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Über die anatomischen Kenntnisse der altägyptischen Ärzte (= Morgenland, Darstellungen aus Geschichte und Kultur des Ostens, Heft 26) by Grapow Hermann Review by: Faustino Salvoni Aegyptus, Anno 17, No. 3 (LUGLIO-SETTEMBRE 1937), pp. 290-292 Published by: Vita e Pensiero – Pubblicazioni dell’Università Cattolica del Sacro Cuore Stable URL: http://www.jstor.org/stable/41214601 . Accessed: 14/06/2014 22:17 Your use of the JSTOR archive indicates your acceptance of the Terms & Conditions of Use, available at . http://www.jstor.org/page/info/about/policies/terms.jsp . JSTOR is a not-for-profit service that helps scholars, researchers, and students discover, use, and build upon a wide range of content in a trusted digital archive. We use information technology and tools to increase productivity and facilitate new forms of scholarship. For more information about JSTOR, please contact [email protected]. . Vita e Pensiero – Pubblicazioni dell’Università Cattolica del Sacro Cuore is collaborating with JSTOR to digitize, preserve and extend access to Aegyptus. http://www.jstor.org This content downloaded from 193.105.154.127 on Sat, 14 Jun 2014 22:17:28 PM All use subject to JSTOR Terms and Conditions

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Über die anatomischen Kenntnisse der altägyptischen Ärzte (= Morgenland, Darstellungen ausGeschichte und Kultur des Ostens, Heft 26) by Grapow HermannReview by: Faustino SalvoniAegyptus, Anno 17, No. 3 (LUGLIO-SETTEMBRE 1937), pp. 290-292Published by: Vita e Pensiero – Pubblicazioni dell’Università Cattolica del Sacro CuoreStable URL: http://www.jstor.org/stable/41214601 .

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al contrario testimoni delia speranza ď un aiuto aspettato dal morto : cfr. A. H. Gardiner-Sethe K., Egyptians letters to the dead, 1928.

L'attitudine egiziana in rapporto ai defunti è piuttosto causata dal timoré di una annichilazione. L'uomo oltre ai corpo attuale materiále, ha pure il ka i doppio ', ehe è come Pombra del precedente e ehe con la sua sussistenza impedisce la annichilazione completa dell'uomo. Ma esso ha pure i suoi bisogni, sussiste sol con la conservazione del corpo, ne- cessita di cibi délia cui ombra egli si nutre, di utensili con cui esplicare la propria attività. Ecco quindi l'obbligo di una mummificazione, la ne- cessita di offerte continuamente presentate ai defunto. Ma purtroppo la pietà filiale per il padre defunto si riduce a pura elevazione di statue ed alia immediata imbalsamazione cadavérica. Invece délie offerte pe- renni sorgon profanatori di tombe rubanti anche quello ehe in esse si conserva ! Ed allora il vivo in persona si dará a provvedere ai suoi inte- ressi d'oltretomba : si costruirà un sepolcro nascosto, ben internato nella roccia contenente imprecazioni contro i devastator!, vi ediíicherà dinanzi una mastaba о un piccolo altare per le offerte ed i sacrifia ; se ricco provvederà con un contratto alla formazione d'un gruppo di sacerdoti destinati ad assicurare al morto oblazioni perenni.

In epoche più recenti alla offerta di cibi si sostituirà la pronuncia dei lor nomi: i nomi non equivalgono forse nella concezione antica alla realtà ? Il nome rende presente Г ombra del cibo espresso, nutrimento del ka umano. E qui gli Egiziani mostrano la insaziabilità delia loro brama ; chiedono la pronuncia di migliaia e migliaia di animali, e tal- volta ne supplicano i viandanti con tutte le rrgioni : non è del vostro ehe vi si chiede, non vi si domanda gran fatica, solo la pronuncia d'una breve parola capace d'allietare l'anima del defunto. Su questo punto avrebbero potuto aggiungersi alia docurríentazione assai completa, anche le iscrizioni funerarie di Petosiris, cosi ampiamente illustrata dal Lefebvre, o sintetizzate con abilità dal compianto Suys É., Vie de Petosiris, Bru- xelles 1927 pp. 16-17. Faustino Salvoni

Grapow Hermann, Über die anatomischen Kenntnisse der altägyp- tischen Ärzte (= Morgenland, Darstellungen aus Geschichte und Kultur des Ostens, Heft 26), Leipzig, Hinrichs, 1935.

11 volumetto, ehe contiene interessanti risultati sopra la conoscenza anatómica degli antichi medici egizî, verra letto con notevole interesse da coloro ehe desiderano conoscere non solo Ia nomenclatura ma anche le molteplici curiose deduzioni psicologiche sopra la funzione dei varî organi umani.

La terminologia anatómica egizia, ehe présenta ancora notevoli diffi- coltà, fu grandemente sviluppata sin da tempi remotissimi in cui nei riti sacri si pensava conferire Pimmortalità al corpo umano, ed alie singole membra, con la loro * divinizzazione ' ehe la consacravà alla divinità so-

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lare. L'ordine di queste liste differisce alquanto dal nostro ehe dal capo, scende al tronco e poi aile membra, poichè preferisce seguire la posizione regolare délie varie parti scendendo dall' alto in basso : testa, braccia, tronco, gambe. Son pure interessanti per la nomenclatura i testi medici ehe obbligatoriamente devono parlare di parti lese da malattia. Non pochi nomi utili vengon conservati nei testi magici, in formule destinate ad espellere infallibilmente il démone nefasto dal membro umano in cui esso s'è inoculato con il suo veleno. Considerazioni non spregevoli si rin- vengono anche in testi non medici palesanti la volontà di conservare il corpo umano nella speranza di un suo futuro ringiovanimento. Di qui la cura di conservare in vasi per Героса delia giovinezza perenne anche le parti dei corpo (p. es. i visceri) ehe con la mummificazione venivan strappate da esso. Sol per il cervello, asportato attraverso le fosse nasáli, non si aveva veruna cura, ignorandosi del tutto Timportanza eccezionale di questo organo allora ritenuto vile ed oscuro al pari dei sistema ner- voso-muscolare.

11 confronto tra i testi medici e le suddette liste di divinizza- zione, mostra termini divergenti p. es. i polmoni nei papiri di medicina si denominano sm3, mentre presso le liste s' adopera il vocabolo w/3

( '*~~ "V ) ancor conservato nei copto ovouq, OYOq(S). È poi

degno di nota ehe, tra i molteplici nomi riferentisi nella lingua usuale ad un organo corpóreo, le liste mediche sempre ne usáno in modo esclusivo uno solo, da lor ritenuto termine técnico: p. es. msdr (orecchio) mai rn/} ; ir.t (occhio) mai mr.t.

1 testi medici non presentano sempre una nomenclatura completa ed esente da ambiguità od incertezze, come ai contrario sarebbe deside- rabile : cosi p. es. knš significa tanto il « perineo » come una parte delia « nuca ». Talvolta però il membro è determinato meglio da un termine aggiunto, cosi k3b « ventre » è termine vago, il « rectum », considerato sua parte, è detto : k3b-m3c « ventre retto ».

Per un'equa valutazione dei testi mediei o comunque anatomici è necessário ricordare ehe la concezione odierna anatomico-fisiologica è ben diversa da quella egiziana, molto rudimentale ed empírica.

Gli Egiziani, al pari degli Ebrei, non pensavano con il cervello ma con il cuore. La conoscenza del valore del cervello è un acquisto molto tardivo nella scienza ; Alcmeone per primo nei 580 a. Cr. pose la sede intellettiva nei cervello mentre i Greci antecedentemente la collocavano nei diaframma. Per i primitivi il cervello è sol qualche cosa di secon- dario da cui al piu deriva il mucco nasale come tuttora pensano i fellah delPAlto Egitto ehe pongono la vita (il Ruh) negli intestini e spe- cialmente nei fegato о nei cuore. Tale considerazione ha spinto il massimo interesse del medico egiziano nello studio del cuore, lasciando invece nelF ombra altri organi ed in modo particolare il cervello.

Per l'antico Egiziano rimase sempre un mistero la mutua interfe- renza degli organi tra loro: son connessi, benchè in modo oscu-ro,

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cuore e stomaco, polmoni ed intestino, occhio ed orecchio, per cui la cura delPuno giova indubbiamente all'altro. L'atto generativo con il suo risultato è qualche cosa di misterioso come già lo era per gli antichi Ebrei ehe nel loro provérbio dicevano :

Tre cose oltrepassano i limiti delP intelletto mio ; anzi quattro ehe io non comprendo : la traccia delPavvoltoio nelParia, la traccia del serpente sulla roccia, la traccia délia nave in mezzo al mare, la traccia delPuomo nella donna.

(Prov. XXX, 18-19; ho seguito per il passo alquanto discusso la tradu- zione del Luzzi).

Il sistema vascolare è pur esso molto incerto : i medici nominando con Púnico vocabolo mt nervi, muscoli e vene mostrano di non saper distinguere la loro funzione peculiare. Ricordo però ehe anche i primi mediei greci scambiano indifferentemente il termine muscolo con quello di nervo e viceversa, il ehe non può meravigliare dal momento ehe la medicina scientifica ha fatto il suo primo ingresso nel mondo con il sec. Ill a. Cr., quando in Alessandria i medici greci si son dati ad una esplorazione sistemática del corpo umano. Preziosa è quindi ogni affer- mazione ehe ci palesa Γ insegnamento médicale presentato dagli Egiziani attorno al sec. XVI a. Cr.

Ho detto ehe Porgano precipuo delPuomo è il cuore, collegato con le singole parti del corpo umano da vene : son le vene, denominate vasi, ehe portano, diffondendola per tutto il corpo, Paria dal cuore ricevuta per mezzo delia respirazione ; son esse ehe convogliano dal cuore Purina ai reni perche Pabbiano ad espellere; son esse ehe dal cuore trasportano per essere eliminati gli escrementi difíusi nel corpo umano. E il cuore per mezzo delle vene pulsa ovunque o, secondo Ia poética espressione egiziana, « fa sentire la sua voce in tutte le membra » (Pap. Ebers 99, 2-5 = Smith 1, 6-7). Ogni vaso (о vena, mť) ha una bocca per la quale entra nel corpo umano il veleno delia malattia, per curaria sara neces- sário costringere la vena ad espellere il suo malanno, rendendosi poi forte, con la bocca chiusa affinchè non ne abbia ad entrare un altro.

Gli altri organi son poco noti : i polmoni assorbon Paria, ma il sus- seguente sollevamento del petto non è attribuito ai polmoni, ma pare riferito allô stomaco : cosi almeno pensa il Grapow.

Corne si vede abbiamo una conoscenza empírica, benchè discreta- mente sviluppata, dei singoli organi. I frutti delia medicina egiziana non dovevano tuttavia esser molto scarsi, se potevano suscitare profonda me- raviglia nelle menti greche.

Il volumetto presente, ehe tenta ricostruire la conoscenza anatómica egiziana in una sintesi felice, merita la lettura da parte d'ogni studioso di antichità orientali.

Faustino Salvoni

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