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2/09 La rivista informativa della dogana svizzera www.dogana.admin.ch Dipartimento federale delle finanze DFF Amministrazione federale delle dogane AFD Schweizerische Eidgenossenschaft Confédération suisse Confederazione Svizzera Confederaziun svizra Forum D. Focus Qual è l’attrattiva dell’AFD come datore di lavoro? Dossier Movimenti transfrontalieri di liquidità I nuovi compiti dell’AFD nel contesto internazio- nale Organizzazione mondia- le delle dogane (OMD): Un grande onore per la Svizzera Attualità È tempo di vacanze e pertanto di viaggi – Qual è dunque il lavoro supple- mentare che spetta alla dogana e alle guardie di confine? Le Sezioni antifrode doga- nale informano Conferenza stampa tri- nazionale: un successo Panorama Andreas S. Wetter, presi- dente del Consiglio d’am- ministrazione di Orange Svizzera: Quando penso alla dogana… Lavorare nel Cgcf: una sfida particolare Inserto: – Personalia

Forum D. 2/2009 Forum D. · Thomas Winter, guardia di confine. Tagblatt der Stadt Zürich, 4/09 «Il fatto che la Svizzera appartenga ora allo spazio Schengen non significa: via libera

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Forum D. 2/2009

2/09

La rivista informativa della dogana svizzera www.dogana.admin.ch

Dipartimento federale delle finanze DFFAmministrazione federale delle dogane AFD

Eidgenössisches Finanzdepartement EFDEidgenössische Zollverwaltung EZV

Schweizerische EidgenossenschaftConfédération suisseConfederazione SvizzeraConfederaziun svizra

Forum D.FocusQual è l’attrattiva dell’AFD come datore di lavoro?

DossierMovimenti transfrontalieri di liquidità

I nuovi compiti dell’AFD nel contesto internazio­nale

Organizzazione mondia­le delle dogane (OMD): Un grande onore per la Svizzera

AttualitàÈ tempo di vacanze e pertanto di viaggi – Qual è dunque il lavoro supple­mentare che spetta alla dogana e alle guardie di confine?

Le Sezioni antifrode doga­nale informano

Conferenza stampa tri­nazionale: un successo

PanoramaAndreas S. Wetter, presi­dente del Consiglio d’am­ministrazione di Orange Svizzera: Quando penso alla dogana…

Lavorare nel Cgcf: una sfida particolare

Inserto:– Personalia

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Forum D. 2/2009

Thomas Winter

«Il Corpo delle guardie di confine è un partner impor­tante e affidabile della polizia cantonale argoviese.» Irene Schönbächler, capodivisione della polizia canto-nale Nord. Regional, 6/09

«Alcune persone si infuriano non appena vedono un’uniforme.» Thomas Winter, guardia di confine. Tagblatt der Stadt Zürich, 4/09

«Il fatto che la Svizzera appartenga ora allo spazio Schengen non significa: via libera alle importazioni di vino per la cantina.» Patrick Gantenbein, guardia di confine, sulle «cantine mobili» che si rilevano sempre più frequentemente al confine. E spesso i veicoli in questione viaggiano anche a velocità troppo elevata. Esigiamo la libera circolazione per le «cantine mobili»! www.a-z.ch, 6/09

«Non c’è niente che non venga contrabbandato: dall’abito da sposa ai gioielli passando per i pezzi di ricambio.» Non vi sono tuttavia ancora notizie sul contrabbando di «cantine mobili». Patrick Ganten-bein. Tages-Anzeiger, 5/09

«Einstein ed io siamo un team che si sostiene e protegge.» Patric Huber, guardia di confine. Sonntag, 4/09

«Non ho nulla da dichiarare, tranne la mia intelligen­za.» Oscar Wilde, scrittore irlandese (1854-1900), in occasione di un controllo doganale negli Stati Uniti. Citato in Glückspost, 07/09

«Grazie a Federer dovremmo avere più persone inte­ressate.» Thomas Schrämli, Comando del Corpo delle guardie di confine. La rete televisiva SF ha trasmesso il filmato delle guardie di confine relativo al recluta-mento di personale durante la pausa pubblicitaria della finale di Wimbledon, seguita da 1,135 milioni di telespettatori. 20 Minuten, 7/09

«Da sempre la Svizzera è paladina di un’economia globale libera e aperta. Siamo infatti fermamente convinti che il libero scambio sia vantaggioso per tutti i partner.» Hans-Rudolf Merz, Presidente della Confe-derazione, nel suo discorso «Limitare la rinascita dei confini» tenuto in occasione del 39° Simposio di San Gallo, presso l’Università di San Gallo, 5/09

«In tempi di crisi economica mondiale non si può cadere nella trappola del protezionismo! In realtà è quello che tutti vogliono. Ma quando si tratta di difendere i propri interessi, si ignorano anche i principi più nobili.» Hans-Rudolf Merz, Presidente della Confe-derazione, nella stessa occasione summenzionata

«27 su 44 partite esaminate di stimolanti per l’erezio­ne sono risultate contraffazioni. Alcuni dei prodotti analizzati erano persino in dosi eccessive, che potreb­bero provocare gravi problemi di salute (p.es. collasso circolatorio).» Il troppo stroppia! Tratto da un’infor-mazione di Swissmedic sui medicamenti sequestrati. CD Sicherheitsmanagement, 5/09

«Massicci aumenti di prezzo vanno a vantaggio dei contrabbandieri.» Beat Gasser, capo dell’Ufficio centrale antifrode doganale, sul rapporto tra aumento del prezzo delle sigarette e contrabbando. Aargauer Zeitung, 4/09

«I falsari non investono nella ricerca e nello sviluppo, non rispettano gli standard ambientali e fanno fabbri­care i prodotti a pessime condizioni, spesso sfruttando il lavoro minorile.» Anastasia Li-Treyer, presidente della piattaforma svizzera di lotta alla contraffazione e alla pirateria «STOP ALLA PIRATERIA». NZZ, 7/09

«Ora i controlli doganali mi piacciono. Che mi control­lino pure. Ciò significa che viaggio con bagagli.» Jürg Keim, esperto giuridico della rivista «Beobachter». Beobachter, 06/09

Patrick Gantenbein

Oscar Wilde

Hans­Rudolf Merz

Beat Gasser Patric Huber e Einstein

Citazioni

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ImpressumForum D. – Editore: Amministrazione federale delle dogane (AFD); pubblicazione: tre volte all’anno in tedesco, francese e italiano; tiratura: 8500 esemplari; redazione: Walter Pavel (wp), Stefanie Widmer (sw), Kai­Bernhard Trachsel (kbt), Adrian Mettauer (am); indirizzo della redazio­ne: Amministrazione federale delle dogane (AFD), Direzione generale delle dogane, Comunicazione/Media, Monbijoustrasse 40, �00� Berna; telefono: 0�� �22 67 4�; www.ezv.admin.ch; [email protected]; struttura: Oliver Slappnig, Herrenschwanden; stampa: UD Print, Lucerna; copyright: riproduzione solo con l’indicazione della fonte.

Immagine di copertina: professioni presso l’AFD, la guardia di confine

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Focus Situazione attuale in materia di personale: Qual è l’attrattiva dell’AFD come datore di lavoro? ... 4

Dossier Authorized Economic Operator (AEO): «La decisione spetta alle imprese» ........................... 7 Movimenti transfrontalieri di liquidità: «In caso di sospetti facciamo intervenire la polizia» ................8 Ospite di Forum D.: Felix Gremminger, presidente della Commissione doganale di SPEDLOGSWISS ........9 Affari internazionali: «Ogni missione è una sfida» ...�0 Erwin Hurni: presidente del Comitato del sistema armonizzato dell’Organizzazione mondiale delle dogane (OMD) ...............................................�� Commercio esterno: Statistiche a confronto – studio tra Svizzera e Marocco .................................�4

Attualità Cause penali: Le Sezioni antifrode doganale informano ..............................................................�7 È tempo di vacanze e pertanto di viaggi – Quali mansioni svolge l’Amministrazione federale delle dogane (AFD) all’aeroporto di Zurigo? ............�8 Questionario I compilato da Claude Meylan, comandante della regione guardie di confine VI ......20 Questionario II compilato da Thomas Zehnder, comandante della regione gcf II ..............................2� Conferenza stampa trinazionale a Basilea: un successo ............................................................22 emotach: Il nuovo apparecchio di rilevazione della TTPCP ........................................................... 2�

Panorama «Quando penso alla dogana…»: Andreas S. Wetter, presidente del Consiglio d’amministrazione di Orange Svizzera .................... 25 Professioni presso l’AFD: Lavorare nel Cgcf – una sfida particolare ...............................................26 Le indagini di Fiechter, collaboratore della Sezione antifrode doganale (SA): Una soffiata anonima .......27 Immobili: È ancora conveniente sotto il profilo economico risanare i vecchi edifici doganali? ..........28 Rubrica dei collaboratori: La dogana di Muttenz compie 80 anni ......................................................�0 In viaggio... al museo nell’arsenale («Museum im Zeughaus»)........................................................�� Ritratto: Stefan Buhl, insegnante di sport con attestato federale ...................................................�2 Progetto radiofonico «Frontaliers»: Una piatta­ forma ideale .......................................................... ��

Rassegna stampa/Mondo doganale .........................�5 Richiamo visivo/Sondaggio ......................................�6

Contenuto

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Forum D. 2/2009 Focus

Nella regione gcf di Ginevra vi sono al momento numerosi posti non occupati. Gli sforzi per reclu-tare nuovo personale sono pertanto stati intensi-ficati. In generale, qual è la situazione attuale in materia di personale in seno all’AFD?rd: A Ginevra la situazione è drammatica. Nel maggio 2009 vi erano 90 posti non occupati. È ovvio che ciò compromette l’adempimento dei mandati e le pro­cedure. Per contrastare il problema, abbiamo perciò iniziato ad attivarci già lo scorso anno, accordando ad esempio un’indennità in funzione del mercato del lavoro. Inoltre, gli sforzi per reclutare nuovo perso­nale sono stati intensificati considerevolmente. Ci concentriamo tuttavia anche sull’ottimizzazione della conduzione. L’introduzione a Ginevra di una cosiddet­ta scuola B, a complemento della formazione presso il CFL, ha permesso di ottenere un primo successo. Quest’estate 24 aspiranti gcf vi hanno ottenuto il brevetto. Il Corpo delle guardie di confine (Cgcf) di Ginevra costituisce però un caso isolato, nel resto della Svizzera non abbiamo infatti alcuna difficoltà a reclutare personale, neppure per quanto riguarda il servizio civile.

ae: Per far fronte alla situazione di Ginevra, altre regioni gcf devono cedere alcuni collaboratori a titolo temporaneo. Di conseguenza anche tali regioni sono indirettamente toccate dalla carenza di personale di Ginevra. Da tempo ormai chiediamo un aumento di 200 unità dell’effettivo sia della dogana sia del Cgcf. Per le mansioni principali nell’ambito fiscale e in quello della sicurezza non vi sono attualmente risorse a sufficienza. La quota dei controlli è di gran lunga troppo bassa. Sono i politici stessi a darne atto: ho quindi apprezzato in modo particolare che, in occasione della sessione estiva, il Consiglio nazionale

Situazione attuale in materia di personale

Qual è l’attrattiva dell’AFD come datore di lavoro?Negli ultimi mesi la grave carenza di personale nella regione guardie di confine (gcf) di Ginevra ha occupato le prime pagine dei giornali. Forum D. ha chiesto al Direttore generale delle dogane Rudolf Dietrich (rd), al capo del personale dell’AFD Hanspeter Glauser (hg) e al segretario centrale di ga-raNto André Eicher (ae) quali difficoltà si riscontrano oggi nel reclutamento di personale doganale e di guardie di confine.

soppresso 400 posti di lavoro presso l’AFD. A mio avviso incrementare la quota dei controlli di 0,� o 0,2 punti percentuali non serve a nulla. Occorre invece eseguire i controlli in modo ancora più commisu­rato ai rischi e più mirato. Dobbiamo senza dubbio aumentare l’effettivo in ambiti specifici, ad esempio in quello della gestione progettuale o della formazione. Al momento siamo costretti ad affidare all’esterno la gestione di determinati progetti.

ae: Nell’ambito fiscale e in quello della sicurezza è necessaria non solo la qualità ma anche una determi­nata quantità. In particolar modo, occorre potenziare l’esercizio.

È difficile, oggigiorno, trovare giovani che voglia-no lavorare presso l’AFD?hg: Tutto sommato, in realtà le candidature non man­cano. Il problema non è la quantità, bensì la qualità. Oggi constatiamo che molti candidati non soddisfano i requisiti, che sono effettivamente elevati. La sfida consiste nel trovare gente che abbia non solo la vo­lontà ma anche la capacità di svolgere questi compiti. Nell’ambito della sicurezza, ad esempio, anche i corpi di polizia hanno difficoltà a trovare personale suffi­cientemente qualificato.

ae: Constato spesso che, nonostante la carenza di personale, i collaboratori sono motivati e si identifi­cano fortemente con l’AFD e i suoi compiti. Ritengo che ciò sia dovuto anche al fatto che il loro lavoro è riconosciuto dalla popolazione e dall’ambiente econo­mico. Questo ha certamente un influsso positivo sul reclutamento di nuove persone. Anche la maggiore permeabilità tra la professione di agente di polizia e quella di guardia di confine comporta vantaggi per il Cgcf. Attualmente il numero di agenti di polizia che passa al Cgcf è maggiore, ma in futuro la situazione potrebbe capovolgersi.

La crisi economica ha avuto ripercussioni sul reclutamento di personale?hg: In passato, quando la congiuntura era sfavore­vole il numero di candidature aumentava sempre. Sarà così anche questa volta, anche se finora non abbiamo registrato una tendenza in questo senso. Non abbiamo infatti ricevuto una sola candidatura da

«Oggi constatiamo che molti candidati non soddisfano i requisiti, che sono effettivamente elevati.»

abbia approvato a larga maggioranza due interventi parlamentari finalizzati a migliorare la situazione in materia di personale.

rd: Naturalmente sono anch’io soddisfatto del so­stegno parlamentare. Non dobbiamo dimenticare, tuttavia, che non molto tempo fa il Parlamento ha

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parte di persone provenienti dal settore bancario o assicurativo. Le candidature da parte di giovani che hanno concluso un tirocinio sono invece aumentate in maniera significativa.

Il profilo richiesto dall’AFD è cambiato rispetto al passato?rd: I requisiti sono in costante aumento e sono richieste qualifiche sempre maggiori. Oggi i candi­dati devono essere in grado di svolgere un numero maggiore di compiti, incarichi più impegnativi e in un contesto più complesso. Si tratta di un processo a lungo termine. Sono pertanto convinto che in futuro anche nel nostro settore le mansioni che richiedono minori qualifiche assumeranno un ruolo secondario.

ae: La varietà di conoscenze richieste oggigiorno è enorme. I collaboratori devono inoltre disporre di conoscenze specialistiche in determinati ambiti. La conclusione di nuovi accordi e le continue modifiche giuridiche si ripercuotono direttamente sul lavoro del personale. Il progresso in generale, soprattutto in ambito informatico, comporta il rischio che i colla­boratori si trasformino in tecnocrati. La loro attività diventa sempre più tecnica e il margine di manovra individuale si riduce. Ciò non contribuisce certamente a rendere più interessante la professione.

rd: A questo proposito sono di parere opposto. Riten­go che l’informatica renda il lavoro più interessante. I collaboratori non devono più occuparsi di compiti

ripetitivi e tediosi. È evidente, tuttavia, che le macchi­ne non possono decidere al posto dei collaboratori, che devono riconoscere i punti di contatto, riunire le informazioni e in seguito prendere la decisione giusta. Ciò rende il loro compito più impegnativo, ma al con­tempo più interessante.

Le professioni di monopolio costituiscono uno svantaggio per l’acquisizione di personale?hg: Per i giovani di oggi non è più rilevante. In primo luogo, quando arrivano all’AFD hanno già impara­to una professione e, in secondo luogo, nessuno si aspetta più di svolgere la stessa attività per 40 anni presso lo stesso datore di lavoro. Vi è inoltre la possibi­lità di seguire un perfezionamento parallelo all’attività professionale. E sono convinto che la formazione presso l’AFD permette di acquisire qualifiche richieste anche in altri settori.

ae: In linea di massima neppure a mio avviso ciò rappresenta un problema. La permeabilità con altre professioni è migliorata non solo esternamente, bensì anche in seno all’AFD stessa. Ritengo tuttavia che, in generale, chi lavora in professioni di monopolio dovrebbe beneficiare di una migliore protezione dal licenziamento.

rd: Il lavoro presso la dogana non va considerato una professione di monopolio. I diplomati trovano lavoro anche altrove. La formazione è molto più ampia di quanto si creda e gli specialisti doganali sono ricono­sciuti già oggi nel panorama svizzero della formazio­ne. La certificazione «Scuola specializzata superiore» concretizzerà questo aspetto.

Il Direttore generale delle

dogane Rudolf Dietrich (a

sin.), il capo del personale

Hanspeter Glauser (in mez­

zo) e il segretario generale

di garaNto, André Eicher,

rispondono alle domande.

«La conclusione di nuovi accordi e le continue modifiche giuridiche si ripercuotono direttamente sul lavoro del personale.»

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Il numero di abbandoni durante la formazione degli specialisti doganali fa spesso parlare. I re-quisiti dell’AFD sono troppo elevati?rd: A livello di direzione ne abbiamo discusso sovente­mente e siano sempre giunti alla stessa conclusione. In questo contesto non possiamo fare concessioni. I nostri collaboratori devono svolgere un compito impegnativo e di responsabilità, per il quale sono indispensabili determinate conoscenze preliminari. Abbiamo notato che si registrano molti abbandoni so­prattutto all’inizio della formazione, quando l’accento è posto sulla teoria. Con la modifica della formazione di base e del perfezionamento, che sarà introdotta l’anno prossimo, le cose cambieranno. La formazione di base durerà due anni anziché uno e la parte teorica e quella pratica saranno maggiormente alternate. Ciò renderà senza dubbio la formazione più interessante.

ae: Anch’io sono contrario ai compromessi nell’ambito della formazione. Dobbiamo mantenere alto il livello. La nuova formazione e il diploma di scuola specializ­zata superiore offrono buone prospettive ai giovani. L’assistenza degli aspiranti negli uffici doganali sarà decisiva per il successo della nuova formazione. A questo proposito non sono sicuro che vi siano suffi­cienti risorse per assistere le giovani leve.

hg: A mio avviso, uno dei motivi all’origine dell’alto tasso di abbandono è il fatto che tanta gente non è più abituata ad apprendere conoscenze fattuali. Spesso anche i candidati con un diploma di scuola superiore incontrano difficoltà.

Si sente frequentemente dire che se la Svizzera aderisse all’UE non vi sarebbe più bisogno della dogana.

rd: Anche se la Svizzera aderisse all’UE, vi sarebbe sempre bisogno della dogana. Gli Stati dell’UE dispon­gono a tutt’oggi di una dogana, il cui ruolo è impre­scindibile. Ovviamente, un’adesione comporterebbe cambiamenti fondamentali. Tuttavia noi continuerem­mo a svolgere i nostri compiti importanti e variegati nell’interesse della popolazione e dell’economia.

hg: Proprio per questo motivo, anche in futuro l’AFD deve offrire ai giovani prospettive professionali interes­santi. ae: L’integrazione nell’UE suscita già ora una certa preoccupazione tra il personale. Molti si chiedono se il loro posto di lavoro sarebbe mantenuto e se potrebbero far uso anche in futuro di quanto impa­rano oggi. Il segnale lanciato dal Consiglio nazionale con l’approvazione degli interventi parlamentari volti all’aumento del personale assume un’importanza ancora maggiore.

Qual è il grado di attrattiva dell’AFD come datore di lavoro?ae: A mio parere tra i punti positivi vi sono le regola­mentazioni dell’orario di lavoro, i salari e la possibilità di lavorare in tutte le regioni linguistiche e persino all’estero. Gli aspetti negativi sono invece i programmi di sgravio della Confederazione, le frequenti riorganiz­zazioni e il deterioramento della situazione della cassa pensioni. Inoltre, se vogliamo rimanere interessanti agli occhi dei dipendenti, la legislazione sul personale federale non può peggiorare ulteriormente.

rd: Offriamo posti di lavoro sicuri e ben remunerati con compiti interessanti e rilevanti a tutti i livelli. Sono inoltre poche le aziende che offrono possibilità di svi­luppo comparabili a quelle dell’AFD. Infine, il diploma di scuola specializzata superiore ci renderà ancora più interessanti agli occhi delle giovani leve motivate.

«A mio avviso, uno dei motivi all’origine dell’alto tasso di abban-dono è il fatto che tanta gente non è più abituata ad apprendere conoscenze fattuali.»

Il centro di formazione di Liestal (CFL)

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Forum D. 2/2009 Dossier

wp. Perché la Svizzera introduce la qualifica AEO?Il punto di partenza è il nuovo accordo sui trasporti di merci con l’UE, firmato il 25 giugno, nel quale le due parti riconoscono reciprocamente l’equivalenza degli standard di sicurezza nell’ambito doganale. La Sviz­zera è dunque integrata negli standard di sicurezza doganali dell’UE. Ciò consente di evitare che si creino nuovi ostacoli per l’economia svizzera nel traffico delle merci con l’UE. Nel contempo, la Svizzera si è però impegnata ad adottare le prescrizioni di sicu­rezza europee nel commercio delle merci con Paesi non aderenti all’UE. Questo implica che, a partire dal �° gennaio 20��, per l’invio diretto di importazioni o esportazioni con Stati non membri dell’UE il nostro Paese richiederà ulteriori dati di sicurezza e sulla loro base effettuerà un’analisi dei rischi. L’obiettivo è di rendere più sicura la catena di fornitura. La suddetta qualifica è parte dell’accordo sui trasporti di merci.

A quali imprese interessa la qualifica AEO?Di principio a tutte le imprese iscritte nel registro di commercio. La qualifica è facoltativa.

Quali vantaggi porta la qualifica AEO a un’impre-sa?Essa consente a un’impresa di beneficiare di agevola­zioni nei controlli in materia di sicurezza. Chi adempie ai criteri d’ammissione è considerato un partner sicuro delle dogane e classificato come poco rischioso. Le imprese certificate AEO sono soggette a minori con­trolli rispetto ad altri operatori economici; inoltre, esse

Authorized Economic Operator (AEO)

«La decisione spetta alle imprese»A fine giugno la Svizzera ha firmato il nuovo accordo sui trasporti di merci con l’UE, impegnandosi così a creare la qualifica di «operatore economico autorizzato» (Authorized Economic Operator, AEO). Il responsabile del pro-getto Stephan Mebold, della Divisione principale Diritto e tributi della DGD, spiega le novità introdotte dalla nuova qualifica e le ripercussioni sull’eco-nomia.

«L’obiettivo è di rendere più sicura la catena di fornitura. La suddet-ta qualifica è parte dell’accordo sui trasporti di merci.»

se i vantaggi giustificano l’onere per ottemperare alle prescrizioni in materia di sicurezza. In Germania, per esempio, l’interesse verso la qualifica AEO è in aumen­to: è infatti considerata un certificato di qualità che accresce la competitività.

Come si svolge la procedura di certificazione?In collaborazione con alcuni uffici federali e con rappresentanti dell’economia stiamo preparando le basi legali e la procedura di certificazione. Comunque la certificazione compete all’AFD. Per gli operatori, la prassi da seguire è analoga a quella dell’UE: i richie­denti devono effettuare un’autovalutazione sulla base di un questionario. In seguito l’AFD controlla la conformità dei criteri in vista del rilascio. Eventualmen­te si prendono in considerazione altri certificati, come l’ISO 2800�. L’AFD svolge anche verifiche a posteriori presso le imprese già certificate: in caso di irregolarità accertate, si effettua una nuova valutazione e la quali­fica può essere temporaneamente sospesa o ritirata.

Per ulteriori informazioni: www.ezv.admin.ch > Infor-mazioni doganali per le ditte > Regola delle 24 ore

devono fornire meno informazioni nella predichiara­zione, che sarà richiesta a partire dal 20��.

Per un’impresa, vale la pena richiedere l’otteni-mento della qualifica AEO?Per le imprese, la predichiarazione nel traffico delle merci con gli Stati non membri dell’UE comporta maggiori oneri. Chi intende beneficiare delle agevola­zioni che la qualifica offre deve dimostrare l’esistenza di misure di sicurezza, sia in seno all’impresa che nei rapporti con i partner commerciali. Queste misure comportano ad esempio il controllo degli accessi all’area dell’impresa o provvedimenti volti a evitare la manipolazione della merce. Come detto, la qualifica AEO non è obbligatoria. Spetta alle imprese decidere

Stephan Mebold, responsabile del progetto AEO presso l’AFD

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Forum D. 2/2009

wp. In qualità di viaggiatore quale somma di de-naro contante si può introdurre in Svizzera?Hans Georg Nussbaum: In linea di massima, non esiste un limite e non è neanche necessario dichiarare la liquidità alla dogana. A differenza dei Paesi dell’UE, in Svizzera non sussiste l’obbligo di dichiarazione per le valute estere. Da noi vale il cosiddetto sistema d’informazione: su esplicita richiesta, i viaggiatori devono fornire indicazioni relative alla liquidità in loro possesso per un importo minimo di �0 000 franchi.

Se qualcuno vuole entrare in Svizzera con ad esempio un milione di franchi, deve prevedere che la dogana svizzera notifichi il caso alle autori-tà fiscali del Paese di provenienza?Le persone che importano o esportano almeno �0 000 franchi vengono registrate in un sistema d’in­formazione separato, anche se non rappresentano un sospetto. Un annuncio automatico della dogana sviz­zera alle autorità fiscali del Paese di provenienza non è previsto e neanche consentito. Soltanto i collaboratori competenti dell’AFD e della Polizia giudiziaria federale possono accedere a tali dati. In caso di sospetto, infor­miamo la polizia. Di recente, il Corpo delle guardie di confine (Cgcf) ha fermato in dogana una persona che voleva entrare in Svizzera con 200 000 euro. Quando nel bagagliaio sono state trovate delle armi, il Cgcf ha fatto intervenire la polizia.

Già in passato la dogana aveva il diritto di chiedere ai viaggiatori se erano in possesso di liquidità. Quali sono le novità introdotte dalla nuova ordinanza?In caso di sospetto abbiamo sempre richiesto la col­laborazione della polizia. La novità consiste nel fatto che possiamo domandare esplicitamente ai viaggiatori se sono in possesso di denaro in contante. E questi ultimi sono tenuti, con determinate limitazioni, a fornire informazioni. Se qualcuno dichiara di avere con sé 5000 franchi e noi costatiamo che invece sono 50 000, questa persona può essere consegnata alla polizia o ricevere una multa.

Quali sono i cambiamenti per il personale del-l’AFD?Non molti. Applichiamo le nuove disposizioni nel contesto dei controlli che abbiamo svolto finora. Il

Diritto: movimenti transfrontalieri di liquidità

«In caso di sospetti facciamo intervenire la polizia»Il 1° marzo 2009 è entrata in vigore l’ordinanza dell’11 febbraio 2009 con-cernente il controllo dei movimenti transfrontalieri di liquidità (RS 631.052), grazie alla quale la dogana può intervenire più efficacemente contro il riciclaggio di denaro e il finanziamento del terrorismo. Forum D. ha parlato con Hans Georg Nussbaum, responsabile del Servizio giuridico dell’Ammini-strazione federale delle dogane (AFD), sulle nuove disposizioni.

Dossier

Hans Georg Nussbaum,

responsabile del Servizio

giuridico dell’AFD.

L’ordinanza concernente il controllo dei movimenti tran­

sfrontalieri di liquidità prevede che l’AFD possa chiedere alle

persone indicazioni relative alla liquidità in loro possesso per

un importo minimo di �0 000 franchi. Se richiesto, la persona

è tenuta a fornire informazioni su: la sua persona, l’importo,

lo scopo d’impiego e la persona a cui appartiene il denaro.

Per «liquidità» si intende denaro contante, titoli al portatore,

azioni, obbligazioni, assegni e carte valori analoghe trasferi­

bili.

riciclaggio di denaro e il finanziamento del terrorismo sono fattispecie penali ai sensi del Codice penale. In questi casi ci siamo sempre rivolti alla polizia.

Che cosa accade alle informazioni ricevute dai viaggiatori?L’AFD salva i dati per cinque anni nel sistema d’infor­mazione citato e li analizza regolarmente.

Quali precauzioni dovrebbero prendere i viaggia-tori in possesso di una somma superiore a 10 000 franchi?Le persone devono essere consapevoli che, in caso di un controllo doganale, si possa chiedere loro lo scopo d’impiego del denaro. Devono poter motivare perché non hanno trasferito il denaro tramite una banca e dimostrare da dove proviene tale cifra.

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Forum D. 2/2009 Dossier

Con il grosso progetto e­dec Esportazione e la sosti­tuzione della procedura semplificata all’esportazione (PSE), la situazione per i nostri membri nel mondo delle spedizioni cambierà nuovamente, ma questa volta sarà il turno soprattutto dei nostri clienti, ovvero degli esportatori. La piattaforma e­dec è già «pane quotidiano» per gli spedizionieri e gli agenti doganali

Ospite di Forum D.: Felix Gremminger, presidente della Commissione doganale di SPEDLOGSWISS

e-dec: «make or buy»?In qualità di presidente della Commissione doganale di SPEDLOGSWISS, ho alle spalle una collaborazione pluriennale e interessante con la dogana sviz-zera. I diversi progetti degli ultimi anni hanno richiesto molti sforzi al nostro settore e ci attendono ancora altri cambiamenti incisivi.

sourcing) è sensata, poiché i requisiti posti al proprio personale, che ora dovrebbe presentarsi alla dogana direttamente quale dichiarante, non vanno sottovalu­tati.

Il problema si inasprirà ulteriormente quando, dopo gli attuali �000 utenti PSE, andranno trattati mediante e­dec Esportazione anche i rimanenti �5 000 espor­tatori. SPEDLOGSWISS ha già una risposta al proble­ma: il suo DATACENTER. L’Associazione ha messo in funzione una piattaforma elettronica per lo scambio di mandati di spedizione. I caricatori possono inviare i dati o inserire i mandati mediante uno strumento web. D’altro lato i nostri membri ricevono questi dati direttamente nel formato desiderato e possono così venire caricati automaticamente nel relativo siste­ma degli spedizionieri. Con il nuovo DATACENTER piccoli e medi esportatori sono in grado di trasmettere agevolmente i dati dell’invio, inclusi gli allegati, al loro fornitore di servizi, che procederà poi per loro alla dichiarazione d’esportazione in e­dec. Con la registra­zione dei dati presso l’esportatore vengono ridotti al minimo ed eliminati errori e doppioni.

In qualità di spedizionieri e agenti doganali siamo spe­cializzati negli sdoganamenti e ci siamo dunque già occupati a fondo del nuovo sistema d’esportazione. I nostri sistemi informatici sono stati adeguati di con­seguenza e il personale ha seguito delle formazioni. In collaborazione con la dogana abbiamo organizzato diversi incontri formativi e informativi in tutta la Sviz­zera. I membri di SPEDLOGSWISS sono pronti a fornire consulenza e a sostenere l’economia d’esportazione.

e­dec Esportazione conosce ora solo la decisione d’im­posizione elettronica. L’utilizzo e l’archiviazione della prova dell’esportazione digitale pongono problemi, non ancora chiariti completamente nelle singole fasi di lavoro. Su proposta di SPEDLOGSWISS ed economie­suisse, l’Amministrazione delle dogane e l’Amministra­zione delle contribuzioni sono attualmente alla ricerca di una soluzione più semplice.

Grazie alla buona collaborazione tra la dogana svizze­ra e SPEDLOGSWISS, simili grossi progetti per l’econo­mia possono essere ottimizzati e portati a termine con successo. Per noi fornitori di servizi «dall’altra parte dello sportello», una buona comunicazione è molto importante. Ringrazio per la preziosa collaborazione.

Felix Gremminger è presidente della Commissione doganale

di SPEDLOGSWISS. L’Associazione delle imprese di spedizione

e logistica attive a livello internazionale è neutrale in merito

ai vettori di traffico e rappresenta circa il 95 per cento del

settore delle spedizioni in Svizzera.

dall’introduzione di e­dec Importazione. A titolo di novità, anche gli esportatori diverranno però attori sulla piattaforma e­dec. Per molte di queste imprese orientate all’esportazione oggi si pone la domanda del «make or buy», ovvero se vogliono effettuare da sé la dichiarazione d’esportazione mediante il nuovo software oppure se non è più semplice acquistare l’intera gamma delle prestazioni doganali. Per piccole e medie ditte d’esportazione l’esternalizzazione (out­

I membri di SPEDLOGSWISS sono pronti a fornire consulenza e a sostenere l’economia d’esportazione.

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Forum D. 2/2009 Dossier

sw. Quest’anno l’AFD sarà confrontata con nuovi compiti in ambito internazionale? Andrea Canonica: Quest’anno affronteremo diverse nuove missioni. Ad esempio, a luglio siamo entrati a far parte del Regional Intelligence Liaison Office for Western Europe, in breve il RILO WE. Si tratta di uno degli undici uffici regionali sparsi in tutto il mondo. Siamo membri dell’ufficio regionale di Colonia, che ha sede presso l’ufficio anticrimine della dogana locale.Tra i nostri compiti rientra ora anche la missione di giustizia e polizia dell’UE.

Quali compiti svolgono i collaboratori dell’AFD presso l’ufficio regionale RILO WE di Colonia? A Colonia lavorano otto esperti di diversi Paesi. Il loro compito principale è la lotta al contrabbando. Gli specialisti si occupano di allestire quadri regionali della situazione e i relativi rapporti nonché di condurre ana­lisi. In luglio un nostro esperto doganale ha iniziato il suo impiego sul posto, dove vi rimarrà per almeno un anno.

Che tipo di attività dobbiamo immaginarci? Di cosa si occupa il nostro esperto doganale sul posto? L’esperto collaborerà nell’ambito della lotta al contrab­bando e sarà anche la nostra persona di collegamento a livello nazionale. L’esperto doganale svizzero difende gli interessi dell’Amministrazione federale delle doga­ne presso l’ufficio regionale e nei confronti degli altri Paesi membri. Le sue conoscenze sono molto richie­ste. Egli partecipa inoltre alle attività di perseguimento penale delle autorità doganali e prepara analisi sulle tendenze.

E come può essere descritto l’impiego dell’Ammi-nistrazione delle dogane in Kosovo? La necessità di questa missione è stata decisa dal Consiglio dell’Unione Europea. La missione è denomi­nata EULEX, acronimo di European Union Rule of Law Mission in Kosovo. I Paesi europei hanno il compito di aiutare il governo kosovaro a istituire uno stato di diritto. Lo scopo della missione è quello di adeguare gli standard della polizia locale e della polizia di confi­ne agli standard internazionali. A fianco dei Paesi UE partecipano anche USA, Canada, Norvegia, Turchia, Croazia e Svizzera. Nella missione sono coinvolti oltre �500 esperti internazionali, tra cui agenti di polizia, giudici, avvocati e specialisti doganali. Il loro compito è quello di consigliare e sorvegliare le autorità locali e istruire i collaboratori sul posto.

Affari internazionali

«Ogni missione è una sfida»In questa edizione di Forum D., il capo del servizio Affari internazionali Andrea Canonica ci illustra i nuovi compiti dell’AFD nel contesto internazio-nale. La guardia di confine Daniel Bader ci descrive inoltre la sua missione all’estero in Kosovo e la sua appassionante quotidianità professionale.

Che significato hanno queste missioni per l’AFD?Ogni missione è una sfida. L’impegno internazionale è molto importante. I collaboratori dell’AFD, il personale tecnico e il personale del corpo delle guardie di confi­ne hanno la possibilità di candidarsi per una missione all’estero e, grazie alle loro conoscenze, contribuire a progetti di vario genere. Un impiego di questo tipo è senz’altro un’esperienza unica, sia sul piano professio­nale sia su quello privato. Pertanto colgo l’occasione per ricordare a tutti i collaboratori dell’AFD che vale la pena leggere regolarmente i bandi di concorso. Esami­neremo ogni candidatura con attenzione!

Daniel Bader ha raccolto la sfida: nell’ambito del-la missione EULEX, la guardia di confine svolge una missione all’estero in Kosovo. Il suo posto di lavoro è situato all’aeroporto di Pristina. In quali-tà di esperto controlla i documenti di viaggio e i visti. Fornisce consulenza ai suoi colleghi kosovari e all’occorrenza li istruisce. Daniel Bader raccon-ta a Forum D. una giornata tipo e ci parla della situazione in Kosovo.

All’aeroporto sostano velivoli delle compagnie aeree Swiss, Hello ed Edelweiss. L’elevato numero di aerei svizzeri fa intuire che il traffico turistico tra il Kosovo e la Svizzera è molto intenso. Le statistiche lo con­fermano: nel 2008 circa il 60 per cento di tutti i voli civili erano diretti in Svizzera. Ciò corrisponde a circa 800 000 viaggiatori con destinazione Zurigo, Ginevra o Basilea. La migrazione quale unica speranza La situazione in Kosovo non lascia spazio a grandi illusioni. Posso comprendere i movimenti migratori. Molte famiglie in Kosovo dipendono dal sostegno finanziario dei parenti che vivono all’estero. Quan­do questo non basta più l’unica via d’uscita sembra essere l’emigrazione. E purtroppo talvolta ciò avviene in modo illegale... Come in questo caso: due adulti e due bambini si presentano al controllo dei passaporti come una famiglia, sostenendo di essere venuti a far visita ai loro parenti e di voler rientrare al loro domicilio in Svizzera. Il mio collega, l’agente di polizia doganale Bastri Krasniqi, al controllo dei passaporti pone delle domande di routine*. Esamina i documenti di viaggio cercando tracce di falsificazione, ma i suoi occhi esperti non riscontrano nulla di anomalo. Tuttavia, il comportamento del presunto padre lo insospettisce.

Andrea Canonica

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Forum D. 2/2009 Dossier

L’uomo continua a rivolgersi al bambino di sei anni ma quest’ultimo sembra non reagire alle sue parole. Bastri Krasniqi è sicuro che qualcosa non quadra. De­cide pertanto di chiamare il capo turno Fatmir Namani e il consulente in materia di documenti Shukri Sejdiu per farsi aiutare nei chiarimenti. I due poliziotti esperti fanno parte da sempre del corpo di polizia kosovaro e sono in servizio da dieci anni. Decidono così di in­terrogare i due adulti separatamente in merito al loro soggiorno. Nelle loro dichiarazioni i due viaggiatori si contraddicono più volte e presto emerge la verità. L’uomo, E.B., non è il padre dei bambini, bensì un passatore che aveva promesso alla donna di portare lei e i suoi due figli in Svizzera.

permessi di soggiorno. L’illusione di un viaggio verso una vita migliore ha spinto la donna a pagare un prez­zo esorbitante, contraendo incautamente un grosso debito.

Buona collaborazione tra il Kosovo e la SvizzeraQuesto fermo ha permesso alla giustizia di eseguire una serie di perseguimenti penali. Grazie alle dichia­razioni fatte è stato possibile identificare e arrestare diversi intermediari nonché sottoporre il presunto marito, il passatore, al carcere preventivo. Una volta concluso il procedimento in Kosovo, quest’ultimo sarà giudicato dalla giustizia svizzera. Infatti, poiché l’uomo ha utilizzato illegalmente i documenti di viaggio della sua famiglia, residente in Svizzera, anche le autorità penali svizzere esamineranno il caso. Quest’esempio rappresenta un risultato positivo della buona collabo­razione tra i due Paesi. L’esperienza e le conoscenze specialistiche di Bastri Krasniqi e dei suoi colleghi hanno anche «radici svizzere». La formazione della polizia kosovara è stata garantita dalla missione di polizia dell’ONU UNMIK, a cui per diversi anni hanno partecipato anche guardie di confine svizzere in qualità di formatori. L’istruzione è iniziata nel 2002 sotto il patrocinio dell’UNMIK con le nozioni di base sul controllo dei passaporti, proprio come viene insegnato alle guardie di confine a Liestal durante la formazione di base.

Un ulteriore passo avanti verso uno stato di dirit-to operativoPer Bastri Krasniqi e suoi colleghi la presenza dell’UE in Kosovo costituisce un ulteriore passo avanti verso un futuro migliore. Solo dieci anni fa il Paese era dila­niato dalla guerra: i progressi raggiunti nel frattempo sono notevoli. È evidente che la strada verso uno stato di diritto stabile, vitale e operativo è ancora lunga, ma gli ostacoli più grandi sono stati superati. Con il ritor­no della stabilità nella regione questo giovane Paese può farsi strada verso l’Europa.

*Il nome è stato modificato dalla redazione

È richiesta l’esperienza di Daniel Bader (in mezzo). In qualità di esperto, consiglia e assiste i

suoi colleghi kosovari.

Scorci di realtàQuesta storia mostra solo una parte della realtà. La donna voleva recarsi in Svizzera con i suoi due figli per raggiungere il marito, già da tempo residente nel nostro Paese. Inizialmente il capofamiglia spediva somme di denaro dalla Svizzera, ma dopo qualche tempo ha sposato un’altra donna e nei suoi piani non c’è più spazio per la famiglia rimasta in Kosovo. Il de­stino della donna, sola con due figli e senza reddito, è a dir poco oscuro. La criminalità organizzata sfrutta senza scrupoli queste tristi vicende. I passatori hanno promesso alla donna un futuro migliore e una vita accanto a suo marito. Le hanno anche fatto credere che le avreb­bero procurato i documenti di viaggio e i necessari

«La criminalità organizzata sfrutta senza scrupoli queste tristi vicen-de. I passatori hanno promesso alla donna un futuro migliore e una vita accanto a suo marito.»

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Forum D. 2/2009 Dossier

Compiendo una missione all’estero i collabora-tori dell’AFD hanno la possibilità di trasmettere le loro conoscenze specialistiche ma anche di ampliarle. Qual è l’interesse riscontrato da parte del personale?

Un collaboratore su otto con esperienza tecnico­do­ganale sarebbe disposto a intraprendere una missione all’estero. È quanto emerso da un sondaggio condot­to dal servizio Affari internazionali. Il questionario, disponibile online per un periodo di due mesi, era destinato al personale tecnico­doganale.

«Il potenziale di reclutamento può essere miglio-rato»Complessivamente �72 persone hanno compilato il questionario. Ciò corrisponde a una quota di parte­

Durata dell’impiego auspicata, in percentuale Base: 27� indicazioni

Rappresentazione delle preferenze geografiche indicate, in percentuale

cipazione di circa il �� per cento del personale che prenderebbe in considerazione una missione all’este­ro. «Questo potenziale di reclutamento, se raffrontato con altri gruppi professionali, è piuttosto superiore alla media e di conseguenza soddisfacente, ma può senz’altro essere migliorato», spiega Christoph Gygax, esperto del servizio Affari internazionali. La durata della missione scelta dalla maggioranza è «fino a 6 mesi». «Ci aspettavamo una preferenza per gli impieghi a corto termine», ammette Christoph Gygax. Inoltre, è stato chiesto in quale parte del mondo i doganieri gradirebbero svolgere la loro missione: l’Europa occidentale e il Nord America sono in cima alla lista. Altrettanto gettonate sono però l’America Latina, l’Asia centrale nonché l’Europa orientale e meridionale.

I doganieri hanno una vasta scelta di Paesi: le missioni all’estero sono possibili in quasi tutti i continenti.

Fino a 2 settimane

Fino a 6 mesi

Oltre 6 mesi

Europa occ. e America sett.

Europa or. e merid.

Africa

America lat.

Asia/Asia centr.

Vicino Oriente

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Forum D. 2/2009 Dossier

Erwin Hurni diventa presidente del Comitato del sistema armonizzato dell‘Organizzazione mondiale delle dogane (OMD)

Un grande onore per la SvizzeraErwin Hurni, stato maggiore divisione Tariffa doganale, è presidente del Comitato del sistema armonizzato SA dell‘Organizzazione mondiale delle dogane. In vent‘anni è la seconda volta che un rappresentante svizzero viene eletto in questa posizione. Di Peter Krauer, DGD.

Agriculture Organization dell‘ONU (FAO) per riordinare il SA all‘interno di determinati capitoli agricoli. Grazie alla cautela da lui dimostrata nella conduzione delle trattative, è stato possibile giungere a un compromes­so anche nonostante la grande resistenza di singole delegazioni.

Per maggiori informazioni: www.wcoomd.orgLa Convenzione internazionale del 14 giugno 1983 sul Sistema armonizzato di designazione e di codificazio-ne delle merci (RS 0.632.11) è entrata in vigore il 1° gennaio 1988 ed è stata firmata da 137 Stati.

In occasione della riunione del marzo 2008, i delegati del Comitato del sistema armonizzato (SA) hanno nominato loro presidente Erwin Hurni dello stato maggiore della divisione Tariffa doganale. Dopo aver presieduto due riunioni con successo, nel marzo 2009 è stato confermato nella sua funzione per un altro anno.

La nomina va considerata una grande dimostrazione di stima nei confronti di Erwin Hurni, che partecipa alle riunioni del Comitato già dal �997. La carica rappresenta anche un grande onore per la Svizzera, visto che nella ultraventennale storia del SA è solo la seconda volta che uno svizzero assume la presidenza di questo importante organo. Il Comitato del sistema armonizzato si riunisce due volte l‘anno a Bruxelles. Alle riunioni partecipano 70 dei ��7 Stati membri del SA. Oltre alla gestione del SA, fra i compiti principali del Comitato rientra l‘elaborazione di note esplicati­ve e pareri di classificazione. Le lingue ufficiali sono l‘inglese e il francese.

A volte è necessario dare prova di grande sensi-bilitàLa presidenza è stata assunta in una fase decisiva delle trattative riguardanti la quinta revisione del SA. Nelle due scorse riunioni le proposte di modifica sono state approvate e trasferite in una raccomandazione all‘attenzione del Consiglio doganale. Erwin Hurni ha dovuto dar prova di una particolare sensibilità nell‘affrontare un‘importante proposta della Food and

L‘Organizzazione mondiale

delle dogane (OMD) è nata

dal Customs Co­operation

Council (CCC), fondato nel

�952, e ha sede a Bruxel­

les. Quale organizzazione

intergovernamentale copre

tutte le questioni relative

alla prassi doganale (fra cui

SA, valore in dogana, regole

d‘origine non preferenziali,

regime doganale e sicurezza

doganale). L‘OMD conta �74

membri.

Erwin Hurni (al centro) si rallegra per la sua nomina a presi­

dente del Comitato.

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Forum D. 2/2009 Dossier

Stabilire la correttezza dei dati è in sostanza l’obiettivo che le delegazioni svizzera e marocchina si sono poste prima di effettuare quest’analisi statistica. Gli scambi internazionali di merci sono sistemati­camente rilevati sia da parte dei Paesi esportatori che dei Paesi importatori. In teoria, le esportazioni svizzere in Marocco equivalgono alle importazioni marocchine provenienti dalla Svizzera, e viceversa. È su questa equivalenza teorica che si fondano simili analisi stati­stiche. Benché, con le sue raccomandazioni a livello internazionale, l’ONU auspichi la comparabilità dei dati, delle distorsioni sono inevitabili. L’espressione del valore su base FOB (franco a bordo) per le esportazio­ni e CIF (costo, assicurazione e nolo) per le importa­zioni costituisce un esempio classico. Un’esportazione svizzera in Marocco è valutata in termini di valore alla frontiera elvetica, mentre l’importazione in Marocco lo sarà al passaggio del confine marocchino. All’origine di distorsioni sono spesso citati anche l’impatto del corso di cambio, l’inferiore qualità dei dati sull’espor­tazione e il divario temporale tra il momento dell’usci­ta della merce da un Paese (ad esempio in dicembre) e quello della sua entrata in un altro Paese (ad esempio a gennaio).

I fatti: le statistiche svizzere sono sempre inferiori a quelle marocchineDopo aver effettuato la conversione dei dati CIF in FOB, si nota che le importazioni svizzere provenienti

Statistica del commercio esterno

Statistiche a confronto: studio tra Svizzera e MaroccoSotto la direzione dell’AELS, la Svizzera e il Marocco hanno recentemente realizzato uno studio con lo scopo di confrontare i propri dati statistici rela-tivi al commercio esterno. Per il nostro Paese si è trattato di una prima asso-luta. Questo articolo offre una breve panoramica e un’analisi delle principali differenze rilevate. Sébastien Dupré, Statistica del commercio esterno, DGD.

dal Marocco presentano uno sviluppo simile sia che osservate da un punto di vista elvetico che marocchi­no. Le due statistiche mostrano una differenza media annua compresa tra i due (2004) e i �� milioni di franchi (2006). Essa corrisponde in media a �2 milioni di franchi, pari al dieci per cento del valore svizzero. Occorre inoltre notare che la fonte svizzera riporta sistematicamente dati inferiori. Per quanto riguarda le esportazioni, i dati forniti dai due Paesi divergono notevolmente. Essi presen­tano infatti una differenza media di 50 milioni di franchi, pari al 25 per cento del valore svizzero. Nel 200� si sono registrate le discrepanze più importanti, pari a �0� milioni di franchi (la Svizzera ha dichiarato solo �59 milioni). Fatta eccezione per il 2006, i dati svizzeri risultano sempre inferiori a quelli forniti dal Paese africano. Alla luce della compensazione tra gli scarti positivi (valore rilevato dalla Svizzera maggiore di quello rile­vato dal Marocco) e gli scarti negativi (valore rilevato dal Marocco maggiore di quello rilevato dalla Svizze­ra), tali differenze sono fuorvianti e sottovalutano la realtà. Sulla base dei dati dettagliati per prodotto e dopo aver escluso gli scarti, le differenze totali si fissa­no a 294 milioni di franchi per l’esportazione contro i �78 milioni per l’importazione, vale a dire una volta e mezzo il valore dichiarato dalla Svizzera!

I metalli preziosi e le macchine elettriche le merci più colpiteLe differenze interessano un numero limitato di pro­dotti. All’importazione esse riguardano soprattutto i metalli preziosi e le monete (capitolo 7�), seguiti dagli orologi (9�) e dalle macchine elettriche (85). Per i primi due i dati marocchini superano sistematicamen­te quelli svizzeri, mentre si verifica la tendenza inversa per le macchine elettriche. Per quanto concerne l’esportazione, i prodotti più colpiti sono i tabacchi (capitolo 24), i metalli preziosi e le monete (7�) così come le macchine elettriche (85). Per tutte queste merci le statistiche svizzere indicano solitamente meno scambi di quelle marocchine.

Le cause delle differenzeLo studio, che permette di spiegare fino al 90 per cento delle divergenze relative all’esportazione e i due terzi di quelle che riguardano l’importazione, identifica cause concettuali e metodologiche così

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250

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Svizzera–Marocco: sviluppo del commercio e differenze

2002 200� 2004 2005 2006 2002 200� 2004 2005 2006

Importazioni CH Esportazioni CH

mio

. CH

F

Statistica marocchina

Statistica svizzera

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Forum D. 2/2009 Dossier

come degli errori. Di seguito sono riportate le quattro cause principali. – Esclusione delle monete, dell’argento e dell’oro in

lingotti dalla statistica svizzera del commercio esterno. Questa causa chiarisce totalmente le dif­ferenze del capitolo 7� ed è la principale fonte di scarto tra i dati svizzeri e quelli marocchini.

– Definizione svizzera di «Paese di produzione». Al­l’importazione la Svizzera utilizza il concetto di «Paese di produzione», che può non coincidere con quello di «Paese d’origine». Dato che alcuni prodotti marocchini (prodotti tessili, olio d’oliva) sono immessi in libera pratica da un Paese terzo (Francia, Italia o Spagna), la Svizzera considera quest’ultimo come Paese di produzione.

– Errata indicazione del Paese. Accade di frequenteche il Paese d’origine all’importazione o il Paese di destinazione finale per l’esportazione vengano indicati in modo sbagliato. Nei dati svizzeri, per le esportazioni di sigarette si menzionava un Paese in­termediario (Belgio o Paesi Bassi), sebbene il Paese di destinazione finale (in questo caso il Marocco) fosse conosciuto al momento dell’uscita della merce. Dal canto loro, le cifre marocchine indica­no talvolta il Paese di fatturazione piuttosto che il Paese d’origine o di destinazione finale. La Svizzera è particolarmente soggetta a questo genere di errore, data la presenza sul territorio di numerose società commerciali.

– Errata indicazione della merce. Questo genere dierrore occorre spesso nel medesimo capitolo, ma alcuni hanno conseguenze più marcate. Il Marocco, ad esempio, considerava i microassemblaggi elet­tronici (capitolo 85) come parti di orologi (9�).

Utilità dello studioQuesto genere di analisi è uno strumento efficace per il miglioramento della qualità dei dati sul commercio esterno che ha permesso di identificare problemi si­stematici al momento della dichiarazione doganale da parte di imprese svizzere e marocchine. Queste ultime saranno contattate al fine di evitare gli stessi errori in futuro. I risultati permettono inoltre di identificare simili anomalie con altri partner. Ovviamente l’interesse per tali studi non si esau­risce con l’aspetto puramente statistico. Alcuni Paesi fanno capo a queste analisi per scoprire casi di frode. Esse potrebbero inoltre rivelarsi utili nel quadro dei negoziati sugli accordi di libero scambio, al fine di garantire una migliore comprensione della struttura degli scambi bilaterali.

Lo studio completo è consultabile sul sito Internet del-la dogana > Temi > Statistica del commercio esterno svizzero

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Forum D. 2/2009 Dossier

Capite la tariffa? Estate, tempo di grigliate! Un barbecue in giardino, a chi non piace? Ma siete dei veri esperti della brace? Per i professionisti della fiamma la scelta è enorme, le possibilità quasi illimitate. Il seguente estratto del capitolo 44 della tariffa doganale dovrebbe esservi d’aiuto:

– Legna da ardere in tondelli, ceppi, ramaglie,fascine o in forme simili; legno in piccole placche o in particelle; segatura, avanzi e cascami di legno, anche agglomerati in forma di ceppi, mattonelle, palline o forme simili (…)

– Carbone di legna (compreso il carbone di gusci o di noci), anche agglomerato (…) – Legno grezzo, anche scortecciato, privato dell’al­ burno o squadrato (…)

In breveQuattro dei prodotti svizzeri maggiormente esportati a confrontoEsportazioni di caffè, bevande, formaggio e cioccolato dal �999 al 2008 (in milioni di franchi)

Negli ultimi dieci anni le esportazioni di caffè, be­vande, cioccolato e formaggio hanno registrato una crescita netta. Particolarmente impressionante è stato l’aumento fatto segnare dalle bevande e dal caffè. Nel comparto delle bevande, l’apertura di un nuovo stabilimento per la produzione dell’energy drink «Red Bull» ha contribuito in maniera massiccia all’incre­mento delle esportazioni. Dal 2004 le forniture sono infatti sestuplicate, passando da 270 a �625 milioni

di franchi. Con l’introduzione delle capsule Nespresso, le vendite di caffè sono salite considerevolmente: nel giro di tre anni le esportazioni sono quasi quadruplica­te, toccando il miliardo di franchi. Per quanto riguarda il cioccolato e il formaggio, negli ultimi dieci anni le esportazioni hanno mantenuto un andamento più re­golare, ma pur sempre in crescita. In media l’aumento annuo si è attestato al 6,2 per cento per il cioccolato e all’�,6 per cento per il formaggio.

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0�999 2000 200� 2002 200� 2004 2005 2006 2007 2008

Caffè

Formaggio

Cioccolato

Bevande

«Lo sapevate che…» ??…ogni giorno 1 300 000 persone varcano il confi­ne svizzero a bordo di 700 000 autoveicoli?

...il servizio civile della dogana impiega personale fem­minile da 35 anni, il Corpo delle guardie di confine da 20 anni?

...nella prima metà del 2009 il Sistema d’informazio­ne Schengen ha generato 1929 risultati a interroga­zioni da parte del Corpo delle guardie di confine?

...a fine giugno circa 6000 persone avevano visitato l’esposizione speciale sulla conservazione delle specie nel museo delle dogane in Ticino? L’esposizione reste­rà aperta fino a metà ottobre.

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Forum D. 2/2009 Attualità

Carne e vino nascosti in casaUna segnalazione da parte di un cittadino ha permes­so alla Sezione antifrode doganale di smascherare un contrabbando di vino e carne. In un’abitazione sono stati rinvenuti circa �00 chilogrammi di prosciutto, 460 litri di vino e 40 chilogrammi di salsicce. La merce era stata acquistata in Portogallo e trasportata in Sviz­zera senza essere dichiarata. Dalle indagini è emerso che, nell’arco di due anni, l’uomo si era recato in Por­togallo 49 volte, trasportando illegalmente all’incirca 650 chilogrammi di prosciutto crudo e oltre �000 litri di vino rosso. I tributi applicabili ammontano a quasi �5 000 franchi.

Contrabbando di salsicce e latteIn due anni cinque uomini hanno contrabbandato circa 42 tonnellate di salsicce e di latticini, evaden­do approssimativamente �67 000 franchi di tributi d’entrata. Il commercio illegale è stato scoperto da due guardie di confine che, insospettite da un furgone stracarico, volevano eseguire un controllo. Il conducente si è allora dato alla fuga abbandonando il veicolo, ma quattro uomini sono in seguito tornati sul posto per recuperare la merce. È stato così possibile effettuare il controllo: le guardie di confine hanno rinvenuto oltre una tonnellata di salsicce e di carne, circa 80 litri di olio alimentare, �88 chilogrammi di lat­ticini e �27 chilogrammi di tessili. Dalle indagini della Sezione antifrode doganale è risultato che i generi alimentari e i tessuti erano merci di contrabbando.

627 cellulari nascosti nell’autoAl momento di varcare il confine, un conducente ha dichiarato di voler sdoganare gli pneumatici e i cerchi della propria auto. Controllando il veicolo, nella con­sole centrale le guardie di confine hanno trovato �5 telefoni mobili. Un controllo più accurato ha consen­tito di rinvenire oltre 600 cellulari, nascosti nel vano della ruota di scorta. La Sezione antifrode doganale ha accertato che l’uomo commerciava telefonini da quasi un anno. Gli apparecchi, acquistati in Germa­nia, erano destinati alla rivendita in Albania. L’uomo fungeva da intermediario e riceveva un prestito in anticipo per acquistare la merce. Il valore dei cellulari contrabbandati è stato stimato a circa 50 000 franchi.

Cause penali

Le Sezioni antifrode doganale informano In viaggio con orologi di lussoUn uomo d’affari libanese intendeva importare in Svizzera, senza dichiararli alla dogana, quattro orologi di lusso per un valore di circa 500 000 franchi. Stando alle sue affermazioni, tre di questi erano di proprietà personale; il quarto, che apparteneva a un collega, era stato portato in Svizzera per una riparazione. Egli ha inoltre dichiarato di aver acquistato gli orologi e di aver già versato l’imposta sul valore aggiunto in Inghilterra. La Sezione antifrode doganale ha avviato un’inchiesta e interrogato l’uomo in merito ai dettagli dell’acquisto. L’uomo d’affari ha infine ammesso di non aver pagato tasse all’acquisto degli orologi. Per­tanto ha dovuto versare circa 29 000 franchi di tributi e una multa di �0 000 franchi.

Contrabbando di serpenti di grandi dimensioniUn uomo ha tentato di introdurre illegalmente in Svizzera due esemplari di anaconda verde. Dopo aver scoperto gli animali, le guardie di confine hanno fatto intervenire la Sezione antifrode doganale e l’ufficio veterinario cantonale. Una perquisizione nell’abitazio­ne dell’uomo ha permesso alle autorità di reperire altri rettili; in totale egli aveva importato illegalmente due esemplari di caimano yacaré e otto di anaconda verde. Le indagini della Sezione antifrode doganale sono ancora in corso.

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sw. In luglio il flusso di passeggeri aumenta in maniera considerevole. Da gennaio a giugno si contano in media circa �,8 milioni di passeggeri all’aeroporto di Zurigo. Nel mese di luglio questi ultimi superano i due milioni. La dogana e le guardie di confine si sosten­gono a vicenda, i gruppi d’intervento coordinano le loro attività. Inoltre la collaborazione con la polizia aeroportuale è molto importante. All’aeroporto la se­zione speciale della polizia cantonale di Zurigo svolge compiti in materia di polizia di confine, stradale, crimi­nale e di sicurezza. Ciò significa che a differenza degli altri aeroporti svizzeri, presso l’aeroporto di Zurigo i controlli dei passaporti sono eseguiti dalla polizia e non dalle guardie di confine.

Reati gravi in primo pianoNel maggiore aeroporto svizzero e nell’area circostan­te è necessario svolgere numerosi compiti doganali, sia nel traffico turistico sia nel traffico merci, in particolare nell’ambito della protezione delle specie, della lotta al contrabbando e alla pirateria dei marchi. «Un importante obiettivo che ci siamo posti è la lotta al contrabbando di stupefacenti illegali», spiega Heinz Widmer. L’ispettore doganale dell’aeroporto di Zurigo spiega che le priorità sono chiare. «Il nostro intento è fermare chi viaggia con cinque chili di cocaina nella valigia». Per l’ispettore doganale i reati gravi sono in primo piano. Anche quando nei periodi di vacanza

Aeroporto di Zurigo

Priorità chiareÈ tempo di vacanze e pertanto di viaggi: negli aeroporti si lavora a pieno regime. Anche all’aeroporto di Zurigo. Nei mesi di luglio, agosto e ottobre il numero dei passeggeri aumenta fortemente. Qual è dunque il lavoro supplementare che spetta alla dogana e alle guardie di confine? Quali man-sioni svolge l’Amministrazione federale delle dogane (AFD) all’aeroporto di Zurigo? Forum D. ha incontrato i responsabili sul posto.

aumenta il numero di passeggeri, la dogana opera sempre con lo stesso effettivo di personale. Heinz Widmer spiega: «Il rischio è invariato. I contrabban­dieri organizzati che trasportano merci costose o addirittura stupefacenti illegali non sono attivi preva­lentemente nei periodi di vacanza».

«Alla dogana i viaggiatori reagiscono con stupo-re»Nei periodi di vacanza aumentano i fermi al controllo dei bagagli. Erich Walt, revisore doganale all’aero­porto, ne conosce i motivi: «Il problema principale è che molti passeggeri non sono debitamente infor­mati». Erich Walt è convinto che spesso i viaggiatori non siano consapevoli di agire illegalmente poiché non sono informati a sufficienza. Ad esempio capita di trovare nei bagagli dei passeggeri di rientro da determinati Paesi souvenir non autorizzati o articoli soggetti all’imposta sul valore aggiunto. «Alla dogana i viaggiatori reagiscono con stupore, spesso non sono al corrente delle norme in vigore», constata Walt. Di recente ha fermato un viaggiatore dal Brasile che nella valigia trasportava una grande quantità di carne di manzo fresca. L’uomo si è detto sorpreso di non poter importare la carne e ha ammesso che non era la prima volta che ne trasportava. Più passeggeri significa più lavoro. Sul territorio e in prossimità di Unique Airport circolano autocarri di va­

Erich Walt è consapevole che

nei periodi di vacanza i baga­

gli contengono regolarmente

souvenir non autorizzati.

Molti viaggiatori importano illegalmente senza saperlo.

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rio genere che trasportano materiale e derrate alimen­tari destinati agli edifici dell’aeroporto o direttamente agli aerei. «Quando i veicoli escono dalla nostra area spetta a noi controllare che non vengano trasportate merci illegali», spiega il capoposto Guido Gerig. All’aeroporto, oltre agli aerei di linea e ai charter, atterrano giornalmente anche voli d’affari e privati. Nei periodi di vacanza vi è un netto aumento anche di questi ultimi. I viaggiatori e i turisti possono dichiarare le loro merci presso un’entrata doganale separata. Anche in questo caso le guardie di confine aprono di tanto in tanto alcune valigie per controllare se i passeggeri non hanno nulla da dichiarare o se porta­no con sé merci illegali. Inoltre le guardie di confine hanno il compito di ispezionare, analogamente al traffico stradale, i velivoli utilizzati per viaggi d’affari e privati. «Come in altri veicoli, anche negli aerei privati è possibile trasportare droga», afferma Heinrich Schellenberg, capo impiego presso il posto guardia di confine di Zurigo­Aeroporto.

L’equipaggio deve sottoporsi agli stessi controlli doganali Nei periodi di vacanza anche il personale di bordo delle compagnie aeree in transito nell’aeroporto è più numeroso. L’equipaggio lascia il proprio luogo di la­voro tramite uscite di servizio. Qui spesso collaborano dogana e guardie di confine. I membri di un equipag­gio devono sottoporsi agli stessi controlli doganali dei passeggeri e sono tenuti a dichiarare le merci sogget­te all’imposta sul valore aggiunto. «Al personale di bordo sono già state imputate importanti infrazioni doganali o concernenti l’imposta sul valore aggiunto. Ad esempio, ci è già capitato di trovare grandi quanti­tà di sigarette, carne non autorizzata proveniente dal

Heinrich Schellenberg sa che all’interno di un aereo privato si possono importare merci illegalmente.

Le guardie di confine al lavoro: anche il parcheggio è regione

di confine.

Sudafrica o iPod», spiega Heinrich Schellenberg. Nella zona dell’aeroporto sono trasbordate merci non sdoganate e non tassate di immenso valore. «Il personale dell’aeroporto o delle imprese di costru­zione può portare merci illegalmente in diversi luoghi attraverso il confine doganale», sostiene il capoposto Gerig. È dunque importante che i controlli si estenda­no sull’intero territorio e a tutte le entrate e le uscite. Guido Gerig sottolinea l’importanza dei controlli. «Abbiamo già effettuato alcuni fermi nei parcheggi e alle relative uscite». Il lavoro all’aeroporto di Zurigo sollecita quotidiana­mente dogana e guardie di confine. Con il loro impie­go i collaboratori dell’AFD contribuiscono a rafforzare la sicurezza nella zona dell’aeroporto e impediscono il contrabbando di merci illegali in Svizzera. Per i gruppi d’intervento all’aeroporto una cosa è certa: durante il loro lavoro non è permesso pensare alle vacanze.

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sw. Signor Meylan, dal 1° aprile ha assunto la funzione di comandante della regione guardie di confine VI. Qual è il suo bilancio dopo i primi mesi?Claude Meylan: In gennaio ho iniziato a visitare la regione VI a cadenza settimanale insieme a Victor Hedinger, comandante della regione VIII. Il nuovo ambiente di lavoro mi è subito piaciuto: i collaboratori sono competenti e motivati, il team è affiatato e sono stato accolto molto bene. Il �° aprile ho assunto uf­ficialmente il mio nuovo incarico e mi sono occupato in particolare della trasposizione di Schengen all’aero­porto di Ginevra. Si trattava di un terreno inesplorato, per così dire. I miei collaboratori si sono comunque impegnati a fondo in questa sfida. Insomma: va bene e andrà sempre meglio.

Quali sono, a suo avviso, le competenze indispen-sabili per un dirigente?Un dirigente deve saper agire in modo trasparente ed essere sincero. Penso che debba dare il massimo, dimostrare impegno, saper andare incontro ai suoi collaboratori ed essere disponibile ad ascoltare le loro richieste. Inoltre nel nostro lavoro è importante visitare i luoghi d’impiego e non stare tutto il tempo in ufficio.

Questionario I compilato da Claude Meylan, comandante della regione guardie di confine VI

«Unire di più le forze verso un obiettivo comune»

Qual è il maggior successo della sua carriera?Ho lavorato �� anni per la polizia cantonale vodese. Lì sono riuscito a passare da aspirante a vicecoman­dante. Al Cgcf il successo non si è fatto attendere e di questo sono molto soddisfatto. A giugno insieme al servizio civile abbiamo organizzato la giornata delle porte aperte a Ginevra. Sono venute oltre �500 perso­ne, l’interesse della collettività è stato grande.

Qual è stato l’avvenimento più significativo della sua carriera?In polizia ho avuto l’opportunità di cambiare inter­namente ogni sei­sette anni. Ciò rappresentava ogni volta una nuova sfida e incentivava la mia motivazio­ne. Lo stimolo consisteva nel trovare, in ogni settore, nuove organizzazioni partner e nel migliorare le procedure. Ancor oggi approfitto di queste esperienze e continuo a lavorare con dinamismo. Se fossi rimasto in polizia sarei potuto andare in pensione alla fine di quest’anno. Ma mi sento ancora giovane! Voglio ampliare le mie conoscenze e trasmettere le mie espe­rienze agli altri.

Quali sono i suoi punti forti e quali i punti deboli?Credo di essere dotato di una certa autorevolezza, cioè non devo urlare per farmi ascoltare. Un mio pun­to debole potrebbe essere che non dispongo ancora delle conoscenze specifiche del Cgcf come vorrei. Ma sto imparando e ce la farò! Quali sono le qualità che apprezza di più nei suoi collaboratori?I collaboratori dovrebbero dire apertamente ciò che apprezzano o disdegnano. Per me la sincerità reci­proca è fondamentale. Mi auguro anche che siano spontanei e flessibili.

Nella sua nuova funzione, quale sfida ritiene particolarmente impegnativa e quale obiettivo intende raggiungere a ogni costo? Organizzare in modo ottimale l’intervento dei no­stri collaboratori all’aeroporto è stato un compito tutt’altro che facile. Oltre �20 guardie di confine, di solito operative sul terreno, prestano ora servizio all’aeroporto. Il mio obiettivo è garantire che dal �° gennaio 20�0 tutto funzioni alla perfezione. Inoltre voglio intensificare la collaborazione tra il Cgcf e il servizio civile. In tal modo potremo potenziare le sinergie, perché in fin dei conti siamo un’unica entità amministrativa. Il successo ottenuto in occasione della giornata delle porte aperte a Ginevra ha confermato questo mio intento. In futuro desidero unire di più le forze verso un obiettivo comune.

«Per me la sincerità reciproca è fondamentale.»

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sw. Signor Zehnder, dal 1° giugno è comandante della regione gcf II. Qual è il suo bilancio dopo le prime settimane?Thomas Zehnder: Poiché ho lavorato per oltre cinque anni quale capo del personale e della formazione nello stesso edificio presso l’allora comando – questo fino a non molto tempo fa – i volti, le procedure e i locali sono per me tuttora molto familiari. Mi sono quasi sentito di nuovo come a casa. L’economia priva­ta mi ha insegnato che la semplicità è di fondamen­tale importanza. Occorre prendersi le proprie respon­sabilità prima di firmare, selezionare le parole e non ricorrere a testi vuoti nonché riconoscere le persone dietro ai nomi.

Quali capacità deve avere un dirigente?Deve apprezzare i suoi collaboratori. Solo così questi ultimi accetteranno un feedback diretto e personale, sia esso positivo o negativo. Segnalazioni d’errore generali e impersonali non contribuiscono al mi­glioramento della qualità. Un dirigente deve inoltre conoscere i suoi collaboratori. Ciò gli permette di esigere e incoraggiare in modo individuale, aumen­tando la soddisfazione sul lavoro e garantendo un buon risultato finale.

Questionario II compilato da Thomas Zehnder, comandante della regione gcf II

«Un dirigente deve apprezzare i suoi collaboratori»

Qual è, secondo lei, il successo più grande mai raggiunto nella sua carriera?È interessante il fatto che non mi chieda dei miei insuccessi; infatti, da questi ultimi ho imparato deci­samente di più che dai miei successi. Personalmente, posso affermare di aver imparato molto durante il pe­riodo quale membro del consiglio d’amministrazione di una scuola universitaria professionale. Ho parteci­pato alla costituzione di questo istituto e, nonostante alcuni contraccolpi, già durante il primo anno d’eser­cizio siamo riusciti a ottenere cifre nettamente migliori di quanto preventivato.

Qual è l’avvenimento che ha caratterizzato in modo particolare la sua carriera professionale?Non esiste l’avvenimento con la «A» maiuscola. La mia carriera è sempre stata caratterizzata da contatti instaurati con diverse personalità. Professionisti, ma­nager, dirigenti e uomini di potere mi hanno conferito un «accento» personale. Inoltre ho sempre esplorato i miei limiti, capendo cosa volevo veramente e cosa no.

Quali sono i suoi punti forti e quali i suoi punti deboli?Non voglio elencare dei punti, ma le dico volentieri cosa sono riuscito a ottenere lo scorso anno e dove invece ho avuto meno successo. Ad esempio, sono riuscito a ridurre sensibilmente la fluttuazione del personale di un’impresa. Per contro, nella contabilità finanziaria e aziendale speravo di ottenere un maggior miglioramento della qualità.

Quali caratteristiche apprezza nei collaboratori?Mi piacciono i collaboratori aperti che, sempre con educazione, avanzano proposte invece di rivolgere accuse, collaboratori che agiscono con buon senso e che sono anche in grado di staccarsi da atteggiamen­ti o idee «inculcatigli». Stimo molto i collaboratori che dimostrano flessibilità e che, nel corso della loro carriera, ampliano i propri orizzonti svolgendo attività o impieghi diversi.

Nel suo nuovo compito, cosa considera come sfida particolare e cosa vuole assolutamente raggiungere?Gestire un’impresa nella quale i collaboratori lavo­rano a turni in diversi luoghi rappresenta una sfida particolare. È necessario stimolare continuamente i collaboratori a fornire prestazioni di alto livello, anche superando la distanza spaziale e temporale. Per la popolazione, la nostra regione gcf deve essere un’or­ganizzazione irrinunciabile che sappia dimostrare che il «franco» è ben investito.

«Per la popolazione, la nostra regione gcf deve essere un’organiz-zazione irrinunciabile che sappia dimostrare che il «franco» è ben investito.»

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Le telefonate dei cittadini della Svizzera nordocciden­tale sono aumentate già in primavera. Molti viaggia­tori si informavano presso le guardie di confine di Basilea in merito alle prescrizioni doganali. Sono però giunte richieste anche dalla vicina Alsazia e dal Baden­Württemberg. A tal riguardo abbiamo notato che non si trattava solo di domande concernenti le prescrizioni sulle merci nel traffico turistico, bensì anche di richie­ste inerenti ai documenti. Spesso i cittadini volevano sapere se l’accordo di Schengen avrebbe modificato le prescrizioni. I colleghi della direzione regionale delle dogane di Mulhouse e quelli dell’ufficio doganale principale di Lörrach hanno fatto la stessa esperienza. Da una riunione comune è rapidamente emerso che un co­municato stampa non sarebbe bastato a soddisfare le esigenze d’informazione. La soluzione? Una conferen­za stampa comune, in quanto consente di rispondere alle domande in loco e di illustrare visivamente i fatti.

Media

Conferenza stampa trinazionale: un successoDopo l’adesione della Svizzera a Schengen, le guardie di confine di Basilea e i nostri partner doganali di Francia e Germania hanno ricevuto un numero maggiore di telefonate dalla popolazione. Pertanto le autorità doganali dei tre Paesi hanno deciso di organizzare, sotto la direzione della regione guardie di confine di Basilea, una conferenza stampa comune prima delle vacanze estive, che ha suscitato una vasta eco mediatica. Di Patrick Ganten-bein, Comando della regione guardie di confine di Basilea, e Martin Leuen-berger, ufficio doganale di Basilea-Aeroporto.

La collaborazione delle autorità funziona alla grande.

Patrick Gantenbein (a destra) e Martin Leuenberger (secondo da destra) hanno risposto,

assieme ai colleghi francesi e tedeschi, alle domande dei giornalisti.

Protezione delle specie, contraffazione di prodot-ti, prescrizioni sui documentiMartedì 2� giugno 2009, circa una settimana prima dell’inizio delle vacanze estive, tutto era pronto. Al valico di confine di Basilea/St. Louis­Autobahn si è svolta la prima conferenza stampa trinazionale. Gli incaricati stampa delle dogane francese e tedesca, un capo servizio dell’ufficio doganale di Basilea­Mulhouse e l’incaricato stampa della regione guardie di confine di Basilea hanno ricevuto i numerosi giornalisti prove­nienti dai tre Paesi. La dogana tedesca e quella francese hanno pre­sentato le prescrizioni doganali dei rispettivi Stati, sot­tolineando che al confine svizzero i controlli doganali permarranno.Il rappresentante della dogana aeroportuale di Basilea ha sviluppato i temi della contraffazione di merci e delle specie animali protette, che hanno suscitato una vasta eco mediatica. Da parte loro, le guardie di confine hanno risposto alle domande sulle prescrizioni relative ai documenti, in particolare sui cosiddetti passaporti d’emergenza, nonché sulle prescrizioni doganali nel traffico turistico.

L’unione fa la forzaIl successo della conferenza stampa indica che la col­laborazione tra le autorità preposte alla protezione dei cittadini, dell’ambiente e dell’economia è eccellente, nonostante i confini esistenti tra gli Stati. Nell’ottica trinazionale, questo evento ha consentito insomma di informare i cittadini in modo ottimale.

Il tema della protezione delle specie è stato accolto molto

bene dagli esponenti dei mass media.

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kbt. Perché è necessario acquistare un nuovo apparecchio quando quello vecchio funziona ancora?Gli apparecchi attuali risalgono al 2000 e la mag­gior parte è in funzione da allora. Sebbene si siano verificati pochi guasti, presto la manutenzione non potrà più essere garantita. La sostituzione negli oltre 50 000 veicoli è stata messa a concorso, proprio come fu fatto per l’allestimento dell’attrezzatura poco meno di dieci anni fa. Il miglior offerente si è aggiudicato l’appalto.

Quali sono le novità o i miglioramenti?Il progresso tecnologico permette tutta una serie di migliorie tecniche, come ad esempio l’interfaccia bluetooth, che sarà integrata nei nuovi apparecchi. In tal modo in futuro il conducente potrà trasmettere i dati concernenti la prestazione chilometrica diretta­mente al computer del detentore del veicolo me­diante telefono cellulare. Non sarà tuttavia possibile trasmettere i dati direttamente alla DGD. Un altro

emotach

Il nuovo apparecchio di rilevazione della TTPCPL’anno prossimo TRIPON, l’apparecchio di rilevazione della tassa sul traffico pesante commisurata alle prestazioni (TTPCP), sarà sostituito da emotach® della ditta Siemens. Bruno Hofstetter, responsabile tecnico di progetto della sezione TTPCP 1, ha risposto alle domande di Forum D.

Bruno Hofstetter ha 47

anni e la sua passione per la

tecnica risale a quando era

bambino. A casa preferiva

trascorrere il tempo a esegui­

re riparazioni piuttosto che

pensare alla scuola. Più tardi

ha fatto della sua passione

una professione, con un

tirocinio come elettromecca­

nico che ha completato con

un diploma STS di ingegnere

in elettrotecnica. Nel 200�,

dopo una lunga attività

presso ABB, l’ex giocatore di

pallamano di prima lega ha

rinunciato al programma di

promozione per un impiego

presso la TTPCP. Ha infatti

voluto dare la precedenza

all’interessante attività presso

l’AFD rinunciando a una

carriera nel settore privato.

elemento importante è il miglioramento dell’approv­vigionamento elettrico: le batterie interne hanno una durata maggiore e dovranno essere sostituite meno frequentemente.

Da quando saranno operativi i nuovi apparecchi? A ottobre 2009 avrà inizio un esercizio pilota con circa 840 veicoli. Se l’esito sarà positivo, da luglio 20�0 inizierà la sostituzione. Sebbene quest’ultima sia obbli­gatoria, non sarà necessario portare espressamente i veicoli in officina. La sostituzione degli apparecchi sarà eseguita in occasione di altri lavori di manutenzione. Inoltre anche i nuovi apparecchi saranno distribuiti a titolo gratuito.

In quali Paesi potrà essere utilizzato il nuovo apparecchio?In Austria, come del resto già quello vecchio. Inoltre grazie ad alcuni provvedimenti tecnici sarà possibile, all’occorrenza, farne uso anche in Francia e in Italia.

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In breveSPEDLOGSWISS: nuovo direttoreDal �° giugno 2009, Thomas Schwarzenbach è il nuo­vo direttore di SPEDLOGSWISS, l’Associazione svizzera delle imprese di spedizione e logistica. L’economista lavora per l’associazione da circa otto anni. Schwar­zenbach ha assunto tutte le funzioni del suo prede­cessore Martin Oeschger, ora in pensione, compresa quella di direttore di VBSL (Verband Basler Speditions­Logistiker).

66 nuovi specialisti doganaliIl 6 giugno 2009, 66 aspiranti doganali hanno ottenuto l’attestato professionale federale. Oltre �00 ospiti hanno partecipato ai festeggiamenti degli studenti dell’ultimo anno del corso centrale B presso l’Hotel Engel di Liestal. Nel suo discorso il sostituto del direttore Hans Peter Hefti si è congratulato con i nuovi specialisti doganali per la loro scelta professionale. «Questa professione offre numerose possibilità di perfezionamento», ha spiegato Hefti. Ad esempio, gli specialisti doganali hanno la possibilità di effettuare un soggiorno all’estero e lavorare per un’organizzazio­ne internazionale. Congratulazioni a tutti i diplomati e tanti auguri per un futuro ricco di soddisfazioni!

Complimenti ai nuovi specialisti doganali Gabriela Steine­

mann, Jeremy Streather e Michael Isler, che hanno ottenuto i

voti migliori.

19 nuove guardie di confineIl momento è finalmente arrivato: il �6 luglio 2009, i �9 aspiranti sono ufficialmente diventati guardie di confine. La classe 2008­B di Ginevra ha celebrato l’ottenimento del diploma presso il CERN. Jürg Noth,

Le �9 guardie di confine della classe 2008­B di Ginevra appe­

na diplomatesi.

Oltre �500 persone hanno potuto toccare con mano l’attività

della dogana e delle guardie di confine. Ogni spettacolo è

stato un avvenimento unico.

capo del Corpo delle guardie di confine, ha espresso parole positive sul futuro professionale delle nuove guardie di confine, assicurando che «Il futuro del no­stro lavoro è garantito». Anche Forum D. si congratula con i diplomati e augura loro una vita professionale ricca di successi e soddisfazioni!

A tu per tu con la dogana e il Corpo delle guardie di confine La giornata delle porte aperte del �� giugno a Thô­nex­Vallard è stata un successo su tutti i fronti. Oltre �500 visitatori hanno potuto conoscere più da vicino l’attività quotidiana del Corpo delle guardie di confine e della dogana. Per l’occasione era previsto uno spettacolo diverso ogni mezz’ora. Gli organizzatori hanno offerto al pubblico dimostrazioni con cani an­tidroga e antiesplosivo nonché cani da difesa e hanno illustrato come sono eseguiti i controlli nel traffico merci e turistico o l’utilizzo dello scanner mobile per gli autocarri. Ad esempio, i privati e i giornalisti hanno avuto l’opportunità di vedere dal vivo come lo spettro­metro di massa consenta di individuare anche le più piccole quantità di stupefacenti illegali nascoste in un bagaglio. Gli esperti presenti hanno inoltre sottolinea­to che non tutti i souvenir delle vacanze sono innocui. Gli specialisti doganali e le guardie di confine hanno infatti spiegato con esempi concreti per quale motivo è vietato portare in Svizzera prodotti animali come borse confezionate con la pelle di rettili protetti e perché una borsetta firmata acquistata per �0 franchi è senza dubbio un falso.

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Forum D. 2/2009 Panorama

So che incontrerò persone conosciute e sconosciute che mi faranno dono di nuovi valori, idee e prospetti­ve. Esploro nuove culture e paesaggi e approfondisco cose prima conosciute solo superficialmente.

In qualità di presidente del Consiglio d’amministrazio­ne di Orange Svizzera e membro del Consiglio d’am­ministrazione di diverse filiali Orange all’estero, sono spesso in viaggio e la dogana rappresenta il passaggio verso un altro mercato. Ho il privilegio di portare con me il mio bagaglio personale fatto di esperienze col­lezionate in realtà di mercato diverse e di condividerlo con altri. Posso contribuire al successo di ogni filiale e al contempo imparare sempre qualcosa di nuovo.

Nel viaggio di ritorno il mio bagaglio personale è ogni volta un po’ più ricco. Ovviamente capita che rifiuti opinioni e visioni che non mi sembrano logiche oppure che sono sbagliate o persino distruttive. Nella maggior parte dei casi, tuttavia, imparo a rivedere o a trattare in un’altra ottica quanto appreso finora.

La dogana rappresenta inoltre il rientro consapevole a casa e costituisce al tempo stesso una pietra di paragone per stabilire se il nuovo trova riscontro nel passato. Se così è, nascono cose innovative; altrimenti

Andreas S. Wetter, presidente del Consiglio d’amministrazione di Orange Svizzera

Quando penso alla dogana...... inizio ad avvertire gli odori e i rumori propri dell’ambiente e dell’atmo-sfera degli aeroporti, delle stazioni ferroviarie e delle dogane autostradali. Queste sensazioni sono per lo più accompagnate da una grande gioia, non importa che si tratti di viaggi privati o di lavoro.

Per me la dogana è il punto di svolta, il cardine nel quale si convogliano il vecchio e il nuovo. La figura della guardia di confine ricorda al viaggiatore che da quel momento inizia il nuovo, oppure che si ritorna alla quotidianità con qualcosa di nuovo. Sta poi alle persone che passano un confine riuscire a stabilire un legame proficuo tra vecchio e nuovo.

Dall’entrata in vigore dell’accordo di Schengen in Sviz­zera mi mancano gli incontri fugaci con le guardie di confine sempre molto cortesi e interessate. Un viaggio che non comincia o finisce più con un contatto con queste persone perde, secondo me, anche in simboli­smo, fascino e attrattiva.

Quando penso alla dogana, penso sempre e comun­que anche alle possibilità che ci vengono offerte di fondere il vissuto con il nuovo, da questa parte come dall’altra parte del confine.

Chi arriva a un confine e a una dogana con una mente aperta, sincera e curiosa assisterà sempre a qualcosa di positivo ed entusiasmante.

rimane comunque il pensiero che oltre la dogana si celino altri mondi, culture, persone e punti di vista, che ho imparato a stimare molto.

Ecco perché penso volentieri alla dogana. Passare la dogana significa per me l’attraversamento consapevo­le di confini per andare a cercare lo scambio con altre persone e altre mentalità. Le intense discussioni con sconosciuti e la gioia per le novità mi rendono auto­critico, mi ispirano e portano il mio pensiero a un altro livello. Questo sia sul lavoro che nella vita privata.

Chi arriva a un confine e a una dogana con una mente aperta, sincera e curiosa assisterà sempre a qualcosa di positivo ed entusiasmante. Chi invece non si apre al nuovo o si avvicina a un confine con pregiu­dizi percepirà la dogana come qualcosa di negativo e che incute paura.

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Forum D. 2/2009 Panorama

sw. I collaboratori del Corpo delle guardie di confine (Cgcf) hanno molti compiti, il più importante dei quali è la sicurezza della popolazione svizzera, in quanto le guardie di confine combattono la criminalità in stretta collaborazione con le autorità nazionali ed estere. Ad esempio lottano contro il contrabbando di stupefacenti, mettono fine alle malefatte delle bande di passatori oppure scoprono documenti falsificati. Ovviamente lavorano anche in ambito doganale, controllando la merce importata nel nostro Paese dai viaggiatori e riscuotendo i relativi tributi. La moltepli­cità e la diversità dei compiti rendono la professione della guardia di confine una vera e propria sfida. La ventunenne Marine Keller, che ha la doppia cittadinanza svizzera e francese, ha deciso di affron­tare la sfida scegliendo di seguire una formazione presso il Cgcf. L‘azione è una costante della sua vita professionale, in quanto prima di passare alle guardie di confine ha lavorato per la Polizia di Stato france­se. Per oltre due anni è stata al servizio della Polizia

Serie: professioni presso l‘AFD

Lavorare nel Cgcf: una sfida partico-lareGli specialisti più diversi lavorano presso l‘Amministrazione federale delle dogane (AFD) nell‘interesse pubblico. In questa serie Forum D. presenta le professioni esercitate presso l‘AFD. La prima è quella della guardia di con-fine. Marine Keller, aspirante guardia di confine, ci svela perché ha scelto questa carriera e descrive che cosa le piace del suo lavoro.

alle frontiere («Police aux Frontières PAF»). Nella sua funzione di poliziotta, ha controllato l‘autenticità di vari documenti di viaggio e contribuito alla sicurezza dell‘aeroporto. L‘aspirante guardia di confine segue volentieri il perfezionamento professionale e ama imparare nuove cose. Prima di diventare poliziotta ha infatti conseguito la maturità letteraria e poi studiato inglese per due anni presso l‘università di Mulhouse.

«Qui sono dove tutto accade»Nel gennaio di quest‘anno Marine Keller ha iniziato la formazione di base presso il Centro di formazione di Liestal (CFL). A partire dal prossimo anno, comincerà a raccogliere esperienze pratiche come guardia di confine nella regione di Porrentruy. «Ho scelto di se­guire questa formazione, perché la nuova professione offre la possibilità di svilupparsi ulteriormente e anche perché l‘attività è molto variata», ci rivela l‘ex poliziot­ta, spiegandoci poi che cosa apprezza particolarmente del suo lavoro: «Ogni giorno incontro le persone più diverse, posso migliorare le mie conoscenze lingui­stiche e sono dove tutto accade». La giovane con la doppia cittadinanza ama la tensione che caratterizza la sua professione e recupera le energie nel tempo li­bero. Dopo il lavoro va a nuotare, a passeggio oppure esce con i colleghi di lavoro. Con la formazione di base, le nuove guardie di confine acquisiscono le conoscenze necessarie, ad esempio relative alla criminalistica, alla ricerca, alle basi legali o alla verifica di documenti, per svolgere la loro professione. Una volta ottenuto l‘attestato profes­sionale federale, Marine Keller intende scegliere una delle numerose possibilità di perfezionamento offerte dalla sua professione. «Desidero approfondire le mie conoscenze e potrei immaginarmi di specializzarmi nel riconoscimento delle falsificazioni di documenti», dichiara. Questa è però solo una delle innumerevoli possibilità. Non esclude neppure di partecipare a una missione all‘estero.

Marine Keller ama l‘azione nella sua vita e sta seguendo la

formazione per diventare guardia di confine.

«Ogni giorno incontro le persone più diverse, posso migliorare le mie conoscenze linguistiche e sono dove tutto accade.»

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wp. Fiechter aveva accumulato 600 ore supplementari e da Berna era arrivato l’ordine di ridurle entro la fine dell’anno. «Allora posso lasciare già ora l’ufficio! E chi si occuperà dei miei 200 incarti in sospeso?» esclamò Fiechter. «Sta tranquillo Ruedi, non agitarti. Torniamo a dormire visto che sono le due» cercò di calmarlo la moglie. «Comunque sarebbe bello, per una volta potremmo fare delle vacanze più lunghe» aggiunse lei. Quella notte Fiechter sognò una banda di con­trabbandieri di sigarette. Si trattava di un traffico da cinque milioni di franchi, ma proprio non riusciva a incastrare i colpevoli. Un incubo.

Operazione olio lubrificanteAlle 4 di mattina fu svegliato dalle note della marcia doganale, la nuova suoneria del suo cellulare. «Ruedi, l’operazione olio lubrificante entra nel vivo già oggi» gli disse il capo «devi venire subito». Mezz’ora dopo Fiechter era in ufficio con i suoi colleghi del gruppo d’indagine �. Per l’operazione erano stati mobilitati anche specialisti e guardie di confine. Al briefing erano presenti quasi �0 persone. Per quelli che non erano a conoscenza del caso, Müller delle inchieste preliminari riassunse: «Abbiamo ricevuto una soffiata anonima: la ditta di trasporto XY riempie i serbatoi dei propri autocarri con olio vegetale di contrabbando. Le indagini hanno mostrato che c’è del vero nella storia. Con l’operazione di oggi dobbiamo trovare delle prove.»

Le indagini di Fiechter, collaboratore della Sezione antifrode doganale (SA)

Una soffiata anonimaRuedi Fiechter (52) è una vecchia volpe. Da più di vent’anni lavora presso la SA e ha già indagato in innumerevoli casi. Dalla truffa in materia fiscale al commercio di animali protetti passando per il contrabbando di derrate ali-mentari, per Fiechter non ci sono segreti. Forum D. presenta alcuni episodi tratti dalla carriera del collaboratore.

ma l’interrogato non era più in grado di continuare a rispondere. Fu solo al terzo tentativo che confessò: per due anni, ingenti quantità di olio vegetale erano state trasportate illegalmente in Svizzera dalla Germania, nascoste nel carico dichiarato in dogana secondo la norma. Quasi tutta la flotta di autocarri era stata rifor­nita dai distributori della ditta. In questo modo la ditta aveva ottenuto un notevole vantaggio rispetto alla concorrenza. La riscossione posticipata è però risultata salata: oltre mezzo milione di franchi in dazi, imposta sugli oli minerali e supplemento fiscale nonché impo­sta sul valore aggiunto.

Il sogno di Fiechter Con le indagini del caso dell’olio vegetale Fiechter aveva fatto registrare altre 20 ore supplementari. Prima di addormentarsi cercò di immaginarsi disteso su una spiaggia con le palme, ma non gli riusciva granché bene, tanto non vi era abituato. Dopo un po’ il pensiero di potersi riposare un po’ più del solito cominciò a piacergli. Abbracciò sua moglie e le disse: «Vreni, domani va a vedere dove potremmo andare in vacanza». Quella notte Fiechter sognò di come pose fine alla carriera dei contrabbandieri di sigarette.

L’agitazione era grande quando alle 8 la Sezione antifrode doganale arrivò alla ditta. Il responsabile era fuori di sé e imprecava come un ossesso. Fiechter gli mostrò l’ordine di perquisizione e lo portò subito con sé per l’interrogatorio. Nel frattempo i suoi colleghi sequestrarono la contabilità e gli esperti d’informatica forense salvarono i dati dei computer. I controllori aziendali prelevarono campioni dai distributori della ditta e dai serbatoi degli autocarri che furono poi in­viati per le analisi al laboratorio chimico­tecnico della Direzione generale delle dogane. Benché le prove parlassero chiaro, il responsabile della ditta continuava a negare l’evidenza. Fiechter si sentiva frustrato vista la mancanza di collaborazione ed era cosciente del fatto che da quell’interrogato­rio non avrebbe ricavato nulla. Aveva indagato in modo coscienzioso e sapeva che ora si trattava solo di stabilire la quantità della merce contrabbandata,

«Ruedi, l’operazione olio lubrificante entra nel vivo già oggi» gli disse il capo «devi venire subito.»

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Immobili

È ancora conveniente sotto il profilo eco-nomico risanare i vecchi edifici doganali?In Svizzera vi sono all‘incirca 900 edifici doganali, molti dei quali costruiti ol-tre 50 anni or sono. A causa delle nuove prescrizioni in materia di costruzio-ne, sempre più spesso si pone la questione della redditività quando si tratta di risanare o trasformare questi edifici. Urs Mani, sostituto del capo della sezione Immobili della DGD, si esprime riguardo alla difficoltà di riuscire, da un lato, a soddisfare le esigenze degli utenti e, dall‘altro, a rispettare le prescrizioni applicabili alle costruzioni della Confederazione.

Le istruzioni e le direttive per le costruzioni federali si fondano sulla riveduta ordinanza del 5 dicembre 2008 sulla gestione immobiliare e la logistica della Confede­razione e naturalmente valgono anche per gli edifici doganali. I criteri* più importanti da osservare sono:

– costruzione nella consapevolezza dei costi: gliedifici devono soddisfare il principio dell’oppor­tunità, della redditività e dei bisogni degli utenti, prendendo in considerazione sia interessi culturali ed ecologici sia le esigenze dei disabili;

– prevenzione sismica: gli edifici devono essereesaminati per quel che riguarda la sicurezza sismi­ca; vanno applicate le relative misure di protezione;

– Minergie: a prescindere da determinate eccezioni, le nuove costruzioni e le ristrutturazioni devono soddisfare almeno lo standard Minergie (www.minergie.ch). Per le nuove costruzioni si mira allo standard «Minergie­P­Eco»;

– costruzioni prive di ostacoli (art. � della leggefederale sull’eliminazione di svantaggi nei confron­ti dei disabili): gli edifici con almeno 50 posti di lavoro o otto unità abitative devono essere costruiti senza ostacoli.

Molti dei circa 900 edifici doganali presenti sul nostro territorio hanno più di 50 anni. Alcuni risalgono addirittura a un periodo precedente alla Prima Guerra Mondiale. Negli ultimi anni, per risanare e rinnovare questi edifici sono stati investiti circa 250 milioni di franchi. A partire dal �994, circa ��0 immobili non più necessari a scopo di servizio sono stati venduti realizzando un ricavato di approssimativamente 5� milioni di franchi.

Negli ultimi decenni sono cambiate molte cose sotto il profilo della struttura degli edifici, degli standard abitativi, dell‘ecologia e dell‘economia. Fino a qualche anno fa, i criteri Minergie, della prevenzione sismi­ca e delle costruzioni prive di ostacoli non venivano quasi considerati per gli edifici doganali, a differenza di quello della costruzione nella consapevolezza dei costi.

Progetti edilizi sempre più impegnativiGli standard edilizi menzionati e le esigenze degli utenti rendono i progetti edilizi sempre più complessi e impegnativi. Quale servizio responsabile presso la dogana, la sezione Immobili dà la priorità alle esigen­ze degli utenti, ma in quanto «estensione» dell‘Ufficio federale delle costruzioni e della logistica deve però anche fare in modo che con i progetti edilizi venga­no raggiunti gli obiettivi della gestione sostenibile. Proprio questo diventa però sempre più difficile in quanto dalla nuova dottrina d‘impiego del Corpo delle guardie di confine (Cgcf) risultano nuove esigenze e perché più ubicazioni devono essere equipaggiate con i relativi impianti d‘esercizio. L‘ubicazione vincolata specifica del servizio civile e del Cgcf nel caso delle co­struzioni per l’esercizio (previste per lo sdoganamento di merci commerciabili, il traffico turistico e il controllo ferroviario) non consente inoltre di utilizzare ubicazio­ni alternative convenienti. Per quanto riguarda gli edifici ad uso abitativo vi è invece una maggiore flessibilità, nel senso che gli spazi abitativi vecchi vengono venduti mentre ne vengono acquistati di nuovi in regioni facilmente raggiungibili. Ciò richiede tuttavia il consenso dell‘utente. Proprio nel caso di vecchi edifici ad uso abitativo in zone iso­late le misure di risanamento e di ristrutturazione non risultano più convenienti dal profilo economico.

* Altre informazioni: www.bbl.admin.ch

Urs Mani

Champéry, punto d’appoggio gcf Col de Coux: anche le

costruzioni isolate vengono risanate, 2004/05.

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Chiasso­Strada: l’edificio di servizio costruito nel 2005…

…soddisfa lo standard Minergie.

La Louvière: risanamento totale, 2005. Direzione di circondario di Basilea: risanamento totale per

l’edificio di quasi �20 anni posto sotto la tutela dei monu­

menti, 2008/09.

Cabine di transito a Rheinfelden: anche i piccoli oggetti espo­

sti devono soddisfare gli standard minimi dal punto di vista

dell’ergonomia del lavoro, della ventilazione e del raffredda­

mento (sono pianificate le relative misure).

Thayngen, Bietingerstrasse: risanamento parziale, 2008.

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Negli anni Venti, il traffico transfrontaliero di merci su rotaia attorno a Basilea si intensificò continuamente. Dato che le stazioni di confine di St. Johann e Wolf, sulla sponda sinistra del Reno, divennero troppo pic­cole per i treni merci francesi e tedeschi, il 7 ottobre �929 le FFS inaugurarono a Muttenz la stazione di smistamento più moderna dell’epoca, Basel SBB RB II, che era al contempo una stazione di confine con la Germania. Per questo motivo la dogana occupò l’ufficio per le visite sulla rampa J. Inizialmente l’ufficio doganale Basel SBB Frachtgut sbrigava le pratiche formali presso la Güterbahnhof Wolf. La merce veniva invece controllata nella stazione di smistamento di Basel SBB RB II. Con il trasferimento, nel �9�2, nell’edificio ope­rativo sud, l’ufficio doganale SBB Rangierbahnhof Muttenz venne inaugurato quale suddivisione dell’uf­ficio doganale Basel SBB Frachtgut. Lo stesso anno, le ferrovie misero in esercizio la linea d’accesso diretta da St. Louis, attraverso la quale Muttenz divenne anche stazione di confine con la Francia. Durante la Seconda Guerra mondiale, il nostro ufficio doganale fu una delle porte attraverso le quali

Rubrica dei collaboratori

La dogana di Muttenz compie 80 anni Il 7 ottobre 1929, quando le Ferrovie Federali Svizzere misero in esercizio la stazione di smistamento di Basel SBB RB II quale stazione merci e di confine, anche la dogana fece la sua comparsa a Muttenz. Nel corso di otto decen-ni, il piccolo ufficio dietro i sette binari si è trasformato in moderno ufficio doganale. Di Roman Dörr, perito doganale, ID di Muttenz.

merci d’importanza vitale, quali cereali panificabili, carbone o acciaio venivano trasportate in Svizzera. Allo stesso tempo, Muttenz divenne la stazione di transito per i trasporti delle Potenze dell’Asse e degli Alleati nonché per gli aiuti umanitari. Dopo il �945, grazie ai transiti di carbone e alle forniture di riparazioni, il traffico merci attraverso la Svizzera subì un’impennata. Questo fatto aumentò notevolmente il lavoro dei funzionari doganali, che fu­rono costretti a effettuare i controlli dei treni operan­do in più turni. Il �° gennaio �948, l’ufficio di servizio cambiò nome in ufficio doganale di Muttenz SBB e in seguito fu gestito come «ufficio doganale principale indipendente di �a classe».

Le amministrazioni doganali estere inviarono i loro rappresentanti a Muttenz Gli anni del miracolo economico portarono all’ufficio doganale nuovi trasporti e merci, come ad esempio le importazioni di automobili britanniche. Le amministra­zioni doganali estere inviarono i loro rappresentanti a Muttenz per studiare le nuove procedure. Con il trasferimento dei trasporti su strada, l’ufficio doganale di Muttenz estese la propria attività anche oltre il traf­fico ferroviario. Il �° febbraio �97�, l’ufficio doganale di Muttenz si trasferì nei locali della suddivisione LWT (terminale per autocarri) in Stegackerstrasse e divenne quindi anche ufficio doganale all’interno. Quattro anni più tardi, la suddivisione Bahn si trasferì nei locali dell’ala ovest dell’edificio principale della stazione di smistamento, dove nel �984 venne installato l’odierno centro di trattamento. Nei due decenni che seguirono vi furono altri gran­di cambiamenti. L’introduzione della dichiarazione doganale elettronica accelerò lo sdoganamento delle merci commerciali, e grazie al sistema degli speditori e destinatari autorizzati (SDA) gli invii divennero dispo­nibili per gli spedizionieri in tempi più rapidi. Alla fine del 200�, la sede della suddivisione LWT venne ristrutturata in un luminoso ufficio che sta a rappresentare l’apertura nei confronti delle esigen­ze dei partner della dogana. Anche il traffico merci ferroviario è stato interessato da alcune novità, quali ad esempio lo sdoganamento di prodotti chimici e combustibili nella procedura «Open­Access» oppure l’introduzione della procedura di transito semplificata attraverso la Svizzera «Swiss­Corridor T2». Ciò che un tempo era iniziato sulla rampa J con al­cuni funzionari si è trasformato in un moderno centro di competenze. L’ufficio doganale di Muttenz è quindi pronto per affrontare le sfide del futuro.

Con il trasferimento dei trasporti su strada, l’ufficio doganale di Muttenz estese la propria attività anche oltre il traffico ferroviario.

La stazione di smistamento di Basel SBB RB II nel �929.

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In viaggio...

... al museo nell’arsenale («Museum im Zeughaus») L’esposizione al museo sciaffusano nell’arsenale ci riporta indietro nel pas-sato. Il 9 giugno l’esposizione speciale ha aperto le sue porte al pubblico: i visitatori possono viaggiare lungo il confine svizzero. Come vivevano una volta le guardie di confine? Com’era il confine negli anni Venti? L’esposi-zione sui confini nel mutamento dei tempi («Grenzen im Wandel der Zeit») risponde a molte domande simili. I pezzi d’esposizione riuniti, tutti originali, permettono all’osservatore di vagare nel passato.

Il Consigliere federale Ueli

Maurer si è lasciato traspor­

tare nel passato da Werner

Schöni, ex comandante della

regione di Sciaffusa.

Guardie di confine e dogana

oggi: (da sinistra) Roger

Zaugg, commandante della

regione Zurigo/Argovia,

Alfred Gutknecht, capoposto

di Ramsen, Jürg Noth, capo

del Cgcf e Fredy Bucher,

direttore del circondario di

Sciaffusa.

Grandi e piccini osservano le guardie di confine al lavoro.

I visitatori vivono da vicino un impiego delle guardie di

confine.

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Ritratto

Stefan Buhl, insegnante di sport con attestato federaleDa dieci anni Stefan Buhl mantiene in allenamento i futuri specialisti do-ganali del Centro di formazione di Liestal (CFL). Egli considera la lezione di sport un importante investimento per la salute degli aspiranti doganali e un momento di svago nell’impegnativa formazione che stanno assolvendo. Per lui, l’istruttore con il maggior numero di anni di servizio presso il CFL, il suo mestiere rimane a tutt’oggi una vocazione.

wp. «Essere insegnante di sport è una sfida continua per me», afferma Stefan Buhl. «Molti giovani man­giano male e sono sedentari. Il fatto che il numero di persone in sovrappeso sia in aumento non è l’unica conseguenza. A causa della mancanza di movimento anche la capacità di conflitto diminuisce e la soglia di frustrazione si abbassa». Secondo lui, la maggior par­te della gente interviene quando è già malata, invece di agire in modo preventivo.

Il mestiere idealePresso il CFL, dove allena in media da cinque a sette classi l’anno, il quarantaquattrenne di Rheinfelden insegna educazione fisica nei corsi accentrati I e II. Svolge attività di docente anche alla Allgemeine Gewerbeschule di Basilea ed è responsabile degli sta­ge dei futuri maestri di sport presso l’Istituto di sport e delle scienze dello sport dell’Università di Basilea. «L’insegnante di sport è il mestiere che ho sempre sognato di fare», ci rivela Stefan Buhl. «Durante la formazione al CFL, gli aspiranti spe­cialisti doganali devono studiare molto e spesso si muovono troppo poco», sostiene l’istruttore. Il movi­mento compensa la vita sedentaria ed è essenziale per mantenersi in salute. Se una persona non si muove a

l’aspetto della salute. Il mio obiettivo principale è che tutti partecipino volentieri ai corsi: la lezione deve essere anche un momento ludico e consentire di ottenere dei risultati». Si tratta insomma di rendere consapevoli gli aspiranti sull’importanza del movimen­to per la salute fisica e mentale. Stefan Buhl vorreb­be motivarli a praticare un’attività sportiva anche a formazione conclusa.

La malinconia fa capolino…Come lui stesso evidenzia, nei dieci anni di servizio presso il CFL ha imparato molto. «Ho conosciuto mol­te persone interessanti e ho vissuto momenti diverten­ti, ma anche tristi. E di questo sono grato. Per me è sempre un privilegio lavorare al CFL con queste perso­ne». C’è da credergli, quando dice: «Provo sempre un po’ di malinconia quando, alle feste di diploma, devo congedarmi dagli aspiranti cui mi sono affezionato».

«Molti aspiranti apprezzano la lezione di sport, in quanto permette loro di riposare il cervello e di scaricare lo stress.»

sufficienza per anni, sono inevitabili dolori alla schie­na, nonché disturbi cardiaci e circolatori. Presso il CFL lo sport svolge anche altre importanti funzioni. Stando a Stefan Buhl, molti aspiranti apprezzano la lezione di sport, in quanto permette loro di riposare il cervello e di scaricare lo stress. Non da ultimo, l’esercizio fisico fatto in classe consente di vivere la collegialità. Tutto ciò unisce.

Lo svago, innanzituttoStefan Buhl ama il suo lavoro al CFL, in particolare perché gli aspiranti sono estremamente motivati e determinati. «I ragazzi sono sempre cordiali, rispet­tosi e cooperativi. Questo mi motiva». Aggiunge che le lezioni a Liestal sono impegnative, poiché le classi sono piuttosto eterogenee in quanto a età, condi­zione fisica e aspettative. «Ma proprio questo rende il mio lavoro appassionante. Nelle mie lezioni seguo un approccio polisportivo, tenendo sempre presente

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Progetto radiofonico «Frontaliers»

Una piattaforma idealeDa ormai due anni, i DJ di Rete3 ironizzavano, attraverso la loro emittente, sulla professione delle guardie di confine e, con la parodia della guardia di confine Loris Bernasconi e del frontaliere italiano Roberto Bussenghi, aveva-no ideato molteplici sketch. Il comando delle guardie di confine di Lugano ha preso la palla al balzo: la trasmissione rappresenta la piattaforma ideale per informare i viaggiatori e pubblicizzare il Corpo delle guardie di confine (Cgcf). Di Davide Bassi, responsabile dell’informazione, regione gcf Lugano.

Telefonando al comando delle guardie di confine, la RSI mai avrebbe immaginato cosa sarebbe suc­cesso qualche mese più tardi: il comandante Mauro Antonini e il sottoscritto avrebbero cercato di sfruttare al meglio l’immagine del Bernasconi per cercare di fare pubblicità attiva al Cgcf e, nel contempo, per cercare di insegnare, o meglio, spiegare cosa succede al momento del passaggio del confine per tutti coloro che hanno intenzione di importare merce nel traffico turistico sul territorio svizzero.

Disposizioni doganali chiareLe sedute con i moderatori della Rete� si sono protrat­te per diversi mesi. Lo sforzo maggiore è stato quello di far capire le nostre disposizioni, la franchigia di �00 franchi, cos’è la merce non divisibile, la differenza tra la carne di maiale e quella di pollo, l’importazione di vino rosso (fino a 20 litri e oltre), la differenza tra po­modori freschi e passata di pomodoro e via di seguito.Alla fine, il progetto cominciava a delinearsi e i con­torni diventavano sempre più nitidi. Tuttavia, lo scopo rimaneva quello di insegnare divertendo. Il risultato finale – adesso lo possiamo dire – è stato un successo.Il comandante Antonini ed io siamo stati invitati alla radio per tre sabati durante il mese di aprile per raccontare vicende divertenti e rispondere in diretta alle domande poste dagli ascoltatori. Inoltre, nell’arco di tutto il mese, sono state trasmesse le cosiddette «virgole», brevi frasi di presentazione pronunciate da tutti gli agenti impiegati presso i valichi e registrate direttamente sul posto; queste dicevano più o meno

così: «Ciao sono Mauro, lavoro al posto guardie di confine di Chiasso e anch’io ascolto Frontaliers!».

Forte domanda e riscontro positivoI frutti del progetto sono stati raccolti in una nuova versione del CD «Frontaliers» intitolata «Frontaliers Reloaded». La nuova versione contiene ben 25 tracce, nove delle quali espressamente destinate all’informa­zione della popolazione, nonché un’aggiunta nascosta di tre video girati proprio al valico di Brusata (dominio della guardia Loris Bernasconi). Le prime �000 copie stampate sono andate lette­ralmente a ruba sia ai posti sia al comando delle guar­die di confine; da quest’ultimo, nell’arco del primo mese, sono giunte più di 200 ordinazioni via e­mail, motivo per cui è stato necessario stampare altre �500 copie. Il comando regionale è molto soddisfatto del posi­tivo riscontro ottenuto presso la popolazione ticinese, i frontalieri e, non da ultimo, dell’attiva collaborazione di tutto il personale. Il Corpo delle guardie di confine della regione Ticino ringrazia tutti di cuore.

Il comandante della regione IV Mauro Antonini e Davide Bassi

intendono informare gli ascoltatori sulle disposizioni doganali

in vigore.

I CD sono in vendita al prez­

zo di �0 franchi e il ricavato

sarà interamente devoluto in

beneficenza con una festa

che si terrà a fine novembre,

sempre in collaborazione con

la Rete�. In tale occasione e

alla presenza della stampa

locale, quattro fondazio­

ni operanti sul territorio

ticinese a favore dei ticinesi

riceveranno gli «assegni di

beneficenza».

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In breveDall’archivioL’archivio della DGD raccoglie i vecchi numeri della «Rivista della dogana», una pubblicazione che risale all’inizio del secolo scorso e che rappresenta una fonte pressoché inesauribile di testimonianze riguardanti la dogana nonché un pezzo di storia della stessa. Forum D. è andato a rovistare nell’archivio e ora pubblica, senza un ordine preciso, brani che raccontano la quo­tidianità doganale di un tempo.

«Quando negli scorsi mesi la revisione della tariffa doganale ha attirato su di sé l’attenzione dell’opi­nione pubblica, l’interesse era naturalmente rivolto in primo luogo alla tariffa doganale vera e propria. […] Si presume che non tutti i lettori abbiano avuto la possibilità di consultare il messaggio del Consiglio federale o il bollettino stenografico riguardante le deliberazioni parlamentari, perciò non farà male esaminare in modo più approfondito la nuova legge sulla tariffa delle dogane. Pare strano che l’attuale legge sulla tariffa delle dogane risalga al �902, mentre la tariffa d’uso si poggia sul decreto federale urgente emanato nel �92� e rinnovato nel �92�. […] La tariffa doganale si è quindi basata per quasi quattro decenni su un

decreto federale urgente. […] Ma anche un decreto federale urgente è pur sempre valido finché non viene abrogato! […] La legge sulla tariffa delle dogane non ha scatenato grandi polemiche nelle Camere federali. Soltanto l’articolo �0 ha subito un’importante modi­fica». La discussa tassa di bollo è stata abolita. Al suo posto la tassa di statistica è stata aumentata dal 2 al � per cento. Ecco cosa scriveva nel �959 a questo proposito la «Rivista delle dogane»: «Una gradita semplificazione amministrativa. […] Naturalmente i doganieri rimpiangono meno di tutti questa tassa [di bollo]!».

(Fonte: Rivista delle dogane 3/59, pag. 82 segg.)

In questa edizione proponiamo il commento sulla tariffa doganale d’uso svizzera emanata il 19 giu-gno di 50 anni fa. Essa è stata sostituita nel 1986 dall’attuale legge sulla tariffa delle dogane.

Banda della dogana di Basilea: nuova elegante uniforme In occasione di manifestazioni pubbliche dell’AFD, la banda rappresenta l’Amministrazione e offre l’intrat­tenimento musicale. I musicisti hanno tenuto le ultime esibizioni con l’uniforme verde poiché non avevano ancora ricevuto la divisa blu. Durante la cerimonia di promozione degli aspiranti guardie di confine svoltasi a dicembre 2008, il Direttore generale delle dogane Rudolf Dietrich ha promesso che per la banda della dogana si trattava dell’ultima promozione con la divisa verde. Sono quindi iniziati i lavori di preparazione per la nuova uniforme. A tutti i musicisti sono state prese le misure in modo da poter fabbricare in tempi brevi i nuovi vestiti. In occasione dell’esposizione sulle professioni LUGA tenutasi in primavera a Lucerna, la banda della dogana di Basilea si è presentata per la prima volta al pubblico con la nuova uniforme di gala. La divisa blu ha riscosso successo sia tra i musicisti sia tra il pubbli­co. Di Daniel Pflugi, ex presidente della banda della dogana di Basilea

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Rassegna stampa

Mondo doganaleA Los Angeles i doganieri si sono imbattuti in un contrabbandiere particolare: l’uomo di 46 anni aveva nascosto nei suoi pantaloni oltre una dozzina di uccelli canori vivi. Gli animali erano avvolti in pezzi di stoffa e fissati a delle calze speciali nelle gambe dei pantaloni. I doganieri si sono insospettiti perché dai pantaloni dell’uomo si intravedevano delle piume. La polizia ha in seguito scoperto che il contrabbandiere aveva contatti con un uomo in California che commerciava anch’egli con uccelli canori e presso il quale i tutori dell’ordine hanno trovato 5� uccelli tenuti in una voliera. Nel frat­tempo gli animali si trovano in quarantena e dopo gli accertamenti sul loro stato di salute saranno consegnati a un giardino zoologico.

Martin Leuenberger

Massimo Sfiligoi

Hans Arzethauser

Christian Küng

Attila Lardori

Arrêté avec 500 kilos de viandeLes gardes­frontière ont fait une sacrée prise le 6 mai dernier vers �6 heures dans la région de Veyrier. «La plus belle de l’année», souligne même l’adjudant Mi-chel Bachar. Les douaniers ont ainsi arrêté un tren­tenaire alors qu’il introduisait illégalement à bord de son fourgon plus d’une demi­tonne de viande fraîche destinée à la vente dans le canton de Genève. L’ hom­me était sans permis de conduire valable et interdit de circulation. Le fourgon frigorifique, immatriculé dans le Doubs en France, contenait, 20 pièces d’agneaux entiers, des tripes d’agneau, de la viande de bovin, des aloyaux de boeuf et des cuisses de dinde. Soit 552,80 kilos de bidoche à faire saliver d envie tous les grands carnivores. Tribune de Genève, 5/09

Auch mit Schengen ändert sich am Zoll bei der Wareneinfuhr nichtsDie Behörden im Basler Dreiländereck machten vor den Medien klar: Schengen ändert bei der Warenein­fuhr nichts. (...) So können Privatpersonen im Reiseve­rkehr weiterhin abgabefreie Waren bis zu einem Wert von �00 Franken pro Person und Tag zollfrei in die Schweiz bringen. Besondere Regeln gelten etwa für Fleisch, Wein und Tabakwaren oder auch für Güter, die beispielsweise dem Artenschutz unterstehen. Der Schweizer Zoll zieht zudem auch bei Reisenden gefäl­schte Markentartikel ein: die Luxustasche für nur 50 Euro, die am Strand gekaufte Designer­Sonnenbrille und derlei, wie Martin Leuenberger vom Flughafen­zoll sagte. Sonntags Zeitung, 6/09

Fumo di contrabbandoIl contrabbando inverte la direzione di marzia. La sezione antifrode doganale des Circondario di Lugano ha concluso tre inchieste penali doganali per un ragguardevole contrabbando di sigarette avenuto nel traffico turistico. I sequestri sono stati effettuati al valico autostradale di Chiasso Brogeda: su tre diversi automezzi sono state ritrovate stecche di sigarette che i conducenti stavano cercando di introdurre illegal­mente in Svizzera. «Si è trattato di tre casi particolari dove la merce sequestrata era superiore alla quantità abituale», ci spiega Massimo Sfiligoi, sostituto capo­sezione della Sezione antifrode doganale. La Regione, 6/09

Eine Verbrecherjagd auf SchienenDer Cisalpino fährt ein, Attila Lardori, Hans Arzethauser und Christian Küng sind bereit für Kontrollen. (...) «Euch sieht man viel zu selten hier», ruft der Zugreisende Werner Brülisauer, als er den Uniformierten im Gang begegnet, «ich treffe so viele Gangster im Zug, ihr müsstet immer hier sein.» Zür-cher Unterländer, 6/09

Les gardes-frontière pourront verbaliser les in-fractions La police cantonale jurassienne et le Corps des gardes­frontière intensifieront leur collaboration. L’accord prévoit que, dans l’espace frontière, le Corps des gardes­frontière puisse traiter seul des infractions qui ne nécessitent pas d’actes d’enquêtes considérables, comme dénoncer certaines infractions à la loi sur les étrangers ou à la législation sur les armes. Il pour­ra également régler les infractions mineures à la loi fédérale sur les stupéfiants et à certaines infractions à la loi sur la circulation routière. «Cet accord est une évolution. Les tâches de base demeurent les mêmes, avec, en plus, l’application de la loi sur les amendes d’ordre dans les cas flagrants», estime Victor Hedin-ger, commandant de la Région VIII Jura­Neuchâtel du Corps des gardes­frontière. Le Quotidien Jurassien, 05/09

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Il cane antidroga si con­cede una pausa.

Richiamo visivo

SondaggioHa sentito la crisi economica nel suo lavoro?

«La crisi economica si fa sentire in modo particolarmente forte nel commercio esterno; nel 2009 con la Germania si è registrata una diminuzione di quasi il 20 per cento. Ciò ha chiare ripercussioni sul traffico pesante transfrontaliero. Nei primi cinque mesi del 2009, presso l’ID di BWA è transitato l’�� per cento in meno di autocarri, per­tanto le imposizioni doganali sono nettamente diminuite, così come le colonne di autocarri. La situazione del personale è più distesa rispetto agli ultimi anni e abbiamo più tem­po per adempiere i nostri compiti. Percepiamo che sono tempi difficili anche per gli spedizionieri, infatti sono già stati effettuati licenzia­menti.» Ruedi Flükiger, ispettore, BWA

«Sì, la crisi si sente anche nel nostro lavoro. Rispetto allo stesso periodo dello scorso anno abbiamo registra­to, ad esempio, una diminuzione del 6–7 per cento delle importazioni e del 22 per cento delle esportazio­ni. Di conseguenza vi sono anche meno bollette. La diminuzione è generalizzata: interessa gli spedizio­nieri «tradizionali» (case di spedizio­ne), gli SDA che sono sia destinatari che importatori, nonché i corrieri. I collaboratori dell’ID, per i quali non conta solo il numero delle bollette, sono stati toccati solo marginalmen­te da questa diminuzione. Abbiamo infatti la possibilità di concentrarci su altri controlli che in passato, complice la situazione del personale piuttosto precaria, erano stati un po’ tralasciati.» Giovanni Lazzaroni, ispettore, Ponte Tresa

«Dalle statistiche dei primi cinque mesi dell’anno concernenti il nostro ID emerge un aumento delle linee tariffali dichiarate pari al 6 per cen­to. Tuttavia, non possiamo trascu­rare il fatto che il trasporto di merci è duramente toccato dal rallenta­mento economico e registra una diminuzione del volume del �5 per cento. Fortunatamente iniziano a manifestarsi segnali di stabilizzazio­ne. Per quanto concerne il traffico turistico, all’aeroporto di Ginevra si registra una diminuzione del 5 per cento del numero di passeggeri. L’esito di vari progetti (p.es. nuovi collegamenti intercontinentali e la modernizzazione delle infra­strutture) permette cionondimeno di progettarsi verso il futuro con fiducia.» Vanni Soldati, ispettore, Ginevra-Aeroporto