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Informazioni per i pazienti Le aritmie cardiache Con impegno contro le cardiopatie e l’ictus cerebrale Fondazione Svizzera di Cardiologia

Le aritmie cardiache - Schweizerische Herzstiftung...Un’aritmia può manifestarsi inaspettatamente a qualsiasi età. La maggior parte dei disturbi non costituisce un immediato peri-colo

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  • Informazioni per i pazienti

    Le aritmie cardiache

    Con impegno contro le cardiopatie e l’ictus cerebrale

    Fondazione Svizzera di Cardiologia

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    IntroduzioneIl cuore è il motore del nostro sistema cardiocircolatorio. In una persona sana batte da 60  a  90 volte al minuto, cioè da 30  a 50 milioni di volte all’anno, senza mai fermarsi. Senza la perfetta coordinazione delle sue fibre muscolari, che si contraggono e si distendono ritmicamente, non potrebbe pompare il sangue (circa 10 000 litri al giorno) nell’organismo.

    Con l’espressione aritmia cardiaca (o disturbo del ritmo car-diaco, in seguito per semplicità aritmia) si designano dei battiti cardiaci troppo lenti, troppo rapidi o irregolari. Certi disturbi del ritmo non si avvertono nemmeno, altri invece si manifestano come breve interruzione del battito o palpitazione oppure pos-sono provocare affanno, mancamento o persino perdita della conoscenza. Le aritmie possono anche pregiudicare la funzione di pompa del cuore.

    Un’aritmia può manifestarsi inaspettatamente a qualsiasi età. La maggior parte dei disturbi non costituisce un immediato peri-colo e si può trattare con dei medicamenti o degli interventi effettuati con un catetere. La maggioranza dei pazienti possono condurre una vita del tutto normale, sovente addirittura senza farmaci.

    Con questo opuscolo informativo ci proponiamo di spiegarle che cos’è un’aritmia cardiaca. Anche dopo attenta lettura ben dif-ficilmente sarà in grado di fare un’autodiagnosi o di scegliere la terapia giusta. Speriamo però che la aiuti a meglio comprendere il quadro clinico ed i sintomi.

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    Il genere maschile vale anche per quello femminile.

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    Il cuore e la sua rete elettricaIl cuore ha una parte destra e una sinistra ed è munito di quattro valvole che provvedono a far scorrere il sangue nella direzione giusta (figura 1, pagina 4). Sia nella metà destra che in quella sini-stra ci sono un atrio (o orecchietta) e un ventricolo. Nell’atrio destro arriva il sangue venoso, povero di ossigeno di tutto l’orga-nismo. Da lì passa nel ventricolo destro, che ad ogni battito lo spinge nei vasi polmonari, dove i globuli rossi si caricano di ossi-geno fresco. Dai polmoni il sangue rifluisce al cuore, prima all’a-trio sinistro e poi al ventricolo sinistro. Quest’ultimo ha una parete muscolare molto più robusta del ventricolo destro, perché deve pompare il sangue nelle arterie di tutto l’organismo. L’onda di pressione che si produce ad ogni battito si può avvertire al polso.

    Affinché il cuore possa pompare efficacemente il sangue occorre che migliaia di cellule muscolari degli atri e dei ventricoli si contraggano sincronicamente. Questa azione comune è provo-cata da un impulso elettrico. Il ritmo è dettato dal nodo sinusale, «pacemaker» naturale del cuore situato nella parete dell’atrio destro nel punto dove sbocca la vena cava superiore. Qui nasce l’impulso che poi si propaga agli atri. La trasmissione dagli atri ai ventricoli avviene attraverso il nodo atrioventricolare (nodo AV), che costituisce un parte del raccordo elettrico tra gli atri e i ven-tricoli. In caso di mancato funzionamento del nodo sinusale il nodo AV può assumere il compito di generare. Dopo il passaggio nel nodo AV, il fascio di His e le fibre conduttrici dello stimolo trasmettono l’impulso elettrico ai ventricoli e alla muscolatura.

    Le scariche elettriche del cuore si possono registrare nell’elet-trocardiogramma (ECG). È il primo esame che si effettua per accertare la presenza di un’aritmia e determinarne il tipo. In un ECG normale si osservano diverse oscillazioni, cosiddette onde (figure 2a e 2b, pagina 6). Tra due battiti del cuore il sistema di

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    Figura 1: Anatomia e sistema di conduzione dello stimolo del cuoreL’atrio e il ventricolo sinistri (in rosso) ricevono il sangue ricco di ossigeno dai polmoni. Il sangue venoso povero di ossigeno passa attraverso l’atrio e il ventricolo destri (in blu). Affinché il sangue possa essere pompato nella giusta direzione le cellule muscolari degli atri e dei ventricoli devono contrarsi. La contrazione è pro vocata da un impulso elettrico emesso dal nodo sinusale, che si propaga – attraverso il nodo AV, il fascio di His e le branche destra e sinistra – fino ai ventricoli e alla muscolatura del cuore.

    1. Aorta2. Vena cava superiore3. Nodo sinusale4. Atrio sinistro5. Atrio destro6. Valvola tricuspide7. Vena cava inferiore8. Ventricolo destro9. Valvola aortica

    10. Nodo atrioventricolare (AV)11. Valvola mitrale12. Fascio di His13. Branca sinistra e destra14. Ventricolo sinistro15. Miocardio

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    conduzione dello stimolo si ricarica, al pari dello stesso muscolo cardiaco, che dopo ogni battito si distende e si riempie di sangue.

    Ogni battito del cuore (sistole) è dunque dovuto a un impulso elettrico. Il costante ripetersi di questi processi dà origine al ritmo cardiaco. In condizioni normali è il nodo sinusale a dettare il ritmo, adeguandolo alle necessità dell’organismo. Grazie alla sua sensibilità ai segnali del sistema nervoso ed a certi ormoni, come per esempio l’adrenalina, può rallentare i battiti a riposo e acce-lerarli durante un’attività sportiva. La frequenza cardiaca («polso») a riposo di una persona ben allenata può essere di soli 40 – 45 battiti al minuto, mentre in caso di febbre o di emozione può superare i 100  battiti. Normalmente nella maggior parte delle persone è compresa tra 60 e 90 battiti al minuto. Anche uno sforzo fisico aumenta il polso. Alla massima sollecitazione, per breve tempo la frequenza cardiaca può arrivare a 150 – 180 bat-titi al minuto o anche di più. Il ritmo cardiaco non è quindi una grandezza fissa, bensì reagisce a influssi interni ed esterni.

    Cos’è un’aritmia e perché la si avverte?Non è sempre facile fare una netta distinzione tra una normale variazione del ritmo cardiaco e un’aritmia. In molte situazioni dei cambiamenti della frequenza cardiaca sono normali e non hanno niente a che vedere con un disturbo del ritmo.

    Si è in presenza di un’aritmia se l’impulso elettrico non ha origine nel nodo sinusale ma in un’altra parte del cuore, per esempio nell’atrio, nel nodo AV o direttamente in un ventricolo, oppure se l’onda elettrica non si propaga per la via prevista. Se ne deriva un battito supplementare, è chiamato extrasistole. Spesso a questo battito «fuori programma» segue una pausa compensa-trice che viene avvertita come «incespicare» del cuore o breve interruzione della sua attività.

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    Figura 2a: Propagazione elettrica dello stimolo L’impulso elettrico si propaga nel cuore come un’onda. Le scariche elettriche negli atri e nei ventricoli possono essere visualizzate tra mite l’elettrocardiogramma (ECG) (figura 2b).

    Figura 2b: l’ECGL’onda P corrisponde alla contrazione dei due atri. Le onde QRST si formano nella contrazione dei ventricoli.

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    Un’accelerazione persistente della frequenza cardiaca determina un calo della pressione arteriosa che può causare sensazioni di vertigini e mancamenti. Indizio di aritmia può essere anche una sgradevole palpitazione, che nella maggior parte dei casi è avver-tita al petto o al collo.

    Alcune aritmie sono più gravi di altre perché influiscono sull’efficienza del cuore. Talvolta si instaura un circolo vizioso: un sovraffaticamento del cuore può causare un’aritmia che ostacola ulteriormente la funzione cardiaca.

    Tipi frequenti di aritmiaSingoli casi di extrasistole possono verificarsi in qualsiasi persona sana. Se si manifestano frequentemente può trattarsi di un’arit-mia. Le aritmie si distinguono in base al loro luogo di origine e ai loro effetti sul ritmo cardiaco.

    Se il disturbo insorge a monte dei ventricoli, per esempio negli atri o nel nodo AV, si parla di aritmie sopraventricolari; se si mani-festa nei ventricoli di aritmie ventricolari. Se l’aritmia accelera la frequenza cardiaca si tratta di una tachicardia (battito cardiaco rapido), se la rallenta di una bradicardia (battito cardiaco lento).

    Extrasistolìa sopraventricolareL’extrasistolìa sopraventricolare, che ha origine negli atri, occasio-nalmente è causata da una cardiopatia (malattia del cuore). L’ipertensione, per esempio, sovraffatica il miocardio e provoca una tensione eccessiva degli atri che può causare un’aritmia. Anche un’insufficienza cardiaca può essere causa di extrasistolìa sopraventricolare.

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    Extrasistolìa ventricolareQuesto tipo di extrasistolìa ha origine in regioni ventricolari che non rispettano i tempi propri dell’attività cardiaca e si contrag-gono prematuramente (figura  3). Tensione nervosa, alterazioni del bilancio dei sali minerali (dovute per esempio a uso prolun-gato di lassativi), febbre o una malattia delle coronarie possono favorire un’extrasistolìa ventricolare. In presenza di una cardiopa-tia occorrerà esaminare attentamente l’extrasistolìa e se necessa-

    Figura 3: ExtrasistolìaNell’extrasistolìa una regione sensibile agli stimoli del ventricolo o anche dell’atrio emette un impulso che provoca una scarica elettrica prematura (extrasistole) del battito cardiaco. Extra-sistoli occasionali sono avvertite come brevi interru zioni dell’attività cardiaca. Se le extrasistoli si fanno frequenti e la stimolazione elettrica crea un cortocircuito la frequenza cardiaca aumenta (tachicardia).

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    rio curare la malattia di base. L’extrasistolìa ventricolare può veri-ficarsi anche in assenza di cardiopatia.

    Tachicardia parossistica (sopraventricolare)Nella maggior parte delle situazioni un aumento della frequenza cardiaca è una reazione del tutto normale dell’organismo. Se però la tachicardia si manifesta improvvisamente occorre assolu-tamente un accertamento da parte del medico. Nella tachicardia parossistica (cioè sotto forma di accesso) da un momento all’altro il cuore incomincia a battere molto rapidamente. L’accesso può durare pochi secondi, ma anche prolungarsi per parecchie ore e cessare poi bruscamente com’era cominciato. Una tachicardia parossistica può manifestarsi in persone di qualsiasi età e ripetersi poi per tutta la vita. Dopo l’accesso le persone colpite possono sentirsi esaurite. Benché questa forma di aritmia metta raramente a repentaglio la vita, richiede un trattamento medico perché può compromettere la qualità della vita.

    Fibrillazione atrialeLa fibrillazione atriale (o auricolare) è un’aritmia frequente e da prendere sul serio e deve essere curata. Essa è causata da una «tempesta elettrica» a livello degli atri con perdita di coordina-zione delle fibre muscolari miocardiche (figura 4, pagina 10). All’attività rapida e del tutto disordinata degli atri consegue che anche i ventricoli non sono più stimolati regolarmente. Gli atri non pompano efficacemente il sangue nei ventricoli, per cui l’ef-ficienza globale del cuore si riduce circa del 20%. I ventricoli pos-sono compensare momentaneamente questa perdita, ma a lungo andare il sovraffaticamento può portare all’insufficienza cardiaca.

    La sensazione sgradevole che provoca la fibrillazione atriale è dovuta all’irregolarità o alla rapidità del polso. Il nodo sinusale

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    non può più dettare regolarmente il ritmo. Inoltre la frequenza cardiaca è nel suo complesso molto variabile: a volte troppo rapida, a volte troppo lenta, ciò che può provocare senso di verti-gine, dispnea (respirazione difficoltosa) e riduzione dell’effi-cienza.

    Una complicazione della fibrillazione atriale è costituita dal fatto che il sangue scorre più lentamente e perciò può coagulare e formare un trombo. Se uno di questi coaguli si stacca viene tra-sportato dalla corrente sanguigna finché si fermerà in un’arteria

    Figura 4: Fibrillazione atrialeNella fibrillazione atriale si scatena negli atri una «tempesta» elettrica con innumerevoli scari-che. I molti impulsi creano un cortocircuito e fanno fibrillare gli atri, impedendo una regolare stimolazione anche dei ventricoli.

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    provocandone l’occlusione (embolia). Queste embolie possono avere conseguenze gravi per l’organo colpito (per esempio ictus cerebrale). Le persone che soffrono di fibrillazione atriale hanno un rischio maggiore di subire un ictus cerebrale.

    A volte la fibrillazione atriale insorge durante uno stato feb-brile ed è passeggera. Ma se è dovuta a una cardiopatia il tratta-mento si concentrerà anzitutto sulla malattia di base. La fibrilla-zione atriale può inoltre verificarsi in caso di iperfunzione della tiroide e dopo un consumo eccessivo di bevande alcooliche. Può trovare informazioni più dettagliate in merito nell’opuscolo «La fibrillazione atriale» della Fondazione Svizzera di Cardiologia (talloncino d’ordinazione a metà di questa pubblicazione).

    Tachicardia ventricolareGeneralmente la tachicardia ventricolare è sintomo di una cardiopa-tia grave. Può insorgere a qualsiasi età ed è una delle temibili conse-guenze dell’infarto cardiaco. I ventricoli si contraggono rapidamente e senza coordinazione. Ciò pregiudica l’efficienza del cuore: la pres-sione arteriosa diminuisce e non può più assicurare la normale irro-razione sanguigna dell’organismo. A causa del pericolo di insuffi-cienza cardiaca il soggetto deve spesso essere ricoverato in ospedale.

    Sintomi e conseguenze delle aritmieTutte queste differenti forme di aritmia si manifestano con dei sintomi simili: palpitazioni, senso di debolezza, affanno e sgrade-vole sensazione di oppressione al petto. La sensibilità individuale e la soglia di percezione variano di giorno in giorno. Certe aritmie non si avvertono affatto, altre risultano fastidiose o allarmanti e alcune (per esempio le tachicardie ventricolari o le tachicardie sopraventricolari molto rapide) possono persino provocare per-dita della conoscenza.

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    Una cosiddetta sincope (perdita della conoscenza di breve durata) si verifica in caso di insufficiente irrorazione sanguigna del cer-vello, per esempio in caso di bradicardia con una frequenza infe-riore a 30 battiti al minuto, pause superiori a 6 secondi oppure in certe tachicardie. Per fortuna il paziente riacquista rapidamente conoscenza se viene coricato, eventualmente con le gambe solle-vate. Se però non riprende i sensi si tratta di un’emergenza con pericolo di arresto cardiaco e di morte improvvisa per tale causa. Occorre allora prendere immediatamente delle misure d’urgenza per salvargli la vita.

    Diagnosi dell’aritmiaPer stabilire la diagnosi occorre anzitutto accertare l’anamnesi del paziente. A tal fine il medico gli pone una serie di domande: Quando si è manifestata l’aritmia? Quanto tempo è durata? Quali sintomi sono stati avvertiti? Quanti sono stati gli accessi? Ci sono dei fattori che hanno provocato l’aritmia? L’aritmia è incomin-ciata improvvisamente e cessata altrettanto bruscamente? Il paziente può facilitare la diagnosi descrivendo con esattezza le sue osservazioni e sensazioni e informando di sua iniziativa il medico di eventuali altre malattie, dei medicamenti che assume, del consumo di bevande alcooliche e tabacco e delle attività spor-tive che svolge. Anche le sollecitazioni psichiche contribuiscono al quadro clinico delle aritmie. In seguito il medico effettuerà diversi esami per accertare in modo mirato la presenza di malattie car-diache che possono essere all’origine di aritmie.

    Elettrocardiogramma (ECG a riposo)È l’esame più importante. È un esame di base del cuore ed è molto probante. Per registrare l’attività elettrica del miocardio si appli-cano degli elettrodi sul petto, ai polsi e alle gambe del paziente.

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    L’ECG mostra l’attività elettrica complessiva del cuore, dal nodo sinusale ai ventricoli. È possibile che le aritmie che si manifestano solo temporaneamente (extrasistoli o tachicardie non persistenti) non vengano rilevate. In questa situazione è necessaria la regi-strazione di un ECG di lunga durata (24, 48 ore o più).

    ECG di lunga durata (Holter)Come per l’ECG normale, nell’esame di Holter alcuni elettrodi sono applicati sulla pelle del paziente. Tramite un cavo i segnali sono trasmessi al registratore portatile. In tal modo si registra ogni battito cardiaco mentre il paziente si dedica alle proprie occupazioni abituali e annota eventuali sintomi. La registrazione sarà poi analizzata dal medico che confronterà eventuali anoma-lie dell’ECG con le osservazioni fatte dal paziente e trascritte in un apposito «diario».

    ECG al bisogno mediante apparecchio esterno o impiantabileL’ECG al bisogno consente al paziente di registrare la sua attività cardiaca per alcuni minuti. L’apparecchio esterno può essere por-tato per diversi giorni. Oltre a questo modello, è disponibile anche una versione impiantabile sotto forma di un microchip che viene inserito al di sotto della cute e funziona per anni. Il paziente attiva l’apparecchio ogniqualvolta manifesta dei sintomi: pre-mendo un bottone per il modello esterno o attraverso un disposi-tivo di attivazione esterno per la versione impiantata. Il medico può così analizzare in un secondo momento l’ECG registrato durante l’episodio sintomatico. Oggigiorno tutti gli apparecchi riconoscono e registrano automaticamente le aritmie, anche senza dover essere attivati manualmente dal paziente.

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    ECG da sforzoCon questo esame si possono provocare e documentare delle arit-mie indotte da uno sforzo. Con l’ECG da sforzo il cuore viene esa-minato sotto sforzo fisico controllato compiuto pedalando su una bicicletta fissa o correndo su un nastro mobile. Il paziente svolge un’attività fisica prestabilita. Contemporaneamente si misura la pressione arteriosa e si registra l’ECG.

    Procedimenti con visualizzazioneLe radiografie, l’ecocardiografia (esame del cuore con gli ultra-suoni) e la tomografia per risonanza magnetica (MRI) forniscono informazioni sulle dimensioni e sulla forma del cuore e sullo svol-gimento dei suoi battiti. È possibile osservare il funzionamento delle valvole cardiache e misurare la velocità del flusso sangui-gno. Si tratta di metodi indolori e non invasivi.

    Esame elettrofisiologicoNei pazienti con aritmie che richiedono un trattamento e per accertare la causa di una perdita della conoscenza possono essere utili delle registrazioni di ECG effettuate dall’interno del cuore mediante un esame elettrofisiologico. Esse permettono di localiz-zare con precisione anatomica millimetrica l’origine dell’aritmia. Per eseguire questo esame si inserisce, dopo anestesia locale, un sottile catetere munito all’estremità di un elettrodo in una vena dell’inguine e lo si sospinge fino al cuore, collocandolo nella zona voluta dell’atrio o del ventricolo. Con questo esame si accertano le proprietà elettriche del cuore, cosa importante per la scelta del trattamento.

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    Possibilità terapeuticheRaramente è possibile che il paziente possa valutare da sé il tipo di aritmia o distinguere un disturbo innocuo da uno grave. Anzi-tutto è consigliabile mantenere la calma, letteralmente il «sangue freddo», e non farsi eccessive preoccupazioni. Non appena gli esami avranno confermato la diagnosi, spetta al medico proporre, tra le diverse possibilità, la terapia più appropriata al suo caso.

    catetere cardiaco

    Figura 5: Ablazione transcatetereSi introduce nel cuore un catetere munito di elettrodi. La regione del cuore che dà origine all’aritmia è riscaldata mediante corrente ad alta frequenza che distrugge (sclerotizza) il foco-laio. Si può così interrompere, come in questo esempio, un cortocircuito nel ventricolo.

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    Manovre vagaliQueste manovre verranno spiegate al paziente dal medico. Con esse è possibile normalizzare il ritmo cardiaco stimolando il sistema nervoso autonomo. Molte persone sono così in grado di far cessare da sé, in modo semplice e senza alcun pericolo, le pro-

    elettrodo con cerotto

    defibrillatore automaticoesterno (DAE)

    elettrodo con cerotto

    Figura 6: Defibrillazione esterna/cardioversioneTramite due elettrodi applicati con cerotto o tenuti con le mani sul torace si invia una scarica dosata di corrente, rinormalizzando così l’attività elettrica del cuore. Questo trattamento si usa in caso di arresto cardiaco dovuto a fibrillazione ventri colare (defibrillazione) o per elimi-nare una fibrillazione atriale (cardioversione).

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    prie tachicardie. Per stimolare il nervo vago, tra l’altro, si può aumentare la pressione addominale (manovra del Valsalva) o bere qualche sorsata d’acqua fredda.

    MedicamentiSi ricorre a determinati medicamenti, chiamati antiaritmici, sia per prevenire le aritmie – in questo caso vanno assunti regolar-mente – sia per far cessare immediatamente un accesso. Nel secondo caso occorre spesso somministrare il principio attivo con un’iniezione.

    Ablazione transcatetere Un affermato metodo di cura della maggior parte delle tachicar-die consiste nell’ablazione del focolaio dell’aritmia tramite un catetere e corrente ad alta frequenza. Il tessuto cardiaco situato sotto l’estremità del catetere viene riscaldato, distruggendo così il focolaio dell’aritmia (figura 5, pagina 15). Questo metodo è indicato soprattutto per le tachicardie sopraventricolari e si usa sovente anche in caso di fibrillazione atriale e tachicardia ventri-colare.

    Defibrillazione esterna e cardioversionePer ripristinare il ritmo cardiaco normale in presenza di aritmie, soprattutto fibrillazione atriale e tachicardia ventricolare, i medici possono far ricorso a scariche di corrente dall’esterno. Mediante due elettrodi applicati sul torace, attraverso i quali passa una sca-rica dosata di corrente, è possibile far cessare un’aritmia e risin-cronizzare l’attività elettrica del cuore (figura 6). In caso di arre-sto cardiaco dovuto a fibrillazione ventricolare questa terapia d’emergenza, chiamata defibrillazione, può salvare la vita. Oggi-giorno i defibrillatori automatici esterni (DAE) sono sempre più

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    diffusi (per esempio negli aerei, nei centri commerciali, nelle palestre ecc.) e possono essere utilizzati anche da profani.

    Una scarica esterna di corrente si può impiegare anche per eliminare una fibrillazione atriale. Questa terapia, chiamata car-dioversione, si programma in anticipo perché il paziente, per evi-tare un’embolia, deve prima prendere dei medicamenti anticoa-gulanti. La cardioversione si pratica durante una narcosi di pochi minuti, per cui il paziente non avverte la scarica elettrica e può essere dimesso dall’ospedale il giorno stesso.

    Cardioversore/defibrillatore impiantato (CDI)Questo apparecchio è paragonabile a un pacemaker. È un appa-recchio elettronico munito di una o più sonde cardiache. In nar-cosi lo si fissa (impianta) nella zona del petto, sotto la pelle. Il microchip di questo CDI controlla ogni singolo battito cardiaco. Appena constata una tachicardia o una fibrillazione ventricolare invia automaticamente, attraverso la sonda, una rapida stimola-zione o una scarica elettrica direttamente al cuore (figura 7). In questo modo il CDI, oltre a tenere sotto controllo la tachicardia ventricolare, può pure persino eliminare un arresto cardiaco, ana-logamente al defibrillatore automatico esterno (DAE).

    Di norma la durata della batteria dell’apparecchio è di cin-que-otto anni. Lo si può riprogrammare dall’esterno. Per cam-biarne l’involucro occorre una breve degenza in ospedale e un’a-nestesia locale. Per la guida dell’automobile le raccomandazioni variano secondo la situazione personale. Se l’apparecchio ha emesso una scarica di corrente il giudizio in merito all’idoneità alla guida va dato individualmente. Dopo l’impianto di un CDI è proibito guidare veicoli pesanti o autobus. Può trovare informa-zioni dettagliate nell’opuscolo «Il defibrillatore impiantabile»

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    cavo degli elettrodi

    defibrillatoreautomatico

    sonda

    Figura 7: Cardioversore/defibrillatore impiantato (CDI)Il cardioversore/defibrillatore impiantato controlla ogni singolo battito cardiaco. Con una scarica di corrente inviata tramite il cavo degli elettrodi regola automaticamente il ritmo cardiaco se constata una tachicardia o fibrillazione ventricolare.

    della Fondazione Svizzera di Cardiologia (talloncino d’ordina-zione a metà di questa pubblicazione).

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    Trattamenti speciali

    ExtrasistoliExtrasistoli occasionali si osservano nell’ECG di quattro persone sane su cinque. In generale non occorre nessun trattamento con medicamenti (per esempio con un beta-bloccante). La rinuncia al caffè e alle bevande alcooliche può già portare sollievo; si dovreb-bero pure evitare lo stress, i pasti pesanti e l’assunzione prolun-gata di lassativi. Dev’essere esclusa una disfunzione della tiroide. Nelle donne, talvolta le extrasistoli sono più frequenti durante la mestruazione.

    BradicardiePer regolare il battito troppo lento si ricorre al pacemaker. L’opu-scolo «Il pacemaker», pubblicato dalla Fondazione Svizzera di Cardiologia, dà ampie informazioni in merito (talloncino d’ordi-nazione a metà di questa pubblicazione).

    Fibrillazione atrialeLa fibrillazione atriale in sé non presenta generalmente dei rischi, ma va presa sul serio perché può essere sintomo di una cardiopa-tia che ne sta alla base. Questo tipo di aritmia non provoca l’in-farto. Molti pazienti che ne sono affetti possono condurre una vita normale.• I medicamenti possono ridurre la frequenza cardiaca elevata o

    ristabilire il ritmo sinusale naturale. Se la fibrillazione atriale dura più di 48 ore è indicata una terapia anticoagulante (ini-bizione della coagulazione sanguigna). Anche i pazienti con ulteriori fattori di rischio di formazione di trombi ed embolia necessitano di un’anticoagulazione permanente con medica-menti che diminuiscono la tendenza del sangue a coagulare e

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    impediscono la formazione di trombi nell’atrio. Infatti, se un trombo si staccasse dal cuore potrebbe occludere importanti vasi sanguigni provocando un ictus cerebrale.

    • Se non è possibile ristabilire il ritmo sinusale normale con dei medicamenti si ricorre alla cardioversione elettrica

    • Nei casi in cui non è possibile tenere sotto controllo il ritmo cardiaco né con dei medicamenti né con la cardioversione, l’ablazione transcatetere può o arrecare un miglioramento. Può trovare informazioni più dettagliate nell’opuscolo «La fibrillazione atriale» della Fondazione Svizzera di Cardiologia (talloncino d’ordinazione a metà di questa pubblicazione).

    Tachicardia parossistica (sopraventricolare)Se gli accessi di aritmia arrecano molto pregiudizio al paziente o se si verificano persino delle perdite della conoscenza si dovrebbe eliminare la malformazione con l’ablazione transcatetere. In questo modo si può ottenere una guarigione definitiva.

    Tachicardia ventricolareA seconda del caso, una tachicardia ventricolare si tratta con medicamenti, mediante ablazione transcatetere (sclerotizzazione del focolaio dell’aritmia) o con l’impianto di un defibrillatore automatico (CDI). In casi urgenti si effettua una cardioversione. Certe tachicardie ventricolari possono trasformarsi in fibrillazione ventricolare con arresto cardiaco. In un’emergenza del genere occorre intervenire senza indugio per salvare la vita del paziente (massaggio cardiaco) in attesa di eseguire la defibrillazione elet-trica.

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    Aspettativa di vitaMolte aritmie innocue non hanno alcun influsso negativo sull’a-spettativa di vita. La maggior parte delle aritmie descritte per-mettono di condurre una vita del tutto normale. È sufficiente attenersi ad alcuni consigli: consumo moderato di bevande alco-oliche e di caffè, attività fisica sufficiente ma non esagerata, evi-tare lo stress. Cerchi di non dare troppa importanza ai «capricci» del cuore e di tener presente che queste accelerazioni o battute d’arresto sono in genere soltanto dei piccoli difetti che capitano a molte persone in ottima salute.

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    Le seguenti ditte sono partner della piattaforma «Sapere – Comprendere –

    Vivere meglio» della Fondazione Svizzera di Cardiologia. Un impegno

    congiunto per informare i pazienti in modo completo e comprensibile e per

    promuovere la loro competenza.

    SAPERE · COMPRENDERE · VIVERE MEGLIOSAPERE · COMPRENDERE · VIVERE MEGLIO

    Ringraziamo la Società Svizzera di Cardiologia e il suo Gruppo di lavoro stimolazione cardiaca ed elettrofisiologia per la collaborazione specia-listica e redazionale.

    Schweizerische Gesellschaft für Kardiologie Société Suisse de Cardiologie Società Svizzera di Cardiologia

    In questo contesto partecipare a un gruppo del cuore (informazioni al sito

    www.swissheartgroups.ch o usando il talloncino d’ordinazione inserito a

    metà dell’opuscolo) può essere di grande aiuto.

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  • Questo opuscolo le è dato dalla Fondazione Svizzera di Cardiologia. Vogliamo infor- mare in modo approfondito e oggettivo i pazienti e i loro congiunti sugli esami, i tratta-menti, la riabilitazione e la prevenzione delle malattie cardiovascolari e dell’ictus cere-brale. Inoltre sosteniamo dei progetti di ricerca molto promettenti in questi ambiti. Per entrambi i compiti ogni anno occorrono cospicue somme di denaro. Con un’offerta ci aiuta a proseguire la nostra attività a beneficio delle persone colpite e della popolazione. La ringraziamo di cuore del suo contributo.

    Fondazione Svizzera di Cardiologia Dufourstrasse 30Casella postale 3683000 Berna 14Telefono 031 388 80 80Telefax 031 388 80 [email protected]

    Conto per offerte CP 69-65432-3IBAN CH80 0900 0000 6906 5432 3

    Consulenza al telefono del cuore 0848 443 278 da parte dei nostri medici specialisti (in tedesco: ogni mercoledì dalle 17 alle 19, in francese: ogni martedì dalle 17 alle 19)

    Risposta scritta alle sue domande nella nostra consultazione su www.swissheart.ch/consultazione o per lettera

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    2018

    Con impegno contro le cardiopatie e l’ictus cerebrale

    Fondazione Svizzera di Cardiologia

    THEMA VERTRAUEN

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    La Fondazione Svizzera di Cardiologia reca dal 1989 il marchio di qualità ZEWO. Esso attesta che la vostra donazione giunge nel luogo adatto e procura con efficienza buoni effetti.

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