Säulensarkophage» di Beirut®, Myra 7 , Kasaba-Tur-gutlu (Lidia)8 : la figura di Icaro vi e ben riconoscibile (Beirut, Myra) per le corregge incrociate sul petto, destinate ad assicurare la tenuta delle ali.

Ε un gruppo a parte, e cospicuo, di monumenti funebri, e costituito da statuette raffiguranti Icaro alato (distinguibile per gli attacchi arti-ficiali delle ali alle braccia e per le impugnature manuali, oltre che, spesso, per le corregge incrociate sul petto) e destinate a fungere da <coronamenti> a monumenti funerari («Grabaufsätze») . I pezzi a me noti provengono in gran numero da localita delle due Pannoniae e del Noricum; qualche esemplare dalla Dalmatia9 . Altre volte, come nel caso di due frammenti di monumento funebre, risp. da Carnuntum e da Aquincum, di Icaro e rappresentato il corpo disteso ο il volto di pro-spetto, in ogni caso di Icaro morto, con ancora un'ala legata al braccio (Carnuntum), ο di traverso dietro le spalle (Aquincum)10.

Β Μ. LAWRENCE, Additional Asiatic Sarcoph., «MAAR» 20, 1951, 133 sgg., Fig. 19; H. WIEGARTZ, Kleinasiat. Säulensarkophage (Istanbuler Forsch., Band 26, 1965), 78, Taf. 18 d.

7 WIEGARTZ, 7 8 . 1 2 6 . 8 J . KEIL — A. v. PREMERSTEIN, Bericht üb. eine zweite Reise in Lydien («Denkschr.

Wien. Akad., 54 II), 4, Abb. 1; Chr. R. MOREY, Sardis V 1 (1924), 33, Abb. 35; WIEGARTZ, 78.

• Ρ annonia sup. : 1) Stein-am-Anger (Savaria): R.V.SCHNEIDER, «Arch.-epigr. Mittheil, aus Oesterr.-Ungarn» 1878, 11; A.SCHOBER, Die roem. Grabsteine von Noricum und Pannonien («Sonderschr. Oesterreich. Arch. Inst.», Wien, Band X 1923) , 166. 2) P o e t o v i o : M . ABRAMIC, P o e t o v i o (1925) , 58 , nr . 5 0 ; 191, nr . 2 5 6 ; S . FERRI, A r t e r o m . sul D a n u b i o (1933) , 155. 176, F ig . 185. — Ρ annonia i n f . : 1) Budapest (Aquincum): J . ZIEHEN, «Arch.-epigr. Mittheil, aus Oesterr.-Ungarn» 1890, 4 7 sg., F i gg . 2. 3 . ; S . REINACH, R e p . de la s t a tua i re gr . et r o m . I I I (1904) 145, 1. 7; SCHOBER, 166; FERRI, 155. 177, Fig. 186; altri esemplari sono segnalati dal FERRI, 157, con rinvio ad «Ardi. Ertesitö», 1889, 156. 2) Szekesfehervar: Ε. B. THO-MAS, «Acta Arch. Hung.» 6 (1955), 97, Tav. 26, 4; SCHOBER, 207. — Noricum: 1) Gonovitz: A. CONZE, Roem. Bildwerke in Oesterr. II (1875), 8, nota 5 D, che cita, con bibliografia, anche altri frammenti di «Grabkrönungen» icarei del Johanneum di Graz e dello Antiken-Cabinet di Vienna. 2) Leibnitz: W. MODRIJAN — E. WEBER, Die Römersteinsamml. im Eggenberger Schloß-Park, I (1965), 57—60, nrr. 133. 129. 137. 135. 3) Grafendorf: MODRIJAN—WEBER, 60, nr. 114. 4) Seggauberg (Fla-via Solva): MODRIJAN—WEBER, 61 sg. nr. 185 (certamente, rilievo tombale); su questi reperti, vedi SCHOBER, 166 e E. DIEZ, artt. citt. alia nota seguente. — D a l m a t i a : 1) Z a g a b r i a ( A g r a m ) : REINACH, R e p . s ta t . I I 2 (1898) , 4 7 7 , 5 : l a figura vi e identificata come «Eon ou genie de Mithra», ma nelP indice generale (V, del 1924, p. 591) e data come Icaro, certo in seguito a F. CUMONT, Die Myste-rien des Mithra, 3. ed., K. LATTE, 1923, 233 sg.; vedi giä «Vjesnik», n. s. VII ( 1 9 0 3 — 4 ) , 229 , nr. 33. 2 ) S a r a j e v o : FERRI, 155. 177, F i g . 187.

Brought to you by | St. Petersburg State UniversityAuthenticated | 134.99.128.41

Download Date | 12/8/13 10:38 AM

Page 4: Romanitas - Christianitas (Untersuchungen zur Geschichte und Literatur der römischen Kaiserzeit. Johannes Straub zum 70. Geburtstag am 18. Oktober 1982 gewidmet) || Il mito di Dedalo-Icaro

752 Salvatore Calderone

Ma torniamo al sarcofago di Messina, che qui si intende particolar-mente illustrare. Eccone una succinta descrizione (vedi Tav.)11.

Le nove figure dell'intero registro sono disposte in modo da collocarsi quattro alia sinistra e quattro alia destra di una centrale: figura stante, questa, ignuda, di prospetto, ma con la gamba sinistra incrociata sulla destra, sicch£ l'equilibrio statico e ottenuto facendo piegare leggermente il corpo verso un pilastro, ο colonnina, su cui la figura poggia l'avambraccio sinistro ravvolto nelle pieghe di un drappo; il braccio destro, distante dal corpo, e volto in basso; la mano impugna un ramo con foglie (alloro?); la testa, laureata, e girata verso la sinistra di chi guarda.

A sinistra della figura centrale, e cominciando da sinistra: per prima una figura femminile, di profilo a destra, con lungo chitone stretto ai fianchi, diademata, distende il braccio destro sino a sfiorare, appena piu in su del gomito, il braccio destro della seconda figura.

Quest'ultima, che volge le spalte alia prima, e maschile, di profilo a destra; indossa un' e χ ο m ί s , che scendendo dalla spalla sinistra, ne avvolge i fianchi e le cosce; lavora, la testa piegata in avanti e intenta, con uno strumento simile ad un martello, che impugna con la destra, ad una grande ala poggiante per la spalla su uno sgabello, e tenuta ritta alia punta con la mano sinistra.

Segue una figura femminile, anch* essa a destra, accoccolata su un mucchio di sassi, con le gambe ripiegate avvolte da un mantello e nudo il rimamente del corpo; tra i capelli una sorta di tenia, e su di essi de lie piccole ali; il braccio destro e levato in alto; impugna un oggetto, che oggi non si distingue.

Tra quest'ultima e la centrale sta una figura giovanile, Jornita di grandi ali, che si stendono da una parte e dall' altra sulla figura precedente e sulla centrale che segue; le ali appaiono solidali con le braccia, che la figura distende a sinistra e a destra, sollevandosi sul corpo interamente nudo; delle due gambe, la destra e ritta e ferma, la sinistra flessa, come per un inizio di volo, e il movimento della gamba sinistra sembra accordarsi con la flessione del braccio destro, che sembra indicare il cielo.

Alia destra del nudo centrale, figura alata simile, anche per dimensioni, alia prece-dente; ma busto e gambe — pieganti, queste ultime, come per una sola comune spinta, a sinistra — generano una curva lieve, che sembra alludere agli effetti del volo aereo (anche se, stranamente, il piede sinistro poggia sulla pianta).

Segue, sotto Γ ala sinistra della precedente, una figura femminile, che ripete, nel profilo a destra, nei capelli avvolti da tenia e con piccole ali, nel mantello avvolgente le gambe, la terza figura giä descritta; ma, a differenza di quella, e ritta in piedi, un lembo del mantello le cade dal braccio destro, e la mano sostiene un volumen, nel quale la figura sembra leggere attenta.

All' estremiti destra del sarcofago si leggono due figure sovrapposte. Quella in basso e di un corpo nudo, riverso, supino, come inerte, su un ammasso roccioso;

10 E. DIEZ, Mythologisches aus Carnuntum, in «Carnuntum Jhb.» (Roem. Forsch. in Niederoesterreidi, Beih. 8, 1963—4), 47, Taf. I 2 (Carnuntum); EAD., Genius mit gebrochenem Flügel, «ÖJh», Band 50 (1972—75), 8 sgg. (Aquincum).

11 Vedi, peral t ro , le descrizioni di ROBERT, TUSA e SICHTERMANN.

Brought to you by | St. Petersburg State UniversityAuthenticated | 134.99.128.41

Download Date | 12/8/13 10:38 AM

Page 5: Romanitas - Christianitas (Untersuchungen zur Geschichte und Literatur der römischen Kaiserzeit. Johannes Straub zum 70. Geburtstag am 18. Oktober 1982 gewidmet) || Il mito di Dedalo-Icaro

II mito di Dedalo-Icaro nel simbolismo funerario romano 753

riversi e abbandonati anche il braccio sinistro, sino a terra, e il capo; ma, delle gambe, la sinistra e come rimasta, innaturalmente, sollevata e flessa; dalla spalla destra, in secondo piano, si leva una grande ala, la punta volta in alto. Neil' angolo formato dal corpo giacente e dall 'ala, trova posto la figura superiore: personaggio maschile, barbato (altri tratti non e dato cogliere sul viso rovinato), sdraiato su qualcosa di ondoso (acque, nubi?); avvolte le gambe da un mantello; torso nudo; il braccio sinistro ripiegato, si da dare appoggio al corpo; la mano destra, posata sul ginocchio destro, impugna un ramo con foglie.

Dal ROBERT in poi la figurazione del sarcofago e stata concordemente connessa col mito del volo di Dedalo e Icaro, anche se sui particolari non sono mancate diver-genze di vedute; ad es., sull' identificazione della prima figura di sinistra (Minerva, ο Ars, ο Pasiphae, per diversi motivi ispiranti ο sollecitanti Dedalo alia costruzione delle ali12). Nelle due figure femminili con teste alate s' e d' accordo nel riconoscere due Parcae ο Moirai. II R O B E R T sulla base di una discutibile elucubrazione del WISSOWA13 su due fram.menti, risp. di Varrone e di Caesellius Vindex (apd Gell. III, 16, 10. 11), credeva di poter precisare trattarsi della coppia Parca-Morta preposte, risp., alia nascita e alla morte (la coppia e ricostruita, per analogia, sulla serie di coppie concettuali bipolari, presenti nella religione romana, come Panda-Cela, Anna-Perenna, Genita-Mana, ecc.). In realta, tutto il discorso di Gellio, e delle fonti da lui citate, Varrone e Caesellius, riguarda soltanto il tempus humani partus e dunque anche Morta, sia nella triade delle Parcae messa insieme da Caesellius {Nona, Decuma, Morta), sia nel verso di Livio Andronico (fr. 11 M O R E L ) da lui citato in appoggio alia sua tesi, deve essere inteso, in quanto nomen di Parca, come nome di ente <fatale> preposto, alla stessa stregua di Parca e Nona e Decuma, alla nascita. Ci6 appare evidentissimo dalla divergenza tra il testo omerico (ß 99 sg.; γ 237 sg., ecc.) e la traduzione andronichea: all' immagine omerica (δτε κέν μιν | μοΐρ' όλοή καθέλ|)σι τανηλεγέος θανάτοιο) Livio sostituisce, per ragioni compositive certamente, 1' immagine (quando dies adveniet), quem ρ r ο f a t a Morta est, di Morta cioe, che 'ha predetto', per Laerte, il dies della morte. Ma — e l ' argomento decisivo non mi pare sia stato mai usato — una modifica cosi radicale del dettato omerico implica la necessita di collo-care Morta nelP area religioso-concettuale del nascere: profata est, infatti, evidente-mente in sul nascere di Laerte14. Credo che cogliesse nel vero K. LATTE15, attribuendole la sfera della <tödlich verlaufende Geburt>le.

1 2 I I ROBERT escludeva Minerva, incerto sulle due altre identificazioni. S ICHTERMANN opta per Ars, mancando gli attributi tipici di Minerva.

13 Comunicazione privata al R O B E R T . 14 Sul carattere esclusivamente «natalizio» delle Parcae, vedi O . SCHRÄDER, « Ν . Jhb.

f. klass. Altert.» 43 (1919), 75 sgg. Ε vedi, da ultima, L. L. TELS DE J O N G , Sur quel-ques divinites rom. de la naissance et de la prophetie, Delft 1959, 67 sgg.

1 5 K. LATTE, Rom. Religionsgesch. (1950), 53, e nota 1. 16 Naturalmente, questo discorso non riguarda il problema dell' etimologia di Morta,

su cui vedi le diverse vedute di C. MARSTRANDER, «Symb. Osl.» 6 (1928), 52 sg.; M. LEUMANN, «Glotta» 42 (1964), 113; Μ. LEJEUNE, «RßA», 1961, 438.

Brought to you by | St. Petersburg State UniversityAuthenticated | 134.99.128.41

Download Date | 12/8/13 10:38 AM

Page 6: Romanitas - Christianitas (Untersuchungen zur Geschichte und Literatur der römischen Kaiserzeit. Johannes Straub zum 70. Geburtstag am 18. Oktober 1982 gewidmet) || Il mito di Dedalo-Icaro

754 Salvatore Calderone

II problema e, peraltro, connesso con Γ identificazione dell' oggetto in mano alia prima delle due figure. Gli esegeti moderni sembrano concordi nello scorgervi, ο supporvi, un volumen chiuso: la Parca lo sta mostrando ad Icaro (ROBERT)17; e chiuso, perche soltanto la Moira conosce il destino di Icaro (SICHTERMANN). A me pare che questa «lettura» poggi, anzitutto sulla suggestione che viene dal volumen aperto in mano alia seconda figura, e, in ultima analisi, sull' autoriti del ROBERT. L'autopsia del monumento, per quanto oggi molto corroso in questo punto, la testimonianza del disegno del LA GRANE, di quelli del GALLO e dell' HOUEL, e la descrizione del DI BLASI18, mi suggeriscono che si possa trattare di una conocchia. Come e noto, con tale attributo si vede rappresentata di sovente, su sarcofagi, una delle Moirai (Clotho), cosl come il volumen aperto έ frequente attributo di altra Moira (Atropos)19.

La figura centrale — il defunto «divinizzato» per la vecchia antiquaria locale — rappresenta, certamente, Apollo. Un dato significativo, per un qualche orientamento sulla cronologia del sarcofago, E emerso dal confronto, istituito dal ROBERT, con una moneta bronzea dei Trokmoi di Tavium (Galazia), di etä severiana (193/4)20. II tipo apollineo coniato in essa corrisponde quasi esattamente, per la struttura compositiva, alia figura del sarcofago; evidentemente, ambedue dipendono da un comune modello statuario21, che doveva essere d' attualitä in quegli anni. Va, infatti, ricordato che lo stesso schema compositivo (ma «girato» quasi specularmente, come spesso avviene22) si ritrova, nello stesso torno di tempo, nell' Apollo di un denarius di Pescennio Nigro,

17 Nel frammento del Johanneum di Graz (supra, nota 4) il ROBERT, piuttosto che un volumen, credette di riconoscere la mano della Parca con l'indice sollevato, in gesto ammonitore, verso Icaro; ma incerto aggiungeva: «doch könnte die zer-störte Linke die Rolle gehalten haben» (?).

18 Supra, nota 2: lettera del 25 aprile, in Opusc. di aut. sie. cit., p. 260: «. . . f igura di Donna . . . con alia destra un non soche di figura conica».

18 Sarcofago di Prometeo, al Louvre: ROBERT, ASR III 3, p. 344, nr. 356, Taf. CXVII ; sarcofagi di Fetonte: ROBERT, ASR III 3, Taff. CVIII—CXV, nrr. 336—350; F. CUMONT, Recherches cit. 76; sarcofago Kircher, al Museo romano delle Terme: Η. I. MARROU, «RA» 1933, I, 163 sgg.; CUMONT, 339. In effetti, la presenza di due sole figure della triade fatale (Clotho con la conocchia e Atropos col rotolo del destino) e, per la tradizione artistica confluita sui sarcofagi romani, «ziemlich konstant» (S. EITREM, RE, s. V. Moira, col. 2490).

2 0 Τ. E. MIONNET, Descr. de mid. IV (1809), 400, nr. 158 (e giä il vecchio J . FOY-VAILLANT, Num. graeca, 1698, 102) = W. WROTH, BMC: Galatia, Cappadocia, Syria (1899), 25, nr. 9, PI. V 7. La moneta e datata al 218° anno dell' era provin-ciale della Galazia (dal 25 a. C.: Dio Cass., 53, 26, 3), come vide 1'ECKHEL, Doctr. Num2. III , 182; e dunque al 194, anno in cui Settimio Severo fu riconosciuto in Asia.

21 Figura tra i casi di dipendenza di tipi monetali da statue in J . OVERBECK, Griech. Kunstmythol. III, V (Apollon), 302, nr. 60, Taf. IV 14. Va invece escluso dal confronto (OVERBECK, ibid. 280) l'Apollo del rilievo Atlas, Taf. X X I I 21 (Atene, Kentr. Museion).

22 D. RAOUL ROCHETTE, «Mem. Acad. Inscr. et B.-Lettres» 15 (1842), 251. Da ultimo, L. LACROIX, Les reproduet. de statues sur les monn. gr. (Bibl. Fac. Philos. et Lettres, Universite de Liege, fasc. 116), 1949, 25 e nota 6.

Brought to you by | St. Petersburg State UniversityAuthenticated | 134.99.128.41

Download Date | 12/8/13 10:38 AM

Page 7: Romanitas - Christianitas (Untersuchungen zur Geschichte und Literatur der römischen Kaiserzeit. Johannes Straub zum 70. Geburtstag am 18. Oktober 1982 gewidmet) || Il mito di Dedalo-Icaro

I i mito di Dedalo- Icaro nel simbolismo funerario romano 755

della zecca di Antiochia2 3 . Non si puo escludere che la scelta dello schema figurativo da parte dello scultore del sarcofago — o, piuttosto, Γ impiego, da parte sua, di un modello d' uso in bottega — stia a indicare, anche per il sarcofago, una cronologia non lontana dall' etä delle due monete, diciamo, a metä strada tra la datazione del ROBERT (non prima della metä del 3 0 secolo) e quella proposta dal SICHTERMANN (subito dopo la metä del 2 0 secolo). II fatto che, come il tipo apollineo delle monete ricorre solo in area galato-siriaca, cosi anche Γ ignota opera d' arte, che ne fu modello, sembra ragionevole cercala in area Orientale, suggerirebbe Γ ipotesi di una provenienza Orien-tale del sarcofago, ο che, quanto meno, artigiani di provenienza Orientale 1' abbiano disegnato e scolpito. E ' noto il fiorire del commercio di sarcofagi di fabbricazione greco-orientale, «attici» ed «asiatici» soprattutto, in Occidente2 4 .

Le due grandi figure alate — «Genii» che incoronano il defunto al centro, per gli esegeti settecenteschi — sono state identificate variamente, ma, ad ogni modo, come 1' uno ο 1' altro dei personaggi del volo dedalo-icareo. La divergenza corre tra chi, come SICHTERMANN e TUSA, scorge Icaro in ambedue le figure, e chi, come il ROBERT, identifica quella di sinistra con Icaro, ma con Dedalo quella di destra. D a una parte si osserva che ambedue le figure hanno viso imberbe e corpo giovanile, caratteri che non si addicono se non ad Icaro. D a parte opposta si soggiace, senza dubbio, al la suggestione di quei dipinti pompeiani, che rappresentano in unica scena Icaro caduto (qui, nel sarcofago, all ' estrema destra, in basso) e Dedalo in volo, ignaro della tragedia2 5 . E ' vero che stando all ' iconografia tradizionale Dedalo dovrebbe essere barbato. E ' perö anche vero, che su questo sarcofago il Dedalo al lavoro dell' ala e imberbe; e il ROBERT, seguito da TUSA, ne traeva argomento per datare il sarcofago, come s' e detto, a non prima della metä del 3 ° sec. Ε ' stato, d' altra parte, supposto (SICHTERMANN), che il volto del Dedalo artefice, per via della mascella prolungata, possa essere stato lasciato incompiuto. Ipotesi, questa, non improbabile, anche se Γ autopsia non sembra sostenerla; per quanto riguarda Γ identitä della seconda grande figura alata, bisogna dire che troppo diverse tra di loro, per essere «segni» della stessa persona, sono Γ immagine di Dedalo intento al lavoro e quella librantesi, a destra, sulle al i : tanto matura d' anni e di fatica appare quella, quanto acerba ancora e leggera questa.

2 3 H . MATTINGLY, C R E B M V, 74, nr. 297, PI. 13, 8, tra i non datati del 193— 4. 2 4 G. FERRARI, II commercio dei sarcofagi asiatici (Studia ardiaeol. 7), 1966, spec.

17—23. Per i sarcofagi attici, vedi A. GIULIANO, II comm. dei sarcof. attici (Studia archaeol. 4) , 1962, spec. 16. 19 sg.; non sembra pertinente al mito di Dedalo il frammento ROBERT, A S R , I I I , I , nr. 36, che invece e dato come tale ivi, al nr. 415 (p. 65, e cfr . l'indice dei soggetti, p. 86, I I I F ) : molto incerta anche l'ipotesi del ROBERT (iniziazione di Minosse ai misteri di Zeus ideo).

2 5 II ROBERT, appunto, in uno scritto giovanile («Arch. Zeitung» 1877, 1 sgg.) aveva studiato il dipinto del lato Orientale del «vico di Tesmo» (nr. 2 della classificazione del BLANCKENHAGEN, vedi infra) , mettendo in evidenza come il pittore intendesse cogliere il momento in cui, come avevano poetato Call imaco e Philostephanos (schol. Horn. Β 145), e ancora Ovidio (ars am. 2, 21 sgg.; met. 8, 183 sgg.), Dedalo non s'era ancora accorto die Icaro era giä caduto. I qattro dipinti di questo tipo vedi, da ultimo, in P. H . VON BLANCKENHAGEN, « R M » 75 (1968), 106 sgg., nrr. 1—4, Taff . 27 ; 30, 1; 30, 2 ; 31, 1.2; 32, 1.2.

Brought to you by | St. Petersburg State UniversityAuthenticated | 134.99.128.41

Download Date | 12/8/13 10:38 AM

Page 8: Romanitas - Christianitas (Untersuchungen zur Geschichte und Literatur der römischen Kaiserzeit. Johannes Straub zum 70. Geburtstag am 18. Oktober 1982 gewidmet) || Il mito di Dedalo-Icaro

756 Salvatore Calderone

Vedere, come pare dunque necessario, Icaro in ambedue le figure alate significa, ovviamente, distinguerle e separarle nella partizione ideale delle «scene»" : la prima lega, compositivamente, con la prima delle Moirai; la seconda sta a se, o, forse (vedi infra) si compone in unica scena con le tre figure estreme.

Di queste ultime, dopo quanto si e detto sopra intorno alle due Moirai, basta dire, del corpo riverso sulle rocce, che 1' atteggiamento di questo Icaro caduto ripete molto da vicino lo schema compositivo, ch' aveva seguito Γ autore del dipinto del Museo Nazionale di Napoli 9506 (da Pompei I X 6, 45)27: in ambedue i casi Icaro giace con le gambe a sinistra e una delle gambe (la destra nel dipinto, la sinistra nel sarcofago) έ sollevata e flessa; soltanto il braccio sinistro e Γ ala superstite, distesi per lungo sul terreno nella pittura, sono disposti, sul marmo, per evidenti esigenze di spazio, lungo un asse verticale, pendendo il primo inerte verso il basso, drizzandosi la seconda verso 1' alto.

Problematica e la figura che occupa Γ angolo destro superiore. Non identificata ne da l ROBERT, ne d a TUSA, per SICHTERMANN si t rat terebbe di divinidk loca le : starebbero a simboleggiarne la «örtlichkeit» la roccia, su cui sembra poggiare la figura, e la pianta su cui pure pare che si appoggi. L ' identificazione sul marmo di siffatti elementi di «landscape» e, in veriti, quanto mai problematica e incerta. A me pare piü ragionevole limitarsi a confrontare questa figura, che non ricorre mai nei dipinti pompeiani dedalo-icarei28, con quella di Oceanus, si spesso presente in rappresentazioni su sarcofagi29, nonche su monumenti del mondo mitraico30.

C e un punto, che vale la pena di considerare. Un fatto, che nasce dal confronto delle testimonianze iconografiche dedalo-icaree (limitatamente, s' intende, alle rappre-sentazioni su piano, dipinti, rilievi, gemme), e che chi ha disegnato il rilievo di questo sarcofago, dalla tradizione relativa, certo nota alia sua pratica d' artista, sembra aver tratto solo alcuni schemi figurativi: giust'appunto, quello di Dedalo al lavoro del-l'ala, e quello di Icaro giacente. Di quest' ultimo s' e discorso or ora. Per Γ immagine

In accordo con la sua identificazione del secondo personaggio alato con Dedalo, il ROBERT lo legava con il primo (Icaro, anche per lui), interpretandone il volto a sinistra come diretto a seguire, con paterna trepidazione, i primi movimenti del figlio.

2 7 BLANCKENHAGEN 1 0 9 , n r . 4 , T a f . 3 2 , 1 . 2 . 28 Nei quali, in funzione «paesaggistica» ricorrono invece sempre, e in vario numero,

le Aktai; cfr. BLANCKENHAGEN, il prospetto a p. 115. 29 Ad es.: nel coperchio del sarcofago di S. Lorenzo fuori le mura, a Roma (CUMONT,

Rech. 78, fig. 8 e PI. II 2); nel frammento di coperchio del Vaticano e nel sarcofago di Mantoca, citati da CUMONT, Rech. 77, nota 1 C. E. Si ricordi che per Nou-menios (fr. 33 Des Places) il mare avrebbe simboleggiato, gia per Platone, la hylike systasis: cfr. CUMONT, Rech. 66, nota 1, e «Additions» 500. Una figura «acquea», diversa tanto quanto lo e l'Oceanus dei sarcofagi appena ricordati dal Poseidon di alcuni dipinti pompeiani (BLANCKENHAGEN, nrr. 6. 7. 8), si trova nelP interessante disco bronzeo del museo di Vidy, studiato da CI. BERARD, «Ztsdir. f. Schweiz. Arch. u. Kunstgesch.» 23 (1963—4), 1 sgg., PI. 1.

50 Frequentissima nei registri secondari delle tauroctonie: cfr. M. J . VERMASEREN, CIMRM, nrr. 337 e 478, su cui vedi Leroy A. CAMPBELL, Mithraic Iconogr. and Ideology (£PRO 11, 1968), 8 d 2. 3 (p. 287); e ancora nrr. 1083 A. 1128. 1247. 1283. 1292. 1359. 1400. 1430. 1475. 1861. 1975. 2000. 2034. 2038. 2244. 2272 ecc.

Brought to you by | St. Petersburg State UniversityAuthenticated | 134.99.128.41

Download Date | 12/8/13 10:38 AM

Page 9: Romanitas - Christianitas (Untersuchungen zur Geschichte und Literatur der römischen Kaiserzeit. Johannes Straub zum 70. Geburtstag am 18. Oktober 1982 gewidmet) || Il mito di Dedalo-Icaro

Brought to you by | St. Petersburg State UniversityAuthenticated | 134.99.128.41

Download Date | 12/8/13 10:38 AM

Page 10: Romanitas - Christianitas (Untersuchungen zur Geschichte und Literatur der römischen Kaiserzeit. Johannes Straub zum 70. Geburtstag am 18. Oktober 1982 gewidmet) || Il mito di Dedalo-Icaro

Brought to you by | St. Petersburg State UniversityAuthenticated | 134.99.128.41

Download Date | 12/8/13 10:38 AM

Page 11: Romanitas - Christianitas (Untersuchungen zur Geschichte und Literatur der römischen Kaiserzeit. Johannes Straub zum 70. Geburtstag am 18. Oktober 1982 gewidmet) || Il mito di Dedalo-Icaro

II mito di Dedalo-Icaro nel simbolismo funerario romano 757

di Dedalo al lavoro, della preparazione al volo, il nostro scultore disponeva di una cospicua serie di variant ! di moduli figurativi, quali vediamo tornar frequenti su gran numero di manufatti antichi d' arte, dal la piu ignota delle gemme ai famosissimi rilievi di Vil la Albani e della Collezione Baker31. Orbene: e possibile ricostruire Γ operazione

31 Una classificazione provvisoria dei moduli figurativi della «preparazione al volo» nell' arte tardorepubblicana e medioimperiale su piano, condotta su quanto e stato pubblicato delle Denkmälerlisten del BROMMER (III, 59—64), potrebbe essere la seguente. I (Dedalo seduto):

tipo a (con Icaro): 1.a var . : Dipinto di Echzell (D. BAATZ, «Germania» 46, 1968, Beil. 4 Taf. 6).

Rilievo della Porta Nera di Besan^on (£. ESPERANDIEU, B.-rel. Gaule r o m . , V I I 5 2 7 0 ) .

Ri l i evo di Ar lon (ESPERANDIEU, V 4065) . 2.a var . : Antike Gemmen in Deutsch. Samml. (AGDS) I 3505. 3." v a r . : A . FURTWAENGLER, Ant . Gemmen (AG) , T a f . 25, 2.

tipo b (con ala in lavorazione e Icaro): 1.A var . : Stucco Pompei VII 1 ,8 (H. MIELSCH, «RM» , Ergzh. 21, 1975, 143,

Taf. 50, 2). 2.A var . : Terrae. Campana (H.V.ROHDEN—H.WINNEFELD, Architekt, röm.

Tonrel., 113, fig. 211—215). 3.a var . : Vil la Albani — Coli. Baker (Th. SCHREIBER, Hellenist. Reliefbild. I,

XIA ; D. v. BOTHMER, Anc. Art from Ν. Y. : Exhib. Metropol. Museum 1959—60, nr. 119, PI. 38).

4.a var . : AGDS III G 271. tipo c (con ala in lavorazione):

1 ,a var . : AGDS III G 270; Η. B. WALTERS, Gems Brit. Mus. (1926), 3130; G. Μ. Α. RICHTER, Engrav. Gems of the Rom. (1971), nr. 332; J . BOARDMAN, « R A » 1971, 212, f i g . 29.

2.A v a r . : A G D S I V 3 2 1 . 3 2 2 ; WALTERS 4 0 4 1 ; S . REINACH, P i e r r e s g r a v e e s

( 1 8 9 5 ) , P I . 5 7 , 3 9 2 ; G . LIPPOLD, G e m . u . K a m . ( 1 9 2 2 ) , T a f . 4 8 , 6 ;

P. FOSSING, Cat. engrav. Gems Thorvaldsen Mus. (1929), nr. 889. 3.A v a r . : WALTERS 1 8 6 3 (PI. X X I V ) .

II (Dedalo in ginocchio): tipo a (con Icaro):

1 . a v a r . : WALTERS 1 8 6 4 . 3 1 3 3 ( p i . X X X I ) ; G . S E N A CHIESA, G e m m e A q u i l e i a

(1966), nr. 707; F. HENKEL, Röm. Fingerringe d. Rheinl. (1913), Taf. 78, 357; M. HENIG, Corp. of engrav. Gemstones (1978), nr. 450.

2." v a r . : A G D S I I 4 6 9 ; I I I G 2 7 2 ; I V 9 5 6 ; WALTERS, 3 1 3 2 ; FOSSING, n r . 8 9 0 .

3.a var . : AG 37, 12; 63 ,32 ; WALTERS, 3131 (pi. X X X I ) ; AGDS I 1399. 1 4 0 0 ; I I 3 9 0 ; G . PESCE, « R I N S A A » 5 ( 1 9 3 6 ) , n r . 30 , T a v . I V =

LIPPOLD, T a f . 4 8 , 1 = RICHTER, n r . 3 3 0 ; REINACH, PI . 57 , 3 9 3 .

4." var . : AGDS I 3229. tipo b (con ala in lavorazione):

1.a var . : AGDS III Β 21. 2.a var . : AGDS I 1401.

III (Dedalo in piedi) : tipo a

u n i c a v a r . : A G D S I 1 4 0 2 ; HENIG, n r . 4 5 1 .

49 Romanitas — Christianitas Brought to you by | St. Petersburg State University

Authenticated | 134.99.128.41Download Date | 12/8/13 10:38 AM

Page 12: Romanitas - Christianitas (Untersuchungen zur Geschichte und Literatur der römischen Kaiserzeit. Johannes Straub zum 70. Geburtstag am 18. Oktober 1982 gewidmet) || Il mito di Dedalo-Icaro

758 Salvatore Calderone

di scelta, e insieme di contaminazione compositiva, come vedremo, compiuta dal pro-gettista del sarcofago, ο che, piü probabilmente, egli trovava gia bell' e compiuta e tradotta in formula figurativa nella tradizione degli «ateliers». La tradizione d' «ateliers» offriva diverse varianti del modulo «Dedalo, seduto, al lavoro dell' ala alia presenza di Icaro» ( Ia l ; Ib l . 2. 3. 4), ο del modulo «Dedalo in ginocchio e Icaro» (Hal. 2. 3) II nostro progettista doveva (per una ragione ovvia: Γ utilizzazione funeraria della iconografia dedalo-icarea) distaccare le due figure32. Prefer!, allora, utilizzare, da un lato, un diverso modulo, quello che ho segnato alia nota 31 con I l l a l : Dedalo solo, in piedi, occupato, con uno strumento in mano, a costruire un' ala poggiante su un piedistallo. Dall' altro, impiegi), accanto alia prima, la Variante IIa3. Nelle gemme, che testi-moniano la circolazione di quest' ultima, Icaro appare proprio come, nel sarcofago di Messina, 1' Icaro di sinistra: di fronte, ali spiegate, braccio destro piegato in alto a indicare il cielo. Ma nello schema corrente di quest' ultima Variante, il cielo Icaro lo indicava a un Dedalo inginocchiato accanto a lui, sotto una delle ali, con le braccia levate verso il figlio, quasi a ricordargli gli ultimi praecepta volandi33. Nel sarcofago, diversamente, il posto di Dedalo e occupato, come si vede, dalla Moira, seduta e con braccio levato, ma a tenere la conocchia: una nuova formula, dunque; che godette di una sua circolazione negli «ateliers» di monumenti sepolcrali, come mostrano, oltre al nostro sarcofago, il frammento di Graz e il rilievo di Flavia Solva ricordati in principio34.

Diverso linguaggio parla un secondo divario della rappresentazione da moduli traditi e usuali. Un topos letterario, che incontriamo tradotto di frequente in immagini figurate, parlava di un Dedalo, che solo tardi si era accorto della sorte funesta toccata al figlio. Ε come Ovidio aveva poetato di un Dedalo, che la tragedia intuiva solo

Sebbene escluse da questa classificazione, limitata nel tempo (vedi supra), si capisce come tradizioni iconografiche ellenistiche stessero alle spalle delle varianti considerate. Si pensi al relievo di Pergamo, Altert, von Pergamon VII (F. WINTER, Die Skulpturen) 2, 285 sg., Beibl. 28, nr. 360, in cui e lecito identificare Dedalo in volo, meglio che Borea; e ancora al Dedalo nel primo stacco del volo sul rilievo Th. SCHREIBER, Hellenist. Reliefbilder II, Taf. XCI I I 3; senza dire dell'influsso certamente esercitato dalla scultura a tutto tondo, superstite per noi, per il tema dedalo-icareo, con alcuni frammenti, quali il torso ellenistico di Amman (J. H. ILIFFE, in Stud. Robinson I 705, Taf. 75—80; H.MÖBIUS, «Jdl» 68, 1953, 96 sgg., Abb. 1), e il torso d'etä adrianea del Museo Nuovo di Roma (D. MUSTILLI, Mus. Mussolini, 93), e con la testimonianza epigrafica di un gruppo ad Efeso, del 113—114 (J. KEIL, in Forsch, in Ephesos III 131, nr. 45; «ÖJh» 39, 1952, 45, Abb. 11).

32 Per fare spazio, tra di esse, al primo dei due segni «funerari», la Moira che prepara il filo della vita.

33 La Variante II a 3 di questa mia classificazione altro non era che il «pendant» figurativo di un topos della tradizione letteraria (Dedalo che ammaestra Icaro intorno al volo) risalente, quanto meno, ad Euripide: R. HOLLAND, Die Sage von Daidalos u. Ikaros, Gymn.-Progr. Leipz. Thomasschule, 1902, 7 sgg.; KNAACK, «Hermes» 1902, 601 sgg.

34 Supra, note 4.5.

Brought to you by | St. Petersburg State UniversityAuthenticated | 134.99.128.41

Download Date | 12/8/13 10:38 AM

Page 13: Romanitas - Christianitas (Untersuchungen zur Geschichte und Literatur der römischen Kaiserzeit. Johannes Straub zum 70. Geburtstag am 18. Oktober 1982 gewidmet) || Il mito di Dedalo-Icaro

Ii mito di Dedalo-Icaro nel simbolismo funerario romano 759

quando pennas adspexit in undis 35, cosl, sui superstiti dipinti pompeiani dedalo-icarei si scorgono, in unica scena, Γ ignaro padre in rapido volo verso la liberta insieme ad Icaro a precipizio giü per Γ aria3 6 , ο insieme al suo corpo inerte sulla spiaggia, ove il flusso dell' onde Γ ha gettato37. Ε lo stesso modulo tematico fu ripreso piü tardi (prima metä del 2 0 sec.) sul disco di Vidy3 8 . Ma sul sarcofago, nella parte destra, sono rappresentati insieme, invece, Icaro in volo ed Icaro caduto. Anche in un dipinto pompeiano39 Icaro appare giacente e, insieme, in aria (e, ancora, Dedalo ignaro); ma Γ Icaro in aria sta giä. precipitando a testa in giu, non si libra sicuro in volo, come fa nel monumento sepolcrale messinese. E ' un «unicum» questo modulo figurativo del nostro sarcofago. Ε un tale divario dalla tradizione, che realizza la rappresentazione siniconica di Icaro in volo e Icaro caduto, racchiude in se, certamente, un messaggio, che vale la pena di cogliere.

Mirando, ora, questo nostro discorso a reperire un'esegesi capace di dare ragione, con tutta l'evidenza possibile in questi casi, di una rappre-sentazione connessa col mito dedalo-icareo, che venga impiegata, come nel nostro caso, su un monumento, su un sema di morte, bisognerä pas-sare in rassegna le interpretazioni che, del mito, si possono trarre, espli-cite, dalla tradizione letteraria del mondo romano medio-imperiale, al fine di rintracciarvi, se possibile, una chiave esegetica congrua, per il suo contenuto, con la figurazione di cui ci occupiamo.

In vista di cio, e possibile distinguere i testi in sei gruppi. Un primo gruppo e costituito da testi, che hanno in comune l'assenza di un'esegesi vera e propria. L'interesse di questi scrittori e quasi interamente incen-trato sull'opera di Dedalo. Ii fatto e visto come oggetto di stupore per la sua straordinarietä (praepetibus pennis ausus se credere caelo, insue-tum per iter .. .)40, ο come vicenda ricca di pathos41, ο nella sua essen-zialita mitografica, come racconto di eta lontane42. La spettacolarita del tragico accadimento finale, la caduta di Icaro, non manc0 d'essere sfruttata negli anfiteatri, come veniamo a sapere da un «incidente» capitato a Nerone43.

3 5 Ovid. met. 8, 233. Cfr . nota 25. 3« BLANKENHAGEN, nrr . 6 . 7. 8 (?) . 9 . 10 , T a f f . 36 , 1 . 2 ; 3 8 ; 3 9 , 1 .2 . 3 7 BLANCKENHAGEN , n r r . 1 . 2 . 3 . 4 . 3 8 Supra, nota 29. 3 9 BLANCKENHAGEN , n r . 5 , T a f . 3 3 . 3 4 . 3 5 , 1 . 2 ; f i g . 2 ( p . 1 2 3 ) . 4 0 Verg. Aen. 6 , 1 4 sgg. 41 Ovid. ars am. 2, 21—96; met. 8, 183—235. 4 2 Apollod. epit. 1, 12 sgg; Arrian. anab. 7, 5 (forse, qui, non da Aristobulo); Diod.

4, 77, 7—9. 4 3 Suet. Nero 12 ,2 .

49» Brought to you by | St. Petersburg State University

Authenticated | 134.99.128.41Download Date | 12/8/13 10:38 AM

Page 14: Romanitas - Christianitas (Untersuchungen zur Geschichte und Literatur der römischen Kaiserzeit. Johannes Straub zum 70. Geburtstag am 18. Oktober 1982 gewidmet) || Il mito di Dedalo-Icaro

7 6 0 Salvatore Calderone

In un secondo g r u p p o poss iamo p o r r e quei testi, anch'essi interessati s o p r a t t u t t o a l l ' o p e r a di D e d a l o , in cui e n e g a t a la s tor ic i ta della v i c e n d a , ο si e v e m e r i z z a in v a r i a m a n i e r a il r a c c o n t o mit ico . Q u e s t o filone, p e r noi oggi r a p p r e s e n t a t o , t r a i pr imi in o r d i n e di t e m p o , d a Menekra tes 4 4

e P h a n o d i k o s 4 5 , c o m p r e n d e inol tre lo scet t ic ismo espresso d a D i o d o r o 4 8 , la t r a d u z i o n e in termini razional i presente in P a u s a n i a 4 7 , e a n c o r a in P a l a i p h a t o s 4 8 , sino al ia c i taz ione del m i t o in A g o s t i n o , a segno del generale r i f iuto delle fabulae, esplicita4®, ο al lusiva (umerisque liberio-ribus pennas recipiunt)50.

U n t e r z o g r u p p o di testi non si p o n e la d o m a n d a della v e r i t a s t o r i c a del r a c c o n t o , anzi s e m b r a crederc i . Si insiste, invece, in questi testi , c o n d a n n a n d o l a , sull 'empieta del l ' impresa dedalea . C o n r i fe r imento a d essa (expertus vacuum Daedalus aera), O r a z i o , in una n o t a ode 5 1 , a p p a r e p r e o c c u p a t o , anziehe esaltarsene, del progresso tecnico del l 'uomo: cae-lum ipsum petimus stultitia; D e d a l o t e n t ö il v u o t o pennis non homini datis; cosi, a l m e n o , ha p e n s a t o L . DELATTE5 2 . M a c e r t o D i o n e C r i s o s t o m o

44 FHG II , 344, fr. 7 = FGrHist 769 F 5 (apd Serv. dan. ad Aen.6 ,14) : Icarum filium eius (Daedali) ab Atticis pulsum, dum patrem petit, naufragio perisse, unde mari nomen.

45 FHG IV, 473, fr. 3 = FGrHist 397 F 3 (apd Serv. dan., ibid.): Daedalum ... fugientem navem conscendisse et, cum imminerent qui eum sequebantur, intendisse pallium ad adiuvandum ventos, et sic evasisse; illos vero, qui insequebantur, reversos nuntiasse pinnis ilium evasisse.

4e Diod. 4, 77, 5—6: versione evemerizzante, che precede la paradoxos mythologia di 7—9 (nota 42).

47 Pausan. 9, 11, 4 sg.: ταΐς ναυσίν, δ μήπω τοις τότε έξεύρητο, ιστία έπιτεχνησάμε-νος, ώς τοΰ Μίνω ναυτικοϋ την είρεσίαν φθάνοιεν έπιφόρω τω άνέμφ χρώμενοι, τότε αΰτός μεν σώζεται Δαίδαλος, Ίκάρφ δέ κυβερνώντι άμαθέστερον άνατρα-πήναι την ναΰν λέγουσιν.

48 Palaephat. π. άπιστων, 12 (13) p. 19 sg. Festa: i fuggiaschi, poiche soffiava un vento impetuoso, πετάμενοι έφαίνοντο. Ma sopravvenne un forte noto: Dedalo si salva, Icaro si perde in mare.

49 Augustin. solil. 2, 11, 20 (PL 32, 894). Cfr. de ordine 2, 12, 37 (173,20 KNÖLL): mendacem ilium, qui finxerit (volasse Daedalum); c. academ. 3, 2, 3 (47, 6 KNÖLL) : l'inciso ne vel ipsum Daedalum timeam, in un'immagine di attraversamento, quolibet vehiculo, dell' Egeo, esprime la repugnanza a considerare, perche falsa, l'ipotesi del mezzo (instrumentis) usato da Dedalo.

50 Augustin. conf. 8, 7, 18 (185,11 KNÖLL), detto dei boni fratres dei monasteria, liberi dall' angoscia, che invece aveva tormentato la sua ricerca di verita.

51 Hor. carm. 1 ,3 . 5 2 L . DELATTE, « L ' A n t i q u . class.» 4 ( 1 9 3 5 ) , 3 0 9 sgg., spec. 3 3 5 . C f r . C . SETTIS-FRUGONI,

Hist. Alex, elevati per gryphos ad aerem (Stud. stor. 1st. stor. ital. Μ. E., fasc. 80—82), 1963, 98. Non e pero escluso che l'oraziano caelum . .. stultitia — e dunque anche il cenno al mito — esprima piuttosto, come in carm. 1, 11 e 1,28,

Brought to you by | St. Petersburg State UniversityAuthenticated | 134.99.128.41

Download Date | 12/8/13 10:38 AM

Page 15: Romanitas - Christianitas (Untersuchungen zur Geschichte und Literatur der römischen Kaiserzeit. Johannes Straub zum 70. Geburtstag am 18. Oktober 1982 gewidmet) || Il mito di Dedalo-Icaro

II mito di Dedalo- Icaro nel simbolismo funerario romano 761

e esplicito nella condanna della μηχανή di Dedalo, che incolpa della sventura toccata ad Icaro53: Dedalo pose mano ad una tecnica preclusa all'uomo (ov δυνατόν τέχνημα), sicche fu sua colpa avere spinto il figlio ad una βίαιος και παρά φύσιν φορά54.

Motivo secondario, ricorrente a volte in questi testi, con attenzione tendenzialmente spostata sulla figura di Icaro, e l'interpretazione etica del suo volo. La troviamo, commista alia condanna del τέχνημα dedaleo, nel passo di Dione or ora citato: la φορά violenta e contro natura di Icaro assurge a simbolo dei φιλόδοξοι άνδρες: il loro demone e, come il mitico Icaro, μετέωρος, sprezzante di ci0 che e dappoco, υψηλός και μετάρσιος e-άγαλλόμενος per la fortuna seconda; come quello, spinto da νεότης e άλαζονεία ad innalzarsi piu in su degli astri; le ali di Icaro, vane sotto i dardi del sole, altro non sono che le lodi effimere degli uomini.

Un'interpretazione a questa coordinata, e tanto diffusa quanto antica, e quella seguita da Ovidio e da Seneca55: il mito del volo dedalo-icareo, come quello di Fetonte, insegni che bene qui latuit bene vixit, ο che quisquis medium defugit iter, stabili numquam tramite curret. La si ritrova, naturalmente, in quel cinico razionalista che fu Luciano, nella sua nuda formulazione56, ο applicata alia parodia antifilosofica del-l'lcaromenippo.

scetticismo riguardo alle speculazioni astrologiche. Per una siffatta interpretazione del volo di Icaro, vedi infra, note 59. 60.

5 3 Dion. Chrysost. de philosopho, 71, 6 : οϋ -γαρ δυνατά έμηχανατο πτέρυγας άν-Φρώπφ προστιθείς· οΰκοΰν διέφθειρε τόν υίόν.

54 Dion. Chrysost. de regno, 117 sgg. (I 75 sg. VON ARNIM). A questi termini si riduceva, nel gran rivolgimento di spiriti, che penetrö la classicita antica, l 'esalta-zione di Dedalo artefice mirabile (δαίδαλος, appunto), che aveva avuto sua espressione, non solo nella letteratura, si ancora nelle arti figurative: si ricordi, gia per il principio del 5 ° sec. a. C. , la bulla etrusca inscritta di Baltimora, esaltante non solo Dedalo, si andie Icaro, come eroi della sega e dell 'ascia; cfr . G . M. A. HANFMANN, « A J A » 39 (1935), 189 sgg. Questa qualificazione di entrambi, in eta arcaica, come artefici, che sembra persistente (vedi la coppa «lucana» con iscr. «Icaro Δ Α Ι Δ Α Λ Ο Σ » , menzionata da Th . PANOFKA in Hyperbor.-röm. Studien f. Arch. (ed. E.GERHARD) I, 1893, 173, nr. 9), andrebbe ristudiata per le origini e la storia piü antica del mito (cfr . E . FIESEL, « A J A » cit., 195 sgg.); ma vedi, ora, F. FRONTISI-DUCROUX, Dedale, Paris, 1975.

55 Ovid, trist. 3, 4, 21 sgg.; Sen. Here . Oet . 676 sgg. Per la fortuna di questa esegesi nella tradizione umanistica, vedi, tra l 'altro, G. DE TERVARENT, Attributs et sym-boles dans l 'art profane (1450—1600) , 1958, 222 ; H . HUNGER, Lexicon d. griech. u. röm. Mythologie (1953) 93 sg.

56 Lucian. imag. 2 1 ; gall. 23.

Brought to you by | St. Petersburg State UniversityAuthenticated | 134.99.128.41

Download Date | 12/8/13 10:38 AM

Page 16: Romanitas - Christianitas (Untersuchungen zur Geschichte und Literatur der römischen Kaiserzeit. Johannes Straub zum 70. Geburtstag am 18. Oktober 1982 gewidmet) || Il mito di Dedalo-Icaro

762 Salvatore Calderone

C'e poi un corpusculum di testi, nei quali i motivi presenti nei testi sopra analizzati ritornano variamente combinati con un'immagine, in cui Icaro e decisamente protagonista, se non unico attore, di un fatto, che trae origine dalla sua personale έπι/θυμία — naturalmente παράδοξος, perche volta a realizzare cose non permesse (ουκ έπιεικτά)57 all'uomo, oltre che, in qualche versione, istigata da νεότης e άλαζονεία. E'desiderio di volare, per cui e Icaro a sollecitare le capacitä tecniche possedute dal padre58. Ma questo desiderio di volare si trasforma poi, decisamente, in desiderio di sollevarsi con la mente sino ai movimenti degli astri (ές πόλον άερθείς τω νω), per cercarvi la veritä59: e Icaro finisce per essere simbolo degli αποτελεσματικοί60. Nei testi citati, anche la tragica conclu-sione del mito e presente, come traduzione simbolica della caduta di Icaro in caduta «giu dalla verita», in «deviazione dal λόγος», giü verso il «mare d'abisso»81, il «mare di menzogna»62. Ε pare difficile stabilire, se il mito icareo sia stato impiegato, ad un dato momento, dalla critica antiastrologica, a significare l'assurdita di quelle dottrine, ο se piuttosto esso si fosse giä inserito in qualche anello della tradizione filoastrolo-gica, d'ascendenza platonica (Theaet. 173 e) e stoica, del neopitagorismo e del medio platonismo63. Se fosse vera la seconda ipotesi, bisognerebbe

57 Anonym, de incredibil. (Mythogr. graeci III, 2 FESTA) 94, 9, che dipende intera-mente da ps. Lucian. de astrol. 15 (di cui permette di correggere l'incomprensibile lez. έπικτά).

58 Sever, narr. 5 ( W A L Z , Rhet. gr. I 539 = WESTERMANN, Μυθογρ. 373, 28—35). Su questo tardo sofista, vissuto al tempo di Antemio, appassionato ricercatore di libri che contenessero άπόρρητόν τι, informa la Suda, s.v.; cfr. C H R I S T — S C H M I D — STÄHLIN, Gr. Litt.®, 1027.

5* La αλήθεια, da cui Icaro alia fine cade giü — nei cit. ps. Luciano — e ripresa da Eustath. ad I I . Β 1 4 5 ( 1 9 3 , 4 — 6 : I 1 5 7 Leipzig 1 8 2 7 = rist. an. Olms Verl. 1 9 7 0 ) : άνω δι' εΰρεσιν αληθείας.

60 Nei commento eustaziano (1. cit.) si fondono insieme una piu antica tradizione esegetica del mito icareo, in senso antiapotelesmatico, e l'esperienza dei tempi del-l'autore (νοηθείη αν "Ικαρος απας όστισοϋν των ν ΰ ν έπιτρίπτων άποτελεσματι-κών). Per il problema nell'etä di Manuele Comneno, vedi i testi raccolti dal C U M O N T in CCAG V1, 1 0 8 sgg.; dell'indicazione ringrazio il Collega A. GARZYA di Napoli.

" Ps. Lucian., 1. cit.: εξέπεσε της αληθείας και παντός άπεσφάλη τοϋ λόγου, και ές πέλαγος κατηνέχθη άβύσσων πρηγμάτων. Gli αβυσσα πρήγματα sono quelli della cosmologia orfica (cfr. Orphic, fragm. 353 KERN) e neoplatonica (cfr. Olimpiod. in Piaton. Alcib., 1 9 , 6 — 1 0 , p. 1 5 W ESTER INK) .

62 Eustath., 1. cit.: είς πόντον ψεύδους καταδύονται πίπτοντες (seil., gli apotelesma-tici, che «con cera si forniscono di ali»).

63 Mi sono chiesto, se il Severo citato alia nota 58, che fa Icaro protagonista del mito (πτερωτός γαρ έπεθύμησεν αϊρεσθαι), non sia da identificarsi, anziehe con il sofista romano della fine del 5° secolo ricordato dalla Suda (come si fa sin dai

Brought to you by | St. Petersburg State UniversityAuthenticated | 134.99.128.41

Download Date | 12/8/13 10:38 AM

Page 17: Romanitas - Christianitas (Untersuchungen zur Geschichte und Literatur der römischen Kaiserzeit. Johannes Straub zum 70. Geburtstag am 18. Oktober 1982 gewidmet) || Il mito di Dedalo-Icaro

II mi to di Dedalo- Icaro nel simbolismo funerar io romano 763

altresi supporre che, dell'intero mito, nell'esegesi «astrologica», sia stata esaltata l'ansia di volo di Icaro, con esclusione della caduta.

Orbene: riconsiderando le diverse esegesi del mito di sopra elencate, bisogna riconoscere che nessuna di esse, se «letta» su un sarcofago, si da sostanziare quel «Bildungsbewußtsein», che RODENWALDT chiedeva ad ogni sarcofago, ha tratti collegabili in qualche misura con la realtä tombale, con la vita passata del defunto ο col suo destino di morte: non certo il mito concluso in se, con funzione «dignificante» e decorativa®4; non la sua evemerizzazione razionalistica; non la condanna dell'oii δυνα-τόν τέχνημα ο della superbia φιλόδοξος; e nemmeno Pesaltazione del latenter vivere ο della mediocritas. Meriterebbe, forse, di esser presa in considerazione Pesaltazione apotelesmatica, in cerca della άλήθεια; ma il cadavere di Icaro precipitato ammonisce, dall'angolo destro del sarco-fago, ad escluderla84 bis. Bisogna dunque cercare altrove il significato tom-bale del mito.

tempi della Bibl. graeca di FABRICIUS-HARLEIUS, vol. IV, 1798, p. 53), con l 'omo-nimo neoplatonico del 2° (su cui cfr . E. ZELLER, Gesdi. d. Philos. 3, l 4 , 841 sgg.).

64 E' per me impossibile sottoscrivere un' af fermazione come questa del N O C K (art. cit. a nota 1, p. 166): «any scene out of the heritage of ant iqui ty . . . gave dignity». Un siffat to metro non pot rä mai misurare lo spessore semantico delle rappresenta-zioni funerarie. Del resto, P«impasse», che dopo N O C K sembro bloccare la ricerca sul simbolismo dei sarcofagi, si tende oggi a superarlo nel senso chiari to da F . M A T Z , Stufen der Sepulkralsymbolik in der Kaiserzeit, in Η . W I E G A R T Z U. Mitarb., Sympos. üb. die ant . Sarkophagsreliefs («Arch. Anz.» 1971, 102 sgg., spec. 113 sgg.); e vero che la ricerca odierna poggia in pari misura sulle spalle di C U M O N T e N O C K ; ma e necessario, altresi, operare su una distinzione diacronica (di «Stufen», appunto) delle manifestazioni del simbolismo sepolcrale in e t i impe-riale; e in tale prospettiva, che individua nel passaggio dal 2 ° al 3 ° secolo un momento discriminante, l 'eta di Plotino, a cui appart iene il marmo di Messina, riflette le sue luci sui mitologhemi plastici dei sarcöfagi, r iplasmando in un senso tut to particolare, non tanto le forme, ma piuttosto i contenuti di quella «cultural inheritance», di cui par lava NOCK, die resta tu t tavia al fondo, ma che non puo essere indistintamente «massimizzata».

Anche una «lettura» del nostro sarcofago in chiave pessimistica (quasi uno dei tanti esempi mitici de «la grande loi qui pese sur l 'humani te»: NOCK, con r invio al Man. d'archeol. rom. di C A G N A T e C H A P O T ) non soddisfa; con N O C K bisogna riconoscere, che «this must not be pressed too far».

64 bis £> Inimmaginabile che del defunto, e degli astrologi in genere, potesse essere rappresentato, insieme con l'estasi <astrale> (Icaro in al to volo), il cadere ult imo di quella loro illusione, rivelantesi vana, il t ragico finale di quella loro nephalios methe (Philo, de op. mundi, 23, 70). Del resto, si ricordi F. CUMONT, Le mystic, astrale («Bull. Acad, royale de Belgique» 1909), 275, nota 1: «D'une f a j o n generale, les esperances eschatologiques n'occupent aucune place chez les astrologues». D ' a l t r a parte, r idurre, col SICHTERMANN, il destino di Icaro a simbolo del comune destino umano di morte equivale a chiudere gli occhi dinanzi al dispiegarsi enfat ico del-

Brought to you by | St. Petersburg State UniversityAuthenticated | 134.99.128.41

Download Date | 12/8/13 10:38 AM

Page 18: Romanitas - Christianitas (Untersuchungen zur Geschichte und Literatur der römischen Kaiserzeit. Johannes Straub zum 70. Geburtstag am 18. Oktober 1982 gewidmet) || Il mito di Dedalo-Icaro

7 6 4 Salvatore Calderone

In un articolo di una quarantina d'anni fa, Pierre COURCELLE65 riusci, partendo da un riesame dell'epitafio metrico di Theodorus per la sorella Manlia Daedalia ( C I L V 2 , 6 2 1 1 . 6 2 4 0 ) , a raccogliere un gruppetto di testi patristici, che, guardati in controluce, rivelano i lineamenti di una interpretatio neoplatonica del mito dedalo-icareo; essa sembra essere legata a quelle quaestiones vergilianae, un commentario neoplatonico al V I dell'Eneide, di cui il NORDEN ha intuito l'esistenza (nel libro vir-giliano il mito e menzionato, come e noto, ai vv. 1 4 — 1 9 ) Β Β ; ed e passata, naturalmente, attraverso una sorta di rappresentazione per personas del «testo sacro» del Fedro platonico (246 b—249 a) intorno alle vicende «alari» delPanima.

Il COURCELLE E convincente, quando va rintracciando in Ambrogio e in Agostino67 alcuni segni evidenti della lettura di testi, che legavano in qualche modo il virgiliano remigium alarum di Dedalo alle platoniche e neoplatoniche «ali dell'anima». Nell'involucro cristiano di Ambrogio e rimasto un indizio, sfuggito al COURCELLE, di utilizzazione di testi neoplatonici: rejluentibus pennise8, a proposito dei volatus per saeculum, simboleggiati dagli icarei volatus, ricalca direttamente il platonico άπορ-ρεΐ (τά πτερά)89 e i platonici e plotiniani πτερορρυεΐν, πτερορρύησις70. Ancora Ambrogio71: rivolgendosi ai platonici, scrive: Hinc fortasse et ilium Icarum perdidistis, quod persuasionibus vestris inductus adolescens, prius avem se fuisse fortasse crediderat. Qui, se non erro, e lecito scor-gere, sotto il tagliente sarcasmo, il riferimento ad una interpretatio neo-platonica del mito: e un Icaro, che e iniziato alia dottrina della trasmi-grazione dell'anima nei corpi, che e indotto da quelle persuasiones a

l'immagine di lui in volo, e le orecchie al messaggio che essa pur ci invia. Peraltro, la suggestione robertiana («Arch. Zeit.» 1877, 7, nota 19; e cfr. E. DIEZ, «ÖJh» 1972—75, 10), che vede nel mito icareo, e nel suo impiego funerario, il simbolo dell'umano infrenabile <Streben> verso i limiti infrangibili della condizione umana, si rivela, per la palese sua matrice romantica, anacronistica.

65 P. COURCELLE, Quelques symboles funer. du neoplatonisme latin, «RFIA» 46 (1944), 6 5 sgg.

·« E. NORDEN, P. Verg. Maro, Aen. VI (19162), 26, nota 2. ®7 COURCELLE, 68, nota 1. ®8 Ambros. de vergin. 18, 116 (PL 16, 310 B). In Ambrogio confluiscono, con i tratti

neoplatonici (refluentibus pennis), l'esegesi moralistica (la iuvenilis levitas, contrap-posta alia prudentium maturitas), e quella apotelesmatica (oblivia veritatis).

69 Plat. Phaedr. 246 d. 7 0 P l a t . P h a e d r . 2 4 6 c ; 2 4 8 c . ; P l o t i n . E n n . (BREHIER) II 9 , 4 , 1 ; I V 3 , 7 , 1 9 ; 8 , 1 , 3 7 ;

8, 4 , 2 2 ; V I 9 , 9 , 2 4 . 71 Ambros. de excessu fratr. sui Satyri 2, 129 (PL 16, 1412 = 1169 A—B).

Brought to you by | St. Petersburg State UniversityAuthenticated | 134.99.128.41

Download Date | 12/8/13 10:38 AM

Page 19: Romanitas - Christianitas (Untersuchungen zur Geschichte und Literatur der römischen Kaiserzeit. Johannes Straub zum 70. Geburtstag am 18. Oktober 1982 gewidmet) || Il mito di Dedalo-Icaro

II mito di Dedalo-Icaro nel simbolismo funerario romano 765

credersi, gia un tempo, uccello. Possiamo indurne: il mito di Icaro ha vestito panni neoplatonici. N e puo essere, ancora, un caso, che nella famiglia di Manlius Theodorus, lettore di Plotino e «attivista» del suo pensiero72, una donna portasse il singolare cognomen di Daedalia73.

Orbene: se l'ipotesi dell'esistenza (a cominciare da un testo del 2°/ 3° sec., ad es., diciamo, da Noumenios ο Kronios, ma anche da altro dei molti filosofi del medio platonismo) di una interpretatio «platonica» del mito dedalo-icareo coglie nel vero, abbiamo trovato, credo, la chiave di lettura del rilievo di Messina. Sul quale, infatti , l ' immagine di Icaro in volo e quella di lui stesso caduto sulla terra potevano rappresentare, insieme e rispettivamente, i dogmata centrali della psicologia neoplato-nica: l 'anima come ala (τό της ψυχής πτέρωμα), alata gia in principio (τό πάλαι πτερωτή), che «perfetta e fornita di ali si leva in alto e abita il cosmo (τελέα . . . ούσα και έπτερωμένη μετεωροπορεϊ τε και πάντα τον κόσμον διοικεί)», che ha in se la δύναμις di «sollevarsi e condurre in alto τό έμβριθές, la dove abita la Stirpe degli dei», con ali che «si nutrono e traggono accrescimento dalla bellezza, dalla sapienza, dalla bontä»74, essa sola capace di «avere ali verso l'intelligenza (πτεροΰσθαι προς νόησιν)»75; ma anche la πτερορρύησις (il refluxus alarum), «causa del-l 'arrivo dell'anima quaggiü», onde quaggiu tutto e εκπτωσις και φυγή και πτερορρύησις, e tuttavia κάθοδος «destinata al compimento del tut to (εις τελείωσιν του παντός)», alia realizzazione del mondo della «generazione», effetto necessario d 'una legge eterna della natura (άναγκαΐον άιδίω φύσεως νόμψ)7β, e, per usare le parole di £ . BREHIER, risultato di una ineffabile «armonia prestabilita tra le disposizioni interiori dell 'anima e la legge dell'universo»77; e poi 1'ανοδος, il regressus nel mondo divino per l 'anima, che si cibi di καλόν, σοφόν, άγαθόν, le cose proprie del Dio, e si innalzi verso la νόησις del Bene supremo; e infine il ripetersi di tut to cio, in un'infinita serie cosmica di cadute e ritorni in alterna vicenda77 bis

7 2 P. COURCELLE, Les lettres grecques en Occ., de Macr. a Cassiodore (1943) 122 sgg. 73 CIL V 2, 6211; 6240. 74 Plat. Phaedr. 246 c. d. e; 251 b. 75 Plotin. Enn. V 3, 4, 13. 78 Plotin." Enn. IV 8 , 1 , 3 7 ; 8 , 5 , 2 . 1 1 ; VI 9 , 9 , 2 3 sg. Anche la figura di Oceanus,

in alto a destra nel sarcofago messinese (supra p. 756), interviene nell' allegoria neoplatonica di esso: si ricordi Porphyr, de antro nymph. 10: «le anime che volano verso le acque sono le anime che vanno verso la generazione». Gia Plat. resp. 611 d aveva estratto dal mito di Glauco l'immagine dell'anima, che esce, infine, dal mare.

7 7 £ . BREHIER, Plotin, Enneades (Belles Lettres) IV 214. Cfr. Plotin. Enn. IV 8,5 , 3—4: εχει τό έκούσιον ή ανάγκη.

50 Roman i t a s — Chr i s t i an i t a s Brought to you by | St. Petersburg State University

Authenticated | 134.99.128.41Download Date | 12/8/13 10:38 AM

Page 20: Romanitas - Christianitas (Untersuchungen zur Geschichte und Literatur der römischen Kaiserzeit. Johannes Straub zum 70. Geburtstag am 18. Oktober 1982 gewidmet) || Il mito di Dedalo-Icaro

766 Salvatore Calderone

Sarebbe superfluo raccogliere ancora una volta le testimonialize del-l'ambivalenza di questa dottrina, che in realta fu sottesa tanto alia norma etico-psicologica di vita («elevazione del divino che e in noi verso il divino che έ nell'universo», per ripetere la formula dettata da Plotino sul letto di morte, sino alia suprema estasi), quanto alia con-templazione del destino delle anime nella vicenda cosmica78.

D'altronde, sembra chiaro come la rappresentazione dedalo-icarea del logos neoplatonico, in ambiente permeato di quelle idee, fosse adatta ad una tomba: vi si potevano scorgere raffigurate la cosmica vicenda delle anime, a cui anche il defunto prendeva parte, e nella vita e nella morte, ma anche, a sua lode, la scelta da lui compiuta in vita, di «trarre nutrimento e accrescimento dal bello, dalla sapienza, dal bene».

E' invece importante richiamare l'attenzione su due fatti significativi per questa nostra ricerca. Ricordiamo, in primo luogo, la cospicua pre-senza, archeologicamente attestata79, di «coronamenti» di stele funerarie con immagine di Icaro in volo verso 1'alto: e un Icaro, cui i legacci artificiali legano alle ali, e dunque alia tradizione figurativa del mito; ma, al tempo stesso, un Icaro, che ormai appare sganciato dall'imma-gine classica della vicenda; un Icaro, nella cui storia non piü il momento della caduta k centrale, si invece quello del volo verso l'alto: se l'ala refluxit ed Icaro precipit6 εως αν στερεού τινός άντιλάβηται (Plat. Phaedr. 246 c), ora ci6 pu0 essere solo un ricordo; ora, di Icaro, si esalta la gioia della έπουράνιος πορεία (256 d). Ed e evidente che la figura isolata di Icaro in volo, su monumenti funebri, illumina e conferma l'interpreta-zione, che del rilievo di Messina abbiamo proposta.

Osserviamo, per seconda cosa, che tali «coronamenti» appaiono carat-teristici di certe aree, norico-pannoniche (e dalmate), in cui ricorrono altresi, dense, le testimonianze della religione mitraica80. Difficilmente sara un caso. E' ben nota la presenza di elementi neoplatonici nel mondo

77bls Da ultimo, J.-M. CHARRUE, Plotin lecteur de Platon, Paris 1978, 157—204, spec. 165 sgg. e 172 sgg.

78 Basti rinviare a F. CUMONT, LUX Perpetua (1949) 343 sgg. Ε tra le innumeri testimonianze, si ricordi quella riassuntiva, e certo riferita ai neoplatonici, del cap. 4 del sermo 240 di Agostino (PL 38, 1132).

79 Supra, nota 9. 80 Un rapido controllo, sulla base del Corpus del VERMASEREN, evidenzia le seguenti

coesistenze di documentazione mitraica e «Aufsätze» ο monumenti icarei: in Dal-mazia, Agram; nelle Pannonie, Szekesfehervar, Aquincum, Poetovio, Carnuntum; nel Norico, Seggauberg. A parte sta Roma, con le sue note testimonianze mitraiche da un lato e, dall' altro, il rilievo «icareo» (per le corregge, che sostengono le ali

Brought to you by | St. Petersburg State UniversityAuthenticated | 134.99.128.41

Download Date | 12/8/13 10:38 AM

Page 21: Romanitas - Christianitas (Untersuchungen zur Geschichte und Literatur der römischen Kaiserzeit. Johannes Straub zum 70. Geburtstag am 18. Oktober 1982 gewidmet) || Il mito di Dedalo-Icaro

I] niito di Dedalo-Icaro nel simbolismo funerario romano 767

di Mithra81. Viene spontanea, dunque, l'ipotesi che l'interpretatio plato-nica del mito dedalo-icareo, sebbene nata nel chiuso delle scuole filoso-fiche, si sia, per cosi dire, «democratizzata» entrando, attraverso i misteri di Mithra, nella cultura di quelle regioni danubiane dell'Impero, i cui abitanti, in perenne tensione per la difesa armata del limes, pote-vano essere particolamente pensosi della «salvezza», che il misterio di Mithra prometteva e il volo di Icaro simboleggiava.

In conclusione. Ci troviamo di fronte a ben altro che un'opera d'arte. Un'opera, anzi, di qualita assai modesta, e per la poca cura nell'esecu-zione, e per l'evidente assenza d'invenzione. L'insieme ci si rivela, sul piano formale, come risultato di una meccanica combinazione di moduli figurativi correnti: cosi il Dedalo in piedi al lavoro dell'ala, cosi il modulo «Icaro ad ali spiegate con Dedalo in ginocchio» (ripetuto, in sostanza, due volte, con Dedalo sostituito dalla Moira), cosi l'Apollo, e Icaro giacente, e Oceanus: tutte raffigurazioni, che qualsiasi scultore poteva trovare nel proprio album di modelli.

Ε tuttavia: a quei moduli d'uso corrente il nostro scultore voile far fare, attraverso una nuova combinazione, un suo discorso, voile far loro esprimere una sua idea, una sua fede (o l'idea e la fede del committente). Ed ecco il mito di Icaro, mediazione fantastico-simbolica della costru-zione cosmologica dei platonici, prendere forma nel marmo. Quella cosmologia poteva placare l'«anxiety» dei tempi, con la visione del destino eterno, e divino, dell'anima umana.

Diversamente, sul finire del secolo, che vide riemergere dal buio della terra il bianco sarcofago di Messina, eta di diversa, ed eroica, «ansietä», HÖLDERLIN avrebbe pianto su un amaro destino di uomini dolenti, eternamente contrapposto a quello dei «selige Genien» celesti, destino di cieca caduta «von einer Stunde zur andern, wie Wasser von Klippe zu Klippe geworfen, jahrlang ins Ungewisse hinab».

Mi piace dedicare questa, e non altra, umile mia fatica alio Studioso della «Himmelfahrt» del «platonico» Giuliano.

del defunto) delle catacombe di Domitilla: E . LE B L A N T , « M E F R » 4 ( 1 8 8 4 ) 3 7 9 sgg. e p l . X I I I , 1.

8 1 W . BOUSSET, Die Himmelsreise der Seele, «ARW» 1901, 165 sgg.; A. D I E T E R I C H , Eine Mithrasliturgie (19233), 90 sg. Le testimonianze piü significative sono: Iulian. or. V, 172 d; Caesar. 336 c; Porphyr, de antro nymph. 5; Tertullian. de praescript. haeret. 40. Leroy A. CAMPBELL, Mithraic Iconogr. and Ideology ( f iPRO 11), 1968, 7 g 4 (p. 262) sottolinea la frequente presenza di ideologia «platonica» in rilievi mitraici del Sud-Est europeo. Vedi, da ultimo, R. TURCAN, Mithra Platonicus ( £ P R O 47), 1975.

50» Brought to you by | St. Petersburg State University

Authenticated | 134.99.128.41Download Date | 12/8/13 10:38 AM